giovedì 23 agosto 2012

"Petruzzelli a go-go: Fuortes come Monti" di Pierfranco Moliterni





"Si dice in giro che, nel nostro Paese, sia finalmente arrivato "il tempo dei professori" dopo i tanti pasticci dei ‘politici’.
Orbene, senza confondere il serio col faceto, e cioè le complicate questioni dell’economia globalizzata, dello spread e dei bilanci dello Stato con lo svago intellettuale della musica di qualità (leggi opera lirica), ovvero con i bilanci in rosso del teatro Petruzzelli, è pur vero che anche a Bari è stato paracadutato un professore a contratto di ‘Sistemi operativi dello spettacolo dal vivo’ (Dams-Roma3) con lo scopo di veder chiaro nella gestione del massimo teatro pugliese.
Al calar del sipario sugli anni di governo messi in campo nel nuovo Petruzzelli gestito dal Sindaco-Presidente, dal sovrintendente, dal segretario artistico e dal direttore amministrativo, il Ministro ha inviato appunto il professor Fuortes (…il Monti della situazione) a risanare quel che c’è da risanare: egli armato di forbici e di programmi di razionalizzazione dell’esistente, come si diceva una volta…  E noi tutti, comuni mortali appassionati di bella musica - che tuttavia non dimenticano le egregie operazioni condotte sull’integrale della tetralogìa wagneriana-  abbiamo saputo di sprechi gestionali, di fughe in avanti con la brutta storia delle assunzioni di orchestrali senza né audizioni né tanto meno concorsi pubblici. Per la verità, il baillame ottimistico ‘fuori taglia’ sbandierato dal nostro superSindaco e dal suo staff era sembrato a dir poco sospetto a chi, come me, professore universitario di discipline musicologiche studioso di quelle dinamiche, metteva a confronto questo Petruzzelli con la storia scritta, durevolmente, da ben altri professori i quali negli anni ’70-‘80 ebbero ad operare per lo sviluppo della cultura teatral-musicale in Puglia. Come allora non ricordare Barbanente, Scionti, Fantasia, Calvario, Miccolis, Mastroleo i quali, dalle rispettive parti politiche, fondarono orchestre, teatri pubblici, consorzi, auditori che sono tuttora la spina dorsale di quei comparti?
Adesso, ohibò - nella emergenza gestionale, è arrivato un salvatore della patria il quale opera da solo non avvertendo l’esigenza di confrontarsi con i professionisti della cultura che pure ci sono, esistono ed operano da decenni sul territorio regionale. A sua volta, il sindaco Emiliano e i suoi collaboratori del Petruzzelli di questi ultimi anni, non hanno avuto la sensibilità di sentire (ascoltare…sarebbe stato chieder troppo) chi sta in mezzo alla gente dello spettacolo e si occupa di queste cose: e non parlo solo di me, ma anche di tanti prestigiosi colleghi, teatranti e musicisti locali i quali operano con lode sia in campo nazionale che internazionale e che non avrebbero chiesto un euro in cambio di sentirsi utili per il teatro della loro città.
Nel frattempo qualcuno gioca allo scaricabarile e ci parla risibilmente di mobbing trascinando nella polemica persino il PD e la CGIL dello spettacolo il cui coordinatore della Slc è, guarda caso, proprio il padre della vittima del sopruso; una vittima che “stante il suo ruolo di consigliere comunale” e di presidente della commissione cultura del Comune di Bari (quando si dice… controllore e controllato) si guarda bene dallo spiegarci come, perché e in base a quali requisiti professionali pregressi, senza concorsi o selezioni, anche lui sia stato nominato a tempo indeterminato nel posto che occupa, a cospetto dei poveri orchestrali chiamati a prestazione e illusi che poi tutto si sarebbe messo a posto, alla carlona, come si usa fare nell’Italia pasticciona che conosciamo.
Con i soldi pubblici si è dunque consumato un sopruso per i tanti giovani laureati o diplomati in discipline musicali che in questi tempi così agri vi avrebbero potuto aspirare: prova ne sono le 1400 domande di assunzioni con regolari audizioni che sono nel frattempo pervenute al commissario professor Fuortes. Ma senza dimenticare altre scivolate che mostrano un dilettantismo della peggior specie messo in campo da chi si sprecava pubblicamente proponendo questo o quel sedicente regista lirico, arrivando persino a tifare per l’ineffabile on. Sgarbi che sa e fa di tutto, quando appunto venne chiamato al Petruzzelli per una regìa di una Salome in quadricromìa sbandierata sulle attese di vedere la capoccia  decapitata di Ilda Boccasini la rossa, alias Jokanaan! 
Al tirar delle somme, vorrei auspicare che si cambi finalmente registro e che il nostro teatro si avvii ad un percorso tutto ancora da scoprire senza rimpianti di un passato che tale deve restare con tutte le sue luci ma anche con le sue ombre. Quello era un teatro intieramente privato, da tutti oggi esecrato per la miseranda fine che ha fatto, anche se ancora oggi aleggia persino nelle dichiarazioni dell’ex-sovrintendente Vaccari il quale, non dimentichiamolo, lì dentro si è formato proprio come segretario artistico: la storia si ripete. Non a caso Vaccari dice di aver riportato la Fondazione  Petruzzelli “sugli scudi nazionali e internazionali per riprendere il posto che in passato era stato suo”. Ma di che passato stiamo parlando? Come diceva un vecchio saggio come Giuseppe Verdi, è bene guardare al passato ma solo per scoprire il futuro."  

 Pierfranco Moliterni - docente di Storia della Musica presso l'Università ‘A.Moro’ di Bari    

1 commento:

  1. Ringraziando il professor Pierfranco Moliterni per il suo intervento, credo che sarebbe utile proseguire il dibattito, che nascerà - magari in settembre - stimolato oltremodo da questa lettera aperta del docente universitario, in una sede pubblica. Da troppo tempo a Bari manca una riflessione sui temi musicali e in generale culturali della città. E non è forse un caso che manchi da anni proprio un assessore alla cultura. L'orecchio di Dioniso vi invita a dire a riguardo la vostra nei commenti.

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