lunedì 10 gennaio 2011
Una mediocre esecuzione dell'Orfeo gluckiano ha aperto la stagione 2011 dell'Orchestra della Provincia di Bari. A quando il suo rilancio?
Chi mi conosce bene sa quanto sia legato all'Orchestra della Provincia di Bari che seguo ormai da molti anni. E sa anche la sofferenza che negli ultimi anni ho patito nell'ascoltare concerti di livello assai inferiore rispetto alle enormi potenzialità a cui questa compagine, con ben quarant'anni di storia alle spalle poteva e può ancora ambire.
Ascoltare l'altra sera in un luogo tra l'altro dall'acustica infelice (il cineteatro Kursaal Santalucia d Bari, trasformato di recente in "Casa delle Musiche") per la musica sinfonica (figuriamoci per un'opera, pur in forma di concerto...) l'Orchestra barese rileggere sotto la direzione di un maestro di chiara fama come Bruno Aprea l'Orfeo ed Euridice di Gluck, uno dei massimi capolavori del teatro musicale di sempre, mi ha ulteriormente mortificato.
La colpa della strisciante mediocrità che ormai pervade da tempo le esecuzioni della compagine barese, oltre che della mancanza di stimoli artistici che oggettivamente si respira da anni tra i professori - perlopiù validissimi - è a mio sommesso parere di una "governance", quella appunto dell'ente provinciale, che per anni e anni ha fatto dell'orchestra "pro domo sua" un uso soprattutto politico e propagandistico, affidandosi spesso a mani incapaci di stilare una programmazione che fosse di livello adeguato o quanto meno dignitoso.
Adesso che finalmente dopo quasi vent'anni di scandalosa chiusura (altro che Petruzzelli...), l'Auditorium Nino Rota, come ha detto nel suo discorso introduttivo sabato scorso, il giovane vicepresidente della Provincia barese Trifone Altieri (nella foto), è stato quasi completamente restaurato e dovrebbe essere restituito alla città entro l'estate del 2011, è davvero giunto il momento, credo, che la Sinfonica barese, ritrovata la sua "casa" d'origine, riprenda la marcia a suo tempo interrotta verso obiettivi ambiziosi e all'altezza della sua storia.
A tale proposito, c'è da rilevare, che sarebbe meglio non "farsi del male" proponendo al pubblico capolavori assoluti della storia della Musica, com'è a tutti gli effetti, l'Orfeo gluckiano, senza che direttore, cantanti e orchestra possano almeno usufruire di un numero di giornate di prove adeguato. Per non parlare del "coretto" (composto da otto esili voci) dell'altra sera, che è stato mandato letteralmente allo sbaraglio in un'opera dove è proprio il coro a ricoprire un ruolo da autentico protagonista.
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Purtroppo questo è un problema annoso dell'Orchestra della Provincia: vengono trattati come degli schiavetti con orari stressantissimi e prove inadeguate. Allo stesso tempo penso però che ogni musicista debba pretendere da se stesso nettamente di più
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