lunedì 16 febbraio 2009

Perchè il Teatro Petruzzelli di Bari (pronto e funzionante) rischia kafkianamente di non riaprire mai?


In queste ultime due settimane è sceso un preoccupante silenzio sulle vicende legate alla riapertura del Teatro Petruzzelli di Bari. Sembrava, almeno fino a quindici giorni fa, che la consegna delle fatidiche "chiavi" alla Fondazione Petruzzelli fosse solo questione di ore. Riprendo, a caso, tra le mani un Free Press molto seguito come "EPolis Bari" che titolava lo scorso 3 febbraio "Il Petruzzelli ritorna a casa / nel week-end chiavi ai baresi". Nell'articolo firmato da Alessandra Colucci si diceva inoltre che nel giro di qualche giorno sarebbe stata anche presentata la nuova stagione.
Sono quasi passate due settimane, ma il Petruzzelli resta ancora chiuso e probabilmente lo resterà ancora per molto tempo e della prossima stagione non si parla se non attraverso indiscrezioni.
Dopo i boatos, pressochè quotidiani, tra novembre e dicembre di tutta la stampa nazionale e locale sull'imminente riapertura del 6 dicembre, perchè, ci chiediamo, in questi ultimi giorni si fa fatica a leggere anche solo un articolo che riguarda il Teatro? Il Corriere del Mezzogiorno, per esempio, ritenuta persa la battaglia della riapertura del "6 dicembre" ne ha lanciata un'altra su un "provocatorio" abbattimento del teatro Margherita (tanto anche lì non c'è il becco di una lira per terminarne la ricostruzione), mentre ieri, su "Azienda Bari" si è riaffacciato il giornalista-critico musicale Franco Chieco che per l'ennesima volta ha ricordato il vero nodo della questione (i 13 milioni dei cosiddetti lavori extra che nessuno può o vuole pagare) e ha concluso che restando inalterate le divisioni nel centro-sinistra (tra Comune e Provincia di Bari da un lato e Regione Puglia dall'altro anche sul problema dell'Orchestra) di questo passo il teatro non riaprirà mai; aggiungo, perchè sono convinto che lui lo pensa, ma non lo scrive: "a meno che Simeone Di Cagno Abbrescia non vinca le elezioni e torni a fare il Sindaco di Bari a giugno". Ma i vertici del PdL a Roma sono proprio tutti convinti che Simeone ce la farà? A mio parere continuo a ritenere che la soluzione finale risieda invece in un nuovo esproprio. La ricostruzione del "privato" (ma è ormai solo un eufemismo) teatro Petruzzelli è costata alla nazione italiana e ai suoi cittadini, conti alla mano, oltre 50 milioni di euro, ma c'è chi si ostina a tirare ancora (e troppo) la corda sul protocollo d'intesa del 2002, che rischia da un momento all'altro di essere dichiarato nullo da un giudice. Più saggio sarebbe attendere gli eventi: entro l'8 marzo l'impresa appaltatrice consegnerà le chiavi al commissario straordinario, Angelo Balducci, che dovrà pur decidere a chi affidarle. Logica vorrebbe che sia la famiglia proprietaria Messeni Nemagna a riprendere il possesso dell'immobile e a stipulare i contratti di assicurazione, oltre che a provvedere alla manutenzione e naturalmente a pagare (almeno) i lavori extra all'impresa di 13 milioni di euro. La Fondazione Petruzzelli nell'attesa potrebbe avviare la sua stagione in un padiglione fieristico, riattato per l'occasione, come il sovrintendente Vaccari e il sindaco Emiliano avevano anticipato dopo la mancata riapertura del 6 dicembre scorso. La cosa a questo punto davvero "esilarante" è vedere come si comporterà il Governo. Probabilmente si metterà in una posizione specularmente attendista: vediamo come vanno a finire le prossime elezioni amministrative al Comune e alla Provincia di Bari e poi ci regoliamo. E nel frattempo chi veglierà sul Petruzzelli? La numerosa famiglia proprietaria, in massa, si trasferirà forse a soggiornare dentro il "suo" teatro? Sappia però che anche solo la bolletta della luce le costerà assai cara...meglio portarsi, a questo punto, delle candele.
Scherzi a parte: cari amici, non vorrei essere nei panni dello storico che un giorno tutta questa assurda e, per certi versi, tragicomica vicenda, dovrà raccontarla ai nostri pronipoti del...2050, i quali leggendola resteranno senz'altro meravigliati nell'apprendere quanto fosse arduo, se non impossibile, nell'anno di grazia 2009 riaprire dopo 18 anni di beghe, veleni, processi, un teatro privato interamente ricostruito con soldi pubblici.
La soluzione definitiva è dunque quella di espropriare il Petruzzelli con un disegno di legge ordinaria, anche per porre fine ad un'anomalia che mi permisi di sottolineare tempo fa al Sindaco Michele Emiliano: la Fondazione Petruzzelli è l'unico ente lirico italiano dei quattordici esistenti a disporre di un teatro privato. Il rischio è pertanto che Bari e la Puglia possano realmente perdere il loro ente a favore di un'altra città che al momento ne è priva, ma possiede un teatro pubblico. E questo non può star bene a nessuno, tanto meno a coloro che come Simeone Di Cagno Abbrescia e Angioletta Filipponio, quest'ultima vedova Tatarella (ah se Pinuccio fosse stato ancora vivo...), la ricostruzione del teatro e la creazione di una Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli hanno fortemente voluto.

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