La stagione musicale prosegue ancora con un appuntamento di ‘900&oltre, dedicato alla musica pianistica del novecento storico francese e della realtà contemporanea americana. Lunedì 19 febbraio 2007, alle ore 20.45 il pianista Emanuele Arciuli (nella foto) affronterà alcune celebri pagine di Claude Debussy e diversi brani di autori contemporanei statunitensi (Friedrich Rzewski e George Crumb). Arciuli si è imposto all'attenzione del pubblico e della critica per le sue interpretazioni del classicismo viennese, del novecento storico e della musica contemporanea, specie quella americana. Suona regolarmente per prestigiose istituzioni nazionali e internazionali e ha inciso numerosi cd per Chandos, Bridge, VAI e Stradivarius, tra i quali l'integrale pianistica di Berg e Webern, un' antologia di musica americana e il Concerto per piano e orchestra di Bruno Maderna in prima mondiale.
Il recente album dedicato a George Crumb, inciso per Bridge, ha ricevuto la nomination per i Grammy Awards. La sua intensa attività concertistica lo porta a collaborare con le più importanti orchestre nelle più significative piazze del mondo (New York, Washington, Miami…).
Molto apprezzato per la profondità e l'originalità del suo approccio interpretativo, si è guadagnato la fiducia di molti compositori americani e italiani: in questo senso ha suscitato grande interesse, da parte della critica internazionale, il ciclo delle Round Midnight Variations, un gruppo di composizioni espressamente scritte per lui nel 2001 da 16 fra i maggiori autori americani (Kernis, Uri Caine, Fred Hersch, Rzewski, Babbit, Thomas, Torke, Harbison, Daugherty, Bolcom, Hoffman etc.), che si impone come una delle più significative raccolte pianistiche dei nostri giorni.Oltre alle frequenti collaborazioni con riviste prestigiose (Piano Time e, attualmente, Il Giornale della Musica) Arciuli ha curato nel 2005-06 una stagione cameristica per conto della Fondazione Lirico Sinfonica "Petruzzelli e Teatri di Bari". E' titolare della cattedra di pianoforte principale al Conservatorio di Bari e dal 1998 è Guest Faculty (professore ospite) al College Conservatory of Music della Università di Cincinnati ed in altre università americane.
La prima parte del concerto è dedicata al Primo Libro dei Préludes di Claude Debussy. Tra i capolavori della produzione pianistica debussyana, i Préludes costituiscono sicuramente alcune tra le pagine più innovative e complete del maestro francese: l’inconfondibile ricerca timbrica, la dissoluzione delle gerarchie armoniche in favore di atmosfere fatte di vibrazioni e immagini, l’espressività basata sul potere evocativo del suono, l’attenzione al fluire delle sensazioni sonore sono la quintessenza di quell’estetica musicale del mistero e dell’evanescenza spesso accostata all’impressionismo, che trova nel genio di Claude Debussy l’espressione suprema.
E’ grande il balzo storico e geografico che introduce, all’inizio della seconda parte, i Four pieces (di cui saranno eseguiti il terzo e il quarto) dell’americano Friedrich Rzewski, datati 1977. Di difficilissima esecuzione, essi sono una “sorta di sonata in quattro movimenti, camuffata da polittico” (Arciuli): in ogni sua parte questo capolavoro, poco conosciuto ed eseguito, è ricco di spunti espressivi complessi - dalla violenza improvvisativa ai momenti introspettivi - e fa uso di armonie dal rigore classico che sfumano senza forzature in atmosfere ora romantiche ora jazzy.
Chiude il concerto Eine Kleine Mitternachtmusik di George Crumb. Si tratta di una vasta opera pianistica che l’autore statunitense dedica allo stesso Arciuli nel 2002, e segna il ritorno alla composizione dello stesso Crumb dopo parecchi anni. Definita dallo stesso Arciuli “una delle più straordinarie avventure pianistiche del Novecento” è una serie di nove elaborazioni (“Ruminations” cita la partitura) su un tema di Monk: un’opera assieme sensuale, divertita ed evocativa, che tocca le più varie cifre stilistiche, senza escludere l’intervento dell’esecutore sulla cordiera del pianoforte e una sua partecipazione a tratti quasi teatrale.
Emanuele Arciuli è anche autore del volume Rifugio intermedio. Il pianoforte contemporaneo fra Italia e Stati Uniti, settimo numero - appena pubblicato - della serie dei Quaderni di Cultura Contemporanea, editi dal Teatro Comunale di Monfalcone, sotto la cura di Carlo de Incontrera.
La pubblicazione offre un’analisi articolata e profonda del repertorio pianistico odierno, italiano e nordamericano, colmando così una vasta lacuna nel panorama musicologico e librario nazionale. Il CD allegato al Quaderno, documenta questo percorso con una serie di interpretazioni live dello stesso Arciuli.
“Considerando la frastagliata e variopinta scena contemporanea come un bosco, una foresta”, Arciuli richiama l’immagine del rifugio come quel “luogo ideale in cui fermarsi a riflettere, mettere in ordine le idee e ritrovare l’energia per nuovi ed ulteriori percorsi”.
Dalle giovanili “fascinazioni per il grafismo della scrittura musicale”, alle più recenti scoperte di quell’“autentica miniera d’oro” che era ed è la musica americana, questo prezioso saggio, che procede attraverso l’analisi di alcuni tra i più significativi autori contemporanei italiani e americani, è un’acuta e personale riflessione sul mondo musicale d’oggi, determinata anche dall’esperienza di pianista dell’autore.
Ulteriori informazioni sul volume sono disponibili sul sito del Teatro o telefonando allo 0481 494369.
La prima parte del concerto è dedicata al Primo Libro dei Préludes di Claude Debussy. Tra i capolavori della produzione pianistica debussyana, i Préludes costituiscono sicuramente alcune tra le pagine più innovative e complete del maestro francese: l’inconfondibile ricerca timbrica, la dissoluzione delle gerarchie armoniche in favore di atmosfere fatte di vibrazioni e immagini, l’espressività basata sul potere evocativo del suono, l’attenzione al fluire delle sensazioni sonore sono la quintessenza di quell’estetica musicale del mistero e dell’evanescenza spesso accostata all’impressionismo, che trova nel genio di Claude Debussy l’espressione suprema.
E’ grande il balzo storico e geografico che introduce, all’inizio della seconda parte, i Four pieces (di cui saranno eseguiti il terzo e il quarto) dell’americano Friedrich Rzewski, datati 1977. Di difficilissima esecuzione, essi sono una “sorta di sonata in quattro movimenti, camuffata da polittico” (Arciuli): in ogni sua parte questo capolavoro, poco conosciuto ed eseguito, è ricco di spunti espressivi complessi - dalla violenza improvvisativa ai momenti introspettivi - e fa uso di armonie dal rigore classico che sfumano senza forzature in atmosfere ora romantiche ora jazzy.
Chiude il concerto Eine Kleine Mitternachtmusik di George Crumb. Si tratta di una vasta opera pianistica che l’autore statunitense dedica allo stesso Arciuli nel 2002, e segna il ritorno alla composizione dello stesso Crumb dopo parecchi anni. Definita dallo stesso Arciuli “una delle più straordinarie avventure pianistiche del Novecento” è una serie di nove elaborazioni (“Ruminations” cita la partitura) su un tema di Monk: un’opera assieme sensuale, divertita ed evocativa, che tocca le più varie cifre stilistiche, senza escludere l’intervento dell’esecutore sulla cordiera del pianoforte e una sua partecipazione a tratti quasi teatrale.
Emanuele Arciuli è anche autore del volume Rifugio intermedio. Il pianoforte contemporaneo fra Italia e Stati Uniti, settimo numero - appena pubblicato - della serie dei Quaderni di Cultura Contemporanea, editi dal Teatro Comunale di Monfalcone, sotto la cura di Carlo de Incontrera.
La pubblicazione offre un’analisi articolata e profonda del repertorio pianistico odierno, italiano e nordamericano, colmando così una vasta lacuna nel panorama musicologico e librario nazionale. Il CD allegato al Quaderno, documenta questo percorso con una serie di interpretazioni live dello stesso Arciuli.
“Considerando la frastagliata e variopinta scena contemporanea come un bosco, una foresta”, Arciuli richiama l’immagine del rifugio come quel “luogo ideale in cui fermarsi a riflettere, mettere in ordine le idee e ritrovare l’energia per nuovi ed ulteriori percorsi”.
Dalle giovanili “fascinazioni per il grafismo della scrittura musicale”, alle più recenti scoperte di quell’“autentica miniera d’oro” che era ed è la musica americana, questo prezioso saggio, che procede attraverso l’analisi di alcuni tra i più significativi autori contemporanei italiani e americani, è un’acuta e personale riflessione sul mondo musicale d’oggi, determinata anche dall’esperienza di pianista dell’autore.
Ulteriori informazioni sul volume sono disponibili sul sito del Teatro o telefonando allo 0481 494369.
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