sabato 30 aprile 2011

Stasera al Marrucino di Chieti prende il via la quarta edizione del Chamber Music Festival con Antonio Tinelli e il Quartetto Archimede



Prenderà il via domani, sabato 30 aprile 2011, alle ore 21.00, presso il Teatro Marrucino di Chieti la 4ª Edizione del “Chamber Music Festival” di Chieti che, sotto la direzione artistica del M° Giuliano Mazzoccante, vedrà l’esibizione, nei 6 appuntamenti che si snoderanno tra aprile e giugno, di straordinari interpreti mondiali della Musica da Camera.

Questa edizione, inoltre, che rientra nel Cartellone del “Maggio Teatino”, sarà interamente ospitata all’interno del prestigioso Teatro Marrucino di Chieti, uno dei più importanti dell’intero centro Italia, grazie al grande sostegno ricevuto dal Sindaco di Chieti Umberto Di Primio, dalla Fondazione Carichieti e da altre importanti Istituzioni e Sponsor che, con il loro supporto, hanno unanimemente riconosciuto e deciso di valorizzare il grande livello espresso dalla rassegna nel corso dei suoi primi 3 anni.

Il primo appuntamento di domani vedrà l’esibizione della formazione composta da Antonio Tinelli (nella foto) e dal Quartetto Archimede interpreti di musiche di Mozart e Rota.
Il M° Antonio Tinelli è vincitore di oltre 30 premi nei principali concorsi Nazionali ed Internazionali.

La più che ventennale attività artistica annovera concerti tenuti in Europa ed Estremo Oriente. Da solista collabora con orchestre quali l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, la Kiev RTV Festival Orchestra, l’Orchestra Filarmonica “George Enescu” di Bucarest, l’Orchestra Internazionale d’Italia, Gli Archi del Cherubino e l’Orchestra Milano Classica.

Attivo nell’ambito discografico tra l’altro ha inciso musiche di S. Mercadante, e, in prima assoluta mondiale, musiche di R. Malipiero, S. Calligaris e R. Gervasio (Iktius, DAD Records, VDM Records/RaiTrade). Il CD con le Sonate e il Trio di Johannes Brahms, prodotto dalla Phoenix Classics e distribuito dalla Ducale Dischi, è stato recentemente premiato con 5 stelle dalla rivista nazionale di settore “Musica”.

È di prossima pubblicazione il CD inciso per la Camerata Tokyo in formazione trio al fianco del leggendario Karl Leister e del pianista Giuliano Mazzoccante. E’ docente titolare della cattedra di clarinetto al Conservatorio di Musica “E.R. Duni” di Matera e tiene regolarmente corsi di perfezionamento e masterclass in Italia e all’estero.
Il “Quartetto Archimede”, nato nel 1999 e composto da Enzo Ligresti e Corrado Genovese (violini), Gaetano Adorno (viola) e Benedetto Munzone (violoncello), ha fra le sue principali finalità la divulgazione del più significativo repertorio musicale da camera.

La ricerca artistica dell’ensemble si muove su un fronte musicale ampio, da Haydn e Boccherini a Webern e Shostacovich, passando attraverso tre secoli di repertorio cameristico, con l’aggiunta di rare incursioni nel repertorio contemporaneo. Sono ospiti regolari di vari festival musicali europei e di prestigiose associazioni concertistiche, hanno suonato oltre che in Italia anche in Francia, Austria, Albania, Croazia, Germania, Macedonia, Slovenia, Belgio, Kosovo, Spagna e prossimamente terranno una tournee in America Latina.

È di prossima pubblicazione un doppio CD integralmente dedicato alla musica da camera di Franz Schubert insieme al violoncellista Rocco Filippini.

venerdì 29 aprile 2011

Straordinario quanto meritato successo ieri per LO STESSO MARE, in prima mondiale al Teatro Petruzzelli


Quando tre anni fa l'allora fresco sovrintendente della Fondazione Petruzzelli Giandomenico Vaccari mi confidò davanti al Kursaal Santalucia il progetto di commissionare un'opera nuova al compositore Fabio Vacchi, tratta dal romanzo "Lo stesso mare" del celebre scrittore israeliano Amos Oz, rimasi francamente un po' perplesso. La ricostruzione e soprattutto la riapertura del Petruzzelli erano sogni che sembravano ancora lontani se non proprio irrealizzabili. Come si poteva già pensare ad un progetto così ambizioso e presumibilmente costoso senza riavere ancora il Teatro? Lo presi per matto. Oggi, dopo che quel sogno da lui fortemente coltivato e voluto si è realizzato, anche attraverso uno spettacolo memorabile, non posso che chiedergli pubblicamente scusa e dirgli bravo (e naturalmente fortunato) Giandomenico che ci hai SEMPRE creduto!
Confesso poi, che tre anni fa non conoscevo nulla o quasi di Amos Oz; mentre della musica di Fabio Vacchi, almeno fino a qualche settimana fa avevo un'idea piuttosto vaga e superficiale, avendo ascoltato a Roma nel 2002 "Terra comune", il brano per orchestra che il compositore aveva scritto per l'inaugurazione della Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica. Ascoltare a distanza di anni questa sua opera (e che opera!), oltre ad alcuni pezzi cameristici assai significativi, è stata per me un'autentica sorpresa nel senso più emozionante del termine. Il romanzo "Lo stesso mare" è pur nella sua polifonica complessità, almeno a detta di molti critici ed esperti di letteratura, un grande capolavoro.
Realizzare dunque da quel capolavoro un'opera lirica contemporanea che ne restituisse appieno la bellezza e la coivolgente, straordinaria emozione era impresa tutt'altro che agevole. A giudicare dalla profondità del risultato e dalla notevolissima eco che questo evento ha suscitato in tutta l'Italia culturale e musicale che conta (c'erano ieri in teatro direttori artistici, musicologi, critici e giornalisti di chiara fama), c'è solo da essere strafelici per il Petruzzelli e per Bari. La Fondazione lirico-sinfonica più "piccola e povera d'Italia", come ha detto qualche giorno fa in conferenza stampa il sindaco Michele Emiliano, "sta compiendo miracoli, uno dietro l'altro". La regia di Federico Tiezzi, il cast esemplare, la stupenda orchestra del Petruzzelli, magistralmente preparata da Alberto Veronesi hanno fatto il resto. Andate a vedere e sentire "Lo stesso mare" di Vacchi e Oz: non ve ne pentirete!

giovedì 28 aprile 2011

Il tributo a Fabio Vacchi dell'Accademia dei Cameristi


Da ieri mattina Fabio Vacchi è diventato il primo compositore "in residence" di una Fondazione lirico-sinfonica italiana, quella del Petruzzelli di Bari. Lo sarà sino al 2016, impegnandosi a scrivere almeno una composizione all'anno. Una consuetudine, quella del "compositore in residence" diffusa in numerosi teatri e festival europei e americani, ma non in Italia, dove c'è ancora molta, troppa resistenza nei confronti della Musica di oggi, come ha confidato ai giornalisti lo stesso compositore ieri mattina, durante la significativa conferenza stampa di presentazione della sua opera "Lo stesso mare" che va in scena tra poche ore in prima mondiale nel Politeama barese.
Da alcune settimane il notissimo compositore bolognese è a Bari per seguire di persona le prove dell'opera in teatro. Complice la sua prestigiosa presenza si sono pertanto susseguiti una serie di incontri, in vari luoghi del capoluogo pugliese (Casa Giannini, la Libreria Feltrinelli e lo stesso Foyer del Petruzzelli) e si è avuta anche l'occasione di ascoltare alcuni dei suoi lavori cameristici più interessanti.
In particolare, martedì sera presso la Vallisa di Bari è stata eseguita, nell'ambito della splendida stagione dell'Accademia dei Cameristi, "Orna buio ciel" per violino, violoncello e pianoforte, scritta da Vacchi in occasione del 75° compleanno del maestro Luciano Berio (il titolo infatti è l'anagramma del suo nome). Si tratta di una breve composizione a struttura "circolare" che ben evidenzia le eccellenti qualità artistiche di un creatore di suoni e suggestioni, oltre che profondo conoscitore del "mestiere" e di tutta la grande storia della musica globalmente intesa. Esemplare la lettura offerta dai tre ammirevoli musicisti impegnati nel concerto: Mariarosaria D'Aprile al violino, Nicola Fiorino al violoncello e Francesco Basanisi al pianoforte. Di rilievo anche le interpretazioni degli altri due pezzi in programma: l'arduo, bellissimo Mythes - tre Poemi per violino e pianoforte del polacco Karol Szymanowski, dove la giovane D'Aprile ha sciorinato appieno la sua strepitosa tecnica violinistica, accompagnata peraltro da un'encomiabile espressività, anche grazie all'ottimo supporto di Basanisi al pianoforte; infine, nella seconda parte, è stato Franz Schubert a farla da padrone con uno dei suoi sublimi capolavori cameristici: il celebre Trio per violino, violoncello e pianoforte in si bemolle maggiore D.898. Di rara bellezza all'ascolto l'intima quanto godibile intesa raggiunta in questa immortale pagina schubertiana da D'Aprile, Fiorino e Basanisi, soprattutto nel meraviglioso "andante un poco mosso". Successo caloroso e meritato.

mercoledì 27 aprile 2011

Domani al Petruzzelli va in scena in prima mondiale LO STESSO MARE di Fabio Vacchi e Amos Oz


Dopo quella di Milano dello scorso 18 aprile, si è tenuta questa mattina anche a Bari nel foyer del Teatro Petruzzelli, un'affollata conferenza stampa (la foto è di Carlo Cofano) di presentazione dell'opera "Lo stesso mare", composta su commissione della fondazione lirico-sinfonica barese, da Fabio Vacchi sul libretto dello scrittore israeliano Amos Oz, tratto dal suo celebre romanzo edito in Italia da Feltrinelli.
L'opera va in scena in prima mondiale domani nel Politeama barese (con repliche il 30 aprile, alle 18.00, ed il 2 maggio alle 20.30).
All'incontro di stamane con i giornalisti erano presenti, oltre al sindaco di Bari Michele Emiliano e al sovrintendente Giandomenico Vaccari, lo stesso Vacchi, lo scrittore Amos Oz, il regista Federico Tiezzi, la scenografa Gae Aulenti, la costumista Giovanna Buzzi, il direttore letterario della Feltrinelli, Alberto Rollo il direttore d'orchestra Alberto Veronesi, nuovo direttore stabile dell'Orchestra della Fondazione Petruzzelli (la notizia è stata ufficialmente comunicata dal sindaco Emiliano) e l'intero cast dell'opera.

martedì 26 aprile 2011

Con un recital del mitico pianista Aldo Ciccolini al Petruzzelli la Camerata Musicale Barese chiude in bellezza la sua stagione 2010/2011


La 69ª Stagione della Camerata Musicale Barese si concluderà il 29 aprile al Petruzzelli con uno straordinario concerto del celeberrimo Pianista Aldo Ciccolini (nella foto): in programma musiche di Mozart e Liszt-Wagner.
Ciccolini è giudicato uno dei più rari grandi maestri del pianoforte. Nato a Napoli, egli ha studiato nella sua città pianoforte e direzione d’orchestra ereditando, da professori interposti, gli insegnamenti di Ferruccio Busoni e di Liszt.
Ha debuttato al Teatro San Carlo di Napoli nel 1941 all’età di 16 anni. “Enfant prodige”, a Parigi, ha vinto il “Concorso Margherite Long-Jacques/Thibaud” del 1949.
Ha collaborato con Furtwangler, Ansermet, Cluytens, Mitropoulos, Munch, Maazel, Kleiber, Pretre, Ceccato, Gavazzeni, Martinon, Monteux, Plasson e tanti altri, senza dimenticare Elisabeth Schwarzkopf.
Vincitore di molti premi, ha raccolto una infinità di successi e di riconoscimenti in tutto il mondo. E’ professore al Conservatorio National Superieur de Musique a Parigi, dove si è scoperto una vocazione di pedagogo alla quale non ha mai rinunciato.
Il Teatro Petruzzelli ad oggi fa pensare ancora ad un tutto esaurito, merito questo del grande Pianista che suonerà per la prima volta al Petruzzelli dopo la parentesi dell’infausto incendio. Per informazioni ed ultime disponibilità, rivolgersi presso gli uffici della Camerata Musicale Barese, Via Sparano 141 infotel 080/5211908, Box Office c/o La Feltrinelli, Botteghino del Teatro Piccinni e Bar Dona Flor in Via S. Cognetti a Bari.

Ecco vincitori e motivazioni del XXX Premio della Critica Musicale "FRANCO ABBIATI"


Pubblichiamo di seguito il verbale con i nomi dei vincitori e le relative motivazioni del "XXX PREMIO DELLA CRITICA MUSICALE “FRANCO ABBIATI”:
"Milano, 13 aprile 2011. La commissione (Alessandro Cammarano, Franca Cella, Franco Chieco, Andrea Estero, Dino Foresio, Angelo Foletto, Enrico Girardi, Giorgio Gualerzi, Giancarlo Landini, Gian Paolo Minardi, Carla Moreni, Alessandro Mormile, Paolo Petazzi, Giangiorgio Satragni) ospite degli Amici della Scala, anche sulla base delle segnalazioni scritte dei colleghi dell’Associazione Nazionale dei Critici Musicali, ha scelto i vincitori per l’anno 2010.
PREMIO “DUILIO COURIR”. Al Progetto Musica della Fondazione Spinola Banna per l'Arte (Poirino, To), che ha trasferito il concetto di atelier dall'arte alla musica contemporanea, sostenendo di anno in anno nuovi compositori scelti e seguiti da un musicista di riferimento con la commissione di opere originali, perfezionate durante i workshop affidati a esecutori giovani e affermati. Un’idea di mecenatismo di livello, nello spirito che animava Duilio Courir, fondatore del Premio Abbiati, critico d'arte prima di essere critico musicale, attento al segno contemporaneo, visivo o acustico, interessato alle cose alte e nobili come alla scoperta e al sostegno dei nuovi talenti nelle arti.
SPETTACOLO. Lulu di Alban Berg (Milano, Teatro alla Scala), direttore Daniele Gatti, regia Peter Stein, protagonista Laura Aikin, per la bellezza e la coerenza fra messinscena e trama musicale, nella naturalezza e nel rispetto dell'articolazione scenica e degli snodi dell'azione, con limpidezza narrativa e felice caratterizzazione di ambienti e personaggi, nelle scene di Ferdinand Wögerbauer e nei costumi di Moidele Bickel, garantendo al denso capolavoro della modernità un respiro musicale e visuale che ne ha favorito la comprensione da parte degli spettatori.
NOVITÀ ASSOLUTA. Il killer di parole di Claudio Ambrosini, rappresentato a Venezia dal Teatro La Fenice che lo aveva commissionato: “ludodramma”, favola ironica e surreale di sinistra attualità in tempi di globalizzazione. Il particolarissimo clima teatrale, che sfugge ad una definizione univoca nella sua inafferrabile mobilità, è creato, fra l’altro, dall’affascinante scrittura orchestrale, dal succedersi incalzante e coinvolgente di invenzioni sonore di grande varietà, segnate in modo inconfondibile dalla personalità del compositore.
DIRETTORE. Esa-Pekka Salonen (nella foto), per la straordinaria interpretazione di "Da una casa di morti" di Janacek (Milano, Teatro alla Scala), reinventata con analisi minuziosa, traduzione sonora incandescente dell’orchestra, su un tessuto di voci maschili inquieto e cangiante; e per i ricchi diversi impaginati sinfonici presentati a Torino e Milano, con la Philharmonia di Londra per MiTo, a Ferrara con la MCO, e a Milano con la Filarmonica scaligera, concertati con rigore appassionato.
REGIA. Graham Vick, per la capacità di rappresentare la complessità di riferimenti culturali dell’opera "Die Gezeichneten" di Franz Schreker (Palermo, Teatro Massimo) senza compiacimenti e con controllata scrittura visiva: magistrale è il “racconto” delle relazioni tra estetismo, erotismo e sessualità, culminante in una spettacolare orgia di vernici nel terzo atto; mentre la prefigurazione teatrale del tema del populismo rende il prezioso recupero operistico significativo anche per la sensibilità contemporanea.
SCENE e COSTUMI. Paolo Fantin e Carla Teti per scene e costumi che costituiscono un valore aggiunto e insostituibile delle produzioni di Damiano Michieletto: la Nagasaki-quartiere a luci rosse, sfrontato e pregnante nel suo minimalismo fatto d'insegne luminose, della "Madama Butterfly" (Torino, Teatro Regio), il manicomio del Sigismondo, asettico evocatore di non celate nevrosi, (Pesaro, Rossini Opera Festival) e, soprattutto, il labirinto di stanze turbinanti e sempre eguali a loro stesse del "Don Giovanni" (Venezia, Teatro la Fenice), travolgenti nella loro schizofrenia, esaltavano e donavano originale vitalità narrativa all'azione drammaturgica.
SOLISTA. Emanuele Arciuli. Da anni il pianista barese si è affermato come uno dei più autorevoli testimoni nel variegato orizzonte della modernità, sempre attestando la consapevolezza dei legami con la tradizione. Particolarmente rilevante il rapporto con la musica degli Stati Uniti di cui ha esplorato, come esecutore ma anche come studioso, la complessità dei caratteri con esiti esemplari.
CANTANTI. Nina Stemme, oggi una delle più valide incarnazioni dell’Helden–Soprano: in Die Walküre, che ha inaugurato la stagione della Scala sotto la direzione di Daniel Barenboim, si è imposta per l’autorevolezza della voce, il vivo senso della parola, la spiccata personalità artistica che le hanno permesso di fare emergere la complessità del personaggio di Brünnhilde, mirabilmente colto nelle sue ragioni musicali ed espressive.
Franco Fagioli. Controtenore che, in Rodelinda di Händel, rappresentata per la prima volta in Italia al Festival della Valle d’Itria, ha nobilitato il falsetto piegandolo, con insolito colore brunito e morbida densità di suono, alle necessità virtuosistiche di una delle più esemplificative parti scritte per la vocalità del castrato Senesino, rinnovandone la meraviglia belcantistica con commossa umanità di affetti.
INIZIATIVA. “Traiettorie” - Parma. Nata con intendimenti di ricerca sul suono sostenuti dall’incoraggiamento di Luigi Nono e di Claudio Abbado, la Rassegna ha girato felicemente la boa dei vent’anni con un’immagine progressivamente rafforzata grazie all’impegno mostrato nel seguire la produzione dei nuovi compositori, con esecuzioni sempre contrassegnate da un segno stilistico di indubbio rilievo.
PREMIO SPECIALE. A Maddalena Novati, per la caparbia azione di salvaguardia e promozione dell’Archivio Studio Fonologia Rai Milano, che attraverso mostre, libri, documentari e l’allestimento al Museo degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco ha sottratto alla distruzione e alla dimenticanza un patrimonio storico e d’arte musicale sperimentale, preservando il ricordo dei musicisti che vi hanno operato dal 1954 al 1983.
PREMIO “FILIPPO SIEBANECK”. “Oper@4u”- StadtTheater/Teatro Comunale di Bolzano. Progetto innovativo, creato nel 2008 con la collaborazione di Carlo Delfrati, per avvicinare gli studenti e insegnanti delle scuole superiori alla musica contemporanea, attraverso uno specifico percorso didattico: orientato da un quaderno di lavoro-programma di sala appositamente realizzato che collega le discipline scolastiche curriculari al soggetto e alle tematiche dell’opera in prima assoluta presa in esame."
La premiazione di svolgerà a Milano il prossimo 25 MAGGIO, alle 18.00, presso
Villa Reale - Galleria d’Arte Moderna in via Palestro 16,
a cura del Comitato Organizzatore, in collaborazione con gli Amici della Galleria d’Arte Moderna - Villa Reale di Milano
e il FESTIVAL PIANISTICO INTERNAZIONALE DI BRESCIA E DI BERGAMO.
Info: Glasor di Galli e Valsecchi snc - via A. da Rosciate,1 - 24124 Bergamo - e-mail: glasor.bg@tin.it – telefono 035.224072.

Juraj Valčuha dirige l'OSN della Rai in Beethoven e Stravinskij


“Una slanciata fanciulla greca tra due giganti nordici”: è la definizione che diede Robert Schumann della Quarta Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Un’opera dalla fisionomia snella, incastonata tra due monumenti come l’Eroica e la Quinta Sinfonia. L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai la propone nell’interpretazione del suo giovane Direttore principale Juraj Valčuha (nella foto) giovedì 28 aprile 2011 alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino. Il concerto è replicato venerdì 29 aprile alle 21 e trasmesso su Radio3 e in live streaming sul sito www.osn.rai.it.

Nella seconda parte del concerto il celebre balletto di Igor Stravinskij Petruška, che andò in scena a Parigi, al Théâtre du Châtelet il 13 giugno 1911 con Vaslav Nijinskij nel ruolo di Petruška e Tamara Karsavina in quello della Ballerina. La versione proposta da Valčuha è quella riveduta da Stravinskij nel 1947, che prevede un organico orchestrale più ridotto e uno spazio maggiore per il pianoforte, che ottiene così un ruolo quasi concertante.

Le poltrone numerate da 30 a 15 euro (ridotto giovani per i nati dal 1981) sono in vendita sia online sia presso la biglietteria dell'Auditorium Rai. Un'ora prima dei due concerti sono messi in vendita gli ingressi non numerati a 20 e 9 euro (ingresso giovani per i nati dal 1981).

venerdì 22 aprile 2011

Lo Stabat Mater del bitontino Tommaso Traetta unisce l'Abruzzo e il Giappone nel dramma comune dei recenti terremoti


La musica sacra del celebre compositore bitontino Tommaso Traetta unisce il Giappone e l'Abruzzo, accomunate dalla tragedia del terremoto che entrambe di recente hanno vissuto.
Lo "Stabat Mater" (versione di Napoli) del compositore bitontino, infatti, sarà eseguito da "I Solisti Aquilani" e dalla “Corale Novantanove” nel Concerto del Venerdì Santo in programma alle ore 17,30 di oggi nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila. La direzione sarà affidata al maestro Vincenzo Mariozzi [http://www.solistiaquilani.it/it/concerts/280-22-aprile-2011.html].
Si tratta dello stesso Stabat Mater diretto, nell'ambito della prima edizione del Traetta Opera Festival in Japan, dal maestro Vito Clemente a Tokyo (all’Auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura alla presenza dell’Ambasciatore Vincenzo Petrone) il 12 marzo scorso, all’indomani del tragico sisma e dedicato alle vittime dello tsunami. In Giappone era presente una delegazione del Comune di Bitonto, guidata dall’assessore alla cultura, Elisabetta Tonon. Per l’occasione il Comune di Bitonto ha concesso gratuitamente a "I Solisti Aquilani" parti e partiture dello "Stabat Mater" di Napoli nella revisione di Francesca Carabellese, a cura del Traetta Opera Festival - edizione 2010.
Il Sindaco di Bitonto, Raffaele Valla, nella nota indirizzata al presidente de "I Solisti Aquilani" ha voluto ricordare questo legame, scrivendo: «Questa particolare circostanza, che accomuna nel dramma e nella tristezza la vostra splendida terra al Giappone, ci spinge a chiedervi di dedicare il vostro concerto del 22 aprile alle vittime dei due sismi, nel segno di una solidarietà, che vede la nostra comunità vicina ad entrambe le popolazioni».

mercoledì 20 aprile 2011

L’OTELLO DI DOMINGO E MUTI A PASQUA SU RAI 5


E'la magistrale interpretazione di Placido Domingo il segno distintivo dell’Otello di Giuseppe Verdi andato in scena al Teatro alla Scala nel 2001, con la direzione di Riccardo Muti e la regia di Graham Vick. Rai5 propone lo spettacolo il giorno di Pasqua, domenica 24 aprile alle 10, nell’ambito del ciclo completo delle opere di Verdi, che si concluderà domenica 1° maggio con il Falstaff diretto da Zubin Mehta con la regia di Luca Ronconi.
La scena dell’Otello, firmata da Ezio Frigerio, è dominata da una grande struttura cilindrica in rame, chiamata a evocare i vari luoghi del dramma: ora fortezza, ora pozzo, ora profonda voragine. Assieme a Domingo, sul palco della Scala, Barbara Frittoli nel ruolo di Desdemona, e Leo Nucci in quello di Jago. I costumi sono del Premio Oscar Franca Squarciapino, le luci di Matthew Richardson, mentre la regia televisiva è curata da Carlo Battistoni.

martedì 19 aprile 2011

Emanuele Arciuli e la musica dei Pellerossa: un incontro folgorante stasera al Teatro Kismet di Bari


Quando qualche giorno fa ho letto l'e-mail di Pierfranco Moliterni non potevo credere ai miei occhi: un grande, fraterno amico (ci conosciamo da circa trent'anni)
Emanuele Arciuli, di "professione pianista" e molto di più, aveva vinto, nella categoria dei "solisti", il prestigioso Premio Abbiati annualmente assegnato sin dal 1981 dall'Associazione Nazionale dei Critici Musicali.
Una sorta di Oscar della Musica vinto lo scorso anno da un altro artista pugliese di indiscusso valore, il violinista Francesco D'Orazio (altro carissimo, tanto per cambiare, amico).
Una "doppietta" dal gustoso sapore calcistico, che avrà fatto sicuramente irritare qualche leghista, nella diffusa ma errata considerazione che il Mezzogiorno d'Italia produca solo miserabili e piagnucolosi "terrun" incapaci di combinare nella vita qualcosa di buono.
Tornerò sulla strepitosa affermazione di Emanuele, appena (spero nelle prossime ore), mi saranno notificate le relative motivazioni da parte della giuria dell'Abbiati.
Intanto, però, per chi avesse voglia di andarlo a sentire e vedere dal vivo, stasera c'è già un'occasione imperdibile alle ore 21 presso il Teatro Kismet OperA di Bari.
‘Puglia Sounds’ infatti presenta, in esclusiva europea, ‘Manitou Project’, un progetto di Arciuli sulla musica dei nativi d’America. Arciuli coinvolgerà sul palco musicisti nativi americani, tra cui Brent Michael Davids e Carlos R. Nakai. Le musiche eseguite sono composte da autori nativi americani (Jerod Impichchaachaaha’ Tate, Brent Michael Davids, Louis W. Ballard, Raven Chacon, Barbara Croall) o da musicisti americani profondamente connessi alla cultura amerindia come Peter Garland e Ann Millikan. Lo spettacolo presenterà vari generi e linguaggi musicali: dall’elettronica al jazz, passando per la new age.
Il termine ‘Manitou’, in lingua Algonquin, si riferisce alle divinità o meglio la dimensione spirituale connessa alla divinità. Oltre a Emanuele Arciuli al pianoforte, sul palco suoneranno Luigi Morleo alle percussioni, Nicola Fiorino al violoncello, Milena de Magistris al violino, R. Carlos Nakai e Brent Michael Davids al flauto nativo americano. Informazioni e prevendite sul sito www.pugliasounds.it.

lunedì 18 aprile 2011

Domenico Longo dirige l'Orchestra della Provincia di Bari a San Nicola e a San Carlo Borromeo


Domani, martedì 19 aprile 2011 alle ore 21.00 presso la Basilica di San Nicola a Bari l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un concerto dedicato a Faurè, Rutter e Saint-Saens diretto dal maestro Domenico Longo con la partecipazione del Coro diocesano Giovanni Paolo II di Taranto diretto dal maestro Nicola Locritani (ingresso libero. Info: 080.5412302).



La serata sarà replicata il giorno dopo, mercoledì 20 aprile alle ore 20.30 presso la Chiesa di San Carlo Borromeo in via De Cristoforis 7 a Bari (ingresso libero. Info: 080.5412302).

Il programma prevede l’esecuzione di “Pavane” op. 50 per coro ed orchestra e di “Masques et Bergamasques” op. 112 di Gabriel Faurè, del “Requiem Aeternam” per coro ed orchestra di John Rutter e di “Rigaudon” op.93, n. 2 di Camille Saint-Saens.

Qui Torino: La rara "Passione di Gesù Cristo" di Salieri con l'OSN della Rai diretta da Ottavio Dantone


"La Passione di Gesù Cristo Signor Nostro" di Metastasio; il raffinato lavoro musicale di un compositore come Antonio Salieri; uno degli interpreti oggi più affermati nel repertorio antico, come Ottavio Dantone (nella foto); un cast vocale di fama internazionale affiancato dal Coro Filarmonico “Ruggero Maghini” di Torino. Sono questi gli elementi che caratterizzano il concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai che precede la Pasqua, in programma giovedì 21 aprile 2011 alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, in diretta su Radio3 e in live streaming sul sito www.osn.rai.it.
In programma La Passione di Gesù Cristo di Salieri, pagina ricca degli atteggiamenti espressivi più vari, dal giubilo al terrore, dalla collera al pianto, contrassegnata da una forza comunicativa sorprendente e da esiti virtuosistici spettacolari, che impegnano tutti i personaggi: Maddalena, il soprano Roberta Invernizzi, Giovanni, il contralto Sara Mingardo, Pietro, il tenore Jeremy Ovenden, e Giuseppe d’Arimatea, il basso Vito Priante. Da non perdere!
Il concerto è replicato venerdì 22 aprile alle 21. Le poltrone numerate da 30 a 15 euro (ridotto giovani per i nati dal 1981) sono in vendita sia online sia presso la biglietteria dell'Auditorium Rai. Un'ora prima dei due concerti saranno messi in vendita gli ingressi non numerati a 20 e 9 euro (ingresso giovani per i nati dal 1981).

Fondazione Petruzzelli: Al Piccolo Teatro di Milano presentata alla stampa l'opera "Lo stesso mare" di Fabio Vacchi


Presentata questa mattina a Milano, nel Chiostro del Piccolo Teatro Grassi, l’opera contemporanea “Lo stesso mare” di Fabio Vacchi, tratta dall’omonimo romanzo di Amos Oz (Feltrinelli Editore).
All’incontro hanno partecipato il compositore Fabio Vacchi, il maestro Alberto Veronesi, che salirà sul podio dell’Orchestra del Petruzzelli, il regista Federico Tiezzi, la scenografa Gae Aulenti, il sindaco di Bari e presidente della Fondazione Petruzzelli Michele Emiliano, il sovrintendente Giandomenico Vaccari.
L’opera, che gode del patrocinio dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele, è in programma al Teatro Petruzzelli giovedì 28 aprile alle 20.30, sabato 30 aprile alle 18.00 e lunedì 2 maggio alle 20.30. Il main sponsor della rappresentazione è Natuzzi Group.
“Una vera sfida. – ha dichiarato il presidente Emiliano - Oggi sento di ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la messa in scena di questo spettacolo straordinario che racconta il senso della vita nella sua appassionata complessità. Per noi sarà un vero onore accogliere a Bari il grande scrittore Amos Oz e l’ambasciatore di Israele che parteciperanno alla prima dell’opera”.
Uno spettacolo complesso, come ha sottolineato il compositore, Fabio Vacchi: “Si tratta di un romanzo difficilmente riassumibile in poche parole. Nella narrazione di Oz non esiste una linea retta ma tante linee spezzate, divise tra presente e passato, luoghi diversi, personaggi vivi e morti. Come nel romanzo – spiega Vacchi- i personaggi non vengono divisi, ma uniti dalla contraddizione delle loro vite e dal dualismo intrinseco all’esistenza - compresa la possibilità di amare più persone contemporaneamente ‘con lo stesso dolore e senza tradirne nessuna’, come dice Gabriel Garcia Marquez in Memoria delle mie puttane tristi - così ho cercato di dar vita a un’opera che desse unità e senso a tendenze tanto differenti quanto radicate in una storia comune: tradizione e ricerca, influssi etnici e storia del teatro musicale occidentale, con tutta la sua varietà, dal melodramma al melologo, dal Singspiel alle esplorazioni dell’avanguardia”.
Centrale nella rappresentazione il ruolo delle voci narranti Sandro Lombardi, Giovanna Bozzolo e Graziano Piazza che scandiranno il ritmo della rappresentazione. Julian Tovey sarà Albert, Yulia Aleksyuk canterà Dita, Chiara Taigi interpreterà Bettin, Sabina Macculi sarà Nadia, Giovanna Lanza sarà Miriam, Stefano Pisani canterà Ghighi, Danilo Formaggia sarà Dobi. Rico avrà la voce di Alessandro Castellucci. A firmare i costumi Giovanna Buzzi, il disegno luci Gianni Pollini, le video-proiezioni Antonio Giacomin.
“La musica di Fabio Vacchi - ha affermato Alberto Veronesi - è un’originale sintesi storica ed etnica. Vi abbiamo struggente lirismo post-berghiano, complessità ritmica post-stravinskiana, echi di melodie yiddish, echi di canti di Muezzin, maestria nelle tecniche strumentali contemporanee, esatta percezione del risultato timbrico-armonico, scrittura vocale fluente. Fabio Vacchi è uno dei grandi maestri della scrittura musicale contemporanea”. E per l’Orchestra del politeama il maestro Veronesi ha avuto parole di elogio: “I musicisti del Petruzzelli sono dei grandi compagni di viaggio. In due anni hanno fatto un percorso straordinario”.
“C'è una cifra comune nelle storie individuali racchiuse nel libro-racconta il regista Federico Tiezzi- ed è la distanza tra le anime, che acuisce i sentimenti invece di sopirli e li fa più forti e duraturi. Tutti i personaggi vivono in una separazione dal proprio oggetto d'amore, una barriera tenace, concreta e reale, e quasi invalicabile: il muro di una stanza, una remota lontananza, un mondo di fantasia, o semplicemente la morte. La storia segue l'intreccio di questo desiderio implacabile, assumendone le forme, moltiplicandone gli echi. In questa partitura di vicende un comune filo rosso: l'erotismo, mediante il quale i personaggi tentano di superare le distanze, colmare le assenze, sciogliere i nodi insolubili del proprio dramma”.

“Non esiste scenografia senza spazio teatrale-ha dichiarato Gae Aulenti- L’idea per questo spettacolo è quella di un grande condominio fatto di scale e di piani, che generi movimento, azioni, metta in gioco l’essenza dei personaggi. E poi la geografia: il mare, il deserto ed un giardino dove fioriscono relazioni umane”.

“Con questa prima mondiale - ha sottolineato il sovrintendente Vaccari- la Fondazione Petruzzelli si confronta con la contemporaneità, una scommessa importante per le nostre strategie artistiche. La musica di Vacchi sottolinea l’eccezionalità del grande ‘coro di voci’ che fa parte del romanzo di Oz, all’apparenza persone comuni ma, in realtà, esseri straordinari per il loro coraggio”.

E in attesa della prima la Fondazione Petruzzelli propone un calendario di appuntamenti dedicati all’evento.

Mercoledì 20 aprile alle 18.00 nel foyer del Teatro Petruzzelli il sovrintendente Giandomenico Vaccari sarà relatore di un incontro dedicato al romanzo “Lo stesso mare” di Amos Oz, da cui è stata tratta l’opera composta da Fabio Vacchi.
Martedì 26 aprile alle 17.30 nel foyer del Teatro Petruzzelli il maestro Fabio Vacchi incontrerà il pubblico per raccontare la nascita dell’opera “Lo stesso mare”.
E mercoledì 27 aprile, c’è grande attesa per l’incontro con Amos Oz che si svolgerà alle 18.30 nella sede della Libreria Feltrinelli di Bari.

venerdì 15 aprile 2011

MATINÉE IN CASA MOZART A ROVERETO CON IL PIANISTA ALEXANDER ROMANOVSKY IN CONCERTO


Domenica, 17 aprile 2011, alle 11.00, ALEXANDER ROMANOVSKY,
celebre pianista ucraino, che ha mosso i primi passi artistici nella sede roveretana della "MOZART ITALIA" e che nel 2001 ha vinto il 1° Premio al prestigioso Concorso Pianistico "Ferruccio Busoni" di Bolzano, sarà protagonista del Matinée della Domenica delle Palme. Egli proporrà un programma ricco e impegnativo, comprendente importanti opere di Haydn, Schumann, Tchaikovsky e Rachmaninov. Ancora pochi i posti disponibili per assistere al concerto. Per informazioni dettagliate sul curriculum e sul programma del Matinée con Romanovsky, vi invitiamo a visitare il sito della "MOZART ITALIA":
http://www.mozartitalia.org/

mercoledì 13 aprile 2011

"A Torino un Rigoletto tra luci ed ombre" di Maurizio Dania


"Resta uno dei migliori teatri lirici d'Italia, in questo momento il migliore, nonostante il Rigoletto di questa sera. Inutile è raccontarne la storia, la genesi e riprendere i mille temi che ispira il capolavoro verdiano. Mi attengo a ciò che ho visto ed ascoltato. Premetto che il pubblico ha applaudito: alcuni amici del tenore presenti in sala hanno contribuito a rendere meno "normale" una serata che ha avuto tre punti di eccellenza. Quattro se si considera la parte musicale. Verdi ha composto un'operta straordinaria. La figura del padre ha un potere ed una forza di attrazione e di coinvolgimento notevolissime. L'orchestrazione è un modello per tutti i compositori futuri. Verdi, questo Verdi è sublime.
Al Regio di Torino ha dato un'ottima prova della sua forza espressiva il coro e abilissima è stata l'orchestra. Il migliore della serata è stato Franco Vassallo. Per molti sarà una sorpresa: il baritono ha voce, possiede ottimi acuti, purtroppo non sa cantare piano, non riesce ad ammorbidire la voce ed il timbro non è baciato dal dio della vocalità. E' un interprete che ha dato tutto quanto poteva, generosamente ed anche se non aiutato dal ritmo forsennato che ha impresso, soprattutto nel I atto, il direttore Patrick Fournillier, ha mantenuto la linea del canto con qualche suono non perfetto, ma mai dando l'impressione di essere in difficoltà, nè fuori dal personaggio. Certo è che "Cortigiani vil razza dannata" è stato lungamente premiato dalla sala; finalmente, dopo qualche patimento che ha procurato il resto della compagnia, si è assistito ad un' aria cantata con veemenza, con partecipazione, senza sforzo, con buone intenzioni.
Vassallo non è stato perfetto, non avrà il colore verdiano(qualcuno un giorno mi svelerà quale sia), ma ha veramento dato una buona prova d'artista. La sua estensione non è particolarmente ampia, ma gli acuti ci sono, l'interpretazione anche, con tutte le difficoltà che ha evidenziato nell'essere addolorato, dolente, accalorato, in un crescendo e poi nel diminuendo dell'invocazione a Marullo che non appartengono alle sue doti migliori. Ma è stato un Rigoletto credibile e mi sento di tributare un giusto riconoscimento all'uomo, al cantante impegnato e generoso, all'artista.
Irina Lungu, giovane interprete di Gilda mi è apparsa una brava cantante che si fosse presentata all'esame finale, o meglio al saggio che si offre al termine degli studi al Conservatorio. Molta strada deve percorrere, molto studio deve ancora occupare gran parte del suo tempo. Ha alcune incertezze e purtroppo l'intonazione è sovente a rischio. L'aria "Gualtiero Maldè" è scivolata via, spianando tutte le difficoltà della zona centrale e salendo con relativa facilità agli acuti. Merita altre prove. Crescerà se saprà studiare, applicarsi e correggere alcuni problemi, osando anche le mezze voci, utilizzando i piani ed i pianissimi.
Gianluca Terranova purtroppo non ha offerto il meglio di quanto ci si può attendere da un professionista al Regio. Spero non si offenda, ma è stato sovente sul punto di rompersi; è uscito d'intonazione parecchie volte, anche lui non ha saputo interpretare, sfumando là dove occorre e donando un'impressione negativa: non basta cantare forte (anche se non in tono), per essere un Duca credibile. Piani e pianissimi sono completamente omessi, come alcuni passaggi che Verdi ha scritto e sono stati dimenticati. Parlo di corone, terzine, ribattute. Francamente mi dispiace. "Bella figlia dell'amore" era cantato meglio nel film "Amici miei". Ad esempio. L'aria più famosa :"La donna è mobile" è stata davvero difficile nonostante lo sforzo. Altri cantanti non verdiani, sanno offrire saggi di bravura inavvicinabili per il cantante ascoltato questa sera. In difficoltà nei duetti con Gilda, ad un certo punto ci si è domandati se era lui a portare fuori lei o viceversa. Nella seconda parte del terzo atto, per usare un'espressione non ortodossa, "ce lo siamo perso".
Laura Brioli in Maddalena è stata all'altezza degli altri: mi chiedo francamente se non si poteva scegliere un'interprete più accurata nella dizione, anche se è stata penalizzata da una regia e scenografia finale, del tutto anonima. E stranamente complicata. Molto legno, tanti armadi: nessun sacco. Sviluppo del temporale e scena successiva priva di suggestione. Se non ci fosse stata la musica di Verdi.
Andrea Papi, Sparafucile, ha superato la prova senza nulla aggiungere o togliere al risultato complessivamente mediocre, con attenuannti, dell'intera serata.
Era un Rigoletto di giovani: così è stato presentato; ne prendo atto ed a parte il Coro, l'Orchesta e Vassallo, pur con i distinguo seganalati, do' fiducia a chi ha scelto questa strada per proporre comunque un'opera che se sembrerebbe correre da sola, ha comq necessità di cantanti più bravi.
In ogni caso il titolo è di richiamo, il pubblico applaude, a volte poco convinto, in altre circostanze, con il Coro e Vassallo, avendo ragione. Io sarei indulgente." MAURIZIO DANIA

"La auspicata re-genesis di Phil Collins?" di Giulio Loiacono


"Phil Collins vuol dire Genesis….non si può partire da lui senza parlare del gruppo che lo ha abbracciato, lo ha coinvolto, lo ha fatto leader e front man indiscusso per un lungo periodo, conferendogli maturità definitiva per la sua notevole carriera solistica.
Correva l’ anno 1969 ed il mondo (non solo quello musicale) pendeva dalle labbra dei Fab Four di Liverpool; il fermento tra i quattro era perenne e già si aspettava la loro disunione definitiva. I Rolling Stones, appena nati, non erano ancora in grado di prendere il sopravvento sulla scena dello star system del rock, che avvertiva un profondo senso di rinascita interiore, proprio sulla scorta di quanto i Beatles avevano fatto.
I primi Genesis, formatisi attorno ai geniali Rutherford, chitarrista, e, soprattutto, Peter Gabriel, provengono dall'ottima ed abbiente borghesia della campagna londinese e si raccolgono nella esperienza collegiale della prestigiosa università di Charterhouse.
Il poliedrico musicista Gabriel, financo oboista di buona fama, oltre che flautista e percussionista, fornisce al trio (divenuto tale con l’ ingresso del tastierista Tony Banks) quel quid in più, dovuto ai suoi solidi studi classici e biblistici, da cui il nome della Band, di cui ne diventa il front man assoluto.
Il loro incontro con un altro ex allievo dello stesso College, Jonathan King, esperto nelle sonorità tradizionali della musica classica colta, dà una spinta definitiva al gruppo.
King, che era stato autore di alcuni apprezzati singoli, di buon riscontro, in quella Swingin’ England, introduce i tre nel mondo della discografia vera e fa da mentore indiscusso della prima fase del gruppo, in qualità di loro manager.
L’ossessione per la religione, l’atteggiamento nel trattare le tematiche sessuali con ironia e distacco nei testi di Gabriel e l’ostinazione nell’abbandonare il solco beatlesiano per avvicinarsi alle sonorità dei Bee Gees, soprattutto per iniziativa del loro manager, procurano al gruppetto, che si avvale, in questi anni, di volta in volta, di altre sporadiche collaborazioni, una serie di fiaschi commerciali, ragion per cui il gruppo decide di giubilare King.
Ma non si può tornare indietro, anche perché emerge il talento organizzativo e la personalità di Peter Gabriel, che organizza, col tempo, dei veri e propri casting completi, alla ricerca di grandi interpreti delle sue idee musicali, sempre più innovative e rivoluzionarie.
In uno di questi meeting viene selezionato il giovane Phil Collins, che rivela, fin dall’ inizio, delle notevolissime qualità, innanzitutto percussionistiche, cosa che permette al Gabriel di allontanarsi dalla postazione defilata della batteria e dalla seconda fila dei fiati per fare, a tempo pieno, l’ autore, il cantante, il totem.
La eccezionalità di Collins emerge subito; egli è in grado di tenere a mente il già buon repertorio della band, che passa, in epoca glam, di successo in successo, per merito di Gabriel, che diviene, financo, icona di stile, come diremmo noi adesso, “trasgressivo”, accompagnato da un uso, sempre più esplicito, nei testi di Gabriel, del sesso, ora sfacciato e messo in piazza.
Dopo un infortunio di Gabriel, il quale, gettatosi nel corso di un concerto tra il pubblico, ne causò il temporaneo defezionamento, i restanti Genesis meditano l’ ammutinamento da questo personaggio, oramai, ingombrante ed anche un poco scomodo, anche se garante di successi, financo in termini di “look”( celebre la testa di volpe ed il manto dello stesso animale che Gabriel indossava quasi sempre).
La miccia era già accesa: il casus belli fu un dissidio attrorno a probabili nuovi elementi della band; infatti, da una collaborazione con gli Smile ( di cui facevano parte i due quarti dei futuri Queen), Gabriel propose di inserire, come percussionista Roger Taylor. L’irrigidimento degli altri, a cominciare da Collins stesso, ovviamente, causò la rottura definitiva (1975) con Peter Gabriel, che proseguì una fortunatissima carriera solo.
Sono quelli gli anni di “The dark side of the Moon” dei Pink Floyd, che dominano la scena di quegli anni e che “spingono” i nuovi Genesis, ancora con Gabriel, al celebre “The lamb lies down on Broadway”, il loro grande LP, per il cui lancio si organizzò una tournèe in stile Pink Floyd, con grandi palchi, mezzi, luci, lasers e quant’ altro.
L’abbandono di Gabriel non provocò alcun sussulto ed i Genesis contribuirono allo sviluppo del pop rock degli anni ’80, con successi quali Invisible Touch e Sussudio; proprio da Sussudio e, soprattutto, da Aganist all Odds, lo straordinario talento teatrale e la indubbia presenza scenica di Collins, divenuto il leader indiscusso della band, lo spinsero, pur non rinnegando mai, a differenza di Gabriel, la formazione Genesis, ad una splendida carriera da solista, sino al capolavoro del 1989, Another Day in Paradise, la canzone numero uno di quell’ anno, singolo estratto dal notevole LP “But seriously”.
Il resto è quasi cronaca: le periodiche reunions con i vecchi “compagni d’ arme”, i tantissimi tours mondiali, le milionate di copie vendute sino all’ esilio dorato in Svizzera di Phil.
Ora, triste, solo, sordo, con problemi fisici, che gli impediscono di suonare la sua amatissima batteria, abbandonato dalla moglie, preoccupato di non vedere i suoi figli più piccoli, depresso ed angosciato da una situazione familiare a dir poco deprimente, ha di recente dichiarato di desiderare andar via a piedi dal mondo ed augurarsi che gli accada un incidente, grazie al quale togliersi definitivamente di mezzo. Il grido a questo punto mutuato da un noto film spieberghiano è: “SALVATE IL SOLDATO COLLINS”!
E se sarà necessario, occorrerà avviare una apposita spedizione di recupero e salvataggio di un artista incomparabile, facendogli capire la sua importanza con la sua sola presenza di indubbio riferimento di hall of famer del rock."

GIULIO LOIACONO

Dieci anni fa moriva il Maestro Giuseppe Sinopoli: Rai 5 gli dedica un ritratto il prossimo 20 aprile


Il 20 aprile 2001 moriva improvvisamente - colpito da un devastante infarto mentre dirigeva l'AIDA di Verdi alla Staatsoper di Monaco di Baviera - il grande, indimenticabile compositore e direttore d'orchestra veneziano, Giuseppe Sinopoli.
A dieci anni dalla scomparsa, mercoledì 20 aprile 2011 alle 23.15, Rai5 ricorda il Maestro con l’ “autoritratto” televisivo “Sinopoli: i tre cuori dell’uomo”, che esplora tutti gli aspetti della sua multiforme personalità. Ed è la sua stessa voce a raccontarci le sue attività di compositore, direttore d’orchestra, medico, saggista, scrittore, archeologo e promotore di straordinarie iniziative culturali.
Sinopoli racconta le profonde motivazioni degli studi che lo hanno portato a indagare la psiche umana; le emozioni che lo hanno indirizzato verso la musica, come compositore e interprete; e il desiderio di scavare alla ricerca delle radici dell’umanità, che lo ha portato verso lo studio dell’archeologia.
Tre grandi passioni. Tre grandi cuori che battono all’unisono: quello anatomico- fisiologico del medico, quello emozionale del musicista e quello più nascosto, che batte per il mito. Il tutto attraverso I’amore per l’arte, la cultura e l’interesse per la formazione dei giovani, ai quali Sinopoli si è sempre dedicato con grande impegno. Lo speciale, con la regia di Emanuele Garofalo, è arricchito da brani di opere e di concerti diretti da Sinopoli nei teatri di tutto il mondo.

L’Associazione Pugliese Editori (APE) va in Macedonia per la “PRIMAVERA DEL LIBRO” dal 12 al 17 aprile 2011


Primo appuntamento internazionale per l’Associazione Pugliese Editori (APE), costituitasi nel 2010 e della quale fanno parte ventidue soci editori pugliesi. Dal 12 al 17 aprile 2011, infatti, diversi editori aderenti all’APE saranno ospiti della manifestazione “Primavera del libro” a Skopje. La “PRIMAVERA DEL LIBRO” è il nome dell’evento che si terrà nella capitale macedone dal 12 al 17 aprile 2011, organizzato dalla Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, con la partecipazione dell’Ambasciata d’Italia a Skopje, dell’Ambasciata di Svizzera in Macedonia e dell’Università “Ss. Cirillo e Metodio” - Facoltà di Filologia “Blaže Koneski” Skopje - Dipartimento di Italianistica.
L’evento, vede l’impegno e la presenza dell’Associazione Pugliese Editori, cui si aggiunge quello della Fondazione Gramsci in Puglia (come soggetto attuatore), e, come ente organizzatore, del Centro Multi-Informativo Italiano di Skopje. Divella è lo sponsor dell'evento. Questo appuntamento arriva appena dopo Expolibro 2011 di Bari, manifestazione che ha visto la partecipazione di tutti gli aderenti all’Associazione Pugliese Editori e che ha offerto all’attenzione del pubblico ospite la varietà e, soprattutto, la vivacità del panorama editoriale della nostra regione. L’Associazione Pugliese Editori trova, grazie all’appuntamento di Skopje, una prima occasione di confronto con le realtà culturali di uno dei paesi che, al di là dell’Adriatico, guarda con attenzione reciproca la nostra produzione culturale.

Info: http://associazionepuglieseeditori.blogspot.com/

martedì 12 aprile 2011

Qui Roma: l'Ottetto d'archi dei mitici Berliner Philarmoniker è di scena sabato prossimo alla IUC


Per la stagione della "IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti" sabato 16 aprile, alle 17.30, nell'Aula Magna della Sapienza Università di Roma si esibirà l'Ottetto d'Archi dei Filarmonici di Berlino. Fondato nel 1994 da otto strumentisti (quattro violini, due viole e due violoncelli) della mitica orchestra berlinese, questo gruppo ha immediatamente conquistato la stima e l'ammirazione del pubblico e della critica internazionali, compiendo numerose tournée in Europa, America e Asia. Nell'ottetto - una formazione che sta a metà tra il gruppo da camera e la piccola orchestra - questi straordinari musicisti realizzano una perfetta unione dell'intimismo cameristico della grande cultura musicale tedesca e del suono generosamente sinfonico dei gloriosi Berliner Philharmoniker, di cui fanno parte.
Aprono il concerto in formazione ridotta, per presentare una delle più affascinanti pagine cameristiche dell'epoca romantica, il Sestetto n. 1 in si bemolle maggiore op. 18 di Johannes Brahms. Composto nel 1860, a ventisette anni, è un'opera giovanile e ha tutta la spontaneità e la tenera poesia della giovinezza (in Germania è noto come "Sestetto della primavera") ma allo stesso tempo è una partitura scritta con la padronanza tecnica e la maestria proprie di questo autore. Brahms ne fece anche una riduzione per pianoforte a quattro mani, che eseguiva privatamente con l'amata Clara Schumann.
Segue il Sestetto tratto da Capriccio, l'ultima opera di Richard Strauss, rappresentata per la prima volta nel 1942 nel teatro di Monaco di Baviera, poco prima che venisse distrutto dalle bombe. Come per distogliere lo sguardo dagli orrori della guerra, quest'opera è volutamente anacronistica, con la sua galante ambientazione settecentesca e con le sue sottili disquisizioni sull'arte. Nella finzione il Sestetto è una musica scritta da uno dei protagonisti, il compositore Flamand, che nell'opera ha il compito di difendere la supremazia della musica sulla poesia: è una musica che nella trasparenza e nell'eleganza e nella sinuosità capricciosa delle linee si finge settecentesca ma ha tutto l'afflato tardoromantico che Strauss, nato nel 1864, mantenne anche nei suoi ultimi anni.
In conclusione l'Ottetto in mi bemolle maggiore op. 20 di Felix Mendelssohn, stupefacente testimonianza del genio d'un ragazzo di sedici anni. È una musica piena di slancio, di foga e di passione: particolarmente affascinante è lo "Scherzo", che ha le stesse atmosfere magiche e fatate delle musiche scritte da Mendelssohn per il "Sogno d'una notti di mezza estate" di Shakespeare. Infotel.06 3610051/2

Qui Parma: "Cent’anni fa, il Manifesto della musica futurista", con il musicologo Niccolò Paganini


Ancora un “Centenario virtuale” alla Casa della Musica per il programma degli incontri di “Parlare (di)musica”: proseguendo infatti nella carrellata sui grandi avvenimenti musicali succedutisi nel 1911, il calendario de “Un centenario virtuale – la musica nel 1911” continua infatti il prossimo giovedì 14 aprile, come sempre alle ore 18 e ad ingresso libero, con “Il manifesto della musica futurista”. Con questo documento Francesco Balilla Pratella compendia i princìpi della musica futurista, uno dei tanti canali nei quali si estrinsecò quella importante rivoluzione artistica tutta italiana. Ecco solo alcune delle “Conclusioni” di quel manifesto: «1. Convincere i giovani compositori a disertare licei, conservatori e accademie musicali, e a considerare lo studio libero come unico mezzo di rigenerazione. 2. Combattere con assiduo disprezzo i critici, fatalmente venali e ignoranti, liberando il pubblico dall'influenza malefica dei loro scritti. Fondare a questo scopo una rivista musicale indipendente e risolutamente avversa ai criteri dei professori di conservatorio e a quelli avviliti del pubblico. 3. Astenersi dal partecipare a qualunque concorso con le solite buste chiuse e le relative tasse d'ammissione, denunziandone pubblicamente le mistificazioni e svelando la incompetenza delle giurie, generalmente composte di cretini e di rammolliti. 4. Tenersi lontani dagli ambienti commerciali o accademici, disprezzandoli, e preferendo vita modesta a lauti guadagni per i quali l'arte si dovesse vendere».
A parlare di questo rivoluzionario manifesto sarà Niccolò Paganini, un nome ben conosciuto nell’àmbito dell’attività di divulgazione della Casa della Musica, cui partecipa attivamente da molti anni. Insieme agli studi svolti al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, ha conseguito, con il massimo dei voti e la lode, la laurea in Lettere moderne con indirizzo musicologico presso l’Università degli Studi di Parma. Ha tenuto numerosi corsi di educazione musicale, di storia della musica, di canto corale, tastiera e chitarra presso scuole di ogni ordine e grado della provincia di Parma ed è molto attivo come direttore di diversi cori. E’ direttore artistico dell’Associazione Cori parmensi e dell’Associazione San Benedetto. Inoltre, organizza da molti anni due importanti rassegne corali: “Scuole in…coro!” e “Festival di cori “Adolfo Tanzi”. Si ricorda che l’ingresso all’incontro è gratuito, previa l’iscrizione che può essere effettuata il pomeriggio stesso. Altre informazioni sull’attività della Casa della Musica sono sul sito: www.lacasadellamusica.it

lunedì 11 aprile 2011

Caloroso successo per il Duo Tomaszewski-Nogaeva che ha chiuso in bellezza la rassegna 2011 di MIRARTE


Un convincente, caloroso successo ha siglato l'ultima serata-evento musicale della bella stagione dell'associazione culturale Mirarte, presso l'auditorium Vallisa di Bari. Protagonisti il violinista Tomasz Tomaszewski, konzertmeister dell'Orchestra della Deutsche Oper di Berlino e la pianista russa Elena Nogaeva, che insieme costituiscono un Duo di autorevole prestigio sulla scena musicale internazionale. Va detto che il concerto era in esclusiva italiana per Mirarte.
Eccellenti, godibili, limpide si sono rivelate le interpretazioni di Tomaszewski e della Nogaeva, della Sonata in fa maggiore "La Primavera" di Beethoven e di altre splendide pagine del romanticismo tedesco; tra cui, in particolare, si ricordano le vibranti letture del Fantasiestucke op. 73 di Schumann e dello Scherzo in do minore di Brahms. A chiudere in bellezza due lavori poco noti ma di raro coinvolgimento emotivo del violinista e compositore polacco Henryk Wieniawski (nella foto, Legenda op. 17 e una Mazurca)che hanno scatenato l'entusiasmo del numeroso pubblico presente, inducendo i due artisti ad inanellare in un magico crescendo alcuni intriganti ed apprezzati bis. Il concerto è stato preceduto da una breve guida all'ascolto del critico Alessandro Romanelli.

Il compositore Giovanni Tamborrino tiene stasera una conferenza nella Chiesa di Santa Cecilia a Bari


Giovanni Tamborrino (nella foto), musicista pugliese originale ed innovativo che sta affidando la sua ricerca musicale al sacro, convinto che questo sia l’unico percorso per le arti di esprimere l’autenticità dell’Uomo, è il protagonista dell’undicesimo appuntamento delle Conferenze del Lunedì presso la Chiesa di Santa Cecilia in via Dante 386 a Bari - questa sera alle ore 19,45.
Il titolo scelto dal compositore laertino per la sua conferenza-testimonianza è “Donare il senso. L’arte che resiste a se stessa”.
Viviamo una sorta di umanesimo "malato", dice Tamborrino, che vuole affermare la centralità assoluta di un uomo la cui interiorità sia fatta a pezzi dalle regole dell’economia. Per essere un buon compratore bisogna essere nevrotici, instabili, incontentabili, insomma malati dentro.
Non ci deve essere un Dio che consola, che da' pace. Non ci deve essere Religione, né Arte, Filosofia o Cultura. Ovvero le “Scienze dello Spirito” che possano rendere l’uomo più sereno, meditativo, amorevole devono essere soppresse.
L’aggressività verso gli altri è una delle disastrose conseguenze di questa forma di società.
Le Conferenze del Lunedì, promosse dalla Scuola Diocesana di Comunicazioni Sociali “don Vito Marotta”, in collaborazione con Ed INSIEME, sul tema più generale “Comunicare l’uomo, comunicare Dio. Nelle arti e nelle professioni”, si avvalgono del Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Bari e dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia.
L’iniziativa intende sviluppare momenti di riflessione sulle tematiche delle comunicazioni sociali aprendo le comunità parrocchiali al confronto con le vitalità culturali del territorio, e richiamare i laici cristiani al senso profondo della testimonianza di Dio nella loro pratica professionale quotidiana.

MOZART E SALIERI di Rimski-Korsakov con l'OSN della Rai a Lugano e Torino


La prematura scomparsa di Mozart è sempre stata oggetto di fantasie: la partitura del leggendario "Requiem" lasciata incompleta, un committente misterioso e anonimo descritto come “un uomo alto, magro e vestito di grigio”, le tesi del complotto ordito dalle logge massoniche infastidite per il trattamento riservato loro nel "Flauto magico", e non ultimo una serie di indiscrezioni pubblicate sui giornali locali che facevano riferimento a un “gonfiore post-mortem” del cadavere del compositore, riferibile al veleno.
Tutte congetture poi smentite dalla Storia, ma all’epoca alimentate da una nascente sensibilità romantica, che cercava figure di uomini straordinari tanto nell’arte quanto nella vita. In questo contesto Antonio Salieri tornò particolarmente utile: il compositore italiano si era guadagnato la fama di invidioso, e a Vienna non tardò a spargersi la voce che l’avvelenamento di Mozart fosse opera sua.
Fu Alexsandr Puškin nel 1830 a dare sostanza letteraria a queste fantasie, con una piccola tragedia intitolata "Mozart e Salieri", tutta giocata sulla vicenda dell’avvelenamento di Mozart. E spettò a Nikolaj Rimskij-Korsakov il compito di trasformarla in un’opera, proposta in forma di concerto dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai venerdì 15 aprile alle 21 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino. Sul podio il direttore americano Ryan McAdams; mentre il tenore Paolo Fanale e il basso Vladimir Baykov sono impegnati rispettivamente nei ruoli di Mozart e Salieri.
Preziosissimo il cameo del grande Vadim Repin nel ruolo del violinista cieco; il virtuoso siberiano è impegnato anche nella prima parte della serata, con il Concerto per violino e orchestra di Pëtr Il’ič Čajkovskij, che segue l’Ouverture su temi ebraici op. 34b di Sergej Prokof’ev.
Il concerto è anticipato giovedì 14 aprile alle 20.30 al Palazzo dei Congressi di Lugano, nell’ambito del Lugano Festival, e replicato a Torino sabato 16 aprile alle 20.30.
Mercoledì 13 aprile alle 18.30, presso le Librerie Coop di piazza Castello 113, l’Associazione “Amici dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai” organizza un incontro con ingresso libero nel quale il compositore Michele dall’Ongaro, Sovrintendente dell’Orchestra Rai, affronta il tema “Mozart e il denaro: un rapporto difficile”, con interventi musicali a cura del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino.
Le poltrone numerate per i concerti Rai a Torino, da 30 a 15 euro (ridotto giovani per i nati dal 1981) sono in vendita sia online sia presso la biglietteria dell'Auditorium Rai. Un'ora prima dei due concerti sono messi in vendita gli ingressi non numerati a 20 e 9 euro (ingresso giovani per i nati dal 1981).
Informazioni: 011.8104653 - biglietteria.osn@rai.it - www.osn.rai.it.

venerdì 8 aprile 2011

Stefano Bollani in concerto domani sera al Petruzzelli per la Camerata Musicale Barese


Grande appuntamento con il Jazz, domani sera alle 21 al Teatro Petruzzelli con il pianista milanese Stefano Bollani (nella foto), giudicato dalla critica una delle personalità musicali più importanti del mondo, soprattutto alla luce dei suoi più recenti successi discografici (in particolare con un "tutto Gershwin" strabiliante) e concertistici con il maestro Riccardo Chailly e la straordinaria Orchestra del Gewandhaus di Lipsia.
Bollani torna dunque domani al Petruzzelli (probabile il tutto esaurito) per la Camerata Musicale Barese. Tredici anni fa un referendum tra i giornalisti a cura della rivista specializzata “Musica Jazz” lo proclamò il miglior nuovo talento del 1998.Dal gennaio 2009 è autore di tutte le sigle del palinsesto di “Radio Rai 3”.
Il 15 luglio 2010 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa della Berklee College of Music, con solenne cerimonia a Umbria Jazz, Perugia.
E’ il penultimo appuntamento della 69ª Stagione, che si concluderà il 29 aprile, sempre al Petruzzelli con il celebre pianista Aldo Ciccolini.
Per informazioni rivolgersi presso gli uffici della Camerata Musicale Barese, Via Sparano 141 infotel 080/5211908, Box Office c/o La Feltrinelli, Botteghino del Teatro Piccinni e Bar Dona Flor in Via S. Cognetti a Bari.

"Sull'ali di Verdi": il nuovo spettacolo di Mariagrazia Pani stasera in prima assoluta a Gioia del Colle


Maria Grazia Pani, che a marzo 2011 ha riscosso un grandissimo successo nel ruolo di Madama Butterfly al Teatro Cantero di Chiavari, presenta il suo nuovo spettacolo “Sull' ALI di VERDI” in onore delle Celebrazioni per l'Unità d'Italia che debutterà in “Prima assoluta” questa sera al Teatro Santa Lucia di Gioia del Colle per la Stagione dell'Orchestra della Magna Grecia di Taranto.
La Pani dipinge un grande affresco dedicato agli anni e agli uomini che hanno fatto la storia dell'Italia risorgimentale e in particolare a Cavour e al compositore italiano per eccellenza: Giuseppe Verdi.
Verdi visse in prima persona le trasformazioni e le paure di una nazione sanguinante partecipando attivamente alla vita politica. La sua opera di musicista e di cittadino aiutò la diplomazia e la lotta. In quegli anni fu creato dal popolo l'acrostico “VIVA V.E.R.D.I” Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia e servì ai partigiani della monarchia sabauda per tracciare sui muri delle città occupate dagli austriaci il loro grido di libertà.
Verdi rappresentò a Torino la città di Busseto per il plebiscito per l'annessione al Piemonte. Eletto deputato nel 1861, devoto a Cavour, ne segui le direttive con attenzione.
“Sull'Ali di Verdi” vede in scena oltre a Maria Grazia Pani, in veste anche di soprano oltre che di autrice, il noto baritono verdiano Valentino Salvini , e la voce recitante dell'attore Ivan Dell'Edera. Dirige l'Orchestra della Magna Grecia il Maestro Ettore Papadia.
La colonna sonora si snoda attraverso famose arie e duetti tratti dalle opere verdiane: Nabucco, Macbeth, Un ballo in maschera, Don Carlo, Aida e Traviata.

Cresce l'attesa per la prima mondiale de "Lo stesso mare" di Fabio Vacchi il prossimo 28 aprile al Teatro Petruzzelli


Giovedì 28 aprile, alle 20.30 al Teatro Petruzzelli di Bari andrà in scena la prima dell’opera contemporanea “Lo stesso mare”, per la regia di Federico Tiezzi e la direzione musicale di Alberto Veronesi.

L’opera composta da Fabio Vacchi (nella foto è insieme al sovrintendente Vaccari), tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore israeliano Amos Oz, è una nuova produzione della “Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari”.

Martedì scorso Vacchi ha incontrato per la prima volta l’Orchestra del Petruzzelli assistendo alle prove dirette dallo stesso Veronesi.
“Un organico meraviglioso - ha affermato Vacchi - Questa orchestra è l’espressione di un Sud che cresce”.
“La musica di Fabio – ha sottolinea Veronesi - è una originale sintesi storica ed etnica. Vi abbiamo struggente lirismo post-berghiano, complessità ritmica post-stravinskiana, echi di melodie yiddish, echi di canti di Muezzin, maestria nelle tecniche strumentali contemporanee, esatta percezione del risultato timbrico-armonico, scrittura vocale fluente. Fabio Vacchi è uno dei grandi maestri della scrittura musicale contemporanea”.
“Ho preso alla lettera il desiderio espresso da Oz che quest’opera diventasse la celebrazione di un’“orgia affettiva”- spiega Vacchi- nella quale i personaggi superassero censure e moralismi nel nome della tolleranza, della condivisione, dell’apertura all’altro. Oz ha teorizzato il compromesso nella sfera politica, filosofica, erotica, dando voce al mio orrore per i dogmi etici, politici, religiosi e dunque anche estetici. Come nel romanzo i personaggi non vengono divisi, ma uniti dalla contraddizione delle loro vite e dal dualismo intrinseco all’esistenza - compresa la possibilità di amare più persone contemporaneamente “con lo stesso dolore e senza tradirne nessuna”, come dice Gabriel Garcia Marquez in Memoria delle mie puttane tristi- così ho cercato di dar vita a un’opera che desse unità e senso a tendenze tanto differenti quanto radicate in una storia comune: tradizione e ricerca, influssi etnici e storia del teatro musicale occidentale, con tutta la sua varietà, dal melodramma al melologo, dal Singspiel alle esplorazioni dell’avanguardia”.
A firmare le scene Gae Aulenti, i costumi Giovanna Buzzi, le luci Gianni Pollini. Ad arricchire l’impianto scenico le videoproiezioni saranno curate da Antonio Giacomin.
Centrale il ruolo delle voci narranti Sandro Lombardi, Giovanna Bozzolo e Graziano Piazza che scandiranno il ritmo della rappresentazione.
Julian Tovey (baritono) sarà Albert, Yulia Aleksyuk (soprano) canterà Dita, Chiara Taigi (soprano) interpreterà Bettin, Sabina Macculi (soprano) sarà Nadia, Giovanna Lanza (contralto) sarà Miriam, Stefano Pisani (tenore) canterà Ghighi, Danilo Formaggia (tenore) sarà Dobi.
L’assistente alla regia sarà Giovanni Scandella, l’assistente per la drammaturgia Fabrizio Sinisi, gli assistenti scenografi Greta Podestà, Nina Artioli.
Lo spettacolo gode del patrocinio dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele.
Il “main sponsor” dell’evento è la Natuzzi Group.
In replica sabato 30 aprile alle 18.00 e lunedì 2 maggio alle 20.30. Informazioni: 080.975.28.40.

L'Orchestra della Provincia di Bari diretta dal polacco Bockman suona domani nella Chiesa di San Sabino


Domani, sabato 9 aprile 2011 alle ore 21.00, in attesa di rientrare nell'Auditorium "Nino Rota" (si "mormora" entro la fine del 2011), l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari gira e suona per... chiese. Questa volta sarà a San Sabino, sempre a Bari, dove domani si esibirà in un concerto dedicato a musiche di Cherubini, Schubert e Ciaikovskij diretto dal maestro polacco Leszek Wictor Bockman(ingresso libero. Infoline: 080.5412302).
La serata si aprirà con l’esecuzione di “Anacreonte“, ouverture di Luigi Cherubini (1760 – 1842). Opéra ballet in due atti su libretto di C. R. Mendouze, “Anacreonte“ ebbe la sua prima rappresentazione all’Opéra di Parigi il 4 ottobre del 1803. Caratteristica di quest’opera, che segnò il ritorno dell’autore al repertorio serio dopo anni di successi nel campo dell’opéra-comique, è di essere completamente musicata, priva cioè di dialoghi parlati. E in questo senso, c’è chi ha visto un debito dell’autore con il sinfonismo della scuola viennese e in particolare con autori quali Mozart e Haydn. Sta di fatto che, se l’opera si rivelò un fiasco e dovette essere smontata dopo appena sette repliche, le sue parti orchestrali, a cominciare dall’ouverture, ne rappresentano i momenti più interessanti per la raffinatezza della loro scrittura, tesa a mettere in primo piano l’orchestra e gli strumenti, conferendo loro un ruolo da veri protagonisti.
Sarà, poi, la volta della Sinfonia n. 4 in do minore “La Tragica” di Franz Schubert (1797 - 1828). Composta nel 1816, anno in cui peraltro l’autore attese anche alla realizzazione della Quinta, la Quarta Sinfonia sembra voler rievocare reminiscenze beethoveniane e fu definita “Tragica” dallo stesso Schubert.
La prima esecuzione pubblica di questa Sinfonia si tenne a Lipsia il 19 novembre del 1849.
Ultimo lavoro in programma è la Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di Ciaikovskij
(1840 - 1893). Con la Quarta Sinfonia, del 1878, si può dire che Ciaikovskij abbia raggiunto la piena maturità compositiva in ambito sinfonico, realizzando un’opera intensa espressivamente, ma al contempo omogenea nello sviluppo. La Quarta Sinfonia fu eseguita per la prima volta a Mosca, il 4 marzo del 1878, sotto la direzione di Nikolaj Rubinstein.

giovedì 7 aprile 2011

Con il prestigioso Duo Tomaszewski-Nogaeva sabato si conclude in Vallisa la stagione concertistica 2011 di MIRARTE


Si concluderà sabato 9 aprile, alle 21, presso l'Auditorium Vallisa di Bari, la bella stagione concertistica 2011 dell'Associazione Culturale Mirarte. Si esibirà il grande violinista polacco Tomasz Tomaszewski (nella foto), primo violino e "spalla" dell'Orchestra della Deutsche Oper di Berlino, accompagnato dalla pianista russa Elena Nogaeva. In programma musiche di Beethoven, Joachim, Brahms, Schumann e Wieniawski. Il concerto sarà preceduto da una breve guida all'ascolto del critico musicale Alessandro Romanelli. Biglietti in vendita presso "Progetto Vallisa" (via Vallisa 24, Bari).
Infotel: 348.376.61.30.

Domani presso la biblioteca regionale pugliese parte l’ottava edizione di "Building Apulia"


Parte, domani venerdì 8 aprile, alle 11, l’ottava edizione di “Building Apulia: Costruendo l’identità della Puglia”, “la Puglia che scrive, che edita, che parla di sé”, l'originale rassegna promossa dal Servizio Biblioteca e Comunicazione Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia.
Il primo appuntamento è dedicato al 150° anniversario dell’Unità d’Italia; saranno presentate tre opere: “Uniti per forza” di Federico Pirro, Edizione Progedit; “Risorgimento, brigantaggio e questione meridionale” di A. Lucarelli, G. Esposito. V.A. Leuzzi, Edizione Palomar e “150 anni di Italia” di Tommaso Francavilla, Edizione Iride Genusia.
Testimonial della giornata Felice Blasi, editorialista del Corriere del Mezzogiorno. Modererà l’incontro Stefano Savella, giornalista e direttore di "Puglia Libre". L’appuntamento è per domani presso il Servizio Biblioteca e Comunicazione Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia, in Via Giulio Petroni 19/a, Bari. Web: www.bcr.puglia.it

Domani a Martina Franca c'è il terzo appuntamento con "A SCUOLA CON IL FESTIVAL"


Domani a Martina Franca, alle 18.30, terzo e penultimo appuntamento del ciclo "A Scuola con il Festival". Con l’obiettivo d’incentivare la formazione del pubblico, soprattutto in relazione ai titoli in programma nell’edizione 2011 del Festival della Valle d'Itria, la Fondazione Paolo Grassi intende promuovere, come lo scorso anno, un ciclo d’incontri a cura di Daniela Rota, docente di Storia ed estetica della Musica presso l’Istituto di Alta Formazione Musicale “Giovanni Paisiello” di Taranto, per conoscere ed approfondire quelle che saranno le tematiche principali della prossima edizione del Festival.
In un’ottica interdisciplinare, attenta alle relazioni intercorse tra la musica e le altre manifestazioni del pensiero e della cultura, verranno analizzati alcuni titoli in cartellone nella 37ª edizione del Festival.
I quattro incontri, aperti a tutti, di cui il primi due già tenuti venerdì 25 Marzo e venerdì 01 Aprile, si terranno presso l’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi (Via Metastasio, 20 - Martina Franca). I primi due incontri (25 marzo – 1 aprile) sono stati incentrati sul tema: “Vienna, gli anni ’10, il tramonto dell’Impero e la fine della belle époque: L’anello di Policrate di Erich Wolfgang Korngold”, mentre i restanti due (8 e 15 aprile) avranno come argomento: “Berlino, gli anni ’20, la Repubblica di Weimar e il sogno di un’arte socialmente utile: Il regno segreto di Ernst Krenek”. La frequenza di tutti gli incontri darà diritto ad un Attestato di Partecipazione e ad agevolazioni per assistere agli spettacoli del Festival.
Per ulteriori informazioni: tel.080/4306763 - info@fondazionepaolograssi.it.

mercoledì 6 aprile 2011

Fondazione Petruzzelli: Nuccio Altieri è il nuovo vicepresidente


Il Consiglio di Amministrazione della “Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari” ha conferito all’unanimità, su proposta del presidente, nonchè sindaco di Bari, Michele Emiliano, al consigliere di amministrazione avvocato Onofrio Sisto le deleghe relative al Contenzioso, alla Gestione del Personale ed ai Rapporti con il Ministero dei Beni Culturali.
A fronte di tale nuovo gravoso impegno l’avvocato Sisto ha ritenuto di rimettere al C.d.A. la vice presidenza dell’ente. Il Consiglio ha dunque designato nuovo vice presidente della Fondazione il dottor Nuccio Altieri (nella foto), in rappresentanza della Provincia di Bari.
Il presidente Michele Emiliano ha auspicato che questo atto di riconciliazione e buona volontà da parte di tutti i protagonisti della Fondazione, restituisca al C.d.A un ruolo strategico nella pianificazione culturale pugliese e nazionale.
A tal fine si augura che il Consiglio di Amministrazione costituisca il luogo neutro di sintesi politica e che al più presto possa essere ricevuto dal Ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto per discutere delle specifiche esigenze della Fondazione Petruzzelli.
“Abbiamo oggi l’opportunità di fare della Fondazione Petruzzelli un nuovo modello di ente lirico in Italia. – ha dichiarato il neo eletto Altieri - Il Petruzzelli rappresenta la bandiera della cultura pugliese nel mondo e la migliore sinergia tra tutti i soci fondatori, Comune, Provincia, Regione e Governo Nazionale, può fare di questo politeama un nuovo volano di sviluppo ed un punto di riferimento internazionale”.

Una "Nona" di Mahler memorabile per Antonio Pappano e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia al Parco della Musica di Roma*


Nel 1912 il compositore austriaco Alban Berg scriveva alla moglie: “Ho suonato di nuovo la Nona sinfonia di Mahler. Il primo movimento è la cosa più splendida che Mahler abbia scritto. E’ l’espressione di un amore inaudito per questa terra, del desiderio (Sehnsucht) di vivere in pace con la natura e di poterla godere fino in fondo, in tutta la sua profondità, prima che giunga la morte. Perché essa arriva senza scampo.” L’entusiasmo di Berg per la sinfonia mahleriana corrisponde in pieno a ciò che da spettatori consapevoli abbiamo potuto godere al Parco della Musica di Roma sabato scorso, ascoltando questa meravigliosa partitura nella grande (circa 2800 posti a sedere) Sala Santa Cecilia completamente gremita di pubblico.
A dirigerla c’era, sul podio dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Antonio Pappano, che sin dal maggio 2010 ha inaugurato un ciclo integrale di esecuzioni dell’intero corpus sinfonico mahleriano, con l’ausilio anche di direttori del calibro di Valery Gergiev e Mikko Franck che si concluderà nel novembre 2011 con la Settima Sinfonia.
Lo scopo? Divulgare la musica di Gustav Mahler a cavallo delle celebrazioni del 150° anniversario della nascita (1860-2010) e del centenario della morte (1911-2011). Un’impresa che sta suscitando clamorosi successi a ripetizione (tanti i giovani presenti), anche grazie ad un’orchestra, quella di Santa Cecilia, che negli ultimi anni ha conosciuto una crescita qualitativa davvero straordinaria.
Un merito quest’ultimo da ascrivere, senza dubbio, anche a Myung-Whun Chung, il direttore musicale del complesso sino al 2005 e poi naturalmente al maestro inglese Antonio Pappano che ne ha preso le redini e da allora ha lanciato l’orchestra capitolina nella sfida discografica propostagli dalla prestigiosa etichetta Emi Classics con l’incisione di alcuni importanti capisaldi della letteratura sinfonica e operistica. Pensiamo al Requiem di Verdi, ai poemi sinfonici di Ottorino Respighi, alle tre più celebri sinfonie di Ciaikovskij ed al Guglielmo Tell di Rossini, che sarà presto disponibile nei migliori negozi di dischi.
L’esecuzione strepitosa dell’altra sera di una sinfonia, va detto, di rara difficoltà tecnica ed interpretativa come la Nona di Mahler non ha fatto altro che confermare i passi da gigante che questa compagine ha compiuto in questi ultimi anni, collocandosi a nostro sommesso parere tra le migliori in Europa.
Se l’interpretazione del primo movimento ha destato, in accaniti mahleriani come lo scrivente, qualche perplessità in ordine ai tempi un po’ frenati di Pappano, nei tre successivi (ed in particolare nel Rondò-Burleske e nell’Adagio finale) la lettura è stata sensazionale e travolgente per brillantezza sonora e chiarezza nella concertazione, di maniacale perfezione, del tortuoso percorso narrativo dell’ultima sinfonia completa del grande Gustav.
Di commovente e lacerante bellezza l’adagio finale, che è divenuta l’autentica apoteosi dell’interpretazione mahleriana di Pappano. Notevole contributo al grande successo della serata si deve alle “prime parti” dell’orchestra romana, che lo stesso Pappano dopo quasi un quarto d’ora di applausi ha fatto alzare una ad una per ricevere le grate ovazioni del pubblico. Alla fine coda di rito nel foyer per farsi firmare da Pappano gli autografi del cd della Seconda Sinfonia di Sergej Rachmaninov appena uscito per la Emi Classics. * (pubblicato da "LSD Magazine" il 5 aprile 2011)

"L'Anna Bolena alla Staatsoper di Vienna: una gara tra stelle del belcanto" di Maurizio Dania


"Grande spettacolo a Vienna con la splendida opera di Donizetti. Anna Bolena era Anna Netrebko. Ottima prestazione anche se qualche problemino si è ascoltato; ad esempio pare sia cambiata la tecnica di respirazione della signora che ha messo su qualche chiletto di troppo, dopo aver dato alla luce un figlio. Può essere anche che la muscolatura debba riacquistare elasticità e tonicità. Però canta molto meglio di quanto al suo apparire molti pensavano e ne preconizzavano una breve carriera. Scrissi allora che era più brava della Kathleen Battle: non molti furono d'accordo. L'ho sentita cantare a New York: in teatro come si sa, ed è sempre banale, ma utile ricordarlo, l'effetto è diverso.
Non sono d'accordo sulle critiche apparse qua e là, nei confronti di Elina Garanca. Non sono solo ammaliato dalla bellezza della figura, ma anche dal suo modo di porgere il suono. Forse ha lavorato troppo sul versante della ricerca di una perfezione che in certi passaggi, l'ha messa in difficoltà. A volte sporcare una nota può essere dal punto di vista drammatico e teatrale, meglio che non emetterla perfettamente. Può anche essere stata indugiante nell'affrontare alcune note, (soprano in nuce o mezzosoprano alto?), però il duetto « Sul suo capo aggravi un Dio » è stato a mio avviso un momento di grande teatro vocale e musicale. Tenore: vero è che Meli allarga troppo i centri, con conseguenze sugli acuti: dovrebbe limitare lo sforzo ed apprendere da Kunde quanto i suoi esordi rossiniani possano essergli utili, per una più accorta gestione dell'emissione. E' anche una questione di appoggio. Però la voce è bella, anzi molto bella: anche lui ha cambiato il modo di cantare; è giovane, e finalmente può esprimere ciò che probabilmente ha sempre sentito di voler e poter esprimere sul versante del colore, utilizzando un timbro naturale che è, a mio parere, di livello. Non è banale, è intelligente. Migliorerà ancora. D'Arcangelo ha ottenuto un meritato successo personale. Si vuole poi dimenticare Elisabeth Kulman? Una parte quella di Smeton che a volte viene trascurata. Il mezzosoprano austriaco ha portato luce sul palcoscenico dove già brillavano le stelle, dimostrando che il successo riportato a Salisburgo nel 2010, dove cantò Orfeo nell'opera di Gluck, non era affatto casuale. Per cui concludendo, a me l'opera è piaciuta: il successo è stato quasi più estetico che vocale; a partire dalla regia, elegante. Grande effetto quindi anche mediatico. La Bolena si conferma un'opera difficile da cantare e lo fu anche quella mitica con la Callas. Grande interprete fu la Simionato e forse con le debite distinzioni, fu già allora più la "sua" Bolena.
Tagli: si è sempre tagliata molto la Bolena; si è sempre tagliato molto ovunque. E' importante? Se si, lo è anche il cantare nella giusta tonalità.
E alla Scala, negli ultimi trent'anni, in tono la parte della Netrebko, l'ha cantata solo un soprano. Altre interpreti di riferimento furono Beverly Sills, Joan Sutherland (a carriera avanzata), Leyla Gencer e, ovviamente, Montserrat Caballé.
In ogni caso per chi c'era, il 2 aprile, valgono le parole scritte e riassunte dall'Ansa:" Trionfo alla prima alla Staatsoper ieri sera a Vienna di Anna Bolena, quintessenza del Belcanto ".
Splendida l'orchestra, Pidò superati i problemi che aveva a Dresda, ha diretto e concertato con sapienza, entusiasmo e gioia." MAURIZIO DANIA