lunedì 2 agosto 2010

RODELINDA, REGINA DE’ LONGOBARDI DI HÄNDEL IN PRIMA ESECUZIONE ITALIANA STASERA AL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA


Con l’ultima opera in cartellone, Rodelinda di Georg Friedrich Händel (1685-1759), questa sera, alle 21.00, nella suggestiva cornice dell' atrio del Palazzo Ducale, il Festival della Valle d’Itria salda un debito con la storia del teatro musicale. Si tratta infatti di un’autentica prima assoluta in Italia: a 285 anni dalla sua composizione, infatti, mai in Italia si era ancora messo in scena il capolavoro haendeliano, applaudito sui palcoscenici di tutto il mondo e considerato uno dei maggiori capisaldi del teatro barocco, qui eseguito nell’edizione critica di Andrew V. Jones.
Nel febbraio 1725 Georg Friedrich Händel, quarantenne e non ancora naturalizzato inglese, fece rappresentare al King’s Theatre di Haymarket di Londra la sua nuova opera Rodelinda, che riscosse un successo grande e duraturo poiché ebbe 30 repliche
Poi l’opera fu lentamente dimenticata fino alla riscoperta moderna avvenuta a Göttingen nel 1920.
I melodrammi di Händel, possono essere suddivisi a seconda della loro ambientazione storica, vera o presunta, consentendo di evidenziarne precisi raggruppamenti intorno ad alcuni temi generali: grazie all’ordinamento cronologico possiamo così suddividere i 42 titoli haendeliani in veri e propri cicli, per esempio un ciclo persiano, uno dedicato all’antica Roma, uno medievale e poi un ciclo ispirato all’epica cavalleresca, e così via. Tra questi cicli attrae l’attenzione una insospettabile abbondanza, nell’ambito medievale, di titoli relativi ai Longobardi in Italia. Il “ciclo longobardo”, che sembra quasi parallelo al ciclo sulla romanità antica, comprende nel 1723 Flavio Re dei Longobardi (da Flavio Cuniberto di Noris, 1682 rappresentato tra l’altro a Pratolino 1702) , nel 1725 Rodelinda regina dei Longobardi (da Salvi per Pratolino 1710, ma sulla base di vari testi preesistenti), e nel 1729 Lotario (da Adelaide di Antonio Salvi anch’essa creata per Pratolino). Inoltre, anche l’apparente tema germanico di Ottone (Londra 1723) rappresenta in realtà una storia ambientata all’epoca dei longobardi in Italia.
Recentemente Andrew V. Jones, esaminando accuratamente il libretto di Rodelinda per la sua edizione critica della partitura, ha potuto dimostrare che durante le fasi di composizione dell’opera, presumibilmente a partire dalla fine del 1724, fu lo stesso Händel a intervenire in maniera significativa sul libretto, evidentemente per esigenze connesse alla sua idea drammaturgico-musicale: in alcuni punti il compositore chiese a Haym di cambiare dei passi di testo, in altri introdusse i suoi cambiamenti direttamente, in forma di aggiunte, cancellature o alterazioni di singole parole o frasi. E’ evidente che l’istinto della scena aveva guidato la mano di Händel verso le soluzioni che potevano meglio catturare il consenso del pubblico. Se pensiamo che una degli elementi maggiormente apprezzati dal pubblico della prima di Rodelinda, nel febbraio 1725, fu il vestito di seta grigia della protagonista Francesca Cuzzoni nel role-en-titre, si può comprendere che il compositore avesse usato ogni possibile accorgimento per prolungare le trionfali accoglienze già tributate al suo Giulio Cesare pochi mesi prima. E in questo senso vanno interpretati anche i cambiamenti intervenuti nelle riprese successive, soprattutto l’aggiunta verso il finale dell’ aria altamente virtuosistica “Vivi tiranno”.
Un ulteriore motivo d’interesse in questa rappresentazione di Martina Franca è il debutto haendeliano di Sonia Ganassi nella parte della protagonista. Il grande mezzosoprano italiano, una delle voci più preziose del panorama internazionale, celebrata per il temperamento drammatico-vocale delle sue interpretazioni rossiniane, belliniane e donizettiane, affronta per la prima volta nella sua carriera il teatro musicale barocco, e ha scelto Martina Franca per questo sorprendente e benaugurante battesimo.
Al suo fianco, un cast di rare vocalità, a partire da quella di Franco Fagioli, controtenore argentino ospite dei principali palcoscenici del mondo, autentico poeta del canto barocco, fine e sensibilissimo fraseggiatore; i giovani e freschi talenti di Marina De Liso, Paolo Fanale, Antonio Giovannini e Gezim Myshketa completano la locandina.
A firmare un Haendel che promette fantasia, vitalità, libertà espressiva e calore, è chiamata la bacchetta estrosa di Diego Fasolis, celebrato esperto di barocco musicale, insieme all’inventiva e alla sensibilità di Rosetta Cucchi, regista musicista. Lo spettacolo, che ambienterà il dramma dell’eroica regina longobarda in un “medioevo prossimo venturo”, avrà le scene di Tiziano Santi e i costumi di Claudia Pernigotti. Si replica mercoledì 4 agosto.

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