Bari potrà tornare a fregiarsi del titolo di città di serie A (non in senso “solo” calcistico), quando i suoi cittadini riusciranno a riprendersi completamente i suoi spazi e a rimpossessarsi dei luoghi della sua memoria (sociale, storica e culturale), che da tanto, troppo tempo languono in condizioni talora vergognose. Una parziale iniezione di fiducia può arrivarci aprendo i quotidiani locali di questi primi giorni del nuovo anno. Nel 2009, per esempio, assicura il sindaco Michele Emiliano se tutto procede secondo i piani, la città dovrebbe riavere nuovamente a disposizione il Teatro Petruzzelli (finalmente pubblico) e l’Auditorium “Nino Rota” e non dovrà pertanto più far ricorso (come negli ultimi 15 anni) a soluzioni di emergenza o addirittura stravaganti per l’allestimento degli spettacoli legati alla Lirica e per lo svolgimento di una intensa e qualitativamente (si spera) elevata attività concertistica e musicale in genere. Di quella che sarà poi la destinazione futura del Teatro Margherita, che dovrebbe far parte del polo di teatri riconducibili alla Fondazione Lirico Sinfonica barese, poco invece si parla. Mi risulta che i lavori siano al momento fermi (dopo il consolidamento statico del rudere e la costruzione di una torre scenica): perché?
Da tempo dico e ridico che non è assolutamente piacevole vedere ancora quello scempio. Un amico abruzzese, passato in città a trovarmi un paio d’anni fa, rimase letteralmente stordito dal notare in fondo ad una strada così grande, bella, spaziosa oltre che vivacemente percorsa in lungo e in largo da persone e automobili (Corso Vittorio Emanuele) questo sconvolgente “dente molato” e mi chiese spiegazioni: “Come fate a sopportare tutte le mattine quell’edificio in condizioni così penose? Sembra ci sia caduta una bomba sopra…Incredibile!”. Naturalmente, da barese, risposi difendendo l’indifendibile; e cioè che l’amministrazione comunale stava lavorando ad un progetto per restaurare quel teatro, come si stava già facendo per il Petruzzelli (incendiato nel 1991) e, guarda caso, a pochi passi dal Margherita. Da barese ignobilmente mentivo per non vergognarmi di fronte ad un amico di quello scempio.
Mi chiedo: per quanto tempo sarò costretto a farlo ancora? Non basta più un cartellone pubblicitario a coprire trent’anni (ma sono forse di più) di menefreghismo su quel luogo della memoria che abbraccia, purtroppo sempre più tristemente il mare della città di Bari. Davvero la serie A è ancora così lontana ?
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