giovedì 5 agosto 2010
BUONE VACANZE!
L'Orecchio di Dioniso si prende da oggi qualche settimana di ferie. Tornerà con voi naturalmente a settembre. BUONE VACANZE E BUONA MUSICA A TUTTI!
mercoledì 4 agosto 2010
IL MERAVIGLIOSO FESTIVAL DI LUCERNA PRENDE IL VIA IL 12 AGOSTO CON UN IMPERDIBILE FIDELIO
25 agosto 1938: un evento musicale straordinario anima i giardini di Villa Tribschen, sulla riva del lago appena fuori Lucerna. E’ il luogo dove Richard Wagner e l’amata Cosima hanno vissuto anni felicissimi, dove – inaspettato regalo di compleanno per la moglie – il compositore ha fatto eseguire per la prima volta il magnifico “Idillio di Sigfrido”, il 25 dicembre 1870.
Molti anni dopo Arturo Toscanini raccoglie in questo stesso luogo un’orchestra “d’élite”, della quale fanno parte solisti e virtuosi di fama eccezionale. Sono anni difficili: la Germania e l’Austria sono vittime del Nazismo e artisti del calibro di Toscanini, Bruno Walter, Fritz Busch si sono rifiutati per motivi etici di partecipare ai festival di Bayreuth e Salisburgo. La Svizzera è per fortuna un paese libero e indipendente, e Lucerna, con la sua pittoresca Città Vecchia, sembra il luogo ideale per ospitare un festival di musica. Questo Concerto di Gala sarà l’inizio di una splendida avventura musicale, arrivata fino ai giorni nostri.
Naturalmente molto è cambiato negli oltre 70 anni di vita del Festival di Lucerna. La quantità dei concerti proposti è cresciuta esponenzialmente, così come il numero di visitatori (120.000!) presenti ogni anno. Conservata invece assolutamente intatta l’alta qualità dei programmi e degli interpreti: orchestre, direttori, solisti ed ensemble tra i migliori del mondo. E nel 2003 Claudio Abbado (nella foto) – ispirandosi a quel leggendario Concerto di Gala del 1938 - ha dato vita ad un’altra delle sue magnifiche creature, regalando al celebre Festival svizzero la Lucerne Festival Orchestra. Un’orchestra prodigiosa, che unisce ad elementi della Mahler Chamber Orchestra molti solisti tra i più noti della scena internazionale: Kolja Blacher, Wolfram Christ, Mario Brunello, Natalia Gutman, Enrico Bronzi, Sabine Mayer, Alessando Carbonare, Alessio Allegrini, il Quartetto Hagen e il Quartetto Alben Berg, solo per citarne alcuni.
Dal 1998 sede del Festival è il bellissimo KKL (Kultur und Kongresszentrum Luzern), disegnato dall’architetto francese Jean Nouvel. L’edificio, oggi simbolo della spiccata vocazione cosmopolita di Lucerna, si trova proprio sulla riva del lago, a poche centinaia di metri dalla Città Vecchia.Quest'anno sarà il Fidelio di Beethoven, diretto da Claudio Abbado alla guida della magnifica Orchestra di Lucerna e con protagonisti d'eccezione quali Jonas Kauffman (Florestano) e Nina Stemme (Fidelio) ad inaugurare il prossimo 12 agosto (con replica il 15 agosto) il prestigiosissimo Festival. Decisamente...Da non perdere! (Fonte: comunicazione pervenuta dall'agenzia "Note in Viaggio" curata da LORENZA MOLTENI)
lunedì 2 agosto 2010
RODELINDA, REGINA DE’ LONGOBARDI DI HÄNDEL IN PRIMA ESECUZIONE ITALIANA STASERA AL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA
Con l’ultima opera in cartellone, Rodelinda di Georg Friedrich Händel (1685-1759), questa sera, alle 21.00, nella suggestiva cornice dell' atrio del Palazzo Ducale, il Festival della Valle d’Itria salda un debito con la storia del teatro musicale. Si tratta infatti di un’autentica prima assoluta in Italia: a 285 anni dalla sua composizione, infatti, mai in Italia si era ancora messo in scena il capolavoro haendeliano, applaudito sui palcoscenici di tutto il mondo e considerato uno dei maggiori capisaldi del teatro barocco, qui eseguito nell’edizione critica di Andrew V. Jones.
Nel febbraio 1725 Georg Friedrich Händel, quarantenne e non ancora naturalizzato inglese, fece rappresentare al King’s Theatre di Haymarket di Londra la sua nuova opera Rodelinda, che riscosse un successo grande e duraturo poiché ebbe 30 repliche
Poi l’opera fu lentamente dimenticata fino alla riscoperta moderna avvenuta a Göttingen nel 1920.
I melodrammi di Händel, possono essere suddivisi a seconda della loro ambientazione storica, vera o presunta, consentendo di evidenziarne precisi raggruppamenti intorno ad alcuni temi generali: grazie all’ordinamento cronologico possiamo così suddividere i 42 titoli haendeliani in veri e propri cicli, per esempio un ciclo persiano, uno dedicato all’antica Roma, uno medievale e poi un ciclo ispirato all’epica cavalleresca, e così via. Tra questi cicli attrae l’attenzione una insospettabile abbondanza, nell’ambito medievale, di titoli relativi ai Longobardi in Italia. Il “ciclo longobardo”, che sembra quasi parallelo al ciclo sulla romanità antica, comprende nel 1723 Flavio Re dei Longobardi (da Flavio Cuniberto di Noris, 1682 rappresentato tra l’altro a Pratolino 1702) , nel 1725 Rodelinda regina dei Longobardi (da Salvi per Pratolino 1710, ma sulla base di vari testi preesistenti), e nel 1729 Lotario (da Adelaide di Antonio Salvi anch’essa creata per Pratolino). Inoltre, anche l’apparente tema germanico di Ottone (Londra 1723) rappresenta in realtà una storia ambientata all’epoca dei longobardi in Italia.
Recentemente Andrew V. Jones, esaminando accuratamente il libretto di Rodelinda per la sua edizione critica della partitura, ha potuto dimostrare che durante le fasi di composizione dell’opera, presumibilmente a partire dalla fine del 1724, fu lo stesso Händel a intervenire in maniera significativa sul libretto, evidentemente per esigenze connesse alla sua idea drammaturgico-musicale: in alcuni punti il compositore chiese a Haym di cambiare dei passi di testo, in altri introdusse i suoi cambiamenti direttamente, in forma di aggiunte, cancellature o alterazioni di singole parole o frasi. E’ evidente che l’istinto della scena aveva guidato la mano di Händel verso le soluzioni che potevano meglio catturare il consenso del pubblico. Se pensiamo che una degli elementi maggiormente apprezzati dal pubblico della prima di Rodelinda, nel febbraio 1725, fu il vestito di seta grigia della protagonista Francesca Cuzzoni nel role-en-titre, si può comprendere che il compositore avesse usato ogni possibile accorgimento per prolungare le trionfali accoglienze già tributate al suo Giulio Cesare pochi mesi prima. E in questo senso vanno interpretati anche i cambiamenti intervenuti nelle riprese successive, soprattutto l’aggiunta verso il finale dell’ aria altamente virtuosistica “Vivi tiranno”.
Un ulteriore motivo d’interesse in questa rappresentazione di Martina Franca è il debutto haendeliano di Sonia Ganassi nella parte della protagonista. Il grande mezzosoprano italiano, una delle voci più preziose del panorama internazionale, celebrata per il temperamento drammatico-vocale delle sue interpretazioni rossiniane, belliniane e donizettiane, affronta per la prima volta nella sua carriera il teatro musicale barocco, e ha scelto Martina Franca per questo sorprendente e benaugurante battesimo.
Al suo fianco, un cast di rare vocalità, a partire da quella di Franco Fagioli, controtenore argentino ospite dei principali palcoscenici del mondo, autentico poeta del canto barocco, fine e sensibilissimo fraseggiatore; i giovani e freschi talenti di Marina De Liso, Paolo Fanale, Antonio Giovannini e Gezim Myshketa completano la locandina.
A firmare un Haendel che promette fantasia, vitalità, libertà espressiva e calore, è chiamata la bacchetta estrosa di Diego Fasolis, celebrato esperto di barocco musicale, insieme all’inventiva e alla sensibilità di Rosetta Cucchi, regista musicista. Lo spettacolo, che ambienterà il dramma dell’eroica regina longobarda in un “medioevo prossimo venturo”, avrà le scene di Tiziano Santi e i costumi di Claudia Pernigotti. Si replica mercoledì 4 agosto.
domenica 1 agosto 2010
QUI MARTINA FRANCA: PREMIO BELCANTO “RODOLFO CELLETTI” A MARIELLA DEVIA. CONCERTO CHOPIN DI FRANCESCO LIBETTA
Il concerto di stasera, alle ore 21.00 presso il Palazzo Ducale di Martina, prende spunto da un’ulteriore novità voluta dal nuovo direttore artistico del Festival della Valle d'Itria, Alberto Triola: l’istituzione del Premio del Belcanto “Rodolfo Celletti”, doverosamente dedicato alla memoria di uno dei padri putativi di questo prestigioso Festival, essendone stato direttore artistico dall’1980 al 1983, riconosciuto come uno dei massimi esperti di vocalità degli ultimi decenni.
Affermato direttore commerciale della Motta, la famosa industria milanese del panettone, romanziere, musicologo d’ingegno, Celletti fu però soprattutto un grande esperto di voci. Per Rodolfo Celletti, voluto alla direzione artistica del Festival da Paolo Grassi, Martina Franca fu l’occasione desiderata di passare dalla teoria alla prassi, di tradurre cioè concretamente ciò che aveva maturato in tanti anni di studio appassionato.
Un vero e proprio Festival/laboratorio dove la preparazione degli spettacoli diventava un percorso di apprendimento che portava a configurare una identità precisa: la scuola di Celletti, quella di cantanti che sapevano usare le mezze voci, prendere un acuto di forza per poi smorzarlo senza prendere fiato. Ospiti ricorrenti di quelle indimenticabili edizioni, tra i molti che andrebbero ricordati, Mariella Devia, premiata domani sera, da Carlo Fontana, con un’opera a colori dell’artista Nicola Andreace, incisa su placca metallica di argento. La carriera della Devia si svolge principalmente in Italia, raggiungendo però anche importanti teatri d'opera stranieri, interpretando i principali ruoli da soprano lirico-leggero, affiancando ai ruoli rossiniani, ruoli più diversi. Memorabile l'interpretazione di Lucia di Lammermoor, ruolo che ha interpretato per l'ultima volta nel 2006 al Teatro alla Scala. Ha debuttato poi, nel 2007, in Anna Bolena al Filarmonico di Verona in una versione integrale dell'opera. Nel febbraio 2008 ha dato una magistrale interpretazione della Maria Stuarda di Donizetti al Teatro alla Scala di Milano, in un allestimento di Pier Luigi Pizzi.
Il grande soprano che con la sua presenza impreziosisce la qualità dell’offerta artistica del cartellone, offrirà anche una personale interpretazione di una delle mazurke chopiniane adattate per voce da Pauline Viardot. La serata di Palazzo Ducale, infatti prevede un recital pianistico di Francesco Libetta, chopiniano di rango, che offrirà un programma monografico particolarmente affascinante, nel 200° anniversario della nascita del compositore polacco.
Chopin ha scritto decine e decine di capolavori, gran parte dei quali tuttora celeberrimi. Inevitabilmente nel corso di quasi due secoli si sono stratificate letture diverse di tali capolavori. Chopin, che il luogo comune vuole confinato ai salotti più esclusivi di Parigi, non scrisse opere teatrali; anzi scrisse pochissimo per la voce, e non compose musica per balletti. In realtà le sue danze sono trasfigurazioni preziose e coscienti di gesti credibilissimi. Il legame alla voce o alla danza (a entrambi, nelle Mazurke) è costante. Il programma di domani sera, pensato intorno alla preziosa voce di Mariella Devia, ne offre chiari esempi; fino a dettagli che arrivano a richiamare "modi d'attacco" della antica scuola vocale italiana, valga per tutti una acciaccatura inferiore, a grande distanza, nella melodia dello Scherzo Op. 31, che ricorda prepotentemente uno dei più curiosi vezzi di Alessandro Moreschi, il cantante castrato del coro della Cappella Sistina che registrò alcuni brani prima del 1904. Altri brani nascono o sono storicamente legati al mondo della danza. Pare, ad esempio, che il Grande Valse brillante Op. 18 sia stato anche effettivamente usato come "ballabile", e pubblicato tre anni dopo la composizione, quando era già opera nota, poiché eseguita in varie occasioni da Chopin.
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