Il concerto-evento dell'anno si è tenuto ieri sera a Bari in un Petruzzelli strapieno di
gente. Non si erano mai visti tanti palchi così affollati ed una platea quasi
da sold out. Indubbiamente, il richiamo
di Riccardo Muti e dell'Orchestra Cherubini è stato fortissimo e preparato con
cura dalla comunicazione del Teatro. A dire il vero, il costo esagerato dei
biglietti, ha impedito a tante persone, soprattutto giovani, di esserci. Un
vero peccato. L'Orchestra Giovanile Cherubini esattamente ieri, compiva dieci anni.
Un
compleanno festeggiato a dovere a Bari, il Maestro lo ha ricordato dopo il
concerto, come ha anche ben ricordato il suo passato qui al Petruzzelli
accompagnato da Nino Rota, mentore storico della sua carriera, ed ascoltatore
quasi in fasce di una mitica Aida. In programma
ieri c'erano due bellissime sinfonie: la
n ° 4 "Tragica" di Franz Schubert e la Quinta di Ciaikovskij,
quest'ultima eseguita solo al Petruzzelli e non a Foggia ed Altamura. Esecuzioni
limpide e nitide, ma con un impronta personale di rara forza. Si
avvertiva assai in Schubert l'ascendente mozartiano e l'urgenza romantica di là
da venire che il Genio viennese profetizzava.
Le linee
melodiche e armoniche sono taglienti ed al contempo sinuose; gli archi tutti,
sicuramente la sezione più incisiva ed efficace della Cherubini, hanno "dato
spettacolo" ieri sera, stimolati con decisione da un Muti ispirato come
non mai, oltre che attento a segnalare ogni dinamica: "sforzando"
raffinatissimi, crescendo o diminuendo, segnalati con
una maestria straordinaria. Il suo gesto mai esagerato, mai plateale, ma sempre
raccolto e appassionato. Bisogna avere meno di trent'anni per entrare
nell'Orchestra di Muti, ma questi ragazzi dimostrano un'età anche superiore per
quanto sappiano cogliere dell'espressività e della dolcezza schubertiana.
Non
nascondo, che la mia grande attesa era però per il secondo capolavoro in
programma: la Quinta sinfonia di Ciaikovskij, scritta tra il maggio e l'agosto
del 1888 e diretta a San Pietroburgo il successivo 17 novembre. E' la sinfonia
della mia vita, la prima volta che l'ascoltai avevo 13 anni , in una musicassetta
che mio padre mi aveva generosamente regalato. E me ne innamorai da subito. Il
clima plumbeo e poi progressivamente gioioso di questo superbo lavoro, oltre ad
una concertazione perfetta, pur nel gigantismo finale di certi effetti alla
Rimsky Korsakov o alla Moussorgskij, sono il sale dello stile di Ciaikovskij.
Una vita spesa per l'Arte, nell'insanabile divisione tra la sua incombente
omosessualità e la tristezza malinconica di una vita triste e deprimente.
Basterebbe leggere le sue tantissime lettere a Nadezda Von Meck, per capire che tipo in realtà
fosse Ciaikovskij: grande umanità e sensibilità, ma anche un raro dispendio di
energie vitali al servizio della Musica, che solo alla fine venne compresa da tutti
portandolo al meritato successo, prima del terribile suicidio del 1893. La Quinta
sinfonia, seppure oggi sia amata da tanti appassionati, a quell'epoca non
riuscì avere il successo sperato. E fu d'altra parte la successiva,ovvero la meglio nota "Patetica",
che coronò in pieno il sogno decadente di essere un compositore di prima
grandezza. In ogni caso, Muti e
Ciaikovskij hanno avuto negli anni un rapporto lungo e felice. E' indubbiamente uno dei compositori più amati dal Maestro. Bellissima la
sua integrale con la Philarmonia pubblicata dalla Emi negli anni Ottanta, dove
i colori e gli impasti timbrici sono sempre spettacolari e meravigliosi. Ieri, invece,
un Muti più maturo ha offerto un'intensità differente ai toni
malinconici ed eroici della sinfonia, cercando una tenerezza ed una
delicatezza sincere e commoventi come non mai, soprattutto nel lacerante
secondo movimento, rallentato quasi a dismisura prima dei crescendo finali. Rutilante
e festosissimo invece il movimento finale, tra i più incisivi e coinvolgenti delle sei sinfonie da lui
scritte, ed eccellente la prova complessiva della Cherubini, sempre più consapevole e sicura della sua forza. Ovazioni e applausi meritati, con la promessa
che Muti tornerà presto a Bari per dirigere la nostra Orchestra del Petruzzelli,
dove siedono per l'appunto molti "ex cherubiner". Nel frattempo,
l'appello del Maestro è dedicato a loro, ai giovani, perchè crescano sempre nella
Musica e nella Bellezza. Infine, non poteva mancare l'omaggio al "suo"
Verdi con l'esecuzione trascinante del preludio della Giovanna D'Arco. Un solo
bis, ma accontentiamoci! E' stato un successo incredibile!
Nessun commento:
Posta un commento