mercoledì 14 novembre 2018
L'ultimo concerto della splendida stagione 2018 del Petruzzelli di Bari diretto con successo da Stefan Anton Reck.
E' stato un concerto bellissimo e dagli esiti impensabili, quello diretto dal Maestro tedesco Stefan Anton Reck (nella foto), tutto dedicato al grandissimo Petr Il'ic Ciaikovskij, con due composizioni celebratissime - il Concerto n.1 per pianoforte ed orchestra op.23 e la "Patetica", ovvero la Sesta Sinfonia - Ad accompagnarlo nella prima parte c'era lo straordinario contributo del pianista e direttore d'orchestra Mikhail Pletnev, già notissimo nel mondo pianistico per aver più volte collaborato con l'importantissima etichetta gialla Deutsche Grammophon e che francamente ci ha leggermente deluso, per via del suo pianismo così poco virtuosistico e brillante, ma abbastanza pestato con eccessivo vigore e pesantezza.
Meglio la seconda parte, con una Sesta Sinfonia da ricordare. Si sa, come è noto, storicamente che la morte di Ciaikovskij fu dovuta a complicazioni derivanti dall'aver bevuto un bicchiere delle acque del Volga infettate dal colera, ed invece ricerche successive hanno portato a credere che Ciaikovskij sia stato avvelenato dall'arsenico, per evitare uno scandalo tremendo sui suoi loschi rapporti omosessuali con il giovane Aleksej, nipote del Conte Stenbock-Femor.
Ecco la storia pazzesca che sappiamo da tempo recente e di cui narriamo adesso. Ma tornando alla Sinfonia è noto che Ciaikovskij l'amasse a tal punto da farne infine una sorta di "Requiem" sulla sua morte.
Reck l'ha diretta con piglio deciso e virile, dimostrando la banalità di ciò che si dice di lui: direttore bravo in Wagner, meno interessante su altri fronti. Ed invece ieri sera la sua direzione ci ha impressionato moltissimo. Il primo movimento in particolare è stato vissuto a "cuore aperto" con lame taglienti e decise, straordinario l'apporto fondamentale dell'Orchestra del Teatro in grande spolvero negli archi e nei fiati. Indimenticabile poi il secondo e terzo movimento, condotto a ritmi violenti ed incisivi, ed infine il quarto, dopo l'improvvida interruzione (degli applausi di un pubblico va detto, parecchio ignorante), lacerante ed espressivo negli archi più nobili. Un successo clamoroso ed entusiasmante alla fine, ha regalato una splendida serata ai numerosi spettatori presenti: Grazie Stefan!
giovedì 8 novembre 2018
Benedetto Lupo protagonista al Petruzzelli di Bari di uno stupendo Concerto n. 1 in re minore per pianoforte di Brahms.
Un concerto memorabile quello di Brahms in re minore, interpretato divinamente da Benedetto Lupo (nella foto), classe 1963. con una serie di splendida affermazioni internazionali, che ha reso il suo nome da giovanissimo pianista di valore a grande della tastiera, senza discussioni di alcun genere.
Significativa anche la direzione dell'austriaco Gunter Neuhold, eccellente e vibrante con tasso tecnico di primo livello, come anche validissima è stata la prova dell'Orchestra del Teatro, in particolare degli archi sublimi in certi punti dialogici con Lupo, in perfetta simbiosi con il pianista barese.
Tra i meriti di Benedetto c'è indubbiamente quello di aver maturato una fucina di talenti, basti pensare alla straordinaria Beatrice Rana, una delle migliori pianiste in circolazione.
Ma veniamo al concerto sublime che Lupo ha proposto con lucidità e razionalità estreme, a cominciare dal primo lunghissimo movimento, contestato a Brahms all'epoca, per via dei successivi striminziti movimenti.
A cominciare dallo stupendo e struggente adagio, commovente omaggio beethoveniano, e che viene reso da Lupo in modo quasi metafisico e stupefacente, grazie ad una tecnica sopraffina e superlativa.
Poi, infine il terzo movimento si è rivelato grandioso nell'approccio di Lupo alla pagina, sempre brillante ed attento ad evidenziare tutte le sfumature del caso.
Applausi scroscianti, hanno consentito due bis al pianista barese, che ha incasellato l'ennesima brillante performance brahmsiana.
Il concerto è proseguito con una pagina poco nota, il Requiem per Mignon, per coro e orchestra. Apprezzabile il coro del Petruzzelli, che canta splendidamente in tedesco e l'ottima direzione di Neuhold e dei solisti impegnati.Una buone esecuzione, tutto sommato.
Il concerto si è poi concluso in maniera straordinaria con l'esecuzione eccellente di "Daphnis e Chloè", che ha visto la partecipazione integrale di Coro e Orchestra, in un afflato d'altri tempi ed un crescendo sensazionale. Successo bellissimo e convincente, in attesa del prossimo atteso concerto ciaikovskiano diretto da Stefan Anton Reck in novembre.
lunedì 5 novembre 2018
La "Leggenda Vivente" Daniil Trifonov incanta il Petruzzelli di Bari in un meraviglioso concerto.
Ha suonato a Bari ieri sera in un concerto fuori abbonamento il grandissimo pianista, ex enfant prodige, Daniil Trifonov, che si è fatto crescere una barbetta incolta, per azzerare in qualche maniera la sua faccia adolescenziale, che abbiamo apprezzato negli ultimi anni. Teatro Petruzzelli pieno ma non strapieno come avrebbe meritato il pianista russo. Programma lunghissimo, con la prima parte che sfiora l'ora e mezza di durata! e' il pianista più grande del mondo? Molti lo hanno sostenuto, noi non lo riteniamo ancora tale, in un mondo che ha in Sokolov, Argerich e Zimerman, un tris d'assi clamoroso.
In ogni caso, il suo è un modo di suonare unico ed originalissimo. I tasti sono sfiorati con legerezza ed eleganza sublime in Beethoven eseguito perfettamente nell'Andante Favori in fa e nella strepitosa Sonata n.18 "La caccia", poi passiamo ad una lunga pagina di Schumnn ai più sconosciuta o almeno poco noto, come Bunte Blatter ed al Presto Passionato, che hanno concluso una bellissima prima parte di un'ora e mezza, assolutamente stupenda.
Nella seconda parte, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare la poco nota (rispetto alla Settima ed alla Sesta) Sonata di Guerra n. 8, dove il nostro ha messo in luce la scintillante tecnica di cui è dotato, con scaglie di luce taglienti e luminose, ottave vigorose e micidiali, da mettere in ginocchio chiunque.
Ti aspetteresti decine di bis alla fine del concerto? Ed invece no. Si fa un po' pregare, ma poi concede due essenziali Bach e Chopin, suonati con una misurata classe e un infantile prestanza. Deve farne di strada, Il Maestro Sokolov è ancora un lontano obbiettivo da raggiungere.
giovedì 1 novembre 2018
Il Petruzzelli conquista la Musica tra Vacchi e Prokofiev, con una magistrale direzione di John Axelrod.
E' noto che la musica di Vacchi, abbia un che di contorto e assai complesso, lo abbiamo scoperto in questi ultimi cinque anni, da quando il Maestro è stato compositore in residence del Teatro Petruzzelli, concludendo ieri sera la sua opera con un concerto per violoncello (o viola) ed orchestra, un opera avviata con "Lo Stesso Mare"opera convincente ed interessante, quando all'epoca sovrintendente era Giandomenico Vaccari.
Qui il lavoro per violoncello e orchestra è ostico e parecchio noioso, nonostante la eccellente esecuzione di Enrico Dindo, così appassionato e rigoroso nel mettere a nudo le particolarità Vacchiana. Il compositore, presente alla serata, è stato molto applaudito dal folto pubblico presente. Una notazione: non è stato concesso alcun bis dal celebre violoncellista, nonostante l'avesse meritato.
La seconda parte è stato tutta un altra cosa, con l'esecuzione della Quinta Sinfonia di Prokofiev eseguita al meglio dall'Orchestra del Teatro Petruzzelli in grandissima forma e diretta splendidamente da John Axelrod (nella foto, direttore di alto livello, che abbiamo spesso apprezzato).
Si tratta della Sinfonia più celebre delle sette composte da Prokofiev. Una Sinfonia di grande pathos popolare, venne composta nell'estate del 1944 in un rifugio di Mosca, durante le fasi finali della Seconda Guerra Mondiale, che avrebbe portato alla sconfitta dei tedeschi da parte dei sovietici.
L'interpretazione è stata fantastica con una teatralità superba, promossa con grande talento da Axelrod. Esecuzione che ci ha coinvolto moltissimo, e che avrebbe meritato il bis. Ottima la prova dell'Orchestra del Teatro sugli scudi e perfetta nelle eccellenti prime parti.
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