venerdì 7 dicembre 2012

Caloroso successo ieri sera per Carlo Rizzari e l'Orchestra del Petruzzelli che hanno inaugurato il ciclo sinfonico beethoveniano


Un'orchestra ha bisogno di crescere e può farlo solo a piccoli passi. L'orchestra della Fondazione Petruzzelli è composta per lo più da giovani musicisti. A maggior ragione, va per questo motivo sostenuta e soprattutto apprezzata per i generosi sforzi che ci sta mettendo. Ieri sera, al Politeama, sul podio della compagine barese e per inaugurare il ciclo sinfonico beethoveniano, c'era Carlo Rizzari, giovane e talentuoso maestro, che sin dal 2006 è assistente del celebre maestro Antonio Pappano presso l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma.
In questi anni ha ricevuto lusinghiere critiche per le prove offerte con numerose orchestre italiane ed internazionali; e ben si nota dall'autorevolezza del gesto che è sicuramente un direttore d'orchestra che nel tempo saprà meritatamente affermarsi. La Quinta e la Settima sinfonia di Beethoven, d'altra parte, pur essendo pagine popolarissime tra gli appassionati, costituiscono sempre un banco di prova, un esame piuttosto credibile sulle qualità oggettive e la solidità di un'orchestra. In questa fase di rodaggio, in cui è poi necessario trovare un proprio sound, l'amalgama e l'affiatamento tra musicisti che non si conoscono, la capacità di ascoltarsi, la presenza di direttori giovani e motivati come Rustioni, lo stesso Rizzari e poi a seguire altri maestri che calcheranno il podio del nostro Petruzzelli, risulta e risulterà davvero preziosa  per restituire a Bari un'orchestra degna dello storico teatro ricostruito con tanta fatica e tanti danari.
Le due esecuzioni di ieri, a parte qualche veniale imprecisione, sono sembrate entrambe di buon livello. Rizzari ha conferito leggerezza e trasparenza alle partiture beethoveniane, curando con certosina attenzione le dinamiche (sopratutto nella Settima Sinfonia) e le articolazioni melodiche e armoniche dei due capolavori beethoveniani. Più sicure le sezioni della famiglia degli archi, meno brillanti del solito gli ottoni. Il pubblico, ben più numeroso dell'ultima volta, ha molto gradito la presenza di una camera acustica montata sul palcoscenico. La stessa ha di certo consentito, soprattutto in platea, un sensibile miglioramento dell'acustica. Successo caloroso e convincente. Il prossimo 13 dicembre sarà la volta di Daniel Cohen alle prese con ben tre sinfonie in una sera: la 2, la 4 e la 6. In bocca al lupo!

8 commenti:

  1. Non sono d'accordo! La prova dell'orchestra è stata deficitaria. Errori negli attacchi, ottavino da licenziare e prova scandalosa dei fiati. Il pubblico barese ed il Petruzzelli avrebbero bisogno di un'orchestra di maggior spessore. Ed il problema è a monte. Non si può pretendere di attirare musicisti di valore con contratti a termine. Chi abbandonerebbe un posto fisso in un'orchestra stabile di provincia per un salto nel buio? D'altronde, la stessa direzione non mi ha convinto. La melodia è risultata spesso "staccata". Mi auguro che con un maggior affiatamento la situazione possa migliorare, ma ripeto, con le orchestre "a tempo" non si va da nessuna parte.

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo sul discorso dell'orchestra "a tempo". Almeno per il momento non resta che sostenere i ragazzi di questa nuova orchestra che (PER CONTRATTO) non ha futuro, purtroppo. Perché il problema non è aspettare che cresca, ma che una volta cresciuta si ricomincerà da capo con un'altra. Non è questo il modo di dare lustro ad un teatro.
    Comunque, continuando a sostenere la legalità di questa orchestra che farà sicuramente sempre meglio, speriamo che fra tre anni bandiranno un concorso.

    RispondiElimina
  3. Concordo in parte con jadransko e in parte con Romanelli.
    Romanelli: Mi sembra esagerato "Caloroso successo ieri sera...", al massimo gli applausi si potevano definire di supporto morale. Non si può chiedere ad un pubblico PAGANTE di avere pazienza perchè l'orchestra deve crescere a piccoli passi; O si propone una compagine che abbia già uno spessore, come accadde tre anni fà, e quindi farla crescere è stato un piacere per tutti (pubblico PAGANTE, direttori ospiti e gli stessi artisti che la componevano), o si regalano i biglietti affinchè la sensibilità del pubblico sia indirizzata verso il lato materno...
    Devo continuare a dissentire sul tuo giudizio in merito all'esecuzione di ieri, le imprecisioni sono state tante e non distribuite in maniera omogenea per l'intero concerto. L'esecuzione della 5° è stata abbastanza buona ed uniforme anche se l'orchestra non era in grado di reggere un ritmo costante specialmente quando veniva alternato fra gli archi e i fiati. Nella 7° invece è franato il terreno sotto i piedi di tutta l'orchestra, sin dalla prima nota della sinfonia si è visto o meglio ascoltato il buongiorno. Da allora in poi la sezione dei fiati è risultata essere completamente disastrata, veniva voglia di aprire un banco scommesse su chi avrebbe sbagliato la prossima nota o attacco. Come per contagio abbiamo assistito anche ad un gravissimo errore del primo violino, ma a lui si perdona tutto, vero?
    jadransko: Buono in genere il tuo commmento. La tua domanda "Chi abbandonerebbe un posto fisso in un'orchestra stabile di provincia per un salto nel buio?" mi sembra abbonantemente provocatoria nei confronti di quei professori che tre anni fà decisero di fare quel passo. La storia ormai la conosciamo, grazie a quei professori nel 2010 si riuscì a realizzare l'inimmaginabile. Creare dal niente una orchestra di spessore mettendo a disposizione tutta la loro conoscenza e maestria fù arduo ma con risultati di livello competitivo già dalla prima esecuzione. Ora nel 2012, stesse condizioni ma con risultati ben lontani dalla orchestra che ci eravamo ormai abituati ad ascoltare. Dimenticavo, questa volta, nonostante gli stessi professori stiano contribuendo con la loro sapienza, sono stati completamente dimenticati dagli organi di stampa.

    RispondiElimina
  4. Nel paragone tra gli organici dell'orchestra selezionata "alla barese" e dell'orchestra che ha superato un concorso duro, con commissioni severe e titolate, quest'ultima ne esce comunque vincitrice, anche per il coraggio dei suoi componenti, che, giovanissimi, affrontano un pubblico spesso prevenuto per moltissimi motivi. Dopodichè, è vero, la prestazione di ieri è stata quantomeno discontinua. Nella quinta in particolare, sembrava che gli orchestrali suonassero..con le mani gelate, come quando si è un po' troppo tesi. Infatti la loro prestazione è andata poi migliorando e sicuramente nella settima, anche i fiati, hanno seguito un po' di più il bravo direttore. Sui biglietti gratis la mia risposta al commentatore precedente è un nettissimo no. Eliminando questo ingiusto ed odioso privilegio ed abbassando i biglietti ai "piani alti" abbiamo visto, da quando c'è Fuortes, meno pellicce e più giovani.

    RispondiElimina
  5. Mi sto ancora stropicciando gli occhi....Ben 5 commenti su un post del mio blog??? Troppa grazia, ma che cari che siete! Peccato, che i "coraggiosi" commentatori (e critici altrettanto implacabili) sembrino provenire tutti (Chiara a parte) da paesi stranieri, considerate le loro improbabili firme. In ogni caso riscriverei esattamente l'articolo parola per parola. Successo caloroso (e non trionfale, travolgente, straordinario) in italiano vuol dire che la serata è stata apprezzata in modo positivo dal pubblico presente. Che poi ci fossero o meno persone entrate con biglietto omaggio, offerto dagli sponsor d turno, questo è un discorso che non credo riguardi la Fondazione Petruzzelli. Per me che ero in platea l'orchestra ha suonato bene e il direttore si è dimostrato bravo, se poi si pretendono di ascoltare i Berliner o i Wiener diretti da Rattle o Tielemann si cambia indirizzo e si va a Berlino e Vienna. La premessa al mio articolo non era evidentemente abbastanza chiara o non è stata letta con sufficiente attenzione. Comunque siamo tutti straordinari in Italia a fare i commissari tecnici(e adesso anche i critici musicali) nel calcio come nella musica ("X Factor" docet).
    La differenza tra chi lo fa per mestiere e chi per diletto è sempre una: metterci o no la faccia e una firma credibile. A prescindere da questo chi critica (da "krino" che in greco vuol dire "giudicare, valutare", non "storpiare" o "stroncare") deve sempre essere aperto al giudizio degli altri. L'ascolto è sempre soggettivo.

    RispondiElimina
  6. Settimo commento :)
    Le critiche della settimana scorsa sono state effettivamente eccessive: ieri sera l'orchestra si è ampiamente riscattata ed il pubblico ne è stato felicissimo!

    RispondiElimina
  7. Sono d'accordo Chiara. Ieri il concerto è stato molto buono, nonostante il programma fosse anche abbastanza lungo con ben tre sinfonie di Beethoven.

    RispondiElimina