giovedì 14 settembre 2017

L'Aida di Verdi: un trionfo annunciato al Petruzzelli per il capolavoro ieri sera.


Nella secolare attività del Petruzzelli, L'Aida è senza dubbio l'opera che può vantare il numero più cospicuo di rappresentazioni, a cominciare dall'allestimento andato in scena nell'aprile del 1903, oltre duecento. Qui a Bari è andata in scena l'edizione mutuata dal Teatro Regio di Parma; un 'edizione brillante e colorita, grazie all'impegno creativo di Alberto Fassini (una scena dell'opera nella foto), in collaborazione col regista Joseph Franconi Lee e il determinante apporto delle scene e dei costumi di Mauro Carosi, le belle luci di Roberto Venturi e le suggestive e plastiche coreografie di Fredy Franzutti col suo Balletto del Sud dal Salento. Ieri sera alla Prima il pubblico ha gremito la sala oltre ogni aspettativa, apprezzando la consistenza del primo cast. voci che si sono snodate con appassionato vigore e sicura valentia.
Buono il Radames di Aquiles Machado, squillante e fremente come non mai, anche se gli acuti della celebre Celeste Aida iniziale non sono parsi indimenticabili, come quelli di altre versioni ascoltate dell'opera. Molto buona la prova al debutto di Maria Teresa Leva, che rende palpabile ed esemplare il suo personaggio contrapposto a quello terribile di Amneris, disegnato con dolenti accenti da Nino Surguladze. Prova passabile scenicamente degna quella di Elia Fabbian, con una vocalità non sempre all'altezza della situazione. Anche il resto del cast si è fatto apprezzare per la istintiva padronanza del carattere dei singoli personaggi: Simon Lim (nel ruolo di Ramfis) e George Andguladze (il Re), oltre a Marta Calcaterra (una sacerdotessa) ed a Leon De La Guardia ( un messaggero): tutti adeguati al ruolo ricoperto. Non si può ovviamente non rimarcare l'eccellente contributo offerto dal Coro della Fondazione Petruzzelli, preparato con doviziosa puntualità da Fabrizio Cassi e l'ottima concertazione, vibrante e appassionata dell'Orchestra del Teatro Petruzzelli, ben diretta dal bravo Giampaolo Bisanti. Pubblico entusiasta e largo di consensi, com'era del resto prevedibile, dopo le arie canoniche e lo struggente finale dell'opera. Si replica sino al 21 settembre.

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