lunedì 29 gennaio 2007

Trionfo a Bari per la Nona di Beethoven


Può sembrare strano che in una città come Bari venga eseguita per la prima volta la celeberrima Nona Sinfonia di Beethoven, dopo ben 183 anni dalla sua “Prima” (avvenuta a Vienna nel lontano 1824). Di questo si stupisce non poco anche il critico Stefano Velanzuolo, estensore delle note del programma di sala. La Nona, si sa, è grandioso affresco strumentale e corale che richiede uno sforzo organizzativo non indifferente, oltre che naturalmente eccellenti capacità tecniche ed espressive da parte degli esecutori. A Bari l’Orchestra della Provincia da alcuni anni è in costante crescita, pur non disponendo da (troppo) tempo di una sua “Casa” stabile, e cioè dell’auditorium Nino Rota. Da allora, l’Orchestra ha cominciato il suo personale "calvario" tra alberghi, caserme, chiese, piazze, palestre, palasport, con invece sempre più scarse apparizioni nell’unico luogo (dopo l’incendio del Petruzzelli) realmente adeguato per la Musica: il teatro Piccinni. Fortuna che la Guardia di Finanza, in attesa che tra un paio d’anni – ma ci si augura anche meno - si possa tornare al “Rota” finalmente ristrutturato, con la sua bella Cittadella costruita pochi anni or sono nei pressi dell’aeroporto di Palese, ha messo a disposizione dell’ Ico barese il suo confortevole auditorium. Questo moderno contenitore, va detto, possiede un’acustica dignitosa (pensata per gli smaglianti ottoni delle bande militari) e che potrebbe migliorare sostituendo la moquette esistente con un bel parquet in legno di ciliegio. Il dato più interessante però è un altro: contiene circa 1200 posti a sedere, un ampio parcheggio sotterraneo e insieme al Teatro Team è al momento il contenitore di spettacolo al chiuso più grande a disposizione di Bari e provincia. Venerdì sera, per il concerto organizzato dalla Fondazione Petruzzelli e diretto da Piergiorgio Morandi, il suddetto auditorium era praticamente esaurito. Una Nona di Beethoven che vedeva anche il debutto del nuovo Coro della Fondazione Petruzzelli diretto per l’occasione da Luigi Petrozziello. Esecuzione energica e vibrante quella offerta da Piergiorgio Morandi, bacchetta affidabile ed esperta, assai apprezzata anche all’estero, che ha condotto in porto il capolavoro beethoveniano con la chiarezza e l’equilibrio necessari. L’orchestra, dal canto suo, è parsa più concentrata e attenta che nelle recenti - non proprio brillantissime - esibizioni. C’è da dire, a sua discolpa, che dopo l’uscita di scena del bravo maestro belga Walter Proost, l’orchestra non ha più avuto un direttore musicale (attualmente infatti c’è solo un “uomo al comando” ed è il maestro Marco Renzi: direttore artistico dell’Ico e da ben diciotto anni – davvero un record – anche direttore del Conservatorio Piccinni di Bari), e pur affidando di volta in volta i concerti ad alcuni pregevoli musicisti, l’assenza di una guida musicale stabile e di prestigio, in particolare negli ultimi tempi, si è avvertita.
Discrete, infine, le prove del Coro (al suo battesimo di fuoco) e del quartetto vocale impegnato, che comprendeva solisti di calibro quali Alexandra Wilson, Gabriella Sborgi, Kristian Elsner e Daniel Borowsky. Successo di pubblico trionfale suggellato dal bis del famoso e conclusivo “Inno alla Gioia” sui versi del grande poeta drammaturgo tedesco Friedrich Schiller.


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