lunedì 30 aprile 2007
Nuova tournèe in Giappone della Società dei Concerti di Bari
La seconda significativa tournèe in Giappone dell'Orchestra "Società dei Concerti di Bari" vedrà la compagine pugliese impegnata in una serie di concerti dal 1° al 9 maggio 2007 che dirigerà Fabio Mastrangelo (nella foto), con la partecipazione in qualità di solista della pianista giapponese Ingrid Fuzjko Hemming. Durante le manifestazioni giapponesi verranno eseguite l'Ouverture dal Coriolano di Beethoven, il Concerto n. 1 in mi minore per pianoforte e orchestra op. 11 di F. Chopin e la Quarta Sinfonia in la maggiore op. 90 "Italiana" di Mendelssohn-Bartholdy. I concerti saranno ospitati nelle prestigiose sale: Matsumoto Bunka Kaikan (2000, http://www.matsumoto-bunkakaikan.jp/) il 2 maggio; Tokyo Metropolitan Art Space (1999, http://www.geigeki.jp/english/index.html) il 4 maggio; Sumida Triphony Hall (1801, http://www.triphony.com/) il 6 maggio; Muza Kawasaki Symphony Hall (1997, http://www.kawasaki-sym-hall.jp/index_e.shtml) l'8 maggio. La nota pianista giapponese Ingrid Fuzjko Hemming ha già presentato in anteprima e con vivo successo il programma della tournée a Bari lo scorso 5 marzo al Teatro Kursaal Santalucia, nell'ambito di un concerto organizzato dalla Società dei Concerti di Bari in collaborazione con la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. Nata a Berlino da madre giapponese (Toako Otsuki), pianista laureata alla Tokyo National University of Fine Art and Music (TNUFM) e da padre svedese di origine russa- (Gösta) Georgii-Hemming, pittore ed architetto, Ingrid Fuzjko Hemming (http://www.fujikohemming.com/) alterna l'attività concertistica alla produzione pittorica e letteraria. Info. e-mail: info@societadeiconcertidibari.it
"Slava" non c'è più
Slava non c'è più. E' volato via con le sue magiche ali verso la libertà più autentica, più vera in quella Filarmonica del Paradiso dove avrà il suo posto (meritatissimo) da primo violoncello. Sì, è proprio così, Rostropovich è morto qualche giorno fa. Ho numerosi ricordi legati a lui, ma li tengo per me. E' stato - senza forse, senza ma - il più grande violoncellista del Novecento, uno dei più grandi musicisti-interpreti (anche eccellente direttore d'orchestra e pianista: non dimentichiamolo!) di tutti i tempi. In questi ultimi due giorni ho letto i necrologi, i "coccodrilli" sui giornali, ho riascoltato e visto alcune sue memorabili interpretazioni. E' stata una grave perdita non solo per la cultura musicale, ma per l'umanità intera. Prima di essere uno straordinario solista acclamato in tutto il mondo, infatti Rostropovich è stato un Uomo immenso, baciato da Dio, non sempre amato dagli uomini. Nel 1989 era sotto il Muro di Berlino che inesorabilmente si sgretolava sotto i picconi di una Nuova Era del mondo e con il suo strumento ha regalato la gioia inesprimibile di quel momento storico di libertà. Grazie Slava! Ora non resta che serbarne memoria e trasmetterne la grandezza, i valori che ha rappresentato a chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo, ai giovani di oggi, alle generazioni di domani. Intanto un angelo, che in vita tutti chiamavano "Slava", lassù suonerà per noi. Per sempre.
venerdì 27 aprile 2007
Il Conservatorio di Monopoli ricorda Giorgio Menegozzo
Questa sera (alle 20.30) presso la Chiesa S. Pietro e Paolo a Monopoli (Ba) il locale Conservatorio “Nino Rota” organizza un concerto sinfonico in ricordo del violoncellista Giorgio Menegozzo, il cui violoncello settecentesco "Ferdinando Gagliano" e parte della sua biblioteca privata saranno contestualmente donati al conservatorio dalla vedova Anna Maria Algeri, durante una cerimonia che si terrà alle 19.00 nell'istituto musicale monopolitano. Diretta da Paolo Lepore (nella foto), l'Orchestra del Conservatorio eseguirà musiche di Vivaldi, Stravinski, Telemann, Gardel, Haydn ,Shostakovitch, Piazzolla e Rota. Il violoncellista Marcello Forte suonerà per l'occasione sul prezioso strumento appartenuto al compianto Maestro.
Corrado Roselli ricorda Gioconda De Vito a Cremona
Il prof. Corrado Roselli (nella foto), apprezzato violinista e docente del Conservatorio “Nicolò Piccinni”di Bari è stato invitato dal celebre Maestro Bruno Giuranna, presidente dell' E.S.T.A. (European String Teachers Association) a tenere il prossimo 2 maggio nell'ambito del 35° Congresso Internazionale dell'E.S.T.A., una relazione sulla grande violinista di origini pugliesi Gioconda De Vito (nacque infatti nel 1907 a Martina Franca), di cui il prossimo 26 luglio si celebra il centenario della nascita. Informazioni ulteriori sul sito: http://www.estacremona2007.org/
A Marcelo Alvarez il 1° Premio Lirico de "La Martesana"
Domenica 29 aprile, presso la Sala Comunale del Municipio di Gessate (Mi), alle ore 16,30, avrà luogo la cerimonia per la consegna del 1° Premio lirico de “La Martesana”, promosso dall’Associazione Musicale Harmonia, (realtà musicale molto attiva a Gessate e nell’est milanese) e dal quotidiano online Operaclick ed intitolato al Naviglio Piccolo o della Martesana, il cui scavo fu iniziato da Filippo Maria Visconti nel 1443 (pare che la progettazione coinvolse anche il genio di Leonardo da Vinci) che per secoli costituì una delle principali vie d’acqua lombarde, collegando Milano al fiume Adda, transitando, appunto, per Gessate.
Destinatario del riconoscimento il tenore argentino Marcelo Alvarez (nella foto), certamente una delle voci più importanti dell’attuale panorama lirico internazionale; l’occasione è particolarmente ghiotta in quanto costituisce l’unica apparizione dell’artista in Italia nel 2007, che, data la sua generosità e simpatia, non vorrà certamente privare il pubblico di una sua esibizione. Alla premiazione farà da corona un concerto che vedrà la presenza di tre giovani cantanti che hanno già intrapreso carriere interessanti e vantano successi rimarchevoli in Italia ed all’estero: il soprano bulgaro Tatiana Chivarova, il mezzosoprano georgiano Ketevan Kemoklidze ed il basso Carlo Malinverno; al pianoforte il M° Aldo Ruggiano. Succulento il programma che comprende, tra l’altro, arie di Verdi, Rossini, Donizetti, Bellini, Mozart, Gounod e Ponchielli. L’ingresso è gratuito, su prenotazione, fino ad esaurimento dei posti disponibili inviando i propri dati a: premiolirico@operaclick.com
Destinatario del riconoscimento il tenore argentino Marcelo Alvarez (nella foto), certamente una delle voci più importanti dell’attuale panorama lirico internazionale; l’occasione è particolarmente ghiotta in quanto costituisce l’unica apparizione dell’artista in Italia nel 2007, che, data la sua generosità e simpatia, non vorrà certamente privare il pubblico di una sua esibizione. Alla premiazione farà da corona un concerto che vedrà la presenza di tre giovani cantanti che hanno già intrapreso carriere interessanti e vantano successi rimarchevoli in Italia ed all’estero: il soprano bulgaro Tatiana Chivarova, il mezzosoprano georgiano Ketevan Kemoklidze ed il basso Carlo Malinverno; al pianoforte il M° Aldo Ruggiano. Succulento il programma che comprende, tra l’altro, arie di Verdi, Rossini, Donizetti, Bellini, Mozart, Gounod e Ponchielli. L’ingresso è gratuito, su prenotazione, fino ad esaurimento dei posti disponibili inviando i propri dati a: premiolirico@operaclick.com
Il Concerto per violino e orchestra di Nyman e Così Parlò Zarathustra di Strauss: una serata da ricordare per la Sinfonica di Bari
Il Concerto per violino e orchestra di Michael Nyman (nella foto) e il poema sinfonico “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss sono i lavori che saranno eseguiti dall’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari nell'atteso concerto di lunedì 30 aprile (alle 21.00) presso l’Auditorium della Guardia di Finanza di Bari. Concerto che sarà diretto dal maestro Daniel Kawka e che vedrà come solista il noto violinista barese Francesco D’Orazio, reduce proprio da una freschissima incisione discografica della suddetta composizione di Nyman per conto della rivista musicale "Amadeus" (i biglietti sono solo in prevendita al Box office della Feltrinelli Libri e Musica in via Melo, 119 a Bari. Info: 080.5240464). La serata si apre con l’esecuzione del Concerto per violino e orchestra del compositore londinese Michael Nyman (1944), considerato fra i principali rappresentanti della corrente del post-minimalismo.
Sebbene il suo nome sia stato spesso associato al mondo del cinema e, in particolare, a registi come Peter Greeneway e Jane Campion e i concerti a capo della sua “Michael Nyman Band” siano più volte stati ospitati da festival e rassegne delle musiche cosiddette “altre”, Nyman è a pieno titolo un personaggio di grande rilievo della musica dell’ultimo Novecento e la sua produzione annovera anche numerose pagine cameristiche, oltre al Concerto per violino. Quest’ultimo, commissionato dallo Stiftung Schleswig-Holstein Music Festival, è stato eseguito per la prima volta il 29 agosto del 2003 ad Amburgo dal violinista Gidon Kremer, con l’orchestra del Festival diretta da Dennis Russell Davies. Nella seconda parte l’Orchestra eseguirà, anche in questo caso per la prima volta nella sua storia, “Così parlò Zarathustra”, il celebre poema sinfonico op. 30 di Richard Strauss (1864 – 1949).
Malgrado la precisazione dello stesso Richard Strauss, che definì questo poema sinfonico come “liberamente composto dopo la lettura di Friedrich Nietzsche”, non furono in pochi a restare sorpresi, domandandosi come un compositore avesse mai potuto osare di appropriarsi del pensiero del celebre filosofo. Non è un caso, quindi, che Strauss abbia avvertito l’esigenza di dover ulteriormente precisare “non ho mai inteso comporre della musica “filosofica”, né tanto meno tradurre musicalmente la grande opera di Nietzsche. Il mio unico intento era quello di illustrare una rappresentazione dello sviluppo della razza umana sin dalle sue origini, attraverso l’evoluzione del pensiero, della religione e della scienza, per approdare alla teoria del Superuomo di Nietzsche”.
La partitura – alla quale Strauss attese tra il febbraio e l’agosto del 1896 e che venne eseguita in pubblico per la prima volta il 27 novembre dello stesso anno a Francoforte, diretta dallo stesso compositore – si suddivide in otto parti legate fra loro, ognuna delle quali è indicata con un sottotitolo ricavato dai discorsi del filosofo persiano dell’antichità Zarathustra e non risponde a un preciso schema formale, ma è caratterizzata dall’accostamento di una serie di idee musicali. Il tema dell’Introduzione venne impiegato dal regista Stanley Kubrick nel suo capolavoro cinematografico “2001 Odissea nello spazio”.
Sebbene il suo nome sia stato spesso associato al mondo del cinema e, in particolare, a registi come Peter Greeneway e Jane Campion e i concerti a capo della sua “Michael Nyman Band” siano più volte stati ospitati da festival e rassegne delle musiche cosiddette “altre”, Nyman è a pieno titolo un personaggio di grande rilievo della musica dell’ultimo Novecento e la sua produzione annovera anche numerose pagine cameristiche, oltre al Concerto per violino. Quest’ultimo, commissionato dallo Stiftung Schleswig-Holstein Music Festival, è stato eseguito per la prima volta il 29 agosto del 2003 ad Amburgo dal violinista Gidon Kremer, con l’orchestra del Festival diretta da Dennis Russell Davies. Nella seconda parte l’Orchestra eseguirà, anche in questo caso per la prima volta nella sua storia, “Così parlò Zarathustra”, il celebre poema sinfonico op. 30 di Richard Strauss (1864 – 1949).
Malgrado la precisazione dello stesso Richard Strauss, che definì questo poema sinfonico come “liberamente composto dopo la lettura di Friedrich Nietzsche”, non furono in pochi a restare sorpresi, domandandosi come un compositore avesse mai potuto osare di appropriarsi del pensiero del celebre filosofo. Non è un caso, quindi, che Strauss abbia avvertito l’esigenza di dover ulteriormente precisare “non ho mai inteso comporre della musica “filosofica”, né tanto meno tradurre musicalmente la grande opera di Nietzsche. Il mio unico intento era quello di illustrare una rappresentazione dello sviluppo della razza umana sin dalle sue origini, attraverso l’evoluzione del pensiero, della religione e della scienza, per approdare alla teoria del Superuomo di Nietzsche”.
La partitura – alla quale Strauss attese tra il febbraio e l’agosto del 1896 e che venne eseguita in pubblico per la prima volta il 27 novembre dello stesso anno a Francoforte, diretta dallo stesso compositore – si suddivide in otto parti legate fra loro, ognuna delle quali è indicata con un sottotitolo ricavato dai discorsi del filosofo persiano dell’antichità Zarathustra e non risponde a un preciso schema formale, ma è caratterizzata dall’accostamento di una serie di idee musicali. Il tema dell’Introduzione venne impiegato dal regista Stanley Kubrick nel suo capolavoro cinematografico “2001 Odissea nello spazio”.
giovedì 26 aprile 2007
Lucchesini chiude in bellezza la "stagione classica" della Camerata Musicale Barese
Andrea Lucchesini, si sa, è un pianista importante. Lo ha dimostrato ancora una volta suonando a Bari martedì sera per la variegata stagione (siamo già a quota 65: complimenti!) della Camerata Musicale Barese. Un concerto che ha chiuso in bellezza gli appuntamenti che la storica associazione del capoluogo pugliese ha dedicato anche quest'anno, nonostante le solite mille difficoltà a reperire spazi-contenitori adeguati, alla musica classica. In programma, oltre agli annunciati Quattro Improvvisi op.90 di Schubert (nel foto-ritratto) e ai 24 preludi op. 28 di Chopin, il quarantaduenne pianista toscano ha voluto regalare al pubblico barese tre godibili Sonate di Domenico Scarlatti, che hanno, di fatto, introdotto il suo recital al Teatro Piccinni. Qualcuno ha detto e scritto che Lucchesini è sicuramente un pianista assai bravo, ma anche un po' troppo analitico e freddino. La sua è in effetti - e lo si è verificato proprio l'altra sera all'ascolto proprio degli Improvvisi schubertiani (capolavoro di intimo lirismo, sublime raccolta di "lieder senza parole") - una sorta di algida perfezione. Per carità le pagine del sommo Schubert sono state rilette con elegante profondità, ottimo gusto, ma anche con quell' olimpico distacco che lascia a volte un po' perplessi di fronte a chi, d'altro canto, lo considera addirittura erede di Arturo Benedetti Michelangeli e Maurizio Pollini. Andiamoci piano. Lucchesini suona con splendida naturalezza e certosina precisione e sembra davvero nato sullo sgabello del pianoforte, ma da lui mi piacerebbe una maggiore partecipazione emotiva e un'adesione espressiva più sincera, soprattutto quando si cimenta con pagine capitali come gli Improvvisi. Nella seconda parte, alle prese con un'altra colonna portante della letteratura pianistica come i Preludi di Chopin, il risultato mi è personalmente sembrato migliore. La straordinaria tecnica digitale del pianista toscano, unita alla sua sensibilissima, innata classe interpretativa, oltre (è probabile) ad una maggiore frequentazione con lo spartito chopiniano proposto, hanno consentito al pianista toscano di incorniciare una lettura raffinata e, al contempo, esaltante dei Preludi. Il pubblico ha risposto con gratitudine decretandogli calorosi e meritati consensi, generosamente ricambiati da ben tre bis.
Il pianista Giuseppe Albanese chiude la rassegna cameristica della Fondazione Petruzzelli
Chiusura della Stagione Cameristica della “Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari”: domani venerdì 27 aprile alle 21, al teatro Kursaal Santalucia avrà luogo il concerto del giovane pianista Giuseppe Albanese (nella foto). Straordinario talento musicale, Albanese è stato di recente vincitore di importanti concorsi nazionali (tra cui il “Premio Venezia” assegnato all’unanimitá da una giuria presieduta dal Maestro Roman Vlad) ed internazionali (tra cui il primo premio assoluto nel 2003, ad appena 23 anni, al "Vendome Prize"). È stato già invitato per recitals e concerti con orchestre da autorevoli ribalte internazionali quali, tra gli altri, il Metropolitan Museum di New York, la Konzerthaus di Berlino e il Mozarteum di Salisburgo; collabora inoltre con direttori del calibro di James Conlon, Alain Lombard, Othmar Maga, Anton Nanut, Tomas Netopil, George Pehlivanian e Dmitri Jurowski. In programma ci saranno pagine che esaltano le doti soprattutto acrobatiche dei cosiddetti “pianisti-virtuosi”: Variazioni su Tema di G.P. Telemann Op. 134 di Max Reger, la Polonaise-Fantaisie Op. 61 in la bemolle magg. di Fryderyk Chopin, la Isolde’s Liebestod di Richard Wagner/Franz Liszt, L’isle joyeuse di Claude Debussy e, dulcis in fundo, La Valse di Maurice Ravel. Infotel botteghino Teatro Piccinni: 080/521.24.84.
martedì 24 aprile 2007
L'Antigone di Ivan Fedele apre stasera il 70° Maggio Musicale Fiorentino
Si apre tra poche ore una delle manifestazioni “teatralmusicali” più antiche e rinomate d’Europa: il Maggio Musicale Fiorentino. Maggio che è giunto con questa alla sua settantesima edizione. L’opera inaugurale non è fortunatamente la "solita" Traviata o la "solita" Bohème, bensì un lavoro in prima assoluta appositamente commissionato ad uno dei compositori italiani più significativi e apprezzati nel mondo, quell’Ivan Fedele (nella foto) che proprio qui a Bari nel 2005 passò un’indimenticabile settimana tenendo una seguitissima Masterclass durante la prima edizione del Festival URTIcanti, organizzato dall’Associazione Musicale Diapason. In quell’occasione gli venne anche dedicato un concerto monografico e chi scrive ebbe l’onore di condurre con il succitato maestro (tra l’altro leccese di nascita) e il critico musicale Fiorella Sassanelli una conversazione sulla sua musica e su quella contemporanea in genere. Questa sera l’Antigone, che è per l’appunto l’opera lirica di Fedele in "prima assoluta", verrà eseguita al Comunale di Firenze (con repliche il 4 ed il 6 maggio) sotto la direzione di Michel Tabachnik e con interpreti del calibro di Monica Bacelli (Antigone), Chiara Taigi (Ismene), Roberto Abbondanza (Creonte), Mirko Guadagnino (Ernone), Martin Oro (Tiresia). La regia dello spettacolo è affidata a Mario Martone. Non mancheranno poi a questa ottima edizione del Maggio - dopo la magra stagione decapitata dai famigerati tagli finanziari e al contempo da un deficit in bilancio (semplicemente “da paura”) dello scorso anno - altri appuntamenti di indubbio rilievo come l’“Orfeo ed Euridice” di Gluck in forma di concerto diretto da Riccardo Muti (28, 29 maggio) e una riscoperta di rara bellezza come “La Dafne” (1608) di Marco Da Gagliano che insieme al mitico “Orfeo” monteverdiano diede l’avvio al teatro lirico del XVII secolo. L’opera di Marco Da Gagliano sarà in scena al Teatro Goldoni il 31 maggio ed il 1° giugno diretta da uno specialista come Gabriel Garrido sul podio dell’Ensemble Antonio Il Verso; la regia sarà affidata invece al torinese Davide Livermore, altro pezzo da novanta dell’attuale teatro musicale italiano. In giugno prenderà poi il via il progetto “Tetralogia” di Wagner che vedrà il celebre maestro indiano Zubin Mehta, ormai diventato a pieno titolo fiorentino di adozione e da diversi anni direttore principale dell'Orchestra del Maggio Fiorentino, collaborare con la compagnia catalana Fura dels Baus; in programma per quest’anno due prelibatissimi “Das Rheingold” (14, 19, 23, 27 giugno) e “Die Walküre” (16, 21, 25, 29 giugno). E ancora da non perdere i grandi appuntamenti sinfonici come quelli con Mariss Jansons e l’Orchestra della Radio Bavarese (3 maggio) e con Daniel Baremboim che si esibirà sia come pianista (in un recital il 12 maggio e poi il 18 maggio con Mehta sul podio) che come direttore (3 e 4 luglio con la Staatskapelle di Berlino). Per conoscere nel dettaglio tutti gli appuntamenti di questo straordinario festival fiorentino è sufficiente naturalmente navigare nel suo website.
Un'interessante iniziativa musicale nel Museo Nazionale di strumenti antichi a Roma
"Giovedì 19 Aprile, nel piccolo ma delizioso auditorium del Museo Nazionale di strumenti antichi di Roma, ho assistito ad un’interessante serata di musica antica. Interessante per molti motivi, derivanti dalle varie sinergie che la produzione del concerto ha diligentemente saputo creare: da una parte l’Istituto Svizzero di Roma, la Soprintendenza per il Polo Museale Romano e il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali; dall’altra la Sociètè d’Orchestre de la Ville de Sion e l’Associazione Culturale Flatus. Da una parte cioè le istituzioni impegnate per il restauro a fini di studio di alcuni strumenti originali del museo, dall’altra le associazioni impegnate per il recupero di un fondo di inediti manoscritti posseduto da un importantissima famiglia svizzera del ‘700, la famiglia de Rivaz. Il tutto amalgamato dalla “Flatus Ensemble Suisse” che ha eseguito sugli strumenti appena restaurati alcune musiche del fondo musicale ritrovato: una mossa azzeccatissima! Persino la filologia, tanto diffidata per la sua inevitabile aura di noiosità e accademismo che porta con sé, è riuscita a diventare un godibile momento grazie al delicatissimo intervento iniziale della musicologa, nonché flautista nel concerto, Katia Chevrier .
Gli interpreti della “Flatus Ensemble Suisse”, hanno eseguito i brani inediti di alcuni fra i più importanti compositori del ‘700 (Johann Christian Cannabich su tutti) in maniera molto rigorosa da un punto di vista filologico, ma nello stesso tempo hanno saputo creare delle sonorità vive e godibili. Come al solito, ineccepibile Enrico Casularo che ha suonato un traversiere “Grassi” del 1760, così la moglie Anne Casularo-Kirchmeier che suonava un flauto a becco “F.W. Oberlender” e uno “Schell”, copie realizzate da Francesco Livirghi. Ben amalgamato al delicato suono degli strumenti a fiato è sembrato Valerio Losito, che ha suonato su un violino originale Giuseppe Gagliano del 1790. La direzione musicale di Vito Paternoster (nella foto), che ha suonato un violoncello Paulus Castello del 1765, è apparsa totalmente attinente allo stile delle composizioni eseguite, alternando diligentemente sonorità ora languide, ora dure e scegliendo sempre i tempi giusti per rendere al meglio gli affetti di ogni singolo passaggio musicale. Questo concerto verrà ripresentato a Bari il 23 Maggio presso il Conservatorio Nicolò Piccinni con la partecipazione di allievi dello stesso istituto, i quali poi avranno l’onore di replicarlo a Sion il 27 maggio."
Raimondo Lenoci
Gli interpreti della “Flatus Ensemble Suisse”, hanno eseguito i brani inediti di alcuni fra i più importanti compositori del ‘700 (Johann Christian Cannabich su tutti) in maniera molto rigorosa da un punto di vista filologico, ma nello stesso tempo hanno saputo creare delle sonorità vive e godibili. Come al solito, ineccepibile Enrico Casularo che ha suonato un traversiere “Grassi” del 1760, così la moglie Anne Casularo-Kirchmeier che suonava un flauto a becco “F.W. Oberlender” e uno “Schell”, copie realizzate da Francesco Livirghi. Ben amalgamato al delicato suono degli strumenti a fiato è sembrato Valerio Losito, che ha suonato su un violino originale Giuseppe Gagliano del 1790. La direzione musicale di Vito Paternoster (nella foto), che ha suonato un violoncello Paulus Castello del 1765, è apparsa totalmente attinente allo stile delle composizioni eseguite, alternando diligentemente sonorità ora languide, ora dure e scegliendo sempre i tempi giusti per rendere al meglio gli affetti di ogni singolo passaggio musicale. Questo concerto verrà ripresentato a Bari il 23 Maggio presso il Conservatorio Nicolò Piccinni con la partecipazione di allievi dello stesso istituto, i quali poi avranno l’onore di replicarlo a Sion il 27 maggio."
Raimondo Lenoci
lunedì 23 aprile 2007
L'Accademia di Santa Cecilia ricorda Edvard Grieg nel centenario della morte
21/23/24 aprile: Orchestra e Coro dell'Accademia di Santa Cecilia - Vladimir Ashkenazy (direttore), Camilla Tilling (soprano), Sergei Leiferkus (baritono) Maddalena Crippa (voce recitante) eseguono il "Peer Gynt" di Edvard Grieg.
L'esecuzione integrale delle musiche di scena del Peer Gynt, la fiabesca saga con la quale Ibsen stregò i suoi contemporanei, sarà il cuore delle celebrazioni che l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in collaborazione con l'Ambasciata di Norvegia, dedica al compositore del quale quest'anno ricorre il centenario della morte. Con la direzione di Vladimir Ashkenazy, l'Orchestra e il Coro dell'Accademia, la voce recitante di Maddalena Crippa, il soprano Camilla Tilling e il baritono Sergei Leiferkus, i concerti del 21/23/24 aprile ci condurranno tra le brumose atmosfere del nord.
Concerti gratuiti previo ritiro del biglietto presso il botteghino dell'Auditorium Parco della Musica, Viale Pietro de Coubertin 34 a Roma.
La settimana di Grieg è cominciata, in realtà, già dal 15 aprile quando alle ore 12 nella Sala Petrassi, il noto musicologo Quirino Principe ha tenuto un "Concerto - Conferenza" dedicato ai Lieder del compositore norvegese con il soprano Chiara Didino e il pianista Matteo Helfer. Si tratta di composizioni di intenso lirismo basate su poesie di autori di varia nazionalità, tra i quali Andersen, Bjorson, lo stesso Ibsen. Mercoledì 18 alle ore 21 un'altra serata speciale è stata il "Concerto - Confronto" che ha permesso di ascoltare "Slätter" op.72 per pianoforte di Grieg, insieme ad alcuni brani dal folclore norvegese. Un modo per comprendere quanto i suoni della sua terra furono sorgente di ispirazione per il compositore. Al concerto hanno partecipato Gunnar Stubseid che ha suonato l'hardingfele (violino della tradizione norvegese) e il pianista Håkon Austbø.
La Fondazione Petruzzelli "incontra" la Fiera del Levante
Sabato scorso nel quartiere fieristico di Bari, è stata presentata alla stampa (nella foto di Vito Mastrolonardo un momento dell'incontro) la Convenzione firmata dalla “Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli” e dalla “Fiera del Levante”. L’incontro ha avuto luogo nel Padiglione 96, dove la Fondazione, in occasione dell’attuale edizione di “Expolevante”, ha proposto un allestimento dedicato ad immagini, scene e costumi delle recenti produzioni realizzate nella stagione in corso. Sono intervenuti Cosimo Lacirignola, Presidente della Fiera del Levante, Antonio Ciuffreda, Vice Presidente della Fiera del Levante, Michele Emiliano, Sindaco di Bari e Presidente della Fondazione Petruzzelli, oltre al Sovrintendente dell'ente lirico barese Giandomenico Vaccari.
Lucchesini in concerto per la Camerata Musicale Barese
Per la Camerata Musicale Barese domani 24 aprile (alle 21.00) suonerà al Teatro Piccinni il celebre pianista Andrea Lucchesini. In programma musiche di Schubert (Quattro Improvvisi op.90) e Chopin (Ventiquattro Preludi op.28).
Nato nel 1965, Lucchesini si è formato alla scuola di Maria Tipo, imponendosi all’attenzione internazionale nel 1983 con la vittoria al Concorso “Dino Ciani", presso il Teatro alla Scala di Milano. Da allora ha suonato con le più prestigiose orchestre, collaborando con direttori quali Claudio Abbado, Semyon Bychkov, Roberto Abbado, Riccardo Chailly, Dennis Russell Davies, Charles Dutoit, Daniele Gatti, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, John Neshling, Gianandrea Noseda e Giuseppe Sinopoli. Nel 1994 una giuria internazionale di musicologi, valutando gli esiti di una così ampia attività concertistica, ha conferito a Lucchesini il prestigioso Premio “Accademia Chigiana”, cui si è aggiunto, nel 1995, il Premio della Critica “F. Abbiati”. Nel luglio 2001 Andrea Lucchesini ha eseguito la nuova Sonata per pianoforte di Luciano Berio in prima mondiale a Zurigo, proseguendo così una felice collaborazione che aveva preso l’avvio con il Concerto II “Echoing curves” dello stesso Autore, eseguito da Lucchesini in tutto il mondo e registrato con la London Symphony per la BMG. La Sonata è stata poi eseguita in Francia, Portogallo, Belgio, Olanda e Inghilterra
L’interesse per il repertorio novecentesco, oltre che nella scelta dei programmi, è testimoniato anche da alcune incisioni discografiche – Pierrot Lunaire di Schoenberg e Kammerkonzert di Berg – effettuate per la Teldec con la Dresdner Staatskapelle diretta da Giuseppe Sinopoli. Si dedica con passione anche al repertorio cameristico, realizzando in particolare una stretta collaborazione con il violoncellista Mario Brunello, con il quale ha animato per oltre un decennio gli "Incontri con la musica da camera", sotto l'egida dell'Unione Musicale di Torino. Recentemente Piero Farulli lo ha voluto accanto a se nella direzione della prestigiosa Scuola di Musica di Fiesole. L’integrale live delle Sonate per pianoforte di Beethoven, incisa per la Stradivarius , ha avuto il riconoscimento di disco del mese nell’ agosto 2004 da Fonoforum. Nel 2007 uscirà per l’etichetta inglese Avie Records l’integrale delle opere per piano solo di Luciano Berio. Per informazioni e per la vendita dei biglietti rivolgersi presso gli uffici della Camerata – Via Sparano 141 – infotel 080/5211908.
Nato nel 1965, Lucchesini si è formato alla scuola di Maria Tipo, imponendosi all’attenzione internazionale nel 1983 con la vittoria al Concorso “Dino Ciani", presso il Teatro alla Scala di Milano. Da allora ha suonato con le più prestigiose orchestre, collaborando con direttori quali Claudio Abbado, Semyon Bychkov, Roberto Abbado, Riccardo Chailly, Dennis Russell Davies, Charles Dutoit, Daniele Gatti, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, John Neshling, Gianandrea Noseda e Giuseppe Sinopoli. Nel 1994 una giuria internazionale di musicologi, valutando gli esiti di una così ampia attività concertistica, ha conferito a Lucchesini il prestigioso Premio “Accademia Chigiana”, cui si è aggiunto, nel 1995, il Premio della Critica “F. Abbiati”. Nel luglio 2001 Andrea Lucchesini ha eseguito la nuova Sonata per pianoforte di Luciano Berio in prima mondiale a Zurigo, proseguendo così una felice collaborazione che aveva preso l’avvio con il Concerto II “Echoing curves” dello stesso Autore, eseguito da Lucchesini in tutto il mondo e registrato con la London Symphony per la BMG. La Sonata è stata poi eseguita in Francia, Portogallo, Belgio, Olanda e Inghilterra
L’interesse per il repertorio novecentesco, oltre che nella scelta dei programmi, è testimoniato anche da alcune incisioni discografiche – Pierrot Lunaire di Schoenberg e Kammerkonzert di Berg – effettuate per la Teldec con la Dresdner Staatskapelle diretta da Giuseppe Sinopoli. Si dedica con passione anche al repertorio cameristico, realizzando in particolare una stretta collaborazione con il violoncellista Mario Brunello, con il quale ha animato per oltre un decennio gli "Incontri con la musica da camera", sotto l'egida dell'Unione Musicale di Torino. Recentemente Piero Farulli lo ha voluto accanto a se nella direzione della prestigiosa Scuola di Musica di Fiesole. L’integrale live delle Sonate per pianoforte di Beethoven, incisa per la Stradivarius , ha avuto il riconoscimento di disco del mese nell’ agosto 2004 da Fonoforum. Nel 2007 uscirà per l’etichetta inglese Avie Records l’integrale delle opere per piano solo di Luciano Berio. Per informazioni e per la vendita dei biglietti rivolgersi presso gli uffici della Camerata – Via Sparano 141 – infotel 080/5211908.
venerdì 20 aprile 2007
La scomparsa di Carlo Maria Badini
Ieri pomeriggio, alle 15.30 dopo una lunga malattia è venuto a mancare all’età di 81 anni Carlo Maria Badini, illuminato uomo del teatro musicale e della cultura italiana. In un recente passato è stato Sovrintendente del Comunale di Bologna e del Teatro alla Scala di Milano. Chi scrive, profondamente rattristato, si unisce al dolore di tutti coloro che in vita lo amarono e ne apprezzarono le doti indimenticabili.
Maestro, mi creda, non ho parole...
Ieri sera sono stato a Molfetta, cittadina del nord barese ricca di storia e smaglianti bellezze, per seguire un concerto organizzato dal Liceo Musicale “Richard Wagner” (uno dei rari esempi italiani, va detto, di Liceo Musicale) nello stupendo Palazzo De Luca. Da un paio d’anni il maestro Gianluca Altomare insieme ad un manipolo di eroici musicisti ha dato vita ad una associazione culturale – intitolata ambiziosamente Parnasus – che gestisce una breve stagione concertistica di cinque appuntamenti, parallela all’attività più propriamente didattica del suddetto Liceo. Un progetto difficile, anzi difficilissimo, anche perchè sino ad ora ha lasciato abbastanza indifferenti gli Enti Locali (Comune di Molfetta, Provincia di Bari e Regione Puglia: i soldi per qualcuno non ci sono mai, salvo a non mancare invece per i “Grandi Eventi” di parenti, amici e naturalmente “amici degli amici”), tant’è che a quanto mi riferisce lo stesso Altomare “se non avessimo potuto contare sulla generosa attenzione di alcuni sponsor privati, non sarebbe stato possibile organizzare un bel nulla”. Tutto il mondo è paese. A Molfetta le cose non sono – ahinoi - troppo diverse dal resto della Puglia e dell’Italia. Ieri sera in programma, per esempio, c’era un recital del pianista Filippo Balducci, uno dei più apprezzati pianisti pugliesi (anche) a livello internazionale. Vincitore, sin da giovanissimo, di importanti concorsi nazionali (Primo premio ad Osimo, Lamezia Terme e Caserta) ed internazionali (Senigallia, Pinerolo, Cincinnati), Balducci ha avviato una carriera concertistica significativa che è lodevolmente costretto in parte a sacrificare per i suoi impegni di docente (tra l’altro, apprezzatissimo) di “Pianoforte Principale” presso il Conservatorio Nicolò Piccinni di Bari. L’impaginato programma di ieri sembrava appositamente pensato, va detto, da un giovane Pollini. Erano infatti accostati a due fondamentali Sonate della tarda maturità del titanico Beethoven (l’op.109 e l’op.110), i 12 Studi op. 10 di Chopin: insomma, tre cavalli di battaglia del mitico “Maurizio della Musica”. Purtroppo, l’indiscutibile valore del pianista Balducci è stato parzialmente minato da un pianoforte (un anonimo Krauss) che sarebbe andato benino per una serata di allegro piano bar, ma che con Beethoven e Chopin aveva evidentemente ben poco da spartire. Certo, se ci fossero stati i soldini per prendere un decoroso Steinway, le cose sarebbero andate assai meglio. Nonostante ciò però, il bravissimo Filippo ce l’ha messa tutta per regalare ai settanta appassionati molfettesi (e non) presenti nel salone del Palazzo De Luca tre egregie letture di altrettanti capolavori della letteratura pianistica mondiale, oltre a tre applauditi bis. Prova ne sia il volto, a dir poco estasiato, di un giovane allievo di Filippo, che alla fine del concerto gli si è prudentemente avvicinato con la penna in mano e gli ha chiesto l’autografo sussurrando: “Maestro, mi creda, non ho parole…”
giovedì 19 aprile 2007
"Primavera a Mola": cinquanta eventi culturali in due mesi
Quando dalle parole si passa ai fatti. La “Primavera di Mola” è un virtuoso esempio di questo corollario. Mettere in rete, o meglio, in sinergia tra loro le forze culturali, artistiche ed intellettuali di una città per “fare sistema”, lontano da meschine rivalità campanilistiche e con l’intento lodevole di collaborare tutti insieme per contribuire a far qualcosa di davvero importante. Se n’è avuta ampia dimostrazione proprio durante la conferenza stampa di questa mattina in una sede istituzionale come quella della Provincia di Bari, alla presenza dell’Assessore alla Cultura Vittorino Curci, di quello allo stesso ramo del Comune di Mola di Bari, Andrea Gargiulo e di altri rappresentanti delle associazioni culturali e musicali locali, tra cui Guido Pagliaro e Paolo Panaro (Centro Diaghilev), Nilla Papadopoli (Comitato per la diffusione della Cultura Musicale), Vito Quaranta (Ass.Musicando) ed Elvira Sarno (Cappella Palatina). “La primavera di Mola”, rassegna di teatro, musica e arte organizzata dal Comune di Mola di Bari, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bari e con il patrocinio dell’ Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia partirà domani sera nello splendido Salone degli Specchi del restaurato Palazzo Roberti con lo spettacolo “La favola de Zoza”, a cura del Centro Diaghilev, la cui presenza pare assai significativa dopo l’amara chiusura lo scorso anno della Casa dei doganieri (uno dei contenitori teatrali più vivaci e stimolanti del mezzogiorno d’Italia) nel quadro di una ripresa dei rapporti tra il Comune e il centro teatrale che fa riferimento, tra l'altro, a due emblematiche figure del calibro di Guido Pagliaro (sì proprio lui, l'ex direttore artistico della Fondazione Petruzzelli) e del bravo regista ed attore Paolo Panaro (nella foto). Si parte dunque domani e si andrà avanti per un paio di mesi (dal 20 aprile al 17 giugno) con una programmazione intensissima di oltre 50 spettacoli. “Uno sforzo importante per l’Amministrazione Comunale di Mola che da tempo – ha ricordato l’assessore Gargiulo - ha deciso di puntare sulla cultura come strumento di crescita sociale e civile per la città. Al fine di promuovere al meglio i numerosi eventi culturali prodotti a Mola dalle diverse associazioni si è reso indispensabile un serio lavoro di coordinamento e programmazione, evitando l’estemporaneità e realizzando un cartellone unico.”L’assessore Curci si è simpaticamante complimentato per “l’abbondante offerta di spettacoli concentrata in appena due mesi. Non oso immaginare cosa faranno nei restanti dieci mesi dell'anno…” Tra le novità di questa edizione della Primavera molese, il recupero come contenitore culturale del Salone degli Specchi di Palazzo Roberti, di recente recuperato dal Comune e che insieme al teatro Van Westerhout, al teatro angioino e alla masseria “Serra dell’Isola” costituirà lo scenario delle numerose manifestazioni. Tra le associazioni che si distinguono nel sostanzioso cartellone ci sono l’Agimus con la consueta programmazione concertistica, il Centro Diaghilev con ben 14 spettacoli teatrali di narrazione, l’Associazione “Musicando” che può vantare concerti di pregio, come quello del "Gianni Lenoci Trio-Featuring" con Maurizio Quintavalle (contrabbasso) e Marcello Magliocchi (batteria), lo Stefano Battaglia Ensemble e la contrabbassista francese Joelle Leandre. Altri concerti e serate, tra cui il concorso musicale internazionale “Van Westerhout” giunto alla terza edizione, che coincide con la commmemorazione del 150° anniversario della nascita del compositore molese di origini olandesi Niccolò Van Westerhout. Da rimarcare anche la presenza della Cappella Palatina con alcune interessanti serate concertistiche, tra cui una dedicata a "Teatro e Musica" con l’attrice Maria Giaquinto e il pianista Fernando Altamura e un omaggio alla pianista e compositrice Maria Escribano. Infine, non mancheranno mostre d’arte e presentazioni di libri e molto altro. Ulteriori informazioni sulle date e i contenuti delle singole manifestazioni si possono richiedere ai seguenti numeri telefonici: 080.4738612 – 080.4738224.
mercoledì 18 aprile 2007
Afrodite in tavola tra musica, fotografia e fantasia all'Abeliano
Intrigante appuntamento con “Una boccata d’arte” al teatro Abeliano di Bari. Domani sera, giovedì 19 aprile (alle 21.00) musica, gastronomia, fotografia e fantasia si incroceranno dando vita al tema “Afrodite in tavola”. Protagonisti naturalmente saranno i cibi afrodisiaci e l’arte erotica. Animeranno la serata, con il padrone di casa Vito Signorile, gli artisti Rachele Viaggiano, Mino Decataldo e Betty Lusito (nella foto), lo chef Peppino Berardi e il giornalista di enogastronomia, nonchè apprezzato critico musicale, Nicola Sbisà. Informazioni: Teatro Abeliano: 080.542.76.78.
Il pianista Filippo Balducci suona a Molfetta
Prosegue domani, giovedì 19 aprile (alle ore 20.00), presso la prestigiosa sede di Palazzo de Luca (corso Dante, 66 – Molfetta), la Stagione concertistica del Liceo Musicale "Richard Wagner”.La serata vedrà come ospite Filippo Balducci (nella foto), uno dei pianisti più apprezzati dell'ormai sempre più prestigiosa "Scuola Pugliese", che proporrà al pubblico un programma di indubbio fascino, dedicato alle meravigliose Sonate per pianoforte op.109 e 110 di Ludwig van Beethoven e ai 12 Studi op.10 di Fryderyk Chopin. Un omaggio di due dei più grandi compositori di sempre allo strumento "Principe" del repertorio classico e romantico: il pianoforte.
L’evento conferisce ulteriore pregio al percorso di appuntamenti musicali animati da artisti di eccellente livello che il Liceo Wagner sta portando avanti a partire dal concerto inaugurale tenutosi lo scorso novembre, dedicato alle più famose arie d’opera del repertorio lirico italiano e wagneriano.
Infocell: 320.3180793 – 329.9645405.
martedì 17 aprile 2007
Settimana della cultura macedone in Puglia (19 - 24 aprile 2007)
Dal 19 al 24 aprile si terrà la “Settimana della cultura macedone”, promossa dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e dal Ministero della Cultura della Repubblica di Macedonia con la collaborazione dell’Associazione Abusuan e della Fondazione Gramsci di Puglia.
L’inaugurazione si svolgerà a Bari il 19 Aprile alle ore 19,30 presso il Fortino S.Antonio nella centro storico dove è allestita fino al 24 Aprile una mostra di arte contemporanea macedone in collaborazione con il Museo di Arte contemporanea di Skopje. Interverranno il Ministro della Cultura macedone, Prof. Arifhikmet Dzemaili, già rettore della Università di Tetovo, l’Assessore al Mediterraneo Prof.ssa Silvia Godelli e l’Assessore alle Culture della città di Bari Dott. Nicola Laforgia. Il giorno 20 Aprile alle ore 22 nel foyer del Teatro Koreja a Lecce , concerto del gruppo Synthesis che sarà replicato a Bari nell’Auditorium Vallisa il 22 Aprile alle ore 21.
Il 23 Aprile alle ore 20,30 presso la Basilica dei Santi Cosma e Damiano ad Alberobello , ed il 24 Aprile alle ore 21 presso l’Auditorium Vallisa a Bari recital del soprano Vesna Gjnovska Ilkova ,prima donna del Teatro dell’Opera e Balletto di Skopje. Nella folta delegazione macedone a Bari ci saranno anche il Segretario di Stato Elizabeta Kancevska-Milevska, il direttore del Fondo per la cinematografia Boris Damovski, il direttore del Museo di Arte contemporanea di Skopje Emil Aleksiev, il direttore del Teatro albanese Osman Ahmeti, il direttore del Teatro nazionale di Bitola Cvetan Stojanovski.
Nel quadro della intensificazione delle relazioni con la Macedonia avviate dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola (nella foto) e che ha visto a Bari nell’ultimo anno il Presidente macedone Branko Crvenkovski, ed il Premier Nikola Gruevski, l’Assessore al Mediterraneo Silvia Godelli ha firmato lo scorso novembre in occasione della "Giornata del Cinema Macedone a Bari", un accordo di cooperazione culturale con il Ministero della cultura macedone. L’obiettivo della attività che si svolgerà a Bari è costruire una rete di relazioni tra i Musei, i festival cinematografici, i teatri, le Università ed i centri di produzione culturale in modo da permettere scambi e la realizzazione di iniziative comuni.
L’inaugurazione si svolgerà a Bari il 19 Aprile alle ore 19,30 presso il Fortino S.Antonio nella centro storico dove è allestita fino al 24 Aprile una mostra di arte contemporanea macedone in collaborazione con il Museo di Arte contemporanea di Skopje. Interverranno il Ministro della Cultura macedone, Prof. Arifhikmet Dzemaili, già rettore della Università di Tetovo, l’Assessore al Mediterraneo Prof.ssa Silvia Godelli e l’Assessore alle Culture della città di Bari Dott. Nicola Laforgia. Il giorno 20 Aprile alle ore 22 nel foyer del Teatro Koreja a Lecce , concerto del gruppo Synthesis che sarà replicato a Bari nell’Auditorium Vallisa il 22 Aprile alle ore 21.
Il 23 Aprile alle ore 20,30 presso la Basilica dei Santi Cosma e Damiano ad Alberobello , ed il 24 Aprile alle ore 21 presso l’Auditorium Vallisa a Bari recital del soprano Vesna Gjnovska Ilkova ,prima donna del Teatro dell’Opera e Balletto di Skopje. Nella folta delegazione macedone a Bari ci saranno anche il Segretario di Stato Elizabeta Kancevska-Milevska, il direttore del Fondo per la cinematografia Boris Damovski, il direttore del Museo di Arte contemporanea di Skopje Emil Aleksiev, il direttore del Teatro albanese Osman Ahmeti, il direttore del Teatro nazionale di Bitola Cvetan Stojanovski.
Nel quadro della intensificazione delle relazioni con la Macedonia avviate dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola (nella foto) e che ha visto a Bari nell’ultimo anno il Presidente macedone Branko Crvenkovski, ed il Premier Nikola Gruevski, l’Assessore al Mediterraneo Silvia Godelli ha firmato lo scorso novembre in occasione della "Giornata del Cinema Macedone a Bari", un accordo di cooperazione culturale con il Ministero della cultura macedone. L’obiettivo della attività che si svolgerà a Bari è costruire una rete di relazioni tra i Musei, i festival cinematografici, i teatri, le Università ed i centri di produzione culturale in modo da permettere scambi e la realizzazione di iniziative comuni.
Omaggio alla musica americana con il Collegium Musicum
Si terrà martedì 24 aprile a Bari, alle 20,45 al Teatro Kursaal Santalucia, l’ultimo appuntamento della XIIesima Stagione musicale del Collegium Musicum. Di scena, i sassofonisti Marco Albonetti e Francesco Colatorti che eseguiranno "Elegy" di Carter, "Façades" per due sassofoni e archi di Philip Glass, "Psycho", suite tratta dalla colonna sonora dell'onomino film di Hitchcock composta da Bernard Herrmann e "Porgy and Bess Suite" di Gershwin nell'inedito arrangiamento commissionato a Vincenzo Anselmi dal Collegium Musicum.L’orchestra del Collegium Musicum sarà diretta da Rino Marrone (nella foto). E' ancora possibile acquistare i biglietti negli uffici del Collegium Musicum, in via Dante 237 (infotel: 080.5227986) o presso il botteghino del Teatro Kursaal Santalucia, Largo Adua 5/9 - Bari. Infotel: 080.5246070
Alberto Maria Ruta e Antonello Cannavale suonano al Caffè DolceAmaro
Venerdì 20 aprile al Caffè DolceAmaro, per la stagione musicale curata da Domenico Del Giudice, concerto del Duo composto da Alberto Maria Ruta (violino) e Antonello Cannavale (pianoforte).In programma musiche di Franck e Faurè. Spettacolo ore 21.00. Informazioni e prevendita dalle 18.00 alle 24.00.
Infotel. 080 5289368
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Fabrizio Festa e il Trio Aedon alle "Passeggiate Musicali" di Bitonto
Il compositore bolognese Fabrizio Festa (nella foto), il Trio Aedòn e il percussionista Federico Poli sono i protagonisti di New Lands, prossimo appuntamento della rassegna “Passeggiate Musicali”, ideata dal maestro Vito Clemente, in programma al teatro comunale Tommaso Traetta di Bitonto giovedì 19 aprile con inizio alle 20.00. New Lands è un concerto incentrato sull’esecuzione del brano di Fabrizio Festa New lands, No borders cui si arriverà attraverso un programma ricco che spazia dalle note di Procaccino, Rota e Irrualde passando per Betta. Sul palco lo stesso Festa, sintetizzatori e live electronics, il Trio composto da Stefano Marzi, clarinetto, Gabriele Zoffoli, violoncello e Stefano Bartolucci, pianoforte e Poli alle percussioni.
"New lands, No Borders" è una composizione per clarinetto, violoncello, pianoforte, sintetizzatori, percussioni e versi di Michael Hall su supporti registrati con la voce dello stesso autore, scomparso lo scorso gennaio. Mai titolo fu più profetico: questo brano ha girato il mondo essendo stato commissionato nel 2004 dal Festival Encuentros di Buenos Aires - il più importante Festival di Musica Contemporanea dell’America Latina – nell’ambito del quale è stato eseguito nello splendido Teatro Colòn di Buenos Aires e poi a Lima (Perù), al BBK Festival di Bilbao (Spagna), all’Istituto di Cultura Italiana di Vilnius (Lituania) e in Italia al GAM di Torino, a Musica Insieme in Ateneo di Bologna, al Festival di Musica Contemporanea di Avellino, a Pavia, Padova.
Il brano parte da un’immagine - come racconta Fabrizio Festa - “Ulisse che narra la sua storia nella reggia dei Feaci” e dall’ispirazione del testo di Michael Hall che Festa immagina come espressione poetica dei pensieri di Ulisse. “D’altro canto, il musicista, come il re di Itaca, vede nelle Colonne d’Ercole un confine oltre il quale vi sono nuovi tesori di conoscenza. Superare le Colonne d’Ercole è una sfida, che, per il compositore, si concretizza in termini linguistici e sonori ed egli, dunque, sta tra il timoniere e l’esploratore. Quando scopre una terra incognita non agisce però da conquistatore. Al contrario. Impara, assimila, osserva, ascolta. Poi, scrive. Nella combinazione tra l’autonomia dell’individuo e l’oggettività materiale di ciò che trova sta la natura speciale della sua arte."
Fabrizio Festa, compositore e direttore d’orchestra, dopo una lunga attività professionale come pianista, in particolare in ambito jazzistico, incentra il suo impegno sulla composizione, colta e d’uso. Tra gli impegni più recenti la commissione di un brano, "Clouds and birds", per sassofono e pianoforte per John Harle, uno dei più bravi e famosi sassofonisti al mondo che lo ha eseguito in prima assoluta lo scorso 15 febbraio a Bologna. Tra gli impegni prossimi più importanti un nuovo quartetto d’archi su commissione dell’eccezionale Quartetto Brodsky e una nuova produzione di teatro musicale in collaborazione con lo scrittore Marcello Fois. Sue pagine sia sinfoniche sia cameristiche sono state eseguite negli Stati Uniti, in Canada, in Sud America, in Europa e in Asia. Alcuni tra i più importanti teatri italiani (Opera di Roma, Massimo di Palermo, Comunale di Bologna, Valli di Reggio Emilia) gli hanno commissionato pagine sia sinfoniche sia operistiche sia per il balletto. Il Teatro Comunale di Bologna gli ha affidato la progettazione e la programmazione di musica contemporanea (d’uso e d’arte) per le stagioni 2005/2006 e 2006/2007. È critico musicale e docente di Arrangiamento e Orchestrazione presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna nell’ambito del corso sperimentale di Musica d’uso ad indirizzo multimediale e di Musica e Danza presso il Biennio specialistico del Dipartimento di Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) dell’Università di Bologna. E’ direttore artistico del Concorso Internazionale di Composizione “2 Agosto”, che ha sede a Bologna.
Infotel: 080 3742636
"New lands, No Borders" è una composizione per clarinetto, violoncello, pianoforte, sintetizzatori, percussioni e versi di Michael Hall su supporti registrati con la voce dello stesso autore, scomparso lo scorso gennaio. Mai titolo fu più profetico: questo brano ha girato il mondo essendo stato commissionato nel 2004 dal Festival Encuentros di Buenos Aires - il più importante Festival di Musica Contemporanea dell’America Latina – nell’ambito del quale è stato eseguito nello splendido Teatro Colòn di Buenos Aires e poi a Lima (Perù), al BBK Festival di Bilbao (Spagna), all’Istituto di Cultura Italiana di Vilnius (Lituania) e in Italia al GAM di Torino, a Musica Insieme in Ateneo di Bologna, al Festival di Musica Contemporanea di Avellino, a Pavia, Padova.
Il brano parte da un’immagine - come racconta Fabrizio Festa - “Ulisse che narra la sua storia nella reggia dei Feaci” e dall’ispirazione del testo di Michael Hall che Festa immagina come espressione poetica dei pensieri di Ulisse. “D’altro canto, il musicista, come il re di Itaca, vede nelle Colonne d’Ercole un confine oltre il quale vi sono nuovi tesori di conoscenza. Superare le Colonne d’Ercole è una sfida, che, per il compositore, si concretizza in termini linguistici e sonori ed egli, dunque, sta tra il timoniere e l’esploratore. Quando scopre una terra incognita non agisce però da conquistatore. Al contrario. Impara, assimila, osserva, ascolta. Poi, scrive. Nella combinazione tra l’autonomia dell’individuo e l’oggettività materiale di ciò che trova sta la natura speciale della sua arte."
Fabrizio Festa, compositore e direttore d’orchestra, dopo una lunga attività professionale come pianista, in particolare in ambito jazzistico, incentra il suo impegno sulla composizione, colta e d’uso. Tra gli impegni più recenti la commissione di un brano, "Clouds and birds", per sassofono e pianoforte per John Harle, uno dei più bravi e famosi sassofonisti al mondo che lo ha eseguito in prima assoluta lo scorso 15 febbraio a Bologna. Tra gli impegni prossimi più importanti un nuovo quartetto d’archi su commissione dell’eccezionale Quartetto Brodsky e una nuova produzione di teatro musicale in collaborazione con lo scrittore Marcello Fois. Sue pagine sia sinfoniche sia cameristiche sono state eseguite negli Stati Uniti, in Canada, in Sud America, in Europa e in Asia. Alcuni tra i più importanti teatri italiani (Opera di Roma, Massimo di Palermo, Comunale di Bologna, Valli di Reggio Emilia) gli hanno commissionato pagine sia sinfoniche sia operistiche sia per il balletto. Il Teatro Comunale di Bologna gli ha affidato la progettazione e la programmazione di musica contemporanea (d’uso e d’arte) per le stagioni 2005/2006 e 2006/2007. È critico musicale e docente di Arrangiamento e Orchestrazione presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna nell’ambito del corso sperimentale di Musica d’uso ad indirizzo multimediale e di Musica e Danza presso il Biennio specialistico del Dipartimento di Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) dell’Università di Bologna. E’ direttore artistico del Concorso Internazionale di Composizione “2 Agosto”, che ha sede a Bologna.
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Buon successo per Anna Guerguel in concerto a Mola
Domenica scorsa ho avuto l’onore di presentare, su invito del maestro Piero Rotolo, direttore artistico dell’Agimus “Giovanni Padovano” nonché ottimo pianista e docente presso il Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, un concerto in quello splendido teatro-bomboniera che è il Van Westerhout di Mola, fiorente località marina ad una ventina di chilometri da Bari. In programma c’era un recital vocale dell’affascinante soprano russa (nell'aspetto più vicina ad un’algida, statuaria modella dai seducenti occhi azzurri, che a una...cantante lirica) Anna Guerguel, fresca vincitrice dell’edizione 2006 del T.I.M. (Torneo Internazionale di Musica). Nella gradevole serata musicale sono confluiti lavori di Mozart, Bellini, Rossini, Puccini, Mascagni e Dvorak, dando vita in tal modo ad un vero e proprio piccolo viaggio nella vocalità dal Settecento sino agli albori del Novecento. La trentenne Guerguel, accompagnata al pianoforte dallo stesso Piero Rotolo, possiede una voce dal timbro duttile e ben impostato. Nelle arie e romanze magari deve cercare col tempo migliorare la dizione, comunque già discreta; ma quello che conta direi – considerata la ancor giovane età - è che la Guerguel ha manifestato un’ottima disinvoltura e scioltezza anche nelle tessiture e coloriture più impervie; in un programma, tra l’altro, che accostava arie celeberrime, ad altre un po’ meno note. Apprezzabili in particolare il “Vedrai carino” dal Don Giovanni e “Deh, vieni non tardar” dalle Nozze di Figaro di Mozart. Esiti interessanti anche nelle romanze di Puccini (Sì, mi chiamano Mimì” dalla Bohème) e Mascagni (“Son pochi i fiori” dall’Amico Fritz), oltre che nelle tre ariette di Bellini e nelle due pagine rossiniane (tra cui la non agevole “Giusto Ciel” tratta dall’Assedio di Corinto). Esemplare, infine, è parsa la sua prova nel “Rusalkas lied and en mond” tratta dalla Rusalka di Dvorak, che a Mola era probabilmente in prima esecuzione assoluta. Alla buona riuscita della serata ha offerto il suo significativo contributo anche Piero Rotolo, che ha seguito con certosina precisione e adeguato trasporto le evoluzioni vocali della cantante russa. Successo caloroso e richieste di bis subito accontentate con l’esecuzione della celebre romanza “O mio babbino caro”, tratta dal “Gianni Schicchi” di Puccini.
lunedì 16 aprile 2007
Lo strano dittico La Voix humaine-Gianni Schicchi piace al pubblico barese
Quando Michele Puccini nel 1864 morì ad appena 51 anni, il posto di organista e maestro di Cappella del Duomo di Lucca, sino ad allora ricoperto dal defunto, venne affidato al cognato Fortunato Magi, affinché lo serbasse fino a quando il figlio di Michele “il signor Giacomo Puccini” sarebbe diventato abile a disimpegnarsi in tale ufficio. Giacomo, quando muore il padre, ha infatti appena cinque anni ed è il quinto di otto pargoli, ma è già un predestinato, avendo alle spalle ben cinque generazioni di musicisti, tutti rigorosamente organisti del Duomo della ridente cittadina toscana. La mamma affida la sua educazione musicale al fratello Fortunato, il quale però è tutt’altro che un paziente ed affettuoso come maestro. Appena il piccolo Giacomo sbaglia una nota, o peggio stona, lui è infatti lì pronto che assesta un paio di calci negli stinchi del poveretto. Chissà, pensavo mentre l’altra sera sul palcoscenico del Teatro Piccinni di Bari, si apriva il sipario sul Gianni Schicchi del Nostro, come si sarà sentito, il piccolo Giacomino, i quei momenti terribili. “Costretto” a 5 anni a diventare organista per forza come suo padre, suo nonno, suo bisnonno e via dicendo…risalendo sino al 1712, anno in cui al vertice dell’albero genealogico familiare c’era proprio un Giacomo, il primo.
Oltre a quelle botte, Giacomino subì, tra l’altro, il trauma ancor più allucinante che tutte le volte che da adulto e consacrato operista di fama mondiale, sentiva qualche cantante stonare o comunque sbagliare un paio di note, lui immediatamente avvertiva una fastidiosissima contrazione nervosa alle gambe. Il "Gianni Schicchi", si sa, è un atto unico. Cinquanta minuti di testo e musica indimenticabili. Un piccolo insuperato capolavoro di sintesi della commedia musicale che dalle prime farse della gloriosa “Scuola” napoletana arriva, cavalcando il tempo, sino al luminoso paradigma del Falstaff verdiano. Insieme a "Tabarro" e "Suor Angelica" lo Schicchi fa parte di un Trittico che andò per la prima volta in scena al Metropolitan di New York il 14 dicembre del 1918. Oggi, è sempre più raro - grandi teatri e festival a parte - che il Trittico pucciniano venga rappresentato in una sola serata. Qui a Bari la Fondazione Petruzzelli, per mano del suo attuale sovrintendente e direttore artistico Giandomenico Vaccari, ha affiancato al Gianni Schicchi un altro atto unico, “La Voix humaine” di Francis Poulenc che – almeno in apparenza - non sembrerebbe proprio un accostamento felicissimo, soprattutto da un punto di vista musicale. Eppure, attraverso una chiave di lettura di rara intelligenza, anche se non priva di qualche forzatura, Walter Pagliaro regista di entrambi gli allestimenti, ha saputo confezionare uno spettacolo di qualità. Il dittico, pur insolito nell'accostamento, diventa straordinariamente efficace nel delineare due aspetti primari dell’eterna “commedia umana”, messi in musica, va detto, da due grandi compositori, entrambi sensibili interpreti dell'animo femminile. Un punto di contatto ulteriore poi ci sarebbe: entrambe le opere si svolgono in una camera da letto, ma Pagliaro non raccoglie questa per lui evidentemente scontata dimensione narrativa e soprattutto nella "Voix humaine", la tragedia lirica in un atto di Jean Cocteau sonorizzata (è proprio il caso di dire) da Poulenc, costruisce una sorta di macabro parallelepipedo nel quale la solitaria protagonista femminile (qui interpretata dalla cantante spagnola Blancas Angeles Gulin) dà vita al suo personale psicodramma telefonico. Dall’altro capo del filo c’è un amante che vuole disfarsi di quest’amore diventato troppo scomodo e inutile, fatto com’è di sotterfugi, menzogne, ipocrisie. Non sentiamo nell’atto unico di Poulenc la voce di chi sta all’altro capo dell'apparecchio, ma possiamo cogliere dagli stati d’animo, in drammatica e crescente evoluzione della donna, quali siano le risposte e le domande che arrivano attraverso la cornetta. La musica segue il canto, talora declamato, talora fraseggiato, talora recitato come in una colonna sonora di un film di Alfred Hitchcock (pensavo a “Psycho”, per esempio) o in un Pelleas "riletto" al quadrato. Si sente progressivamente giungere il profumo della morte che invade la scena con il rosso del sangue inizialmente colante dal naso della donna e che poi invade espandendosi tutta la scena. Una dimensione scenica che si fa dunque, nelle valide intenzioni del regista, luogo-spazio della mente. La sensualissima Gulin ha interpretato con impalpabile fragilità attoriale e insieme forte, intensa personalità vocale il ruolo che fu in teatro e al cinema di Denis Duval, Ingrid Bergman, Anna Magnani, Simon Signoret. Dal canto suo il trentenne direttore d’orchestra Antonino Fogliani ha saputo restituire la “Pièce” del tandem Cocteau-Poulenc con rara chiarezza e sempre lucida partecipazione, ben coadiuvato nel non agevole compito dall’orchestra sinfonica barese.
Molta attesa c’era poi per il Gianni Schicchi, che occupava la seconda parte della serata. Dopo l’ultima apparizione al Teatro Petruzzelli nella stagione 1990-91 con il “Simon Boccanegra”, il grande baritono Leo Nucci mancava a Bari da ben sedici anni. L'attesa è stata ripagata da una superlativa performance del cantante bolognese nel ruolo eponimo, apparso nonostante i suoi quarant’anni di carriera e i ben sessantacinque all’anagrafe, in splendida forma. Si sono poi distinti, tra gli altri, Roberta Canzian nel ruolo di Lauretta (esemplare nella romanza “O mio babbino caro”, il momento più autenticamente melodico dell’opera) il giovane tenore spagnolo Antonio Gandia (Rinuccio) e Cinzia De Mola (una eccellente Zita). Ben scelti anche gli altri cantanti del cast. Abile, anche qui, Fogliani nel condurre in porto l’opera con una vibrante e sorprendente intelligenza interpretativa. Meno, invece, ci è piaciuta la regia di Pagliaro in questo Schicchi. Il regista barese ha infatti offerto una chiave di lettura un po' troppo personale dell’opera, facendole attraversare (ambientandola nei primi anni del novecento) con un maestoso triplo salto mortale ben…settecento anni di Storia. Si sa che è ormai diventata abitudine abbastanza dura a morire quella di mettere – a tutti costi - sempre più spesso il proprio “imprinting” agli spettacoli, trasformando testi teatrali e musicali in cose diverse da quel che sono. Le attualizzazioni sono dunque all’ordine del giorno. Se sei un rispettoso tradizionalista oggi, così pare, non vai da nessuna parte. L’alibi dei registi è sempre lo stesso: avvicinare il più possibile il pubblico (giovanile e non) alla storia che viene raccontata in palcoscenico. Chi scrive non è - per carità! - un tradizionalista, ma perché voler dare sempre e solo una lettura ideologica (possibilmente “di sinistra”) a una vicenda come questa, per esempio, che appartiene in definitiva al lontanissimo Medio Evo, quando non c’era peraltro la frammentaria e spesso vuota politica di oggi?
D’accordo: le tematiche che attraversano il Gianni Schicchi sono eterne. Ma, le camicie nere, o se preferite, Mussolini e i fascisti che si intravedono nell’ultimo quadro dalla finestra di Casa Donati rappresentano, a mio parere, una "solenne" forzatura. Cosa c’entrano allora i fascisti con la “gente nuova”alla Schicchi? Schicchi semmai è invece l'icona di una classe "borghese"( tra virgolette naturalmente), di cui peraltro lo stesso Rinuccio tesse le lodi nella sua breve romanza iniziale, citando Giotto e Lorenzo de'Medici. Alla fine, giusti e calorosi consensi per tutti: in particolare per Nucci, Fogliani e Canzian.
Oltre a quelle botte, Giacomino subì, tra l’altro, il trauma ancor più allucinante che tutte le volte che da adulto e consacrato operista di fama mondiale, sentiva qualche cantante stonare o comunque sbagliare un paio di note, lui immediatamente avvertiva una fastidiosissima contrazione nervosa alle gambe. Il "Gianni Schicchi", si sa, è un atto unico. Cinquanta minuti di testo e musica indimenticabili. Un piccolo insuperato capolavoro di sintesi della commedia musicale che dalle prime farse della gloriosa “Scuola” napoletana arriva, cavalcando il tempo, sino al luminoso paradigma del Falstaff verdiano. Insieme a "Tabarro" e "Suor Angelica" lo Schicchi fa parte di un Trittico che andò per la prima volta in scena al Metropolitan di New York il 14 dicembre del 1918. Oggi, è sempre più raro - grandi teatri e festival a parte - che il Trittico pucciniano venga rappresentato in una sola serata. Qui a Bari la Fondazione Petruzzelli, per mano del suo attuale sovrintendente e direttore artistico Giandomenico Vaccari, ha affiancato al Gianni Schicchi un altro atto unico, “La Voix humaine” di Francis Poulenc che – almeno in apparenza - non sembrerebbe proprio un accostamento felicissimo, soprattutto da un punto di vista musicale. Eppure, attraverso una chiave di lettura di rara intelligenza, anche se non priva di qualche forzatura, Walter Pagliaro regista di entrambi gli allestimenti, ha saputo confezionare uno spettacolo di qualità. Il dittico, pur insolito nell'accostamento, diventa straordinariamente efficace nel delineare due aspetti primari dell’eterna “commedia umana”, messi in musica, va detto, da due grandi compositori, entrambi sensibili interpreti dell'animo femminile. Un punto di contatto ulteriore poi ci sarebbe: entrambe le opere si svolgono in una camera da letto, ma Pagliaro non raccoglie questa per lui evidentemente scontata dimensione narrativa e soprattutto nella "Voix humaine", la tragedia lirica in un atto di Jean Cocteau sonorizzata (è proprio il caso di dire) da Poulenc, costruisce una sorta di macabro parallelepipedo nel quale la solitaria protagonista femminile (qui interpretata dalla cantante spagnola Blancas Angeles Gulin) dà vita al suo personale psicodramma telefonico. Dall’altro capo del filo c’è un amante che vuole disfarsi di quest’amore diventato troppo scomodo e inutile, fatto com’è di sotterfugi, menzogne, ipocrisie. Non sentiamo nell’atto unico di Poulenc la voce di chi sta all’altro capo dell'apparecchio, ma possiamo cogliere dagli stati d’animo, in drammatica e crescente evoluzione della donna, quali siano le risposte e le domande che arrivano attraverso la cornetta. La musica segue il canto, talora declamato, talora fraseggiato, talora recitato come in una colonna sonora di un film di Alfred Hitchcock (pensavo a “Psycho”, per esempio) o in un Pelleas "riletto" al quadrato. Si sente progressivamente giungere il profumo della morte che invade la scena con il rosso del sangue inizialmente colante dal naso della donna e che poi invade espandendosi tutta la scena. Una dimensione scenica che si fa dunque, nelle valide intenzioni del regista, luogo-spazio della mente. La sensualissima Gulin ha interpretato con impalpabile fragilità attoriale e insieme forte, intensa personalità vocale il ruolo che fu in teatro e al cinema di Denis Duval, Ingrid Bergman, Anna Magnani, Simon Signoret. Dal canto suo il trentenne direttore d’orchestra Antonino Fogliani ha saputo restituire la “Pièce” del tandem Cocteau-Poulenc con rara chiarezza e sempre lucida partecipazione, ben coadiuvato nel non agevole compito dall’orchestra sinfonica barese.
Molta attesa c’era poi per il Gianni Schicchi, che occupava la seconda parte della serata. Dopo l’ultima apparizione al Teatro Petruzzelli nella stagione 1990-91 con il “Simon Boccanegra”, il grande baritono Leo Nucci mancava a Bari da ben sedici anni. L'attesa è stata ripagata da una superlativa performance del cantante bolognese nel ruolo eponimo, apparso nonostante i suoi quarant’anni di carriera e i ben sessantacinque all’anagrafe, in splendida forma. Si sono poi distinti, tra gli altri, Roberta Canzian nel ruolo di Lauretta (esemplare nella romanza “O mio babbino caro”, il momento più autenticamente melodico dell’opera) il giovane tenore spagnolo Antonio Gandia (Rinuccio) e Cinzia De Mola (una eccellente Zita). Ben scelti anche gli altri cantanti del cast. Abile, anche qui, Fogliani nel condurre in porto l’opera con una vibrante e sorprendente intelligenza interpretativa. Meno, invece, ci è piaciuta la regia di Pagliaro in questo Schicchi. Il regista barese ha infatti offerto una chiave di lettura un po' troppo personale dell’opera, facendole attraversare (ambientandola nei primi anni del novecento) con un maestoso triplo salto mortale ben…settecento anni di Storia. Si sa che è ormai diventata abitudine abbastanza dura a morire quella di mettere – a tutti costi - sempre più spesso il proprio “imprinting” agli spettacoli, trasformando testi teatrali e musicali in cose diverse da quel che sono. Le attualizzazioni sono dunque all’ordine del giorno. Se sei un rispettoso tradizionalista oggi, così pare, non vai da nessuna parte. L’alibi dei registi è sempre lo stesso: avvicinare il più possibile il pubblico (giovanile e non) alla storia che viene raccontata in palcoscenico. Chi scrive non è - per carità! - un tradizionalista, ma perché voler dare sempre e solo una lettura ideologica (possibilmente “di sinistra”) a una vicenda come questa, per esempio, che appartiene in definitiva al lontanissimo Medio Evo, quando non c’era peraltro la frammentaria e spesso vuota politica di oggi?
D’accordo: le tematiche che attraversano il Gianni Schicchi sono eterne. Ma, le camicie nere, o se preferite, Mussolini e i fascisti che si intravedono nell’ultimo quadro dalla finestra di Casa Donati rappresentano, a mio parere, una "solenne" forzatura. Cosa c’entrano allora i fascisti con la “gente nuova”alla Schicchi? Schicchi semmai è invece l'icona di una classe "borghese"( tra virgolette naturalmente), di cui peraltro lo stesso Rinuccio tesse le lodi nella sua breve romanza iniziale, citando Giotto e Lorenzo de'Medici. Alla fine, giusti e calorosi consensi per tutti: in particolare per Nucci, Fogliani e Canzian.
venerdì 13 aprile 2007
Gregorio Goffredo dirige Milhaud e Mozart con la Sinfonica di Bari
Prosegue la stagione 2007 dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari che lunedì 16 aprile torna ad esibirsi alle ore 20.30 nell’Auditorium del Comando Legione Allievi Guardia di Finanza in un concerto diretto dal Maestro Gregorio Goffredo (i biglietti sono solo in prevendita al Box office della Feltrinelli Libri e Musica in via Melo, 119 a Bari. Info: 080.5240464). La serata si apre con l’esecuzione di Scaramouche per sassofono e orchestra di Darius Milhaud (1892 - 1974). La genesi di questo brano è abbastanza lunga. Nel 1937, Milhaud scrisse le musiche di scena per “Le Médecin Volant” di Molière, andato in scena al teatro Scaramouche di Parigi. Da quella partitura, nota col numero d'opera 165 a, l’autore trasse il materiale per una suite per due pianoforti, l’op. 165 b, intitolata appunto Scaramouche. Nel 1939 infine, realizzò una nuova versione, appunto la 165 c, per sassofono o clarinetto e orchestra.
Nella seconda parte della serata sarà la volta della Sinfonia n. 40 in sol minore K.550 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791).
Le ultime tre sinfonie di Mozart, tutte composte nel 1788, sono senza dubbio quelle che raggiungono la maggiore perfezione in ogni senso, dalla struttura alla magnificenza melodica, dalla maturità dello sviluppo tematico all'insuperabile trasporto emotivo. Questa sinfonia fu terminata il 25 luglio del 1788, due settimane prima della "Jupiter" e impegna un'orchestra ridotta, nella quale mancano le trombe e i timpani e, in alcune versioni, addirittura i clarinetti.
Nella seconda parte della serata sarà la volta della Sinfonia n. 40 in sol minore K.550 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791).
Le ultime tre sinfonie di Mozart, tutte composte nel 1788, sono senza dubbio quelle che raggiungono la maggiore perfezione in ogni senso, dalla struttura alla magnificenza melodica, dalla maturità dello sviluppo tematico all'insuperabile trasporto emotivo. Questa sinfonia fu terminata il 25 luglio del 1788, due settimane prima della "Jupiter" e impegna un'orchestra ridotta, nella quale mancano le trombe e i timpani e, in alcune versioni, addirittura i clarinetti.
Fanfare de chasse
Lunedì 16 aprile, presso la chiesa barese di Santa Croce (alle 20.30) avrà luogo "Fanfare de chasse", terzo appuntamento del XII Festival Organistico Internazionale di Bari, che prevede un concerto per due corni e organo. Il titolo della serata musicale mutua tale definizione dall'antica tradizione dei corni da caccia, che trovarono spazio prima nelle grandi feste del Re di Francia Luigi XV e successivamente in organici orchestrali settecenteschi. L’eccellente organista Francesco Di Lernia (nella foto), insieme a due altrettanto validi cornisti come Giovanni D'Aprile e Giovanni Pompeo eseguiranno musiche di Rosetti, Telemann, Stanley, Mendelssohn e Verdi. Giovanni D’Aprile è attualmente professore di corno presso il Conservatorio di Campobasso. Già primo corno dell’Orchestra Filarmonica del Petruzzelli, effettua tournee in tutto il mondo. Collabora con l’Accademia di Santa Cecilia, il Teatro Regio di Torino e la Filarmonica della Scala.
Giovanni Pompeo è docente di Musica da camera presso l’Istituto Musicale Pareggiato Paisiello di Taranto. Collabora con il Teatro alla Scala, con l’Orchestra Filarmonica della Scala e ha collaborato con i Wiener Philarmoniker. Anch'egli effettua tournèe in tutto il mondo.
L'organista Francesco Di Lernia svolge la sua attività nell’ambito dei maggiori festival internazionali. Ha collaborato con i Wiener Philarmoniker, la Wiener Akademie e si è esibito in duo con grandi solisti. Tiene corsi in tutta Europa ed è invitato come membro di giuria in concorsi internazionali. Ingresso gratuito.
Info: tel. 080.5235024.
Giovanni Pompeo è docente di Musica da camera presso l’Istituto Musicale Pareggiato Paisiello di Taranto. Collabora con il Teatro alla Scala, con l’Orchestra Filarmonica della Scala e ha collaborato con i Wiener Philarmoniker. Anch'egli effettua tournèe in tutto il mondo.
L'organista Francesco Di Lernia svolge la sua attività nell’ambito dei maggiori festival internazionali. Ha collaborato con i Wiener Philarmoniker, la Wiener Akademie e si è esibito in duo con grandi solisti. Tiene corsi in tutta Europa ed è invitato come membro di giuria in concorsi internazionali. Ingresso gratuito.
Info: tel. 080.5235024.
Francis Poulenc e l'Italia
Per i cinquant’anni della prima rappresentazione in Italia ( avvenuta al Teatro alla Scala di Milano il 26 gennaio 1957) del capolavoro di Francis Poulenc Les Dialogues des Carmélites, l’Ambasciata di Francia a Roma ha reso omaggio alcuni mesi fa a questo compositore tanto amato dall’Italia e dagli italiani con una mostra documentaria intitolata:
“Poulenc e l’Italia”.
I rapporti tra Poulenc e l’Italia sono stati infatti numerosi, intensi e assai articolati. Oltre ad un’ampia ricerca presso la famiglia del compositore e nelle istituzioni che hanno accolto le prime italiane, come la Scala e l’Accademia di Santa Cecilia, il curatore della mostra, il musicologo e critico musicale Pierre Miscevic ha attinto dagli archivi privati dei personaggi legati al compositore. Molti dei documenti presentati dalla mostra sono inediti. A Bari, in occasione dell’allestimento dell’opera “La Voix Humaine” del celebre compositore francese, l’esposizione è stata presentata questa mattina con una ricca relazione dallo stesso curatore Miscevic presso il Museo Civico (Strada Sagges 13, nel cuore del Borgo Antico del cpoluogo pugliese), dove resterà aperta fino al 9 maggio 2007. All’inaugurazione barese di stamane sono intervenuti Paola Bibbò, Direttore del Museo Civico di Bari, Nicola Laforgia Assessore alle Culture del Comune di Bari, Mimmo D’Oria, Segretario generale dell’ Alliance Française di Bari e promotore-organizzatore in loco di questa importante Mostra e il Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli Giandomenico Vaccari.
“Poulenc e l’Italia”.
I rapporti tra Poulenc e l’Italia sono stati infatti numerosi, intensi e assai articolati. Oltre ad un’ampia ricerca presso la famiglia del compositore e nelle istituzioni che hanno accolto le prime italiane, come la Scala e l’Accademia di Santa Cecilia, il curatore della mostra, il musicologo e critico musicale Pierre Miscevic ha attinto dagli archivi privati dei personaggi legati al compositore. Molti dei documenti presentati dalla mostra sono inediti. A Bari, in occasione dell’allestimento dell’opera “La Voix Humaine” del celebre compositore francese, l’esposizione è stata presentata questa mattina con una ricca relazione dallo stesso curatore Miscevic presso il Museo Civico (Strada Sagges 13, nel cuore del Borgo Antico del cpoluogo pugliese), dove resterà aperta fino al 9 maggio 2007. All’inaugurazione barese di stamane sono intervenuti Paola Bibbò, Direttore del Museo Civico di Bari, Nicola Laforgia Assessore alle Culture del Comune di Bari, Mimmo D’Oria, Segretario generale dell’ Alliance Française di Bari e promotore-organizzatore in loco di questa importante Mostra e il Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli Giandomenico Vaccari.
Silvia Godelli e la "rivoluzione culturale pugliese"
Questa mattina leggo su Repubblica-Bari un’intera pagina (o quasi) dedicata ai progetti culturali della Regione Puglia per i prossimi anni. “Cinema, teatro, musica, spettacolo dal vivo, mostre, castelli, convegnistica di livello” saranno le materie di riferimento, secondo il piano triennale elaborato dall’assessore regionale alle Attività Culturali e del Mediterraneo Silvia Godelli (nella foto). Cito, di seguito, le parti salienti dell’esaustivo articolo della giornalista Titti Tummino apparso oggi sull’autorevole quotidiano romano, prima di avanzare la mia piccola, umilissima riflessione in proposito: “Silvia Godelli anticipando le linee strategiche fornisce subito un dato: nei due anni della giunta Vendola – dice l’assessore – le destinazioni finanziarie al settore sono state triplicate. Con il bilancio 2007 siamo arrivati ad oltre 9 milioni, a fronte di un avvio nel 2004 di 2 milioni e 700 mila euro. Quest’anno in particolare, rispetto al 2006 si registra un incremento di circa un milione di euro, cifra che pone la Puglia fra le prime regioni nei finanziamenti per spettacolo e cultura provenienti dal bilancio autonomo.” E ancora: “A partire dalla fine di quest’anno e per i prossimi sei, quelli della nuova programmazione dell’Unione europea, ai fondi del bilancio regionale, si aggiungeranno risorse di derivazione comunitaria: circa 300 milioni di euro destinati a sostenere non solo le attività culturali, ma anche i beni culturali e il turismo, considerando queste tre deleghe, come un unicum agli effetti della valorizzazione del territorio.” In questo ribadisce Godelli non c’è alcun automatismo, visto che l’Unione europea non vincola le proprie destinazioni finanziarie; piuttosto una precisa scelta della giunta regionale. “una svolta – rileva l’assessore – che ci permetterà innanzitutto di fare progetti integrati sui fondi europei; progetti che mettano insieme la valorizzazione turistica con quella dei beni culturali pugliesi, ma anche di incrementare una serie di attività come spettacoli e mostre d’arte all’interno dei nostri gioielli: i centri storici, i castelli, le grandi cattedrali, le realtà archeologiche, costruendo una rete che permetterà alla Puglia di ricoprire un ruolo significativo sia a livello nazionale che internazionale”. Aspettando l’Europa, intanto, assicura Godelli, partirà il progetto triennale con fondi regionali. “Per quest’anno intendiamo rafforzare le compagnie di prosa professionistiche e sostenere i festival di musiche di tradizione e le realtà di eccellenza della danza. Nel 2008, invece, gli sforzi saranno mirati a potenziare il settore della musica colta; nell’ultimo anno (2009), si destineranno i finanziamenti per consolidare e rendere stabile la rete messa in piedi in tutto il campo dello spettacolo dal vivo”. Questo, almeno nelle linee essenziali, è ciò che è riportato nell’ampio articolo di Repubblica. A tale proposito ricordo con rammarico i famigerati POR-Cultura europei che nel 2002-03 dovevano consentire alla Puglia in quelle analoghe materie, appena citate, di fruire di ben 60 milioni di euro (ben 120 miliardi delle vecchie lire). La stessa Repubblica-Bari, come altri giornali, riportò la notizia con la giusta enfasi. Di quei soldi promessi la Puglia però beneficiò in minima parte, non solo per colpa della precedente giunta di centro-destra allora capitanata da Raffaele Fitto, ma per l’oggettiva difficoltà progettuale in cui da anni ristagna la Puglia, come altre regioni italiani, soprattutto meridionali.
Le tanto decantate risorse finanziarie vanno infatti utilizzate naturalmente attraverso progetti curati "a regola d’arte" e non improvvisati, come troppo spesso capita dalle nostre parti. Il rischio è pertanto che queste ingenti somme messe a disposizione dalla Regione Puglia prima e dall’Unione europea in un periodo successivo (in particolare da quest’ultima arriverebbero circa 300 milioni di euro, equivalenti a ben seicento miliardi di vecchie lire) possano "disperdersi" verso altre destinazioni (meno nobili di questa), se mancherà una progettualità tempestiva, oltre che seria e mirata ad impiegarle correttamente. Prendiamo, per esempio, il discorso relativo al “potenziamento del settore della musica colta”. Mi piacerebbe sapere secondo quali criteri e soprattutto priorità s'intende procedere. In Puglia, partendo da Bari, sono le stesse strutture edilizie dei Conservatori di musica ad essere particolarmente carenti, per non dire fatiscenti. Un esempio sotto gli occhi di tutti - Auditorium "Nino Rota", a parte per il quale si attende finalmente da un momento all’altro la gara d’appalto per la sua agognata ristrutturazione - è quello della vicina palazzina del Conservatorio "Niccolò Piccinni", che andrebbe quanto prima ristrutturata e rimessa a nuovo, prima che possa davvero correre rischi imponderabili. Altro suggerimento potrebbe esser quello di potenziare la divulgazione della musica “colta” o classica nelle scuole medie superiori, attraverso laboratori semestrali curati da musicologi, critici ed esperti su autori e tematiche di ampio respiro, che possano interagire con studi e materie letterarie, artistiche, filosofiche portate avanti nei consueti programmi ministeriali. Lo si sta facendo meritoriamente, per esempio, con la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli, che va nelle scuole e propone stimoli, conoscenze e, dove possibile, approfondimenti sulle opere liriche della stagione in corso. Per troppo tempo, si sa, la Musica è stata considerata la Cenerentola della Scuola. C’è chi di questo dà la colpa a statisti del passato pur autorevolissimi come Giovanni Gentile o a intellettuali del calibro di De Santis e Croce.
Adesso però, dopo anni di patetici piagnistei e sterili autocommiserazioni sulle reali motivazioni che hanno portato l’Italia, Paese che per storia e tradizioni secolari è Patria delle Arti e della Musica, è davvero arrivato il momento di recuperare il tempo perduto. A cominciare, secondo me, dal pubblico dei fruitori musicali del domani che sono poi, per l’appunto, i nostri giovani. Altrimenti è inutile recuperare dietro il dispendio di risorse finanziarie notevoli i luoghi-contenitori-teatri, se poi manca un pubblico che possa e (soprattutto) abbia il desiderio di goderne appieno. Possibile che debba essere, per esempio, una nazione come il Venezuela (con tutto il rispetto, s'intende) a darci nell'anno di grazia 2007 lezioni proprio in questo campo?
Le tanto decantate risorse finanziarie vanno infatti utilizzate naturalmente attraverso progetti curati "a regola d’arte" e non improvvisati, come troppo spesso capita dalle nostre parti. Il rischio è pertanto che queste ingenti somme messe a disposizione dalla Regione Puglia prima e dall’Unione europea in un periodo successivo (in particolare da quest’ultima arriverebbero circa 300 milioni di euro, equivalenti a ben seicento miliardi di vecchie lire) possano "disperdersi" verso altre destinazioni (meno nobili di questa), se mancherà una progettualità tempestiva, oltre che seria e mirata ad impiegarle correttamente. Prendiamo, per esempio, il discorso relativo al “potenziamento del settore della musica colta”. Mi piacerebbe sapere secondo quali criteri e soprattutto priorità s'intende procedere. In Puglia, partendo da Bari, sono le stesse strutture edilizie dei Conservatori di musica ad essere particolarmente carenti, per non dire fatiscenti. Un esempio sotto gli occhi di tutti - Auditorium "Nino Rota", a parte per il quale si attende finalmente da un momento all’altro la gara d’appalto per la sua agognata ristrutturazione - è quello della vicina palazzina del Conservatorio "Niccolò Piccinni", che andrebbe quanto prima ristrutturata e rimessa a nuovo, prima che possa davvero correre rischi imponderabili. Altro suggerimento potrebbe esser quello di potenziare la divulgazione della musica “colta” o classica nelle scuole medie superiori, attraverso laboratori semestrali curati da musicologi, critici ed esperti su autori e tematiche di ampio respiro, che possano interagire con studi e materie letterarie, artistiche, filosofiche portate avanti nei consueti programmi ministeriali. Lo si sta facendo meritoriamente, per esempio, con la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli, che va nelle scuole e propone stimoli, conoscenze e, dove possibile, approfondimenti sulle opere liriche della stagione in corso. Per troppo tempo, si sa, la Musica è stata considerata la Cenerentola della Scuola. C’è chi di questo dà la colpa a statisti del passato pur autorevolissimi come Giovanni Gentile o a intellettuali del calibro di De Santis e Croce.
Adesso però, dopo anni di patetici piagnistei e sterili autocommiserazioni sulle reali motivazioni che hanno portato l’Italia, Paese che per storia e tradizioni secolari è Patria delle Arti e della Musica, è davvero arrivato il momento di recuperare il tempo perduto. A cominciare, secondo me, dal pubblico dei fruitori musicali del domani che sono poi, per l’appunto, i nostri giovani. Altrimenti è inutile recuperare dietro il dispendio di risorse finanziarie notevoli i luoghi-contenitori-teatri, se poi manca un pubblico che possa e (soprattutto) abbia il desiderio di goderne appieno. Possibile che debba essere, per esempio, una nazione come il Venezuela (con tutto il rispetto, s'intende) a darci nell'anno di grazia 2007 lezioni proprio in questo campo?
mercoledì 11 aprile 2007
L'Orchestra Giovanile Italiana suona Mahler a Foggia
In occasione della collaborazione dell'O.G.I (Orchestra Giovanile Italiana) con il Conservatorio di Musica di Foggia e Rodi Garganico, sabato 14 aprile alle ore 21.00 al Teatro del Fuoco di Foggia si terrà un concerto con l'esecuzione della Sinfonia n.1 "Il Titano" di Gustav Mahler (qui a fianco in un celebre ritratto), diretta dal M° Nicola Paszkowski.
L'evento musicale è stato possibile grazie alla collaborazione tra la Scuola di Musica di Fiesole e il Direttore del Conservatorio M° Mario Rucci. La presenza in Capitanata della prestigiosa orchestra giovanile (giovani fino a 25 anni di età) è di notevole importanza artistica; è una delle tappe che l'Orchestra percorrerà durante tutto l'arco dell'anno in diversi Paesi del Mondo: Italia (Aosta, Scala di Milano, Accademia di Santa Cecilia di Roma), Germania (Berlino), Lettonia, Estonia e Finlandia.
L'OGI è una formazione ad alto livello professionale e sarà diretta oltre che dal M° Paszkowski, anche da Riccardo Muti, Gabriele Ferro, Krysztof Penderecki. A chi scrive francamente dispiace che anche Conservatori come quelli di Bari e Lecce non abbiano avviato per tempo i giusti contatti per aderire a questo importante progetto promosso dalla prestigiosa Scuola musicale di Fiesole e di cui detti notizia alcuni mesi fa su questo blog. Sarebbe stata davvero una grande festa poter organizzare non una, ma più serate mahleriane in Puglia con l'Orchestra Giovanile Italiana. Non è mai troppo tardi e si spera che almeno in un prossimo futuro tutto ciò possa accadere. A buon intenditor...
L'evento musicale è stato possibile grazie alla collaborazione tra la Scuola di Musica di Fiesole e il Direttore del Conservatorio M° Mario Rucci. La presenza in Capitanata della prestigiosa orchestra giovanile (giovani fino a 25 anni di età) è di notevole importanza artistica; è una delle tappe che l'Orchestra percorrerà durante tutto l'arco dell'anno in diversi Paesi del Mondo: Italia (Aosta, Scala di Milano, Accademia di Santa Cecilia di Roma), Germania (Berlino), Lettonia, Estonia e Finlandia.
L'OGI è una formazione ad alto livello professionale e sarà diretta oltre che dal M° Paszkowski, anche da Riccardo Muti, Gabriele Ferro, Krysztof Penderecki. A chi scrive francamente dispiace che anche Conservatori come quelli di Bari e Lecce non abbiano avviato per tempo i giusti contatti per aderire a questo importante progetto promosso dalla prestigiosa Scuola musicale di Fiesole e di cui detti notizia alcuni mesi fa su questo blog. Sarebbe stata davvero una grande festa poter organizzare non una, ma più serate mahleriane in Puglia con l'Orchestra Giovanile Italiana. Non è mai troppo tardi e si spera che almeno in un prossimo futuro tutto ciò possa accadere. A buon intenditor...
martedì 10 aprile 2007
Recital di Anna Guerguel a Mola
Domenica 15 aprile - alle 21.00 - Teatro Comunale N.van Westerhout - Mola di Bari. “Vincitori Concorsi Internazionali”: Anna Guerguel - soprano /
Piero Rotolo - pianista.
Musiche di Bellini, Mozart, Rossini, Puccini, Mascagni, Dvorak. Enfant prodige del canto russo. A soli 5 anni Anna Guerguel già calcava le scene come solista e veniva ammessa eccezionalmente al Conservatorio di San Pietroburgo. Oggi, trentenne, l’affascinante Anna Guerguel è presente nei più importanti palcoscenici d’Europa (canta regolarmente soprattutto in Russia, Belgio e Germania). In quest'occasione è ospite della Stagione dell' Agimus di Mola quale vincitrice del T.I.M. (Torneo Internazionale di Musica). Il concerto sarà presentato e guidato da Alessandro Romanelli.
Piero Rotolo - pianista.
Musiche di Bellini, Mozart, Rossini, Puccini, Mascagni, Dvorak. Enfant prodige del canto russo. A soli 5 anni Anna Guerguel già calcava le scene come solista e veniva ammessa eccezionalmente al Conservatorio di San Pietroburgo. Oggi, trentenne, l’affascinante Anna Guerguel è presente nei più importanti palcoscenici d’Europa (canta regolarmente soprattutto in Russia, Belgio e Germania). In quest'occasione è ospite della Stagione dell' Agimus di Mola quale vincitrice del T.I.M. (Torneo Internazionale di Musica). Il concerto sarà presentato e guidato da Alessandro Romanelli.
Nuovi concerti di Antonio Pappano a Roma
14/16/17 aprile 2007 - Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano (in foto) - Sayaka Shoji (violino) Fabio Vacchi: "Mare che fiumi accoglie" (in prima esecuzione assoluta), Niccolò Paganini: Concerto per violino n.1 op. 6 - Ludwig van Beethoven: Sinfonia n.7 op.92.
Il funanbolico ed impervio primo concerto di Paganini nell'interpretazione della giovane Sayaka Shoji, la violinista giapponese vincitrice all'età di soli 16 anni del Concorso Paganini. Nella seconda parte Antonio Pappano dopo i trionfi della tournée in Germania, Svizzera e Austria del mese scorso, dirige la Sinfonia n.7 di Beethoven, notoriamente definita da Wagner "Apoteosi della danza". Completa il programma l'esecuzione in prima assoluta di "Mare che fiumi accoglie", nuova composizione commissionata dall'Accademia di Santa Cecilia a Fabio Vacchi, uno tra i più interessanti e apprezzati compositori della Musica d'oggi.
Un invito dal mitico CUT di Bari
“Cari Amici,
d’intesa con la “Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari”, nell’ambito delle iniziative collaterali per il debutto de “ La voix humaine - Gianni Schicchi ” (nella foto di Vito Mastrolonardo un momento delle prove), direttore Maestro Antonino Fogliani, regia di Walter Pagliaro, abbiamo deciso di organizzare un incontro che si terrà il giorno 12 aprile p.v. alle ore 20,30 al Teatro Piccinni.
La serata avrà anche un valore per la solidarietà: il prezzo del biglietto di euro 10,00, regolarmente in vendita presso il botteghino del Teatro, sarà interamente devoluto all’AIRC - Associazione Italiana per la ricerca sul cancro.
All’avvenimento hanno assicurato la loro adesione, tra gli altri, Egidio Pani, Michele Mirabella, Carmela Vincenti, Gianni Ciardo, Antonio Stornaiolo, Walter Pagliaro, Pasquale Bellini, Giampiero Bellardi, Umberto De Santis, Mario Mancini, Nietta Tempesta.
Ci aspettiamo che tutti gli iscritti, soci, amici, complici e fiancheggiatori del CUT/BARI dalla fondazione ad oggi partecipino numerosi.
Nel corso della serata saranno rappresentate scene de “L’Eccezione e la Regola” e di “ By, By Hollywood”, oltre ad una serie di “chicche” e testimonianze offerte al pubblico dai presenti a cui sarà offerto il palcoscenico. In programma anche la visione in anteprima pubblica mondiale di un filmato sugli Orazi e Curiazi girato dagli studenti della Facoltà di cinema dell’Università di Budapest nel 1970.
Non potrà mancare il santo dibattito e soprattutto il parlare di teatro presente e futuro. Arrivederci a presto. Il Collettivo del CUT/BARI”
d’intesa con la “Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari”, nell’ambito delle iniziative collaterali per il debutto de “ La voix humaine - Gianni Schicchi ” (nella foto di Vito Mastrolonardo un momento delle prove), direttore Maestro Antonino Fogliani, regia di Walter Pagliaro, abbiamo deciso di organizzare un incontro che si terrà il giorno 12 aprile p.v. alle ore 20,30 al Teatro Piccinni.
La serata avrà anche un valore per la solidarietà: il prezzo del biglietto di euro 10,00, regolarmente in vendita presso il botteghino del Teatro, sarà interamente devoluto all’AIRC - Associazione Italiana per la ricerca sul cancro.
All’avvenimento hanno assicurato la loro adesione, tra gli altri, Egidio Pani, Michele Mirabella, Carmela Vincenti, Gianni Ciardo, Antonio Stornaiolo, Walter Pagliaro, Pasquale Bellini, Giampiero Bellardi, Umberto De Santis, Mario Mancini, Nietta Tempesta.
Ci aspettiamo che tutti gli iscritti, soci, amici, complici e fiancheggiatori del CUT/BARI dalla fondazione ad oggi partecipino numerosi.
Nel corso della serata saranno rappresentate scene de “L’Eccezione e la Regola” e di “ By, By Hollywood”, oltre ad una serie di “chicche” e testimonianze offerte al pubblico dai presenti a cui sarà offerto il palcoscenico. In programma anche la visione in anteprima pubblica mondiale di un filmato sugli Orazi e Curiazi girato dagli studenti della Facoltà di cinema dell’Università di Budapest nel 1970.
Non potrà mancare il santo dibattito e soprattutto il parlare di teatro presente e futuro. Arrivederci a presto. Il Collettivo del CUT/BARI”
mercoledì 4 aprile 2007
Gli ultimi tre appuntamenti della Camerata Musicale Barese
Tre appuntamenti ancora per la 65ª Stagione della Camerata Musicale Barese: il 24 aprile con il celebre pianista toscano Andrea Lucchesini (nella foto); a seguire, il 27 aprile con la Banda Osiris ed il 5 e 6 maggio con RBR Dancecompany. Tre serate che con i loro generi e le loro diversità simboleggiamo in sintesi tutto l’orizzonte di quest’ultima stagione della storica associazione barese, con un totale di 22 manifestazioni.
Al Teatro Piccinni, Lucchesini (vincitore di numerosi concorsi tra i quali il “Dino Ciani” alla Scala di Milano, il premio “Accademia Chigiana” ed il premio dell’associazione nazionale dei critici musicali “Franco Abbiati”) eseguirà brani di Schubert e Chopin; di Schubert il pianista toscano interpreterà i Quattro Improvvisi op. 90, la cui ultima esecuzione integrale per la Camerata risale al 1958 con Aldo Ciccolini; mentre di Chopin i 24 Preludi (ultime esecuzioni per la Camerata nel 1992 con Kevin Kenner e nel 1994 con Garrick Ohlsson). La “Banda Osiris”, giudicata la massima espressione della comicità nel Teatro musicale in Italia, è composta da 7 elementi ed ha un repertorio che varia dal Teatro di strada ai palcoscenici, alla radio ed alla TV che, da ultimo, ha moltiplicato la notorietà ed il successo di questo singolare, brillante e pittoresco complesso. La Stagione si chiuderà con due serate della RBR Dancecompany. Questa Compagnia è stata accostata da molti critici all’immagine ed all’arte dei mitici “Momix”, senza però negare alla formazione dei coreografi Cristiano Fagioli e Cristina Ledri piena autonomia e dignità di protagonisti. Lo spettacolo, chiamato “Statuaria” in prima assoluta a Bari, è l’interpretazione della danza come perfetto linguaggio del corpo, che si esprime solo per movimenti e linee senza il soccorso della parola. E’ una fantasia danzante ricca di suggestioni, elettrizzante, carico di vitalità con un gran senso di leggerezza, di potenza e di dominio tecnico in cui si danza ad ottimo livello. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi presso gli uffici della Camerata a Bari in via Sparano 141. infotel: 080/5211908.
Al Teatro Piccinni, Lucchesini (vincitore di numerosi concorsi tra i quali il “Dino Ciani” alla Scala di Milano, il premio “Accademia Chigiana” ed il premio dell’associazione nazionale dei critici musicali “Franco Abbiati”) eseguirà brani di Schubert e Chopin; di Schubert il pianista toscano interpreterà i Quattro Improvvisi op. 90, la cui ultima esecuzione integrale per la Camerata risale al 1958 con Aldo Ciccolini; mentre di Chopin i 24 Preludi (ultime esecuzioni per la Camerata nel 1992 con Kevin Kenner e nel 1994 con Garrick Ohlsson). La “Banda Osiris”, giudicata la massima espressione della comicità nel Teatro musicale in Italia, è composta da 7 elementi ed ha un repertorio che varia dal Teatro di strada ai palcoscenici, alla radio ed alla TV che, da ultimo, ha moltiplicato la notorietà ed il successo di questo singolare, brillante e pittoresco complesso. La Stagione si chiuderà con due serate della RBR Dancecompany. Questa Compagnia è stata accostata da molti critici all’immagine ed all’arte dei mitici “Momix”, senza però negare alla formazione dei coreografi Cristiano Fagioli e Cristina Ledri piena autonomia e dignità di protagonisti. Lo spettacolo, chiamato “Statuaria” in prima assoluta a Bari, è l’interpretazione della danza come perfetto linguaggio del corpo, che si esprime solo per movimenti e linee senza il soccorso della parola. E’ una fantasia danzante ricca di suggestioni, elettrizzante, carico di vitalità con un gran senso di leggerezza, di potenza e di dominio tecnico in cui si danza ad ottimo livello. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi presso gli uffici della Camerata a Bari in via Sparano 141. infotel: 080/5211908.
Cavalleria e Pagliacci: un dittico anche al Massimo di Palermo
stagione di opere e balletti 2006/2007 del Teatro Massimo di Palermo (sopra, in una significativa foto d'epoca dell'archivio Grifasi):
"Cavalleria rusticana e Pagliacci". Il tradizionale dittico verista debutta sul palcoscenico palermitano il prossimo 14 aprile con un nuovo allestimento firmato da Lorenzo Mariani e Maurizio Balò. A giugno tournée in Giappone. Cavalleria rusticana e Pagliacci rispettivamente di Pietro Mascagni e Ruggero Leoncavallo - opere simbolo del melodramma verista - debuttano sabato 14 aprile (con repliche sino a domenica 22).
Il nuovo allestimento, sforzo produttivo della Fondazione lirica siciliana, si giova delle scene e dei costumi di Maurizio Balò, delle luci di Guido Levi e della regia di Lorenzo Mariani, direttore artistico del Teatro Massimo, in questa occasione impegnato sia sul fronte organizzativo sia su un piano interpretativo per il quale è apprezzato a livello internazionale.
Le due opere, che la tradizione teatrale del Novecento ha affiancato quasi fossero un inscindibile binomio, mancano (incredibile, ma vero) da Palermo dal 1974. L’atto unico mascagnano ha avuto alcune successive riprese, ma non il dramma di Leoncavallo.
Fra gli interpreti di questa nuova edizione di Cavalleria, Mariana Pentcheva (Santuzza), Carlo Ventre (Turiddu) e Alberto Mastromarino (Alfio); Amarilli Nizza (Nedda), Piero Giuliacci (Canio) e Alberto Mastromarino (Tonio) saranno invece i protagonisti di Pagliacci. L’Orchestra, il Coro, il Coro di Voci bianche e il Corpo di ballo del glorioso teatro siciliano saranno diretti da uno specialista di consolidata esperienza quale Maurizio Arena. Le coreografie sono di Luciano Cannito. Nella seconda metà di giugno, questa edizione di Cavalleria e Pagliacci sarà presentata dal Teatro Massimo a Tokyo e Otsu, nell’ambito della prima tournée del Teatro palermitano dal 1972. Le opere veriste e la ripresa dei verdiani Vespri siciliani di tre anni fa (allestimento Ezio Frigerio/Franca Squarciapino), fanno parte di una importante manifestazione chiamata “Primavera Italiana in Giappone”. La tournée del Teatro Massimo in Giappone si svolge in collaborazione con il gruppo editoriale giapponese Ashai.
"Cavalleria rusticana e Pagliacci". Il tradizionale dittico verista debutta sul palcoscenico palermitano il prossimo 14 aprile con un nuovo allestimento firmato da Lorenzo Mariani e Maurizio Balò. A giugno tournée in Giappone. Cavalleria rusticana e Pagliacci rispettivamente di Pietro Mascagni e Ruggero Leoncavallo - opere simbolo del melodramma verista - debuttano sabato 14 aprile (con repliche sino a domenica 22).
Il nuovo allestimento, sforzo produttivo della Fondazione lirica siciliana, si giova delle scene e dei costumi di Maurizio Balò, delle luci di Guido Levi e della regia di Lorenzo Mariani, direttore artistico del Teatro Massimo, in questa occasione impegnato sia sul fronte organizzativo sia su un piano interpretativo per il quale è apprezzato a livello internazionale.
Le due opere, che la tradizione teatrale del Novecento ha affiancato quasi fossero un inscindibile binomio, mancano (incredibile, ma vero) da Palermo dal 1974. L’atto unico mascagnano ha avuto alcune successive riprese, ma non il dramma di Leoncavallo.
Fra gli interpreti di questa nuova edizione di Cavalleria, Mariana Pentcheva (Santuzza), Carlo Ventre (Turiddu) e Alberto Mastromarino (Alfio); Amarilli Nizza (Nedda), Piero Giuliacci (Canio) e Alberto Mastromarino (Tonio) saranno invece i protagonisti di Pagliacci. L’Orchestra, il Coro, il Coro di Voci bianche e il Corpo di ballo del glorioso teatro siciliano saranno diretti da uno specialista di consolidata esperienza quale Maurizio Arena. Le coreografie sono di Luciano Cannito. Nella seconda metà di giugno, questa edizione di Cavalleria e Pagliacci sarà presentata dal Teatro Massimo a Tokyo e Otsu, nell’ambito della prima tournée del Teatro palermitano dal 1972. Le opere veriste e la ripresa dei verdiani Vespri siciliani di tre anni fa (allestimento Ezio Frigerio/Franca Squarciapino), fanno parte di una importante manifestazione chiamata “Primavera Italiana in Giappone”. La tournée del Teatro Massimo in Giappone si svolge in collaborazione con il gruppo editoriale giapponese Ashai.
lunedì 2 aprile 2007
Alessio Bax e Lucille Chung inaugurano il Piano Festival San Nicola di Bari
Giovedì 5 Aprile (alle 21) a Bari, nel Salone Congressi dello Sheraton Nicolaus, si terrà il concerto inaugurale del “PIANO - FESTIVAL SAN NICOLA”, inserito nella Stagione Concertistica dell'EurOrchestra .
Il concerto, dal titolo "Appassionato Piano", sarà dedicato all'esecuzione di due tra i più noti concerti per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart; la significativa serata segnerà il ritorno a Bari, dopo il memorabile concerto della passata stagione, del pianista barese Alessio Bax (nella foto: potete trovare un'intervista all'artista nell'archivio "giugno 2006" del blog), da alcuni anni autentica stella del firmamento musicale internazionale, che questa volta suonerà il Concerto K. 414 in la maggiore del geniale salisburghese. Seguirà nella seconda parte l’esibizione della pianista Lucille Chung, nata a Montreal e moglie di Alessio, anch’ella notissima pianista, acclamata per le sue raffinate interpretazioni.,che si cimenterà nel Concerto K. 488 in la maggiore.
L’EurOrchestra, diretta da Francesco Lentini, aprirà il programma con la Sinfonia “Al Santo Sepolcro “di Vivaldi. Il “PIANOFESTIVAL SAN NICOLA”, giunto ormai alla Settima Edizione, è intitolato al Santo Patrono della città di Bari, in nome del quale l’EurOrchestra manifesta la sua volontà - oggi più attuale che mai e in perfetta assonanza con il sentire dei baresi - di lanciare da Bari, attraverso la Musica, un messaggio ecumenico di pace e fratellanza.
Il concerto, dal titolo "Appassionato Piano", sarà dedicato all'esecuzione di due tra i più noti concerti per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart; la significativa serata segnerà il ritorno a Bari, dopo il memorabile concerto della passata stagione, del pianista barese Alessio Bax (nella foto: potete trovare un'intervista all'artista nell'archivio "giugno 2006" del blog), da alcuni anni autentica stella del firmamento musicale internazionale, che questa volta suonerà il Concerto K. 414 in la maggiore del geniale salisburghese. Seguirà nella seconda parte l’esibizione della pianista Lucille Chung, nata a Montreal e moglie di Alessio, anch’ella notissima pianista, acclamata per le sue raffinate interpretazioni.,che si cimenterà nel Concerto K. 488 in la maggiore.
L’EurOrchestra, diretta da Francesco Lentini, aprirà il programma con la Sinfonia “Al Santo Sepolcro “di Vivaldi. Il “PIANOFESTIVAL SAN NICOLA”, giunto ormai alla Settima Edizione, è intitolato al Santo Patrono della città di Bari, in nome del quale l’EurOrchestra manifesta la sua volontà - oggi più attuale che mai e in perfetta assonanza con il sentire dei baresi - di lanciare da Bari, attraverso la Musica, un messaggio ecumenico di pace e fratellanza.
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