domenica 30 settembre 2007

Maria Grazia Pani al Premio Italia


Nei giorni scorsi è andata in onda su Rai Due, nell'ambito della trasmissione “Palcoscenico” la 59a edizione del “Premio Italia”, l’importante premio internazionale per le migliori produzioni di qualità di Tv, Radio e Web (186 programmi in gara provenienti da ben 40 nazioni). Protagonisti dello spettacolo “Shakespeare in Verona”, andato in scena nella Sala Maffeiana dell'Accademia Filarmonica di Verona presentato da Giovanna Milella, l'attore Umberto Orsini, la soprano Mariagrazia Pani (nella foto), la mezzosoprano Victoria Lyamina e i “Virtuosi Italiani” diretti da Filippo Maria Bressan. Per l'occasione sono state eseguite musiche di Nino Rota, Felix Mendelssohn-Bartholdy, Ludwig van Beethoven e Vincenzo Bellini; di quest'ultimo la soprano barese Maria Grazia Pani ha cantato l’aria di Giulietta “Oh quante volte!” dai “Capuleti e Montecchi”.

venerdì 28 settembre 2007

Zoltan Pesko ed Emanuele Arciuli insieme per Bartok

Sarà dedicato a brani di Brahms, Bartok e Dvorak il prossimo concerto dell’ Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, diretto dal celebre maestro ungherese Zoltan Pesko, in programma mercoledì 3 ottobre alle ore 21.00 presso l’Hotel Sheraton Nicolaus di Bari (i biglietti saranno in vendita solo la sera del concerto presso l’Hotel Sheraton di Bari. Info: 080.5412302 – 291. Lun. – Ven.: ore 8.30 – 14. Mar.: ore 15 – 18).
La serata si apre con l’esecuzione delle Danze Ungheresi n. 1, 2, 3 di Johannes Brahms (1833 - 1897).Brahms si avvicinò da giovane al folklore musicale ungherese grazie alla sua frequentazione con il violinista magiaro Eduard Reményi e rimase profondamente affascinato dallo spirito fiero e al contempo malinconico di quelle melodie. Fu così che decise di rielaborarne diverse, arricchendone ovviamente le armonie. Le ventuno Danze Ungheresi furono raccolte in quattro distinti libri, il primo dei quali, per pianoforte a quattro mani, venne completato nel 1869, mettendo assieme un certo numero di pezzi composti da Brahms in vari momenti fra il 1850 e il 1860; il secondo libro, scritto per pianoforte solo, risale invece al 1870, mentre gli ultimi due, pubblicati nel 1880 tornano a rivolgersi alla formula del pianoforte a quattro mani. La popolarità raggiunta da queste composizioni, indusse Brahms, ma successivamente anche altri compositori (per tutti Dvorak) a curarne delle trascrizioni orchestrali. Brahms in persona curò la trascrizione delle danze n. 1, 3 e 10. Seguirà il Concerto per pianoforte e Orchestra n. 3 di Bela Bartok (con solista d'eccezione al pianoforte Emanuele Arciuli). Questo concerto è l’ultima opera di Bartok ed è stato composto nel 1945 negli Stati Uniti. Ci troviamo di fronte a una composizione radicalmente diversa dai due precedenti Concerti dei quali non possiede né la scrittura virtuosistica, né il taglio moderno e a suo modo aggressivo; si direbbe piuttosto che si tratti di un’opera che aderisce perfettamente ai modelli e alle forme della grande tradizione e persino gli elementi ritmici e melodici della musica popolare ungherese, pur presenti, ci appaiono meno pronunciati. Bartok compose questo Concerto per sua moglie, la pianista Ditta Pasztory ed è proprio in questa dedica che alcuni hanno trovato la giustificazione della sua minore complessità – malgrado la Pasztory fosse un’interprete dalle buone qualità tecnico interpretative – quasi di un suo taglio più “femminile” che si traduce in atmosfere più calde e di pacata distensione. Per inciso, va anche detto che Bartok morì prima di ultimare l’opera: le ultime diciassette misure del movimento conclusivo sono infatti state aggiunte dal suo amico ed allievo Tibor Serly. In questa versione definitiva, il Terzo concerto venne eseguito per la prima volta a Philadelphia nel 1946 con Gyorgy Sandor al pianoforte ed Eugene Ormandy a capo della Philadelphia Orchestra. La serata si conclude con l’esecuzione della Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Antonin Dvorak. Eseguita in “prima” a Praga il 2 febbraio del 1890 sotto la direzione dell’autore, l’Ottava sinfonia fu composta fra il settembre e il novembre del 1889 ed è caratterizzata da un’atmosfera particolarmente serena, quale doveva essere anche quella di Vysoka, il villaggio in cui Dvorak lavorò alla partitura. Si può dire che, alla pari di opere quali la Quinta sinfonia e il trittico “Natura, vita e amore”, anche l’Ottava esprima la meraviglia dell’uomo al cospetto della natura.

Le Ballate di Merini-Mastropirro per il nuovo teatro Ulisse di Giovinazzo


Finalmente un cineteatro a Giovinazzo!!!
Era solo un capannone, un non-luogo nudo, informe, polveroso. E' diventato un cineteatro: uno spazio comune per incontrarsi ed emozionarsi. E' tutto pronto, andiamo ad incominciare! Apre i battenti a Giovinazzo in Località Peschiera (S.S. 16 in uscita verso Bari) il Cineteatro Ulisse. L'inaugurazione si terrà domani 29 settembre 2007 alle ore 20. La serata sarà allietata da vari momenti di spettacolo. Si accede per invito.
Altro appuntamento Venerdì 5 Ottobre ore 20.00
Ballate con il Mastropirro Ermitage Ensemble
Versinmusica Ballate/Poesie di Alda Merini e musiche di Vincenzo Mastropirro (nella foto).
Mastropirro Ermitage Ensemble Vincenzo Mastropirro flauti/direz. Marilena Gaudio (soprano), Giambattista Ciliberti (clarinetto), Antonino Maddonni (chitarra), Antonio Piccialli (pianoforte), Camillo Pace (basso), Simone Salvatorelli (vibrafono), Antonio Dambrosio drums/percuss.
E’ indubbiamente questo il progetto di Mastropirro che sintetizza appieno il suo pensiero musicale, anche grazie agli intensi versi della poetessa milanese Alda Merini, candidata più volte al premio Nobel per la letteratura. Il lavoro è di notevole spessore artistico e Vincenzo Mastropirro musica alcune liriche della Merini tratte da “Ballate non pagate” (Einaudi editore). Il debutto di "Ballate" è avvenuto al Festival Internazionale sulle musiche possibili Time Zones 1997 al teatro Kismet di Bari ed è inciso su CD edito dalla etichetta discografica Phoenix Classics in cui la stessa Alda Merini recita alcune delle sue stesse liriche. Ballate vede una selezione di undici poesie tra le più intimiste della poetessa milanese dove, il connubio tra versi e musica trova un percorso più meditativo esaltando l’interazione fra testo e musica in perfetta simbiosi. La musica colta-etno-jazz, in equilibrata contaminazione, è la caratteristica principale delle composizioni di Mastropirro che fa rivivere le poesie della Merini sotto una luce più luminosa, affidando a tutti i musicisti del Mastropirro Ermitage Ensemble, la giusta interpretazione dei brani scelti.

giovedì 27 settembre 2007

La grande musica è di casa a Monfalcone

Straordinari interpreti della musica internazionale e raffinate scelte di repertorio caratterizzano la stagione musicale del Teatro Comunale di Monfalcone, che apre, martedì 30 ottobre, con un concerto per due pianoforti, affidato a un nome profondamente legato alla storia del Comunale, Louis Lortie, sul palcoscenico, per l’occasione, con l’affascinante pianista Hélène Mercier: un repertorio di forte impatto (dal maturo Schumann pianistico, alle suggestioni del Peer Gynt di Edvard Grieg) conferma la grande forza comunicativa del sodalizio.
Ancora autori della grande storia della musica classica e romantica, nella serata che vede protagonista il duo Nikolaj Znaider (violino) e Robert Kulek (pianoforte), il primo acclamato per la profonda musicalità e le “vibranti” interpretazioni, il secondo per l’impeccabile solidità tecnica e per la versatilità stilistica: i due solisti presentano un repertorio multiforme che si scioglie attraverso alcune celebri pagine di Bach (il bellissimo Concerto in la minore per violino solo BWV 1003), Beethoven e Schumann.
Alla fresca lettura di Gesa Hoppe, Franziska Gottwald e Felicitas Strack, giovani ma già affermate interpreti, formatesi presso le più alte accademie di area tedesca, sono affidate alcune delle più belle pagine liederistiche di Robert e Clara Schumann, tra cui il capolavoro Frauenliebe und Leben, ma anche Myrthen e Spanische Liederspiel, ed alcuni lieder di Clara, dedicati all’amato compagno.
Il giovanissimo talento del pianoforte Rafal Blechacz, vincitore del primo premio al Concorso Chopin di Varsavia 2005, é ospite al Comunale con un programma coraggioso per il suo eclettismo, che va dalla scrittura cristallina di Mozart, all’intimismo di Debussy, dalla profondità chopiniana alla grande energia di Szymanowski.
Continua, all’interno della stagione, il percorso dedicato a Johann Sebastian Bach che vede l’insuperabile Angela Hewitt, portare a termine l’incantevole lettura del Clavicembalo ben temperato, iniziata nelle scorse stagioni; a chiudere il concerto la melodica leggerezza della Suite francese n. 5 in sol maggiore.
Prosegue con un altro appuntamento bachiano il pianista israeliano Ramin Bahrami che, appena trentunenne, ha consacrato la sua promettente carriera all’opera di Bach: alle sue mani è affidato un altro capolavoro assoluto, L’arte della fuga, da Bahrami recentemente inciso, dopo le Variazioni Goldberg e le 7 Partite, per la Decca.
Ancora rivolto al periodo Sei-settecentesco è il concerto de Il Giardino Armonico, ensemble diretto da Etienne Siebens, che esplora il linguaggio virtuosistico della musica, tra gli altri, di Haydn, Locatelli e Boccherini in un percorso caratterizzato da un titolo quanto mai significativo, La casa del diavolo, che richiama, infatti, quel linguaggio denso, virtuosistico e dall’intensa passionalità, tipico della scrittura musicale dell’epoca.
Di assoluta rarità è il concerto del periodo di Natale, affidato al notissimo Clemencic Consort: Tamás Kiss, András e Péter Kecskés insieme al fondatore dell’ensemble, Renè Clemencic, propongono pagine tradizionali dell’area centro-danubiana (la cosiddetta vecchia Ungheria) composte tra il XV e il XVI secolo, rilette dall’ensemble con grande perizia filologica ed eseguite con rari e pregiati strumenti antichi.

La precisa attenzione alla realtà contemporanea, scelta di rinnovamento e di crescita che rende il Teatro Comunale di Monfalcone un unicum in regione, e non solo, connota come nelle passate stagioni, la rassegna ‘900&oltre, più che mai nutrita e ad ampio spettro. Per evidenziare ulteriormente questa sua cifra caratteristica, il Teatro offre, da quest’anno, la possibilità di abbonarsi alla sola rassegna, a prezzi molto vantaggiosi. Il primo appuntamento di ‘900&oltre vede sul palcoscenico il Quintetto Bibiena, attento esploratore della Nuova Musica, affiancato, nella prima parte del concerto, dal grande percussionista B.C. Manjunath, per un’affascinante contaminazione tra sonorità primitive indiane e linguaggio contemporaneo; il Novecento storico del debussyano La Boîte à Jouxjoux, previsto nella seconda parte per il solo quintetto, trova nuove dimensioni nella trascrizione di Carlo Ballarini.
Il Klangforum Wien, protagonista del successivo appuntamento, è un ensemble che si distingue per l’originalità nella ricerca del repertorio: grazie ad essa si è aggiudicato il Leone d’oro alla musica del presente alla 50a edizione della Biennale di Venezia. A Monfalcone il gruppo propone un excursus di composizioni di autori contemporanei (da Sciarrino a Xenakis, fino ai giovani Benjamin e Manca), testimoni di aree culturali e linguaggi diversissimi. Il Philharmonische Camerata Berlin, successivo ospite, è un ensemble che riunisce i migliori archi dei Berliner Philharmoniker ed abbina la pienezza del suono orchestrale alla ricerca cameristica del dettaglio sonoro. Oltre a due pagine originali di Stravinskij (Concerto in re) e di Šostakovič (Preludio e Scherzo, op. 11), l’ensemble presenta alcune bellissime trascrizioni per gruppo da camera di Gustav Mahler e di Yuri Bashmet.
E’ poi la volta del giovane duo formato da Igor Bobovich (violoncello) e Elena Kolesnitschenko (pianoforte), che dei maestri della grande scuola russa scelgono coraggiosamente due sonate di Prokof’ev e Šostakovič, e si cimentano, assieme, anche con una pagina di rara esecuzione del contemporaneo Anatoly Samonov e con il più analitico linguaggio di Alfred Šchnittke.
Il grande danzatore e coreografo indonesiano Mugiyono Kasiko, protagonista del quinto appuntamento di ‘900&oltre, è un virtuoso delle arti corporee e un attento riscopritore delle centenarie tradizioni della sua terra: assieme alla Mugi Dance Company, Mugiyono inventa creature universali, ora comiche, ora tragiche per uno spettacolo prodigioso per tecnica ed espressività.
Il nome di Paul Hillier, direttore e musicologo, inizialmente legato alla formazione dell’Hilliard Ensemble, è oggi sinonimo di coralità: a Monfalcone dirige, nel programma dedicato alle Voci del Baltico, l’Estonian Philharmonic Chamber Choir, uno tra i più famosi ed apprezzati cori dell’area nordeuropea. Interamente dedicato alla lettura di compositori contemporanei nordici, il concerto, che conclude la Stagione 2007-2008, non manca di stupefacenti effetti sonori, e di raffinate pagine a cappella, molto poco conosciute ed eseguite in Italia.

mercoledì 26 settembre 2007

Lunedì prossimo la Luisa Miller inaugura il prestigioso Festival Verdi a Parma

Luisa Miller, La Traviata, Oberto Conte di San Bonifacio, Messa da Requiem sono gli appuntamenti più importanti che a Parma segnano il programma del Festival Verdi 2007, con una concentrazione senza precedenti di grandi spettacoli e concerti cui partecipano artisti e interpreti di assoluto prestigio. Saranno diversi gli appuntamenti di approfondimento che illustreranno via via il dietro le quinte di questo rinnovato progetto per Verdi. Saranno quindi presentati, con incontri successivi a Parma, in Italia, ma anche nelle capitali della cultura, da Tokyo a New York, la considerazione speciale da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il nuovo e significativo apporto e sostegno degli sponsor che creano nuove basi sulle quali il Festival costruisce il proprio percorso, gli accordi e le collaborazioni con le principali realtà istituzionali e culturali di un territorio indissolubilmente legato a Verdi e che per la sua tradizione non ha eguali nel mondo.
Nei ventotto giorni del Festival – dedicati ognuno a un’opera verdiana e uno al 194° compleanno del Maestro – sul palcoscenico del Festival si incontra quanto di meglio offre l’interpretazione verdiana dei nostri tempi: Fiorenza Cedolins, Luciana d’Intino, Barbara Frittoli, Mariana Pentcheva, Svetla Vassilleva, Marcelo Álvarez, Ildebrando d’Arcangelo, Massimo Giordano, Leo Nucci, Giuseppe Sabbatini, Vladimir Stoyanov, Giorgio Surjan, fra i cantanti; Antonello Allemandi, Daniele Gatti, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Donato Renzetti, Yuri Temirkanov (nella foto), fra i direttori d’orchestra; Karl-Ernst e Ursel Herrmann, Denis Krief, Pier’Alli, fra i registi; e con loro tanti altri grandi artisti prenderanno parte al Festival Verdi 2007.
Il sipario del Festival si alzerà con Luisa Miller (1, 7, 11, 14, 17, 20, 22, 26, 28 ottobre) in un nuovo e poetico allestimento affidato al regista Denis Krief che firma anche scene, costumi e luci. Protagonisti in scena Fiorenza Cedolins, Marcelo Álvarez, Leo Nucci, Giorgio Surjan, diretti da Donato Renzetti. Lo spettacolo è realizzato in coproduzione con il Teatro Regio di Torino e il Teatro Comunale di Modena.
Sul podio de La Traviata (4, 6, 9, 13, 15, 19, 21, 24 ottobre) Yuri Temirkanov, uno fra i più ammirati e autorevoli maestri della scena mondiale, si cimenta per il suo clamoroso debutto verdiano con i complessi del Regio di Parma ed un cast di grandissime voci: Svetla Vassileva, Massimo Giordano, Vladimir Stoyanov. Saranno Karl-Ernst e Ursel Herrmann - la più celebre coppia di registi della scena internazionale - a presentare il loro straordinario e ormai leggendario allestimento.
Al Teatro Verdi di Busseto, prezioso gioiello fra i tanti splendidi teatri sparsi lungo le terre di Verdi, si presenta l’opera d’avvio del grandioso percorso creativo verdiano: Oberto, conte di San Bonifacio (2, 5, 8, 16, 18, 23, 27 ottobre) in un nuovo spettacolo carico di suggestioni creato da Pier’Alli, che firma regia, scene e costumi. Mariana Pentcheva, Fabio Sartori, Paolo Battaglia e Giovanni Battista Parodi, Irene Cerboncini e Francesca Sassu sono gli interpreti principali, affidati alla guida di Antonello Allemandi, che si alternano nelle sette recite. Lo scrigno sonoro dove Arturo Toscanini volle celebrare il primo centenario verdiano, diviene il luogo magico nel quale il Festival Verdi trova nuovo spazio per arricchire il suo intenso calendario festeggiando il Maestro anche nella sua città natale.
Si annuncia eccezionale l’esecuzione della Messa da Requiem, il 10 e 12 ottobre, con la direzione di Riccardo Muti, per la prima volta sul podio dei complessi del Teatro Regio di Parma, con alcune delle più belle voci del nostro tempo: Barbara Frittoli, Luciana d’Intino, Giuseppe Sabbatini e Ildebrando d’Arcangelo.
Ancora una star del belcanto per il primo dei concerti previsti dal Festival il 3 ottobre: Leo Nucci, il baritono di riferimento del grande repertorio italiano, affronterà un recital con le più celebri arie di Rossini, Verdi e Puccini con Donato Renzetti a dirigere l’Orchestra del Teatro Regio. Ospiti prestigiosi del Festival Verdi 2007 saranno: il 25 ottobre Georges Prêtre, in un concerto in esclusiva per l’Italia con l’Orchestre National de l’Opéra de Paris; il 28 ottobre Daniele Gatti alla guida della Filarmonica della Scala, a cui è affidata la chiusura del Festival.
Il Tempo sospeso del volo di Nicola Sani è la significativa apertura alla musica contemporanea. Lo spettacolo, in scena in prima rappresentazione assoluta l’11 ottobre al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, si avvale del libretto di Franco Ripa di Meana, che ne firma anche la regia. Con l’Icarus Ensemble diretto da Yoki Sugiyama, l’opera, prodotta in collaborazione con iTeatri di Reggio Emilia - Rec Festival e Opera Oggi, è ispirata alla vicenda di Giovanni Falcone, eroe tragico del nostro tempo.
E inoltre, per i ventotto giorni del Festival Verdi 2007, piccoli concerti di musiche verdiane con trascrizioni e riduzioni per le più diverse formazioni musicali, incontri con artisti, intellettuali, appassionati, ricordano in modo emozionante e sempre diverso le opere verdiane. Imparolopera, letture dei capolavori che hanno ispirato i libretti delle opere, concerti-aperitivo, convegni, pubblicazioni, mostre, installazioni, guide all’ascolto. Appuntamenti realizzati in collaborazione con le maggiori istituzioni culturali e musicali, i circoli e le associazioni, che si terranno nei luoghi più suggestivi di Parma e delle terre di Verdi per offrire percorsi, anche inediti, ad un pubblico sempre più vasto.
Il Festival Verdi 2007 è realizzato dal Teatro Regio di Parma con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e anche grazie a Parma Capitale della Musica, Arcus, Reggio Parma Festival. Main sponsor Cariparma Crédit Agricole, Fondazione Cariparma, Barilla e altre prestigiose realtà che hanno abbracciato il nuovo progetto per il Festival verdiano. Media Partner Mediaset con il sostegno di Banca Monte Parma, Enía e la collaborazione di Teatro Verdi di Busseto, Teatro Comunale di Modena, i Teatri di Reggio Emilia.
Per informazioni: biglietteria del Teatro Regio: tel. 0521.039399 / fax 0521. 504224 / biglietteria@teatroregioparma.org - http://www.teatroregioparma.org/










martedì 25 settembre 2007

Sabato in Terra di Bari c'è la Notte Metropolitana dei Castelli

Sarebbe stato forse più giusto chiamarla la notte metropolitana della Terra di Bari anziché dei castelli, anche perché la maggior parte degli appuntamenti che la notte del 29 settembre riserverà ai baresi, non si terrà solo nei castelli svevo-normanni ed angioini di alcune significative cittadine dell’entroterra, ma in differenti contenitori, piazze, chiese, mercati. La notte metropolitana dei castelli è stata presentata ieri mattina a Bari presso la Sala Murat con una faraonica conferenza stampa di sindaci, assessori e amministratori di Bari e delle città aderenti al progetto promosso e organizzato dalla Fondazione Petruzzelli con il sostegno della Regione Puglia e della Provincia di Bari. L’incontro è stato moderato e coordinato con la consueta simpatica disinvoltura da Antonio Stornaiolo, anch’egli insieme all’attore Emilio Solfrizzi (ricordate i famigerati, travolgenti comici Toti e Tata?) protagonista della Notte del 29.
Il bravo presentatore napoletano di nascita e barese d’adozione, ha messo nella sua introduzione subito i puntini sulle i: “Mi raccomando guai a dire che si tratta della solita notte bianca, perché così non è!” certo, non sarà la notte bianca di romana memoria, ma tanto, proprio tanto, pur nelle debite proporzioni, gli somiglia.
Bari, Bitonto, Conversano, Mola di Bari, Gioia del Colle, Sannicandro insieme per avviare quel progetto di grande area o città metropolitana già tanto caro all’ex sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia? Parrebbe proprio di sì, almeno ad ascoltare l’attuale sindaco di Bari Michele Emiliano. “Stiamo lavorando per un futuro insieme, a cominciare dai forum metropolitani della Terra di Bari – dichiara Emiliano – in collaborazione con la Provincia e la Regione Puglia, che è da questo punto di vista la regione italiana pilota di questo progetto. 31 città della provincia barese per lavorare insieme ad un progetto comune”. Idea affascinante, suggestiva. Non c’era allora di meglio da fare che mettere subito in campo idee culturali, spettacoli, concerti, balletti, mostre in una sola lunga e suggestiva notte (speriamo però che almeno non piova…).
A Bari ci saranno artisti di fama come Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana, Elio e le Storie Tese, l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari diretta da Gregorio Goffredo, la Cappella Augustana. Non mancheranno poi stelle di prima grandezza anche nelle cittadine limitrofe come la bravissima Cecilia Chailly (nella foto) che canterà suonando la sua arpa magica a Conversano. Insomma, ci sarà da divertirsi per tutta la notte. Parola di Giandomenico Vaccari che tiene a sottolineare come la Fondazione Petruzzelli sia in prima linea nel perseguire una politica che favorisca l’abbattimento degli antichi steccati tra i generi musicali in modo da far veicolare le più variegate fasce di pubblico verso i generi musicali più diversi. L’importante è che il prodotto sia sempre di qualità, o se preferite, a denominazione e origine controllata. Per conoscere ed apprezzare meglio nel dettaglio tutti gli appuntamenti previsti nella lunga notte dei castelli baresi vi consiglio di consultare il ricco sito internet della Fondazione Petruzzelli – http://www.fondazioneliricabari.it/

lunedì 24 settembre 2007

Fabio Mastrangelo sostituisce in corsa Gergiev e dirige una Tosca da applausi al Marinskij di San Pietroburgo


E' decisamente un momento d'oro per il maestro barese Fabio Mastrangelo, giovane bacchetta in continua ascesa nonchè consulente musicale della Fondazione Petruzzelli. Come gli capitò già lo scorso anno quando sostituì per ben tre volte il grande direttore d'orchestra russo Yuri Temirkanov ( ammalatosi improvvisamente) in tre concerti con la Filarmonica di San Pietroburgo, anche quasta volta gli è successo di sostituire all'ultimo momento per una Tosca al Marinski niente di meno che l'altro grande direttore russo Valery Gergiev, ammalatosi improvvisamente. "Mi hanno avvisato telefonandomi tre ore prima che iniziasse la recita dicendo: hai un frac con te? ", mi ha confidato lo stesso Mastrangelo. Inutile dire che il Nostro se le cavata benissimo. Un vecchio proverbio recita: chi non risica non rosica.
Bravo Fabio e naturalmente...Ad maiora :-)

La prima volta di Medea al Teatro Massimo di Palermo

Sarà la prima volta a Palermo per Medea. L' opera in tre atti di Luigi Cherubini (1760-1842), su libretto di François-Benoît Hoffmann dall’omonima tragedia di Euripide debutterà domenica 21 ottobre alle ore 20.30 (repliche sino a mercoledì 31 ottobre). Rappresentata per la prima volta al Théâtre Feydeau di Parigi il 13 marzo 1797, con alcune fra le massime vedette dell’epoca nei ruoli principali, l’opera di Cherubini ebbe grande fortuna specialmente in Germania, venendo ammirata da esponenti del tardo classicimo e del romanticismo come Weber, Beethoven, Schumann e Wagner. Opera rigorosa e poco incline allo stile italiano, per una prima rappresentazione “in patria” dovette attendere il 1909 quando, al Teatro alla Scala di Milano, venne data in una versione curata da Carlo Zangarini.
La definitiva consacrazione di Medea avvenne però ancora più tardi, grazie all’interpretazione di Maria Callas, che ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia.
Nel cast che porterà l’opera sulle scene palermitane, spicca la personalità della protagonista nel ruolo eponimo, Anna Caterina Antonacci (nella foto), affiancata da Anna Bonitatibus (Neris), Maria Luigia Borsi (Dirce), Felipe Bou (Creonte) e Rubens Pellizzeri (Giasone). Per alcune recite il cast sarà composto nell’ordine da: Chiara Taigi, Agnes Zwierko, Daria Masiero, Francesco Palmieri, Sung Kyu. L’allestimento proposto al Teatro Massimo giunge dal Théâtre du Capitol di Tolosa e reca la firma del grande regista, scenografo e costumista greco naturalizzato francese Yannis Kokkos (ripreso da Giulio Ciabassi), che ha raccolto successi entusiastici in numerosi teatri europei. L’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo sono diretti da una grande bacchetta, l’italiano Bruno Campanella.

La stagione dell'OSN della Rai ha un incipit da ricordare

Giovedì 4 ottobre 2007 alle ore 20.30, in collegamento diretto su Radio Tre, nell'Auditorium Rai di Torino, si inaugura la Stagione 2007-2008 dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai;
sul podio ci sarà il celebre direttore d'orchestra francese Georges Prêtre (nella foto), che ha diretto le più prestigiose orchestre del mondo e il 24 settembre 1994, a Torino, ha tenuto a battesimo proprio l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. In programma due capolavori del repertorio francese: Prélude à l'après-midi d'un faune di Debussy e l'opera d'esordio di Bizet, la brillante Sinfonia in Do Maggiore, da lui scritta all'età di diciassette anni.
nella seconda parte, il concerto sarà suggellato dalla meravigliosa Settima sinfonia di Beethoven. Nell'occasione l'Auditorium Rai di Torino verrà intitolato ad Arturo Toscanini, che proprio a Torino iniziò la sua prestigiosa carriera, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa.
La cerimonia di intitolazione si svolgerà alle ore 19,
alla presenza del Presidente della Rai Claudio Petruccioli,
che inaugurerà una targa dedicata al ricordo del grande direttore.
Gli spazi del foyer ospiteranno una mostra curata dal Comitato "Viva Toscanini"e realizzata con il sostegno della Regione Piemonte.
Il concerto sarà replicato a Roma, al Teatro Olimpico,
sabato 6 ottobre 2007 alle ore 21, per l'inaugurazione della Stagione di concerti dell'Accademia Filarmonica Romana, e a Vercelli, al Teatro Civico, domenica 7 ottobre 2007 alle ore 21,
nell'ambito della Stagione di concerti della Società del Quartetto, occasione in cui sarà conferito il premio Viotti d'Oro 2007 al Maestro Georges Prêtre.

giovedì 20 settembre 2007

Nando Dalla Chiesa in visita ai Conservatori di Bari e Monopoli

Oggi alle 18 il Sottosegretario del Ministero dell’Università e Ricerca On. Nando dalla Chiesa e il Direttore Generale per l'Alta Formazione Artistica e Musicale Dott. Bruno Civello saranno ospiti del Conservatorio di Musica di Bari, divenuto oggi, in Italia, la più grande Istituzione Accademica di Alta Cultura, afferente al MIUR, con i suoi 2300 allievi, e la notevolmente ampia offerta formativa, includente i Corsi Accademici Triennali di primo Livello e Biennali di secondo Livello. Il Sottosegretario Dalla Chiesa e il Direttore Generale Civello visioneranno, altresì, l’Auditorium “N. Rota”(nella foto), nell’ottica dell’avvio dei lavori di restauro e i siti deputati, negli spazi intorno ubicati, per la costruzione di nuove aule e altre dotazioni logistiche destinate agli studenti, nell’ambito di un progetto avveniristico che prevede strutture architettoniche all’avanguardia. Domani, inoltre, entrambi i politici saranno impegnati in un incontro promosso e organizzato dal Conservatorio di Monopoli.

mercoledì 19 settembre 2007

Parte oggi a Trani il Festival di Musica Judaica


Il Festival Musica Judaica 2007-2008 si svolgerà da oggi, 19 settembre 2007 sino al 25 gennaio 2008 tra l'ex Monastero Colonna di Trani e la Sala della Comunità S. Antonio di Barletta.
Il Festival giunge alla sua seconda edizione e, rispetto all'edizione dello scorso anno, dedica particolare attenzione alla affascinante letteratura musicale scritta nei Ghetti polacchi e lituani durante l'insurrezione di Varsavia oltre che alla musica scritta non solo nei Campi del Terzo Reich ma anche in quelli britannici e Alleati. A ulteriore dimostrazione che la musica è un linguaggio universale. Il Festival gode del patrocinio dell'Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, dell'Unione Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Napoli; esso è stato altresì reso possibile grazie alla collaborazione degli Assessorati alle Politiche Culturali dei Comuni di Barletta e Trani nonchè dell'Associazione Musicale I Suoni del Sud di Foggia e la Sala della Comunità S. Antonio di Barletta. La musica ebraica è forse l’elemento artistico più longevo dell’Umanità. Essa, fin dalla biblica migrazione di Abramo da Ur dei Caldei, accompagna il popolo ebraico attraverso la sua storia, i suoi miti, gli immaginarii, le dottrine e lo spiccato senso di identità che fa del popolo d’Israele cardine imprescindibile degli eventi mondiali, del pensiero e dello spirito umano. La rinascita dell'Ebraismo a Trani, evento storico commentato da tutti gli organi di informazione mondiale e salutato dal consesso internazionale ebraico, ha fatto sì che nascesse il Festival Musica Judaica con l’obiettivo di costituire un appuntamento annuale con la musica ed estesamente con la cultura, la vita sociale e la storia ebraica rappresentando altresì una occasione di confronto con altre culture mediterranee. Spicca nel cartellone la presenza di opere musicali scritte da Ebrei nei Campi di concentramento durante la 2a Guerra Mondiale. Ridare vita alle opere composte nei Campi da musicisti Ebrei vittime della Shoah significa altresì dimostrare la funzione eternatrice della Cultura della Memoria e una volta di più l’immensa forza creativa degli Ebrei anche in circostanze tragiche e disperate. Tra i concerti proposti, il ritorno a Trani dell'ensemble Nigunim dopo l'enorme successo ottenuto nella scorsa Giornata Europea della Cultura Ebraica 2007; il Concerto d'Europa improntato alla musica da camera scritta nei Campi di concentramento sia tedeschi che britannici durante la Seconda Guerra Mondiale; la ormai celebre cantata Ricorda cosa ti ha fatto Amalek, nella quale le più belle e struggenti melodie e canzoni ebraiche scritte nel Ghetto di Varsavia, Vilna e Theresienstadt si incrociano con il racconto autobiografico del combattente ebreo Yakov Gheler; la proiezione del documentario Musica Concentrationaria, realizzato in 7 mesi dal pianista Francesco Lotoro attraverso 6 Paesi europei e in Israele alla ricerca dei Musicisti sopravvissuti ai Campi di concentramento; Karussel, l'insolito recital di musica da cabaret scritta nei Lager di Westerbork e Theresienstadt e già eseguito con grande successo alla Vallisa di Bari nel Giugno 2007; infine, in occasione del Giorno della Memoria 2007 un concerto interamente dedicato alla musica corale scritta da Ebrei, cattolici e quaccheri nei Campi. Fa da cornice culturale all’intero Festival uno stand di Editoria libraria e discografica ebraica contemporanea.
La bellezza delle opere proposte; il loro valore storico e didascalico; il coinvolgimento emotivo e professionale dei musicisti e del pubblico; la possibilità di interpretare un enorme spaccato di storia, fede, umorismo, tragedia e speranza; la passione intellettuale e civile per la Musica di qualità rendono il Festival Musica Judaica 2007-2008, a dispetto di altre similari manifestazioni nel panorama artistico internazionale, assolutamente unico nel suo genere. Infotel. 340.2381725.

martedì 18 settembre 2007

Intervista a Sara Allegretta

Laureata in Economia e Commercio, il soprano Sara Allegretta ha compiuto i suoi studi musicali diplomandosi in Canto presso il Conservatorio di Bari,
in Musica Vocale da Camera a Parma e in “Lied und Oratorium” a Bolzano, con il massimo dei voti.
Dopo il suo debutto avvenuto nel 1998 è stata invitata da diversi teatri europei tra i quali: Grenoble,
Nantes, Cordoba, Burgos, Murcia, Granada, Saragozza (Bohème). Di particolare rilievo la
collaborazione con il Grand Thèatre di Ginevra (Bohème), AlteOper di Francoforte in Les
Huguenots (2002). Intensa anche la sua presenza nei Teatri e Festival italiani. Al Festival della Valle d’Itria partecipa
alle seguenti produzioni: Ippolito ed Aricia di T. Traetta (1999), Roland di N. Piccinni, dir David
Golub, regia Massimo Gasparon (2000), La Zingara di G. Donizetti (2001), Les Huguenots di G.
Meyerbeer, dir. Renato Palumbo, regia Arnaud Bernard (2002), Proserpine di Paisiello, dir.
Giuliano Carella, regia Massimo Gasparon (2003). Al Festival Barocco di Bibbiena partecipa alla produzione di Semiramide riconosciuta di Porpora,
2003, prima esecuzione assoluta in tempi moderni. Al Teatro Verdi di Sassari prende parte agli
allestimenti di: Turandot di Busoni, dir. L.Koenigs, regia Denis Krief, (2001), e Andrea Chenier di
U.Giordano, dir. F.Rosa, (2003). Al Teatro della Pergola di Firenze, Teatro Valle di Roma, Teatro Rendano di Cosenza, Teatro
Vittorio Emanuele di Messina Orfeo ed Euridice (2001). È presente nei Teatri Comunali di Modena e Ferrara con: The death of Klinghoffer di J.Adams, dir.
Jonathan Webb, regia Denis Krief, (2002). Al Teatro Massimo di Palermo partecipa alla produzione
di Moses und Aron di Schönberg, dir. Stefan A. Reck, regia D.Krief, (2002).
Dal 2001 collabora frequentemente con il M° Riccardo Muti che ne ha richiesto la presenza al
Teatro alla Scala di Milano, in: Iphigénie en Aulide di C.W.Gluck, regia Yannis Kokkos (2002), Les
Dialogue des carmélites di Poulenc, regia Robert Carsen (2004), Messa Solenne in re min. di L.
Cherubini, in seguito ripresa a Parigi al Festival di Saint Denis, al Festival di Salisburgo (2003) e a
Firenze, al Maggio Musicale Fiorentino nel 2005.
Nel 2003, inoltre, è stata invitata per i Concerti di inaugurazione del Teatro La Fenice di Venezia
dove ha eseguito: Te Deum di Caldara sotto la direzione del M° Muti, la Petite Messe Solennelle di
Rossini sotto la direzione del M° Viotti, la Suite per soprano e orchestra Lou Salomé di Sinopoli,
sotto la direzione del M° Viotti.
Nel 2004 ha inaugurato la stagione dello Sferisterio di Macerata con Les comtes d’Hoffmann di
Offenbach nel ruolo di Giulietta, sotto la direzione del M° Chaslin e la regia di Pier Luigi Pizzi, con
rilevante successo di pubblico e critica. Successivamente è stata invitata al concerto di chiusura del Festival di Wexford (Irlanda) dove ha
eseguito la Petite Messe Solennelle di Rossini. Nella stagione 2004/05 ha preso parte alla produzione Il ritorno di Ulisse in patria sotto la direzione
di Ottavio Dantone, nei ruoli di Amore, Minerva e Giunone, nei teatri di Cremona, Como, Brescia,
Reggio Emilia, Ravenna e Ferrara. I suoi successivi impegni del 2005 l’hanno vista interpretare: alla Kioi-hall di Tokio, lo Stabat
Mater di Pergolesi sotto la direzione M° P. Carignani, al Comunale di Firenze la Messa Solenne di
Cherubini sotto la direzione del M° Muti, al Teatro La Fenice di Venezia, il Parsifal, dir. Oetvos,
regia Denis. Krief , a Milano, Teatro Dal Verme i Wesendonk Lieder di Wagner, con l’Orchestra dei
Pomeriggi Musicali. Nel mese di Ottobre e Dicembre 2005 ha debuttato al Teatro La Fenice di Venezia nel Mitridate di
Porpora con la regia di M. Gasparon, prima esecuzione assoluta in tempi moderni, con grandissimo
successo di pubblico e critica. In novembre, invece, ha preso parte alla produzione della Traviata
del Comunale di Bologna sotto la direzione del M° Gatti e la regia di Irine Brook, ripresa a Reggio
Emilia. Nel 2006 ha cantato al Teatro Politeama di Lecce per la prima assoluta dell’opera di Marco Betta:
“Bellini, ultime luci”, con la regia di R. Mortelliti e la direzione del M° M.Rota. Successivamente ha
debuttato a Firenze, al Teatro La Pergola, in prima assoluta nell’opera Atenaide di A. Vivaldi, con
la regia di M.Gasparon e la direzione del M° F.M. Sardelli.

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Ho l’onore e il piacere di conoscere Sara Allegretta già da alcuni anni. Le ho chiesto nell’intervista che segue non solo di parlare di come è nata e si è sviluppata la sua passione per il canto, della sua carriera, dei suoi successi, ma anche di come oggi andrebbe meglio affrontato l’insegnamento del canto in Conservatorio.
Com’è nata la tua passione per il canto?
“Sin da piccola un po’ tutti si erano accorti che avevo una naturale predisposizione per il canto. Solo a sedici anni però sono entrata ufficialmente a far parte di un coro. Si trattava del Salepico di Molfetta del maestro Pappagallo, autentica fucina di talenti. E’ stato proprio questo maestro a spingermi a frequentare il Conservatorio.”
Quando c’è stata la svolta?
“Direi sicuramente nel 1998, quando mi sono trasferita per un certo periodo a Roma, dopo aver vinto il concorso nazionale bandito dall’Accademia di Santa Cecilia. Prima fra 180 soprani candidati a quel posto nel coro della prestigiosa Accademia. Una gran bella soddisfazione. A qualcuno forse farà sorridere, ma per me l’esperienza vissuta in un ambiente così importante, a contatto poi con bacchette del calibro di Sawallisch, Chung, Gabbiani, Balatsch e altri maestri straordinari mi ha profondamente arricchito.”
Tu parli correntemente tre lingue (francese, tedesco e inglese), oltre all’italiano. Un dato se vogliamo assai significativo e al contempo abbastanza raro tra i tuoi colleghi…
“Indubbiamente, l’aver dovuto per forza di cose studiare il tedesco per preparare il diploma di Lied und oratorium al Conservatorio di Bolzano mi ha schiuso la possibilità di esplorare tutto un repertorio invece precluso a molti miei colleghi italiani”
Secondo te Sara è sufficiente avere una bella voce per fare carriera?
“Direi proprio di no. Certo essere in possesso di una buona voce aiuta non poco. Ma poi è soprattutto lo studio della tecnica che deve fare da supporto, da base per la scelta di un giusto repertorio che possa assecondare la propria vocalità. Poi è chiaro che ci sono delle voci per cui è subito evidente il tipo di repertorio che potranno affrontare, mentre ce ne sono altre che invece sono un po’ più complesse e per le quali è difficile capire. Sarà poi il tempo a definire meglio determinate caratteristiche.”
La grande Maria Callas aveva un repertorio assai ampio. Merito solo di una voce importante o anche di un maniacale affinamento tecnico?
“ Direi che lei ha messo soprattutto la tecnica alla base della sua voce e poi ne ha fatto ciò che ha voluto.”
Nel tuo percorso artistico ci sono stati dei modelli particolari a cui ti sei ispirata?
“Sì certamente. Ho sempre ammirato innanzitutto quelle cantanti che non facevano solo l’opera, ma che si sono cimentate anche attraverso tanta musica liederistica. Penso ad artiste come Elisabeth Schwarzkopf, Jessye Norman e Kiri Te Kanawa che hanno messo il lied alla base della loro straordinaria tecnica. Per quanto mi riguarda sono convinta che la liederistica è la vera tecnica, quella più autentica del saper cantare. E’ assai arduo prescinderne. Col tempo poi può e deve diventare un allenamento fondamentale per affrontare l’opera.”
La musica da camera vocale e dunque la liederistica in senso più teutonico è anche la materia che insegni presso il Conservatorio di Bari. Un lavoro che ti appassiona molto o sbaglio?
“E’ esattamente così. La liederistica è un viaggio straordinario in oltre due secoli di grande musica attraverso approcci e stili diversi. Mi dà molto entusiasmo poter regalare ai ragazzi che si avvicinano a questa meravigliosa materia oltre ad una solida tecnica, anche il frutto delle mie esperienze artistiche, in modo che possano farne tesoro per la loro futura carriera.”
Hai da pochi mesi cantato nel Falstaff di Verdi al Comunale di Bologna diretta da James Conlon, mentre ora ti aspetta un altro prestigioso impegno a Taormina con un'importante partitura contemporanea
“Sì, si tratta della Lou Salomé di Giuseppe Sinopoli, il grande direttore e compositore veneziano purtroppo scomparso nel pieno vigore dei suoi anni. Un lavoro del 1981 che è tra l’altro vocalmente impegnativo ed articolato. Lo canterò in ottobre a Taormina in un festival appositamente a lui dedicato.”





L'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai omaggia Roman Vlad al MITO Festival

L'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai partecipa al Festival MITO / Settembre Musica, che si sta tenendo in questi giorni tra Milano e Torino,
con un concerto dedicato al compositore-pianista-musicologo romeno (naturalizzato italiano) Roman Vlad. Il concerto sarà per l’occasione diretto da Alessio Vlad, figlio del celebre Maestro, domani 19 settembre 2007, alle 21.00, nell’Auditorium Rai di Piazza Rossaro a Torino. In programma musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e dello stesso Roman Vlad. Interpreti del concerto, con l'OSN Rai, il Coro femminile del Teatro Regio di Torino diretto da Claudio Marino Moretti e il baritono Davide Damiani. Ingresso libero.

Con SKY la Classica in tv sta crescendo

Certo bisogna pagare qualche euro in più al mese ma lo spettacolo è assicurato. Parola di...critico. La tv satellitare "Classica" in onda sulla piattaforma Sky (canale 728) continua a mietere nuovi utenti (40 mila famiglie già ne gustano il raffinato menu). Nè potrebbe essere diversamente in quanto questa preziosa tv colma un vuoto sentito da molti, moltissimi appassionati e neofiti. Chi scrive è abbonato di Sky da qualche anno e ha avuto la possibilità sin da domenica di poter gustare - "in chiaro" almeno per una settimana - l'eccellente offerta della programmazione di "Classica". A partire da un interessante film-documentario su Maria Callas (nella foto) nel giorno del trentennale della sua scomparsa, per passare poi ad un bel concerto diretto da Claudio Abbado con la Chamber Orchestra of Europe e suggellare la sua serata con un magnifico Parsifal dal Bayreuth Festspiele. Certo, si dirà, si tratta per la maggior parte di DVD facilmente reperibili presso i negozi specializzati e non c'è la palpitante attesa delle dirette dai teatri che gli appassionati auspicano da tempo. Sarebbe significativo se "Classica", anche a costo di aumentare il suo canone di qualche euro, potesse regalarci qualche concerto e opera "live", un paio di volte al mese, dai teatri e dagli auditorium di tutto il mondo. A cominciare, magari proprio dalla Scala di Milano con il suo prossimo attesissimo Tristano e Isotta inaugurale a dicembre.
Intanto, complimenti vivissimi e auguri a Piero Maranghi, attuale direttore di Sky Classica e al suo competente staff per quanto hanno già fatto e sapranno fare in futuro.

venerdì 14 settembre 2007

I prossimi grandi appuntamenti con MITO - Settembre Musica


Tra le decine di prestigiosi appuntamenti con la Musica che sta offrendo in questi giorni MITO – Settembre Musica a Milano e Torino vi segnalo quelli di domani e dopo domani dedicati al trentennale della scomparsa della grande cantante Maria Callas, con giornate di studi, concerti commemorativi e proiezioni che si terranno al Teatro alla Scala di Milano e al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Da non perdere poi i concerti di orchestre di fama internazionale quali la Staatskapelle di Dresda diretta dal maestro Fabio Luisi all’Auditorium Giovanni Agnelli Lingotto (17 settembre, alle 21), che vedrà protagonista la celebre quanto affascinante pianista francese Hélène Grimaud (nella foto: da me conosciuta personalmente una ventina d’anni fa, ancora agli inizi della sua luminosa carriera, in quel festival straordinario della Roque d’Anthèron in Provenza) impegnata nel Quinto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven. Altro appuntamento di rilievo sarà con la strepitosa Chicago Symphony Orchestra diretta per l’occasione da Riccardo Muti il 26 settembre sempre al Lingotto di Torino, a chiusura del Festival. Biglietti naturalmente esauriti già da tempo per entrambi i concerti. C'è solo da sperare per ascoltarli che li trasmettano su..."Santa" Radiotre :-)

Dalla Banca Popolare di Bari una sponsorizzazione triennale per la Fondazione Petruzzelli


Questa mattina nel Padiglione 96 della Fondazione Petruzzelli, presso la Fiera del Levante, nel corso di una breve conferenza stampa, è stato firmato il contratto di sponsorizzazione triennale - per circa 150 mila euro complessivi - tra la Banca Popolare di Bari e la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. Erano presenti il Sindaco di Bari e Presidente della suddetta Fondazione, Michele Emiliano (nella foto al fianco del Maestro Zubin Mehta), il Sovrintendente Giandomenico Vaccari, l’Amministratore Delegato della Banca Popolare di Bari Marco Iacobini e il vicepresidente della Fiera Ciuffreda. “Un passo significativo per la fondazione – ha sottolineato Emilano – in quanto si tratta della prima sponsorizzazione di alto profilo, o meglio, di prima fascia raccolta dall’ente lirico barese; va inoltre sottolineato che la Popolare di Bari è l’unica banca cittadina che ha acquisito una sorprendente rilevanza nazionale in questi ultimi anni.” Nel suo intervento Iacobini si è detto “molto felice di questo passo importante compiuto dalla banca, che vanta ormai 35 mila soci e oltre 150 sportelli presenti sul territorio nazionale. Non potevamo non essere tra i protagonisti della rinascita del Petruzzelli, che come tutti sappiamo dovrebbe riaprire il prossimo anno proprio nel giorno di San Nicola. Speriamo che il Santo Patrono ci dia seriamente una mano. Sono passati tanti, troppi anni vissuti nell’incertezza più incredibile. Adesso finalmente stiamo per raggiungere l’obbiettivo finale e cioè la definitiva ricostruzione del nostro Teatro.” Chi scrive si augura di cuore, che la Banca barese più prestigiosa abbia compiuto solo il primo passo verso il suo auspicabile ingresso tra i Soci Fondatori della Fondazione Petruzzelli. La forza di una fondazione lirico sinfonica, almeno nello spirito della legge istitutiva, risiede soprattutto nella fondamentale, direi imprescindibile presenza dei privati, piccoli e grandi, che possano sostenerne concretamente il cammino. Basterebbe pensare alle forze economiche, industriali ed imprenditoriali che sono all’interno dei consigli di amministrazione delle omologhe Fondazioni della Scala di Milano, del Regio di Torino e del Comunale di Firenze - tanto per citarne solo tre a caso - per rendersene conto. La Fondazione Petruzzelli non potrà forse mai aspirare a tanto, ma almeno ha il sacrosanto dovere di provarci.

Niccolò Piccinni: un po' di storia...

Alcuni appassionati lettori dell’ORECCHIO DI DIONISO, che ha sorprendentemente – almeno per chi scrive – raggiunto, in poco più di un anno di vita, l’attenzione di circa 20.000 visitatori, mi hanno chiesto dopo aver visionato il precedente post (“Amarcord in salsa barese”) notizie biografiche sul compositore barese Niccolò Piccinni. Di seguito dunque, per accontentarli, traccerò un suo breve profilo.
Niccolò Piccinni (Bari, 1728 – Passy, Parigi 1800) fu uno straordinario personaggio del cosiddetto “secolo dei lumi”, la cui carriera artistica fu caratterizzata da un respiro pienamente europeo. Niccolò era cresciuto in una famiglia di musicisti (il padre Onofrio era maestro di cappella in San Nicola, mentre lo zio materno anch’egli nato a Bari, Gaetano Latilla, fu ai suoi tempi uno dei più affermati operisti italiani) e all’età di 14 anni si trasferì a Napoli, dove completò la sua educazione musicale con i più importanti maestri del tempo (Leo, Durante). Sin dai suoi esordi operistici, Piccinni si rivelò un “riformatore”: lo dimostra già nel 1760 la sua Cecchina o la Buona figliola, su testo di Carlo Goldoni, l’opera capostipite del genere larmoyant e probabilmente suo capolavoro assoluto. La Cecchina divenne anche il primo successo internazionale della storia del teatro musicale, conosciuto in tutta Europa e persino in Russia e Cina.
Un’importante svolta nella carriera del compositore barese fu però determinata dal suo ingresso nell’agone dell’opera francese. Dopo i successi di Roma, Parma e Napoli, Piccinni era giunto a Parigi nel 1776, chiamatovi per essere contrapposto a Christoph Willibald Gluck, uno dei maggiori musicisti del secolo. Ebbe così inizio per Piccinni l’intenso periodo della famosa querelle parigina, a cui – va detto - non furono estranee motivazioni d’ordine politico oltre che estetico.
In questo periodo il compositore barese compose le sue grandi tragédies lyriques, tra cui spiccano almeno l’ Iphigénie en Tauride (1781), opera-simbolo della querelle e la più importante delle sue opere serie, Didon (1783), entrambe rappresentate a Bari in tempi recenti (la prima nel 1986, la seconda nel 2001).
Pressato dai tumultuosi avvenimenti politici francesi, Piccinni decise però di tornare a Napoli e nel 1791 approdò alla corte borbonica, credendo di ritrovarvi il favore e i riconoscimenti che vi aveva raccolto 15 anni prima. Ma le sue aspettative vennero deluse dalla nuova situazione politica. Fortunosamente Piccinni fuggiva quindi nel 1798 dalla Napoli dei Borboni, i quali solo pochi mesi più tardi scateneranno la feroce repressione del ’99. Concretamente aiutato e soccorso dagli amici “Ideologi” e dai musicisti a loro collegati, il compositore rientrò a Parigi nel dicembre del 1798, poi raggiunto dalla sua famiglia. Ma anche questa volta trovò un ambiente musicale del tutto mutato che pur riconoscendogli indubbi meriti lo celebrò alla stregua di un “reperto” di un passato musicale e culturale superato dalle nuove istanze repubblicane. Piccinni morì in uno stato di dignitosa indigenza nel maggio del 1800 a Passy, oggi quartiere parigino e fu sepolto, proprio come Mozart, in una fossa comune. Solo nel 1882, e quindi più di ottant’anni dopo la sua morte, la sua città natale costituì un apposito comitato per onorare il suo maggiore musicista, presieduto dal compositore barese Nicola De Giosa e comprendente altre personalità della cultura artistica nazionale, tra cui si ricordano il compositore altamurano Saverio Mercadante e lo storico e compositore calabrese Francesco Florimo. Tra le iniziative realizzate sin da allora ci furono l’erezione della statua del compositore in Piazza Massari, di fronte al Teatro Comunale, che reca anch’esso il suo nome, e l’apposizione di una lapide di fronte alla casa natale del musicista. Negli anni successivi furono onorate altre ricorrenze celebrative nel 1928 e nel 1950 con concerti ed allestimenti operistici, pubblicazioni di opuscoli e monografie e soprattutto con l’acquisizione di cimeli picciniani e microfilm delle opere del compositore. Nel 1999 si è poi inaugurata, dopo estenuanti lavori di ristrutturazione, la casa natale di Piccinni, trasformata in Centro Ricerche Musicali ed affidata dal Comune di Bari al locale Conservatorio di Musica di Stato intestato a “Niccolò Piccinni” in collaborazione con l’Istituto di Bibliografia Musicale di Puglia.

giovedì 13 settembre 2007

Venezia ricorda Maria Callas

Il 16 settembre 2007 verrà celebrato al Teatro la Fenice il trentennale dalla scomparsa di Maria Callas, saranno anche ricordati i sessant’anni dal debuttoin Italia e a Venezia con il “Tristano e Isotta” di Wagner della più grande cantante del nostro tempo con un concerto del soprano Dimitra Theodossiou, con la partecipazione della Omnia-Orchestra diretta dal Maestro Bruno Santori.
Dopo il successo riscosso a Cà Vendramin Calergi, sede del Casinò Municipale di Venezia, la Mostra "Maria Callas e Venezia" continuerà ad essere esposta presso il Fondaco dei Tedeschi, sede delle Poste Centrali a Rialto. La mostra inaugurata il 3 settembre 2007 sarà aperta al pubblico fino al 17 settembre. Ingresso gratuito (da lunedi' al sabato con orario dalle 8.30 alle 18.30).
Il 18 ottobre 2007 Poste Italiane emetterà a Venezia un francobollo dedicato alla Cantante, il 16 di settembre Poste Italiane metterà a disposizione un annullo speciale che sarà visibile presso il Fondaco dei Tedeschi nel luogo della mostra e al Teatro La Fenice di Venezia dalle ore 18.00 alle ore 20.00.
La mostra dell'associazione culturale Maria Callas dopo Atene, Salonicco,
Roma e Venezia sarà a Parigi nel mese di ottobre 2007.

Links: http://www.callasexpo.com/ / http://www.casinovenezia.it/ / http://www.teatrolafenice.it/ /
http://www.callas.it/ / http://www.comune.venezia.it/ / http://www.posteitaliane.it/

Amarcord in salsa barese

Appena sette anni fa si festeggiava il bicentenario dalla sua morte. All’epoca il compositore barese Niccolò Piccinni continuava principalmente ad essere ricordato dai suoi concittadini, salvo rare eccezioni, soprattutto per la centralissima e trafficatissima via a lui intitolata, per il teatro chiuso per inagibilità e per la statua ubicata in Piazza Massari.
Poco o nulla, la maggior parte dei baresi sapeva della sua vita e delle numerose opere musicali che aveva lasciato. Riflettendo su quel dato per me sconvolgente, nel 1999 inviai a diversi quotidiani, settimanali e riviste musicali locali e nazionali una lettera, dove tra l’altro invocavo qui a Bari nella città “senza teatri” o dei “ruderi” se preferite, la nascita di un Festival intitolato al più grande nostro operista. Proprio ieri nel classico cassetto dei ricordi l'ho ritrovata. La lettera fu gentilmente pubblicata il 6 marzo 1999 dalla Gazzetta del Mezzogiorno e intitolata in modo altisonante: FACCIAMO GIUSTIZIA A PICCINNI. Eccone uno stralcio:“….Segnalo sulla Gazzetta del 1° marzo un bell’articolo della professoressa Micelle Sajous D’Oria sull’arte musicale del nostro operista Piccinni (mai troppo compianto dai suoi concittadini) in gran spolvero in quel di Parigi, grazie all’ottimo lavoro di due eccellenti musicologi e musicisti che rispondono rispettivamente ai nomi di Dinko Fabris e Antonio Florio: bravissimi! Approfitto di questa mia missiva per esortarli entrambi ad organizzare finalmente quel festival Niccolò Piccinni (magari all’interno del Castello Svevo - in attesa dell’agognata e sempre più insperata riapertura del Teatro Piccinni – come accadde per l’allestimento pregevolissimo della Finta Cameriera dello “zio Latilla”), che la città di Bari aspetta come una sorta di riscatto dagli anni terribili e bui per una cultura musicale messa al bando, oserei dire emarginata a discapito di tanti giovani, loro soprattutto, danneggiati da quel maledetto incendio del Petruzzelli il 27 ottobre 1991; quest’ultima, data-simbolo nella quale la città di Bari ha ricevuto una coltellata al cuore gravissima (…). Il 2000 è alle porte. Speriamo porti consiglio a coloro che hanno in mano il telecomando della città. A buon intenditor…” La risposta a quella lettera del direttore della Gazzetta, Lino Patruno, o chi per lui, fu la seguente: “Passiamo la proposta agli interessati, condividendola subito. Il senso di identità di una città si rafforza valorizzando ciò che di meglio la città possiede: non ultimi i suoi personaggi più autorevoli. Come Niccolò Piccinni è, ancorché bistrattato dai suoi concittadini. E’ l’occasione per riparare.”
Non certo per merito di quella missiva (ci mancherebbe pure…) dopo pochi mesi, grazie all’ intervento dell’Assessore alla Cultura dell’epoca, Pinuccio Tatarella, il Piccinni fu riaperto dopo lavori urgenti e l’anno dopo, si tennero le celebrazioni del bicentenario nella casa natale del compositore debitamente restaurata, in Vico Viscardi e in Vallisa, coronate poi a novembre da una pregevole edizione della sua bellissima Cecchina. Cecchina che proprio ieri sera (la foto dell'allestimento è di Vito Mastrolonardo) abbiamo felicemente riascoltato, grazie alla Fondazione Petruzzelli e al Festival Mousiké, in un teatro Piccinni esaurito in ogni ordine di posti. Segno che nel frattempo i baresi hanno imparato a conoscere e ad amare sul serio il loro compositore. Prima o poi scoccherà (anche) l’ora di un festival a lui dedicato? Che ne dite?

mercoledì 12 settembre 2007

Claudio Abbado cancella alcuni impegni per problemi di salute

I concerti previsti per i prossimi 14 e 18 settembre con l'Orchestra Mozart a Bolzano e il 20 settembre a Bologna non saranno diretti dal Maestro Claudio Abbado, che verrà sostituito il 14 dal Maestro Trevor Pinnock e il 18 e il 20 settembre da Ivor Bolton. A rischio anche la tournèe americana prevista in ottobre con l'Orchestra del Festival di Lucerna. Vi riporto qui di seguito integralmente il testo della lettera che egli stesso ha inviato all'orchestra bolognese da lui fondata. «Sono purtroppo costretto ad annunciare che per motivi di salute i medici mi chiedono di annullare gli impegni prossimi con due orchestre alle quali mi sento particolarmente legato: l'Orchestra Mozart e l'Orchestra del Festival di Lucerna. Tornerò a dirigere ai primi di novembre a Bologna. Invio i miei migliori ed affettuosi auguri di buon lavoro agli amici e colleghi delle due orchestre e ai colleghi che mi sostituiranno». Claudio Abbado. Permettetemi di porgere al Maestro i più cari e sentiti auguri per una pronta guarigione.

martedì 11 settembre 2007

OGI d'Autunno a Fiesole

Venerdì 14 settembre alle ore 21.00 nella sala della Biblioteca di San Marco si inaugura il primo Festival di Musica da Camera dell’Orchestra Giovanile Italiana negli scrigni dell’arte che proseguirà fino al 27. L’ingresso ai concerti è sempre gratuito fatta eccezione per il concerto di domenica 16 all’Istituto Geografico Militare per il quale è necessario l’invito.
Per la prima volta dopo oltre dieci anni l’Orchestra Giovanile Italiana riprende la felice consuetudine di presentare i propri gruppi da camera al pubblico della città che la ospita. In questi 27 anni di vita tanti sono stati i giovani che, attraverso la straordinaria formazione offerta da questo organismo, hanno imboccato con sicurezza la via del professionismo diventando titolari di ruoli di grande responsabilità nelle orchestre sinfoniche italiane e europee. La stessa orchestra del Teatro del Maggio ha fra i suoi musicisti numerosissimi ex allievi della giovanile. Attorno ai cento giovani provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato al corso 2006/2007, si è formata una vera catena di simpatia e collaborazione che ci ha permesso di disporre per i concerti di alcuni fra i luoghi più affascinanti della città e della provincia. Il concerto inaugurale, grazie alla collaborazione offertaci dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Mussale Fiorentino, si svolgerà in quella splendida preziosa sala della Biblioteca di San Marco così come il concerto conclusivo sarà ospitato nella strepitosa Tribuna del David della Galleria dell’Accademia. Sabato 15 settembre appuntamento doppio alle ore 17.00 e alle 21.00 presso la splendida Chiesa gotica di San Francesco a Borgo San Lorenzo. La Scuola è felice di poter avviare una collaborazione con il Comune di Borgo San Lorenzo che ha la fortuna di avere un primo cittadino musicista, primo tassello di un percorso più ampio da fare insieme. Nel pomeriggio il concerto è dedicato ai grandi autori dell’est del Novecento storico da Stravinskij a Prokof’ev, da Dohnányi a Bartok, mentre nella serata saranno in programma musiche di Boccherini, Fauré e Hummel.
Domenica 16 alle ore 17.00 i gruppi da camera saranno ospiti dell’ottocentesca Aula Magna del Seminario di Fiesole grazie alla collaborazione del Centro Culturale Cattolico di Fiesole quando eseguiranno il Quartetto per archi in La Maggiore op. 18 n. 5 e il Quintetto per fiati e pianoforte in Mi bemolle Maggiore op. 16 di L. van Beethoven. Sempre domenica, ma alle ore 20.00 l’Istituto Geografico Militare (via Cesare Battisti n.12) aprirà le sue porte al pubblico: cinquanta fortunati avranno accesso su invito al concerto dell’Ottetto dell’OGI nella splendida sala della Biblioteca. Questo è davvero un luogo segreto, sconosciuto ai più e per arrivare al quale si segue un percorso di inaudito fascino fra alcuni dei reperti storici della Firenze medievale e rinascimentale, ormai quasi cancellati dalla memoria del grande pubblico. Alcuni di quei corridoi e di quelle sale sono stati calpestati anche dal grande Leonardo da Vinci. Lunedì 17 settembre alle ore 17.00 e alle 21.00 sarà Il Salone Brunelleschiano dell’Istituto degli Innocenti ad accogliere le formazioni dell’Orchestra nello spirito di squisita ospitalità di questa storica istituzione. Al pomeriggio verranno eseguite musiche di Berio, Dvořák e Brahms, mentre alla sera il programma è dedicato a Mozart con l’esecuzione di due Quartetti per archi il Kv 169 e Kv 387 e la Serenata Gran partita KV 361 per fiati e contrabbasso. Martedì 18 alle 17.00 sarà il Quartetto per archi in Si bemolle maggiore KV 458 di Mozart ad aprire il concerto presso l’Aula Magna del Seminario di Fiesole, mentre la parte centrale sarà caratterizzata dal Klavier Quintet di Mullenbach e conluso dal magnifico Quatuor pour la fin du temps di Messiaen. Alle 21.00 poi nel Salone Brunelleschiano dell’Istituto degli Innocenti sarà protagonista la musica del Novecento con opere di rara esecuzione, ma di grande fascino sonoro come Adjustable wrench for chamber ensemble di Torke, il Doppio Quintetto per archi e fiati con l’aggiunta di arpa e pianoforte di Ghedini –un autore italiano troppo spesso dimenticato- e Aubade concerto coreografico per 18 strumenti e pianoforte di Poulenc.
Mercoledì 19 settembre alle 21.00 sempre al Salone Brunelleschiano il Quartetto per archi n. 8 in do minore op. 110 e il Quintetto per archi e pianoforte in sol minore op. 57, due opere fondamentali di Šostakovič, incorniceranno l’esecuzione del Kammerkonzert di Ligeti.
La rassegna si chiuderà giovedì 27 settembre alle 21.00 nella Tribuna del David della Galleria dell’Accademia con il concerto dei migliori partecipanti alla XII Sessione dell’Accademia del Europea Quartetto una delle attività che ha fruttato più riconoscimenti agli allievi della Scuola di Musica di Fiesole.
Infotel: 055/597851 - oppure: http://www.scuolamusica.fiesole.fi.it/

La Fondazione Petruzzelli va alla Fiera del Levante

In occasione della nuova edizione della Fiera del Levante, inaugurata sabato scorso, la Fondazione Petruzzelli invita i cittadini a visitare il suo stand (Padiglione 96) dedicato alla magia della musica e del teatro.
In mostra immagini e scenografie che regaleranno al pubblico tutta la magia delle opere rappresentate nella Stagione 2006/2007.
Inoltre non mancheranno incontri, concerti e dibattiti. A partire da oggi pomeriggio (alle 18.00) proprio nello stand della Fondazione Petruzzelli (Padiglione 96), dove si terrà un incontro dedicato al tema “Goldoni, Piccinni e La Cecchina”, organizzato in occasione della rappresentazione dell’opera Cecchina o sia la buona figliola. Il nuovo allestimento della “Fondazione Petruzzelli” in coproduzione con la Northwestern University di Chicago e il Conservatorio Niccolò Piccinni, il Festival di Musica Antica del Mediterraneo Mousiké e l’Università degli Studi di Bari, che andrà in scena al teatro Piccinni, mercoledì 12 Settembre alle 20.30.
All’incontro interverranno Grazia Distaso (Italianista, Preside della Facoltà di Lettere Università degli Studi di Bari), Bartolo Anglani (Italianista, Università degli Studi di Bari), Lorenzo Mattei (Musicologo, Istituto Musicale Paisiello di Taranto), Michéle Sajous D’Oria (Storica del teatro e francesista, Università di Bari), Pierfranco Moliterni (Musicologo, Università degli Studi di Bari) e Giulia Veneziano (Musicologa, Conservatorio di Potenza), Dinko Fabris (Musicologo, Casa Piccinni - Conservatorio di Bari) e naturalmente Giandomenico Vaccari (in foto: Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli).
Giovedì 13 Settembre alle 19.00 lo Stand della Fondazione Petruzzelli (Padiglione 96) ospiterà un Omaggio Musicale.
Venerdì 14 Settembre alle 12.00, nello Stand della Fondazione Petruzzelli (Padiglione 96) si terrà la Conferenza Stampa dedicata alla Convenzione Triennale tra la Fondazione Petruzzelli e la Banca Popolare di Bari.
Interverranno
l'Amministratore Delegato della Banca Popolare di Bari,
Marco Jacobini,
il Sindaco di Bari e Presidente della Fondazione Petruzzelli,
Michele Emiliano e
il Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli
Giandomenico Vaccari.

Infine, domenica 16 Settembre alle 11.30, nello Stand della Fondazione Petruzzelli (Padiglione 96) Stefano Costantini, Caporedattore di “Repubblica Bari” e il Sovrintendente Giandomenico Vaccari proporranno un dibattito dedicato alla Stagione 2007/2008 della Fondazione Petruzzelli ed alle nuove prospettive in vista della riapertura del massimo teatro barese.

venerdì 7 settembre 2007

Torna a Bari Cecchina di Niccolò Piccinni

Mercoledì 12 Settembre alle 20.30 al Teatro Piccinni di Bari andrà in scena "Cecchina o sia La Buona Figliola". Il dramma giocoso in 3 atti di Carlo Goldoni, piccolo grande capolavoro buffo musicato dal Nostro Niccolò Piccinni, sarà proposto in un allestimento della Fondazione Petruzzelli in coproduzione con la Northwestern University di Chicago (U.S.A.), il Conservatorio barese “Niccolò Piccinni” e l’Università degli Studi di Bari.
La regia dello spettacolo è affidata a Noel Koran, Stephen Alltop dirige l’Orchestra Barocca del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di Bari. Gli abbonati alla Stagione Lirica 2007/2008 potranno ritirare gli inviti per assistere allo spettacolo al botteghino del teatro Piccinni, in Corso Vittorio Emanuele 84 a Bari. Un numero limitato di inviti è disponibile anche per i cittadini. L’ingresso in sala sarà consentito fino all’ esaurimento dei posti disponibili. Infotel: 080.521.24.84

L'affascinante mondo del tango "raccontato" dall'ICO di Bari diretta da Giovanni Rinaldi

E’ interamento dedicato al tango il prossimo concerto dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari in programma lunedì 10 settembre alle ore 21.00 a Bari presso l’Hotel Sheraton, diretto dal maestro Giovanni Rinaldi, con gli arrangiamenti a cura di Mario De Federicis e Vincenzo Anselmi, con solisti del calibro di Massimiliano Pitocco al bandoneòn, Rosario Mastroserio al pianoforte e con i ballerini Nicoletta Pregnolato e Alberto Bersini che si esibiranno nella famosa danza argentina. (biglietti saranno in vendita la sera del concerto presso l’Hotel Sheraton di Bari. Info: 080.5412302 – 291. Lun. – Ven.: ore 8.30 – 14. Mar.: ore 15 – 18). Il programma della serata si apre con le musiche di Astor Piazzolla (1921 - 1992), il grande riformatore del linguaggio del tango, del quale però verranno proposte alcune pagine poco abusate come la “Melodia in la minore” e i “Tres tangos per bandoneon e orchestra”, composti nel 1963.
Ma non mancano, ovviamente, anche rare pagine di altri autori. È il caso di “Cafetin de Buenos Aires”, scritto nel 1948 da Enrique Santos Discépolo (1901 – 1951) su musiche di Mariano Mores. Di Luis Rubinstein (1908 – 1954) su musiche di Peregrino Paulos è invece “Inspiracion”, decisamente la pagina più nota di questi due autori, mentre “El dia que me quieras” ci riporta a Carlos Gardel (1890 – 1935), il leggendario protagonista musica argentina. La canzone risale al 1935, anno in cui Gardel morì tragicamente in un incidente aereo e le liriche furono scritte da Alfredo Le Pera, che a sua volta si ispirò a una poesia di Amado Nervo. Pagina di grande notorietà è poi “Jalousie”, un brano che a dispetto delle sue atmosfere genuinamente argentine reca la firma del danese Jacob Gade (1869 – 1963).
Completano quindi il programma alcuni tanghi di autori italiani viventi, a cominciare da Ettore Stratta, un direttore d’orchestra e compositore attivo anche in campo jazzistico, il cui “Astoreando” è tratto dal cd “Symphonic Tango” del 1991. Sono invece pugliesi, oltre che noti, i compositori Antonio Molinini e Nino Lepore, che firmano rispettivamente “Symphonic Tango” e “Tango per un ricordo”.

Zubin Mehta dedica il suo primo concerto barese all'amico Pavarotti

Non saprei dirvi quanti fossero gli spettatori presenti – forse 600, forse di più - ieri al concerto della Israel Philarmonic Orchestra diretta dal celebre maestro indiano Zubin Mehta ieri in Fiera a Bari per l’apertura della stagione sinfonica della Fondazione Petruzzelli.
Certo è che molti di loro non avevano mai ascoltato la Settima Sinfonia di Gustav Mahler o forse – si può dire? - una sinfonia in vita loro. Solo così si può, almeno in parte, giustificare la persistente maleducazione con cui costoro si sono ad arte cimentati, o se preferite, esibiti nell’applaudire alla fine di ciascuno dei cinque movimenti (sperando probabilmente che fosse l’ultimo) del capolavoro mahleriano. Eppure il programma di sala è stato distribuito gratuitamente. Non ci sono scuse che tengano. E lì, oltre alla competente, pur complessa, analisi musicologica del professor Quirino Principe, era anche scritto ben chiaro e leggibile che la Settima mahleriana ne contempla cinque di movimenti e non uno solo.
Lo confesso: mi sono vergognato io per loro. Bastava infatti guardare dopo le puntuali quanto impertinenti interruzioni, gli eleganti professori d’orchestra della Filarmonica israeliana che si scambiavano occhiatacce di commiserazione che parevan dire: “Poveretti…”, o peggio, “Ma dove siamo capitati?”.
Passo indietro: Prima dell’inizio del concerto il grande Zubin ha reso omaggio all’amico e collega Luciano Pavarotti, compagno di tante straordinarie avventure artistiche, scomparso all’alba di ieri per un male incurabile. Lo ha fatto con una toccante, commovente testimonianza. La Settima di Mahler di ieri è stata dedicata a lui. Un gesto davvero bello, encomiabile. E veniamo all’esecuzione. Il compositore Giacomo Manzoni nella sua notissima guida all’ascolto della musica sinfonica, pubblicata da Feltrinelli (da consigliare naturalmente a tutti coloro che applaudono al momento sbagliato) riassume in modo semplice ed efficace i caratteri e lo spirito della Settima di Mahler (1905). Ve ne riporto almeno la prima parte: “La Settima costituisce il compendio e insieme l’acme incandescente del mondo poetico mahleriano ed è opera di straordinaria ricchezza fantastica anche se il musicista rinuncia in essa allo strumento da lui prediletto, la voce umana. Il luogo comune secondo cui la strumentazione mahleriana sarebbe quella tipica – esteriore – da direttore d’orchestra, cade verticalmente di fronte a questa composizione, che per tanti versi sta alla base di tanta musica contemporanea, in particolare, di quella della Scuola di Vienna, almeno nella sua fase espressionistica.”
La complessità della Settima non si rivela solo nei contenuti formali e nell’apparente esteriorità di un’orchestrazione di pazzesca, mostruosa complessità. Ma è soprattutto individuabile nell’enigmaticità di uno stile, quello del geniale Mahler, che sta cambiando vertiginosamente, che si sta cioè evolvendo da una parte, attraverso la ricerca di codici sonori nuovi e ancora inesplorati, dall’altra sgretolando con gradualità inesorabile il linguaggio tonale preesistente.
La lettura di una sinfonia così difficile, ermetica e particolare cela pertanto difficoltà ermeneutiche in ogni dove, e trappole nelle quali è assai agevole cadere per chiunque. Soprattutto, a mio sommesso parere nel primo movimento (Langsam, Allegro con fuoco) così plumbeo, lugubre, macabro, “una marcia al cui ritmo non è possibile marciare” (Principe). Ed è proprio in questo primo movimento che mi è parsa non condivisibile l’interpretazione di un “mahleriano doc” come Zubin Mehta (per i restanti tempi rivelatasi, al contrario, di indiscutibile valore). Tempi comodi, a tratti, comodissimi. Contrasti timbrici poco evidenziati, accenti addolciti anziché “scagliati” come mi sarei aspettato. Una tenuta dell’orchestra complessivamente pregevole nel colore adamantino e sinuoso degli archi e dei legni, meno impeccabile invece negli ottoni, fallosi sin dall’incipit. Meglio, decisamente meglio il seguito dell’esecuzione resa da Mehta e dalla sua orchestra con la necessaria leggerezza, doviziosa precisione e perfetta aderenza espressiva al naturalismo ambiguo delle due musiche notturne, al diabolico “Scherzo” e infine perfetta nell’ironico, rutilante, a tratti chiassoso, finale con la celeberrima parodia del Preludio atto I dei Maestri cantori di Norimberga, ad indicare la fine di un Mondo (l’allusione profetica all’Impero austro-ungarico non era poi così lontana dalla realtà) che stava definitivamente scomparendo.
Pubblico barese in visibilio con ripetute ovazioni. Non c’è però l’atmosfera giusta per il bis. Il direttore indiano dopo cinque minuti di applausi manda tutti a casa, mentre fuori si scatena il temporale. Il ciclo mahleriano continuerà (si spera a questi eccellenti livelli) anche nei prossimi anni al Petruzzelli. Così almeno ha promesso Giandomenico Vaccari, Sovrintendente della nostra Fondazione Lirico Sinfonica.

giovedì 6 settembre 2007

ADDIO BIG LUCIANO !

Quando viene a mancare un grande uomo si rischia immancabilmente di cadere, se non addirittura affondare, nella retorica, ricordandone le eccelse qualità umane e – in questo specifico caso – artistiche.
All’alba di oggi Luciano Pavarotti, tenore tra i più grandi del nostro tempo, è ritornato alla Casa del Padre. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di dialogare con lui, a Bari in occasione di un suo concerto alla Corte del Catapano diversi anni fa e poi, nel 1983 a Salisburgo, dopo un Idomeneo mozartiano superlativo. Ricordo bene il suo gioviale (emilianissimo) approccio alle persone, un sorriso indimenticabile, il gusto per le battute folgoranti, la bellezza seducente della sua voce, ma soprattutto la sua meravigliosa semplicità. In tanti anni di frequentazione del mondo della musica lirica e classica poche altre volte mi era capitato di incontrare artisti di così straordinaria grandezza, eppure così alla mano, così a "misura d'uomo", così disponibili al confronto con gli altri.
Addio Big Luciano, ci mancherai terribilmente!

mercoledì 5 settembre 2007

Concorso musicologico bandito dal Coretto di Bari

L' Ass. musicale Ente Morale “IL CORETTO” di Bari, bandisce il Concorso a premi di ricerca musicologica “Silvestro Sasso 2007” aperto ai laureati negli anni accademici 2004/2005 e 2005/2006. Patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo, con la collaborazione dell'Università degli studi di Bari e il Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni” di Bari, vanta il primato di essere l'unico in assoluto in Italia e all'estero da 20 anni. Infotel/Fax. 080/5218411 Sede: Via Argiro n.8 Bari 70122
e-mail: ilcoretto@tiscali.it. (N.B. per le tesi pervenute dall'Unione Europea e' richiesta la traduzione in lingua Italiana).Le tesi devono essere inviate al Coretto entro il 30.10.2007 in duplice copia datti-loscritta e il lavoro dovrà essere anonimo. E' previsto un primo premio di euro 700,00, un secondo premio di euro 500,00 e un altro premio, sempre di euro 500,00, per un laureato in una delle università dell'Unione Europea.

E' partita l'integrale delle sinfonie di Beethoven al Parco della Musica di Roma

In questi giorni l'Orchestra e il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia sono alle prese con una significativa integrale, quella delle nove sinfonie di Ludwig van Beethoven. Un vero e proprio festival dedicato alla monumentale opera sinfonica del Titano di Bonn, affidato peraltro a tre differenti e prestigiose bacchette: Kurt Masur (Nona, Prima e Settima), Georges Prêtre (nella foto:dalla Seconda alla Quinta) e Marek Janowski (Sesta e Ottava). Tre scuole direttoriali diverse per stile e cultura, rivelatrici di ulteriori sfumature all'interno di un panorama musicale così universalmente amato e conosciuto. Le Sinfonie di Ludwig van Beethoven sono la summa della musica di ogni tempo, il simbolo dell'occidente civile, illuminato e appassionato, il sogno di un'umanità riscattata dall'ingiustizia, l'aspirazione alla libertà. In Beethoven, è stato detto, parla finalmente tutta l'umanità. Un'occasione imperdibile per il pubblico di poter accedere a straordinari concerti ad un prezzo fuori dall'ordinario: per chi ha meno di 30 anni il biglietto singolo costa meno di 8 Euro! E l'abbonamento all'intero ciclo solo 20 Euro! Un' opportunità straordinaria soprattutto per i più giovani. Leggendo ieri alcuni commenti su alcune notissime chat di musica classica pare che già la Nona sinfonia diretta l'altra sera a Roma da Kurt Masur sia stata a dir poco entusiasmante.
Informazioni presso l'Auditorium Parco della Musica - Roma, Viale Pietro De Coubertin, sul sito:
http://www.santacecilia.it/ / tel. 06.8082058

La Fondazione Petruzzelli apre finalmente a soci privati

"Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Petruzzelli, nella seduta del 27 agosto scorso, ha deliberato all’unanimità l’ammontare della quota minima di accesso per i “soci privati fondatori”.
La quota minima è stata determinata, come per legge, in misura pari all’otto per cento del totale dei contributi statali erogati alla Fondazione nell’anno in corso.
Attualmente, pertanto, con il versamento dell’importo minimo di Euro 320.000,00 per almeno due anni consecutivi, i nuovi soci potranno partecipare alla vita della Fondazione, acquisendo per il biennio 2008-2009 il diritto ad esprimere un consigliere di amministrazione.
Il consiglio di amministrazione, altresì, ha deliberato di dare a tale decisione la più ampia diffusione, al fine di ottenere il massimo coinvolgimento possibile degli operatori economici, dei privati cittadini e di tutti coloro che vorranno contribuire concretamente - in piena attuazione dello spirito della legge istitutiva delle Fondazioni Lirico Sinfoniche - ad una gestione veramente condivisa e partecipata delle attività culturali del nostro territorio."

martedì 4 settembre 2007

Mousiké e il miraggio di un grande festival all'orizzonte


Questa mattina presso il centro di ricerche musicali “Casa Piccinni” di Bari è stata presentata l’ottava edizione del Festival Mousiké, che prenderà il via il 7 settembre prossimo per protrarsi sino al 6 novembre attraverso concerti tra oriente e occidente, seminari, tavole rotonde, presentazioni di libri, CD e DVD. Una manifestazione, che si avvale del sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Puglia (Assessorati al Mediterraneo e al Turismo), della Provincia di Bari (Assessorato alla Cultura) del Comune di Bari (Assessorati alla Cultura e alle Politiche Giovanili), Comuni di Bitritto e Monopoli delle Soprintendenze delle Province di Bari e di Foggia. Sono intervenuti alla conferenza stampa, tra gli altri, l’assessore al Mediterraneo Silvia Godelli, l’assessore alle Politiche Giovanili Pasquale Martino, l’assessore alla Cultura del Comune di Bitritto, Angelo Natuzzi, la presidente dell’omonimo centro studi Mousiké Patrizia Gesuita, il direttore artistico Dinko Fabris (nella foto) e la dirigente dell’assessorato alla Cultura del Comune di Bari Annamaria Colafati.
“Il Festival - ha ricordato la Gesuita – parte quest’anno con un po’ di ritardo rispetto al solito. E nonostante ciò anche questa edizione offrirà numerosi appuntamenti con eccellenti personalità artistiche.”
Si comincia il 7 settembre nell’incantevole chiostro di San Francesco alla Scarpa con SEPHARAD. Storia e storie: Canti delle Vite degli ebrei di Spagna nell’area mediterranea (XIII-XVII sec.), un raffinato concerto a tema curato ed eseguito dal noto Ensemble Sarband, diretto da Vladimir Ivanoff. All’Ensemble, come ha ricordato Dinko Fabris, è stato assegnato il Premio Mousiké di quest’anno.
Da non perdere poi la serata del 12 settembre che vedrà al Teatro Piccinni l’allestimento del capolavoro di Niccolò Piccinni “La Cecchina o sia La Buona Figliola”. Allestimento significativamente in coproduzione tra la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, Il Conservatorio di Bari e la Northwestern University di Chicago. Un progetto Cecchina che nasce nel centenario goldoniano e che sarebbe dovuto approdare prima a Bari e poi in trasferta a Pechino, come ha detto Fabris, proprio perché l’opera di Piccinni, andata in scena a Roma nel 1760, ebbe ben 300 rappresentazioni prima del 1800 in molte parti del mondo, tra cui Russia e appunto Cina. “Avevamo pensato addirittura di chiamare il grande violoncellista Yo-Yo Ma per coronare il progetto di Mousiké in cammino verso la via della seta, come avevamo preannunziato lo scorso anno, ma il budget è stato purtroppo inferiore alle attese.” Anziché pertanto una Cecchina in “salsa cinese” sarà una Cecchina “all’ americana”, con un cast di giovani e bravi – assicura Fabris - cantanti e musicisti americani e italiani. Un’operazione che oserei definire “spoletina”, con la speranza che questa collaborazione tra Bari e Chicago porti (magari) in un prossimo futuro la nostra città ad ospitare una delle più grandi orchestre del mondo. Un sogno dal nome glorioso, quello della Chicago Symphony Orchestra.
Un altro appuntamento di prestigio sarà poi il 3 novembre nel castello comunale di Bitritto con il flautista svedese Dan Laurin (presente alla conferenza stampa), già sublime interprete lo scorso anno di un’indimenticabile serata del Festival.
Non vi elenco poi per motivi di spazio il resto degli appuntamenti musicali e culturali che animeranno intensamente la presente edizione del festival. Ci tornerò con calma nelle prossime occasioni. Mi piace invece, in conclusione, sottolineare che un domani (si spera non troppo lontano) con i teatri e contenitori “culturalmusicali” della città tutti a disposizione – Petruzzelli, Margherita e Auditorium “Nino Rota” in primis – Bari potrà finalmente attrezzarsi per un festival teatrale e musicale di rilievo internazionale, dotato di quel budget importante così giustamente agognato da Dinko Fabris.
Certo, ci vorrebbero maggiore attenzione, maggiore sensibilità culturale e musicale da parte dei nostri amministratori (il bravo assessore regionale Silvia Godelli è purtroppo solo una mosca bianca o, se preferite, un’eccezione in un panorama semplicemente avvilente) e soprattutto da parte della nostra troppo spesso indifferente imprenditoria privata.
Se in città e realtà europee più piccole di Bari, come Lucerna e Salisburgo, ogni anno si muovono parecchi quattrini pubblici e privati (nell’ordine di decine di milioni di euro) per realizzare manifestazioni di assoluto prestigio mondiale, il merito va, sia chiaro, oltre che ad una consolidata tradizione storico-culturale anche ad eccellenti amministratori e ad illuminate aziende come il Credit Suisse, la Siemens, Nestlè, Rolex, e tante altre, che hanno scelto di investire significative risorse nella grande musica.
A Bari e in Puglia questo non accade, fatta eccezione per il festival della Valle d’Itria di Martina Franca, non solo perché non abbiamo alle spalle giganti economici come quelli appena citati, ma perché manca la giusta apertura mentale verso le sfide culturali più autentiche ed ambiziose. Si preferisce invece investire risorse, anche ingenti talora, sui cosiddetti eventi o presunti festival (talora di bassa, bassissima qualità) dei soliti noti. Sì proprio quelli di un giorno o una settimana al massimo…
Si spera allora che un festival come il Mousiké possa invece crescere compiendo ulteriori passi in avanti e attrezzandosi magari per diventare una manifestazione di riferimento nel panorama nazionale.
Lo dico da anni e non mi stancherò mai di ripeterlo: Bari si merita un Maggio Musicale (come Firenze) o un Settembre Musica (come Torino, da quest’anno insieme a Milano) coi fiocchi. Che aspettiamo allora a..."regalarcelo"?