lunedì 19 settembre 2011

Piace al pubblico del Petruzzelli la nuova cantata "Exit Mundi" di Giovanni Tamborrino ed Enzo Quarto


E’ stato (quasi) un trionfo per il compositore di Laterza Giovanni Tamborrino, l’altra sera in un gremitissimo Petruzzelli, ad esito dell'esecuzione in prima mondiale della sua Cantata “Exit Mundi”, su liriche di Enzo Quarto.
Un evento molto atteso, che ha segnato da un lato la ripresa della stagione concertistica 2011 della Fondazione Petruzzelli, dall’altro il primo capitolo della rassegna di arte, musica e preghiera “Notti Sacre 2011”, presentata nel pomeriggio di sabato nel foyer del Politeama barese contestualmente all’inaugurazione di una mostra pittorica. Mostra dedicata all’artista Alba Amoruso, recentemente scomparsa, ed allestita nel foyer, dove si potrà visitare sino al 2 ottobre.
In serata, poi, come detto, pubblico delle grandi occasioni, per la prima di “Exit Mundi”, la "risposta" cristiana di Giovanni Tamborrino e del suo collaboratore (ormai da anni) ai testi, il noto giornalista Rai Enzo Quarto, alla profezia dei Maya che vorrebbe la fine del mondo il prossimo 21 dicembre 2012.
A comporre l'articolata cantata una serie di liriche collocate in 27 distinti numeri musicali, ispirate al Vangelo ed all’Apocalisse di Giovanni, della durata complessiva di un’ora e dieci minuti circa.
Il compositore laertino, per la prima volta nella sua carriera, si ritrova a scrivere musica lavorando con un organico assai vasto: un’imponente orchestra, tre solisti vocali, coro, pianoforti ed una sostanziosa messe di strumenti a percussione.
Un lavoro senza dubbio di raro impegno, dal punto di vista timbrico addirittura caleidoscopico e che, come lo stesso Tamborrino ha ricordato in conferenza stampa, costituisce un’autentica svolta nel suo modo di scrivere rispetto ad un recente passato. “Una sorta di passo indietro” rispetto anche all’Avanguardia e all’arido strutturalismo di matrice darmstadtiana, che di fatto ha allontanato il grande pubblico dalla Nuova Musica. Modelli e riferimenti stilistici allora? Stravinskij, Orff (Sì proprio lui, quello dei celeberrimi “Carmina Burana”), Messiaen, Lenny Bernstein e, "dulcis in fundo", il suo maestro di composizione Franco Donatoni. Chi scrive ha ascoltato con compiacimento alcuni momenti dell'opera, meno altri. Come tutti i nuovi lavori occorrerebbe, si sa, poter ripassare l’ascolto più volte, quando si volesse esprimere un giudizio davvero chiaro e convincente. Ci soffermeremo comunque sulle ottime prove in particolare del Coro e dei solisti (gli eccellenti Danilo Formaggia, Giuseppe Naviglio, Sara Allegretta e la piccola Ilaria Paolicelli), oltre che dell’Orchestra del Petruzzelli, qui sotto la guida vigile e sicura di Vito Clemente.
“Exit Mundi” di davvero originale possiede, va detto, la dedica al critico musicale del Corriere della Sera Enrico Girardi, intervenuto per i ringraziamenti sul palcoscenico a fine serata. In tempi in cui i pochi critici militanti rimasti sono sempre più bistrattati, isolati (oltre che mal pagati) nei quotidiani di "appartenenza", la scelta di Giovanni Tamborrino è da questo punto di vista semplicemente illuminante.

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