Paolo Panaro (nella foto) si confronta con l’«Orlando Furioso» di Ludovico Ariosto per la rassegna «Le direzioni del racconto» della compagnia Diaghilev, mercoledì 22 novembre (ore 21), nell’Auditorium Vallisa di Bari, in uno spettacolo del quale è interprete, regista e autore della drammaturgia.
L’«Orlando Furioso» è il più noto fra i poemi cavallereschi della nostra letteratura. Fu iniziato tra il 1502 e il 1503 e pubblicato nella sua forma definitiva nel 1532. Le fonti dell’opera sono l’«Orlando Innamorato» del Boiardo (di cui si riprendono i personaggi principali e gli antefatti), il «Morgante» del Pulci, i romanzi bretoni, l’«Odissea», l’«Eneide», le «Metamorfosi» di Ovidio e la «Tebaide» di Stazio. È difficile, se non impossibile, riassumere la trama dell’opera, ricchissima di episodi molto spesso interrotti e ripresi nel corso della narrazione, secondo una avvincente tecnica di cui Ariosto è maestro. L’azione e le vicende dei suoi protagonisti, drammatiche e insieme esilaranti, sono il fulcro stesso dell’opera. Il poema, a metà strada tra realtà e fantasia, rappresenta un mondo meraviglioso, lontano ed affascinante, nel quale è appassionante immergersi. Eppure le vicende, l’ambiente e i personaggi sono caratterizzati da una notevole realismo. Il contatto con la realtà avviene attraverso un uso sapiente dell’ironia, che nel «Furioso» si eleva a strumento conoscitivo del mondo e delle sue contraddizioni. Essa emerge in ogni ottava del poema. L’opera ci esorta a prendere continuamente le distanze da quello che racconta, a guardare con sospetto ciò che i suoi protagonisti fanno e dicono. Delle innumerevoli storie che costeggiano e incrociano il flusso narrativo del poema, Paolo Panaro ha scelto di seguire la vicenda di Orlando alla ricerca di Angelica all’isola d’Ebuda, la storia di Olimpia e Bireno, l’innamoramento di Angelica e Medoro fino alla pazzia e alla guarigione di Orlando.
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