Mercoledì 10 gennaio 2018, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino alle ore 21, torna all’Unione Musicale il Trio di Parma (nella foto), una delle realtà cameristiche più interessanti della scena nazionale e internazionale, per concludere l’esecuzione integrale dei Trii di Brahms iniziata la scorsa stagione. «I percorsi monografici – afferma Enrico Bronzi, violoncellista del Trio - hanno questo vantaggio: stabilire un contatto più intimo con l’autore. Alle volte può anche succedere che inizialmente un autore ti appaia meno congeniale e successivamente, dopo un’immersione di questo tipo, hai la sensazione di aver trovato una chiave nuova, che ti pare illumini tutta la sua opera». (intervista completa su http://www.unionemusicale.it/intervista-a-enrico-bronzi-trio-di-parma/)
L’ensemble - formato da Alberto Miodini al pianoforte, Ivan Rabaglia al volino ed Enrico Bronzi al violoncello - ha ormai abbondantemente superato l’importante traguardo dei venticinque anni di attività, coronata dall’assegnazione del Premio Abbiati quale miglior complesso cameristico; veri e propri specialisti nell’esecuzione di progetti monografici, i tre artisti hanno inciso le opere integrali per trio di Brahms, Beethoven, Ravel, Šostakovič (miglior disco dell’anno 2008 dalla rivista “Classic Voice”), Pizzetti, Liszt, Schumann, Dvořák e Schubert.
Sono due i capolavori che concludono il viaggio del Trio di Parma nel cuore del repertorio romantico di Brahms e, per l’occasione, l’ensemble sarà affiancato da Guglielmo Pellarin, primo corno dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove ha collaborato con direttori come Pappano, Abbado, Gatti, Maazel, Masur, Inbal e Prêtre. Molto attivo anche nel repertorio cameristico, Pellarin è un artista eclettico e coltiva da sempre, parallelamente alla musica, una notevole passione per gli studi scientifici, culminata con una Laurea in matematica presso l’Università di Padova.
Il programma si apre con il giovanile Trio per violino, violoncello e pianoforte op. 8. Scritto da un Brahms appena ventenne, fra il 1853 ed il 1854, fu la prima opera da camera che il compositore ritenne meritevole di essere data alle stampe. Il brano fu eseguito per la prima volta in Europa nel dicembre del 1855: al pianoforte c’era l’amica Clara Schumann, che aveva manifestato delle perplessità stilistiche su alcuni passaggi del brano. Così Brahms riprese in mano la partitura nel 1889 per una revisione molto profonda: dei quattro movimenti solo il secondo rimase pressoché invariato, mentre gli altri tre subirono grandi modifiche e ripensamenti.
Nella seconda parte si potrà ascoltare il Trio in mi bemolle maggiore op. 40, che Brahms iniziò a comporre nel 1864 nella pace del soggiorno estivo di Baden Baden. L’inserimento del corno al posto del violoncello, fatto assai raro nella letteratura musicale ottocentesca, risiede sia nella natura timbrica evocativa dello strumento sia nella vena malinconica ed extramusicale dell’ispirazione brahmsiana, influenzata dalle sue escursioni solitarie nei dintorni di Lichtental dove, secondo sua esplicita affermazione, sarebbe nato il primo tema dell’Andante iniziale.
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