lunedì 31 ottobre 2011
Un caloroso successo per Elisso Virsaladze e la Russian Academic Symphony Orchestra al Petruzzelli
Si è aperta venerdì scorso al Teatro Petruzzelli di Bari con un caloroso successo la settantesima stagione della Camerata Musicale Barese. Protagonista assoluta del concerto la celebre pianista georgiana (altrettanto nota anche come docente) Elisso Virsaladze. Di rara bellezza la sua interpretazione del meraviglioso concerto per pianoforte e orchestra di Robert Schumann, di cui ha esemplarmente sciorinato i momenti più vividi e poetici, grazie ad una tecnica ed espressività di straordinaria naturalezza e trasparenza. Si dice che i grandi interpreti musicali facciano sembrare facili, a chi li ascolta, le opere che suonano. La Virsaladze è senz'altro nel novero di questi GRANDI, anche a dispetto della sua umiltà e della scarsa visibilità che la sua significativa personalità d'artista occupa nell'attuale star system discografico. Buona la prova dell'Orchestra russa di Voronezh diretta con autorevolezza da Vladimir Verbitsky, allievo del mitico maestro Mravinsky e assiduo frequentatore di orchestre importanti come la leggendaria Filarmonica di Leningrado (oggi San Pietroburgo). Nella seconda parte ha regalato una vibrante e ritmicamente vivace (almeno nell'uso costante del "rubato") lettura della Quinta Sinfonia di Ciaikovskij; eccellenti gli archi dell'orchestra, non altrettanto brillanti i fiati, trombe e clarinetti esclusi. Notazioni negative, infine, dal comportamento del pubblico della Camerata: applaude costantemente alla fine di ogni movimento di sinfonie e concerti; bisognerebbe, a mio parere, sequestrare a tutti i telefoni cellulari all'ingresso del teatro. A decine, infatti, squillano durante le esecuzioni, deconcentrando artisti e pubblico. Un malcostume davvero inquietante, considerando l'età media abbastanza alta dei soci della Camerata. E dunque non stiamo parlando certo di "vivaci" ragazzini delle scuole medie...
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Concordo abbastanza su tutto. Ogni pubblico ha i suoi difetti. Quello degli applausi è stato un problema riscontrato anche a Roma al Santa Cecilia: c'è stato un applauso troppo in anticipo alla fine della sesta di Tchaikovsky, là dove violoncelli e contrabbassi con la loro lunga e ritenuta arcata in 4 p rappresentano l'ultimo fiato che Tchaikovsky ha esalato al mondo prima di morire di quella morte dal mistero irrisolto; e quel che risuona sul punto coronato posto su quell'ultima pausa di croma è l'anima del compositore, che passando attraverso le mani ancora frementi del direttore, riverbera nella sala e dentro di noi nei secoli a venire.
RispondiEliminaQuesto applauso, uno di quelli adatti ai finali col botto e non di certo al finale della sesta, avvenuto quei secondi prima di tutto ciò che ho descritto, è in qualche modo molto più grave dei soliti 4 battiti di mani tra un movimento e un altro. Questo giusto per dire che è un vizio diffuso, una mancanza di galateo e di rispetto che non è affatto quindi rappresentato dal pubblico della camerata.
Riguardo i cellulari: Signor Romanelli, la incontro ogni tanto a San Ferdinando e come può vedere è diffuso anche lì lasciar suonare i cellulari e magari rispondere durante la celebrazione. È una mancaza di attenzione e rispetto che va oltre l'arte e la musica.
Riguardo i ragazzini invece, lei si riferisce a me, e io volevo puntualizzare che ci tengo tantissimo all'educazione musicale e al fatto che vengano portati a teatro i ragazzi. Però a mio parere servirebbe farlo con una certa intelligenza. Sono stato a scuola anche io e so che quando si sta in gruppo l'attenzione non esiste ma solo la voglia di divertirsi e la distrazione è dietro l'angolo. Servirebbe portarli poi a concerti con programmi indicati, non alla prima di Terry Riley, che non era esattamente l'occasione ideale, sempre a mio parere. Bisognerebbe forse anche scegliere le classi e le età più adatte: ho suonato più volte nelle scuole medie davanti a classi scelte direttamente dal preside, comunque tante, e sentivo un rispetto e un brivido dentro di loro nei confronti dell'orchestra e della musica. Quando questo manca è anche una scarsa attenzione ed educazione data dai loro insegnanti. Voglio ribadire che non sono affatto contrario a priori al fatto che ragazzi vadano ad ascoltare musica classica, anzi, è uno dei miei sogni. Ma serve una preparazione ed una logica dietro, altrimenti il risultato non sarà mai costruttivo ma solo un danno per loro.
Tornando al concerto e concludendo: grande interprete, bel programma, ma orchestra molto mediocre. Ne abbiamo sentite di molto migliori, anche come sezione archi. Io mi aspetto molto di più dalla Sinfonica di Budapest il prossimo 2 gennaio.
A rivederci.
Nicola P.
Caro Romanelli,
RispondiEliminami viene trasmessa la recensione del concerto che ha inaugurato la nostra 70a stagione concertistica e ti ringrazio per le belle parole che hai voluto dedicare alla pianista ed alla orchestra.
Circa la seconda parte con le critiche sul "comportamento del pubblico della Camerata...... " ritengo decisamente non condividerle. Vivo a Roma e per la mia funzione di direttore artistico frequento anche molte sale importanti italiane. Ti posso assicurare che, nonostante vi siano cartelli ed inviti con altoparlanti, qualche telefonino suona sempre. Nel caso specifico durante tutto il concerto vi è stato solo un trillo di telefono, al bis, e non proveniente dal pubblico più anziano della platea bensì da un palco di IV Fila, proprio dove l'età media degli spettatori a causa del minor costo del biglietto è molto più giovane. Comunque è comprensibile, anche se non giustificabile, che in una sala di oltre mille persone qualcuno distrattamente dimentichi di rendere silenzioso il proprio telefonino.
Poi per l'applauso tra un tempo e l'altro, anche questo posso assicurati che avviene anche in prestigiose sale, non ultime quelle tedesche dove è anche facile vedere qualche spettatore seguire il concerto in partitura.
Circa l'ipotesi di sequestrare a tutti i telefoni cellulari all'ingresso del teatro, mi pare una proposta estrema e che fa pensare ad un certo regime.
Un caro saluto
Gianni Antonioni
Caro dott. Romanelli, concordo con il suo articolo in particolare per quanto riguarda la seconda parte, relativa allo squillo dei cellulari durante gli spettacoli.
RispondiEliminaForse è eccessivo pensare di sequestrarli, ma criticare questi comportamenti scorretti, mi pare più che legittimo.
Leggo spesso il suo blog e mi complimento con lei per l'onestà intellettuale e l'equilibrio delle sue recensioni.
LUCREZIA M.
Ringrazio per i commenti sia il maestro Giovanni Antonioni, direttore artistico della Camerata Musicale Barese, sia la signora Lucrezia M.
RispondiEliminaNon intendo in alcun modo polemizzare con il maestro al quale sono legato da una buona amicizia, oltre che da una (spero) inossidabile stima reciproca. Devo purtroppo dolermi, invece, della recente telefonata del dott. De Venuto, direttore generale da molti anni dello storico sodalizio barese, che mi ha attaccato rabbiosamente sul discorso dei telefonini cellulari che squillano, concludendo che la mia testata non è più gradita alla Camerata. Mi amareggia sottolineare che finchè il mio umilissimo blog, seguito mensilmente da una media di appena 4000 utenti, offre (gratuitamente, sia chiaro) spazio ed intrinseca pubblicità da oltre 6 anni alla Camerata Musicale Barese, non si riceva nemmeno un grazie di cortesia, ed invece appena si tocca un "filo scoperto", la situazione cambi improvvisamente.
Accetto di non essere più accreditato dalla Camerata, almeno acquistando i biglietti (se questo mi sarà, spero, consentito) magari di una comoda platea e non di un palco laterale di seconda fila, potrò continuare ad esprimere liberamente le mie opinioni, visto che siamo in una democrazia e non in un regime...O mi sbaglio?
Shhh, non si può dire niente, guai a chi pensa e guai a chi fiata. Tutti in apnea a dire sì con la testa. E ad applaudire, sempre. Tutto va bene.
RispondiEliminaVero, Camerati della musica barese?
"NON SI DICE"...Cattivissimo ma VERO! Grazie della solidarietà ;-)
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