Sono già passati alcuni giorni, ma in me non si è ancora spenta l'eco delle intense emozioni provate giovedì scorso a Bari (presso l'auditorium Vallisa), ascoltando l'esemplare concerto del Quartetto Prometeo (Giulio Rovighi e Aldo Campagnari ai violini, Carmelo Giallombardo alla viola e Francesco Dillon al violoncello). Prima del concerto, che era poi una sorta di "regalo" inaugurale della decima stagione dell'Accademia dei Cameristi, avevo letto un paio di recensioni entusiastiche su alcune significative performances del suddetto Quartetto, ma mai e poi mai mi sarei aspettato che la realtà potesse superare l'immaginazione. E invece così è andata. Haydn (Quartetto op. 77 n. 1), Berio (Sincronie) e Beethoven (Quartetto op. 59 n. 1) i tre capolavori in programma. Tre compositori, tre mondi apparentemente distanti anni-luce tra loro. E invece, grazie alla serietà dell'approccio, all'unitaria prospettiva ermeneutica, alla densità di un suono costruito in anni di certosina pazienza e senza dimenticare il solido possesso di un bagaglio tecnico-espressivo di prim'ordine, la serata con il Prometeo si è trasformata in un affascinante quanto vertiginoso viaggio. Dal classicismo viennese di Haydn, già vibrante di fermenti futuri si è passati al coinvolgente sperimentalismo, non casuale ma sintatticamente rigoroso ed argomentato delle Sincronie beriane; ma è stato soprattutto con il sublime Quartetto op. 59 n.1 - il primo dei tre cosiddetti "Razumowsky" - di Ludwig van Beethoven, che a mio sommesso parere l'interpretazione dei quattro artisti ha raggiunto se non, almeno a tratti, superato le mie esecuzioni di riferimento.
Straordinari, intensi e alla ricerca positiva e appagante di un sound unico, personalissimo e contagioso: questa potrebbe (forse) costituire la sintesi ideale degli splendidi quattro artisti del Quartetto Prometeo.
E' stato il più bel concerto cameristico ascoltato a Bari nel corso del 2008?
Almeno a giudicare dall'entusiasmo riscontrato nel folto pubblico presente in Vallisa parrebbe proprio di sì. Certo è invece che il leggendario Quartetto Italiano ha probabilmente trovato nel giovane ma già strepitoso Prometeo un altro dei suoi possibili eredi.
Grazie Alessandro!
RispondiEliminaSperiamo dunque di ritrovarti ad un nostro prossimo concerto.
Quartetto Prometeo