mercoledì 27 ottobre 2010
Stasera Michele Marvulli dirige musiche di Rota e Mendelssohn con l'ICO di Bari nella chiesa di S. Maria del Monte Carmelo
Stasera, alle ore 21.00, presso la Chiesa S. Maria del Monte Carmelo a Bari (via Napoli 280) l’Orchestra Sinfonica della Provincia si esibirà in un concerto dedicato a Rota e Mendelssohn diretto dal maestro Michele Marvulli (nella foto) e con solista al violino Nicola Marvulli (ingresso libero. infoline: 080.5412302).
La serata si apre con l’esecuzione dell’Ouverture tratta da “Il cappello di paglia di Firenze” di Nino Rota (1911 - 1979). Si tratta di una farsa musicale in quattro atti e sei quadri su libretto di Ernesta e Nino Rota, ispirata all’omonima commedia di Eugéne Labiche e Marc Michel e alla cui composizione Rota attese a partire dal 1945, per arrivare a rappresentarla esattamente dieci anni più tardi, prima al teatro Massimo di Palermo (aprile ‘55), quindi alla Piccola Scala di Milano, con la regia di Giorgio Strehler. E si può ben dire che l’Ouverture, come del resto tutta l’opera, contenga ben evidenti tutte le cifre personali del compositore: temi cantabili, vivacità a tratti maliziosa e, soprattutto, solida scrittura orchestrale.
Sarà, poi, la volta di una Suite da “La Strada” sempre di Rota. Parlare della “Strada” senza che la memoria corra immediatamente al tema di Gelsomina, è praticamente impossibile. Senza la colonna sonora di Nino Rota, il capolavoro realizzato nel 1954 da Federico Fellini sarebbe stato probabilmente un film qualunque, destinato a lasciare poca traccia di sé nella memoria collettiva. Ma appunto, il successo di film e musica fu di portata enorme, al punto tale da indurre il Maestro a raccogliere i temi della colonna sonora in una suite per un balletto andato in scena al Teatro alla Scala di Milano nel 1966. Nei panni di Gelsomina, che sullo schermo era interpretata da una magistrale Giulietta Masina, c’era Carla Fracci, mentre le coreografie furono realizzate da Mario Pistoni. Dall’inevitabile successo che ne seguì – oltre venti minuti di applausi col teatro esaurito — deriva anche il definitivo inserimento della suite nei programmi da concerto, così come era già accaduto per le suite tratte da alcuni capolavori del mondo del balletto e firmate da Tchaikowsky o Prokofiev.
Nella seconda parte l’Orchestra eseguirà il Concerto in mi minore op. 64 per violino e orchestra di Felix Mendelssohn Bartholdy (1809 – 1847). Capolavoro assoluto nella letteratura per violino e orchestra per il suo raro equilibrio e per la sua capacità di unire una scrittura virtuosistica sempre perfettamente asservita alle logiche del discorso musicale, il Concerto op. 64 di Mendelssohn risale al 1838, anche se l’autore lo ultimò nel 1844 durante un soggiorno a Soden, nei pressi di Francoforte. Problemi di salute impedirono però a Mendelssohn di poter prendere parte alla prima esecuzione, tenutasi al Gewandhaus di Lipsia il 13 marzo del 1845 ad opera del violinista Ferdinand David, a cui il Concerto era dedicato; in quell’occasione, l’orchestra fu diretta dal compositore danese Niels Gade. L’autore, dovette quindi attendere il 3 ottobre del 1847 (anno della sua morte) per poter ascoltare il proprio Concerto, stavolta eseguito – nuovamente a Lipsia – ad opera del celeberrimo virtuoso Joseph Joachim.
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