Questa sera alle ore 20.00 nella Chiesa di San Sabino a Bari (nei pressi della spiaggia di "Pane e Pomodoro") l’Orchestra Sinfonica della Provincia si esibirà in un concerto ad ingresso gratuito, diretto dal maestro Imre Kollàr e con solisti Amelia Felle (soprano, nella foto) e Nicola Sette (tenore). In programma brani di Haydn e Beethoven. Lo stesso concerto sarà replicato giovedì 9 aprile alle ore 21.00 presso Villa Romanazzi Carducci a Bari (biglietti saranno in vendita, al costo di 4 euro, il giorno del concerto direttamente presso Villa Romanazzi).
La serata si apre con l’esecuzione delle seguenti arie di Franz Joseph Haydn (1732 – 1809): “Signor voi sapete” per soprano e orchestra, tratta da “Matrimonio per inganno”, “Infelice sventurata” per soprano e orchestra da “I due supposti Conti”, “D’una sposa meschinella” per soprano e orchestra da “La Frascatana”, e, poi, arie da concerto per tenore e orchestra “Che penso a maritarmi”, “Ah tu non senti”, “Se tu mi sprezzi, ingrata”.
L’interpolazione di “arie” ex novo in opere teatrali già in repertorio composte da altri autori era una prassi usuale ed apprezzata nel XVIII secolo. La cosa dipendeva spesso dalle richieste che gli impresari che gestivano i teatri rivolgevano a musicisti meno noti o meno presenti in loco, per compiacere la star del momento – fosse uomo o donna – evidentemente poco soddisfatta dell’impegno, o meglio della possibilità di brillare, che la partitura originale le concedeva.
A questa prassi corrente non si sottrasse nemmeno il grande Haydn, conosciuto e ricordato ai nostri giorni più per la sua musica strumentale o vocale sacra, che per quella operistica, malgrado compose ben ventitrè opere.
Le “arie” in programma vennero commissionate al musicista per integrare opere di altri compositori. In particolare, “Signor, voi sapete” fu scritta nel 1785 per il personaggio di Rosina, protagonista dell’opera “Il matrimonio per inganno” di Pasquale Anfossi (1727 – 1797); “Infelice, sventurata” (1789) è un’aria per il personaggio di Beatrice, dall’opera “I due supposti conti” di Domenico Cimarosa (1749 – 1801) e “D’una sposa meschinella” (1777) è per il personaggio di Donna Stella dell’opera “La Frascatana” del tarantino Giovanni Paisiello (1740 – 1816).
“Da che penso a maritarmi” (1790) è un’aria per Titta, personaggio dell’opera “L’amore artigiano” di F. L. Gassman (1729 – 1774); “Ah, tu non senti” (1786) è l’aria di Oreste per “Ifigenia in Tauride” del bitontino Tommaso Traetta (1727 – 1779) e infine, “Se tu mi sprezzi, ingrata” è l’aria del Cavaliere nell’opera “I finti eredi” di G. Sarti.
Nella seconda parte del concerto l’Orchestra eseguirà la Sinfonia n. 7 in la maggiore di Ludwig Van Beethoven (1770 - 1827).
Quattro anni separano la Sesta sinfonia dalla Settima. Anni nei quali, per inciso, Beethoven fu particolarmente prolifico, realizzando alcuni dei propri capolavori, dal concerto “Imperatore” al trio “Arciduca”, dalla sonata “Les Adieux” alle musiche di scena per “Egmont” e “Le rovine di Atene”. Anni nei quali anche la vita personale del compositore registrò dei momenti particolarmente intensi, dalla rottura sentimentale con la contessa Teresa di Brunswick all'amicizia amorosa con la giovane Bettina Brentano.
Si ritiene che la partitura della Settima sia stata abbozzata sin dal 1811 e conclusa un anno più tardi, sebbene la “prima” dell'opera sia avvenuta all'Università di Vienna l'8 dicembre del 1813, sotto la direzione dell'autore. Una seconda esecuzione si tenne quindi quattro giorni più tardi e il successo fu tale da rendere necessario il bis dell'intero secondo movimento. La partitura venne pubblicata nel 1816 con una dedica al conte Moritz Von Fries.
La serata si apre con l’esecuzione delle seguenti arie di Franz Joseph Haydn (1732 – 1809): “Signor voi sapete” per soprano e orchestra, tratta da “Matrimonio per inganno”, “Infelice sventurata” per soprano e orchestra da “I due supposti Conti”, “D’una sposa meschinella” per soprano e orchestra da “La Frascatana”, e, poi, arie da concerto per tenore e orchestra “Che penso a maritarmi”, “Ah tu non senti”, “Se tu mi sprezzi, ingrata”.
L’interpolazione di “arie” ex novo in opere teatrali già in repertorio composte da altri autori era una prassi usuale ed apprezzata nel XVIII secolo. La cosa dipendeva spesso dalle richieste che gli impresari che gestivano i teatri rivolgevano a musicisti meno noti o meno presenti in loco, per compiacere la star del momento – fosse uomo o donna – evidentemente poco soddisfatta dell’impegno, o meglio della possibilità di brillare, che la partitura originale le concedeva.
A questa prassi corrente non si sottrasse nemmeno il grande Haydn, conosciuto e ricordato ai nostri giorni più per la sua musica strumentale o vocale sacra, che per quella operistica, malgrado compose ben ventitrè opere.
Le “arie” in programma vennero commissionate al musicista per integrare opere di altri compositori. In particolare, “Signor, voi sapete” fu scritta nel 1785 per il personaggio di Rosina, protagonista dell’opera “Il matrimonio per inganno” di Pasquale Anfossi (1727 – 1797); “Infelice, sventurata” (1789) è un’aria per il personaggio di Beatrice, dall’opera “I due supposti conti” di Domenico Cimarosa (1749 – 1801) e “D’una sposa meschinella” (1777) è per il personaggio di Donna Stella dell’opera “La Frascatana” del tarantino Giovanni Paisiello (1740 – 1816).
“Da che penso a maritarmi” (1790) è un’aria per Titta, personaggio dell’opera “L’amore artigiano” di F. L. Gassman (1729 – 1774); “Ah, tu non senti” (1786) è l’aria di Oreste per “Ifigenia in Tauride” del bitontino Tommaso Traetta (1727 – 1779) e infine, “Se tu mi sprezzi, ingrata” è l’aria del Cavaliere nell’opera “I finti eredi” di G. Sarti.
Nella seconda parte del concerto l’Orchestra eseguirà la Sinfonia n. 7 in la maggiore di Ludwig Van Beethoven (1770 - 1827).
Quattro anni separano la Sesta sinfonia dalla Settima. Anni nei quali, per inciso, Beethoven fu particolarmente prolifico, realizzando alcuni dei propri capolavori, dal concerto “Imperatore” al trio “Arciduca”, dalla sonata “Les Adieux” alle musiche di scena per “Egmont” e “Le rovine di Atene”. Anni nei quali anche la vita personale del compositore registrò dei momenti particolarmente intensi, dalla rottura sentimentale con la contessa Teresa di Brunswick all'amicizia amorosa con la giovane Bettina Brentano.
Si ritiene che la partitura della Settima sia stata abbozzata sin dal 1811 e conclusa un anno più tardi, sebbene la “prima” dell'opera sia avvenuta all'Università di Vienna l'8 dicembre del 1813, sotto la direzione dell'autore. Una seconda esecuzione si tenne quindi quattro giorni più tardi e il successo fu tale da rendere necessario il bis dell'intero secondo movimento. La partitura venne pubblicata nel 1816 con una dedica al conte Moritz Von Fries.
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