‘Riscatto’ è il termine a cui il
sud appare, oggi, indissolubilmente legato. E la stessa voglia di riscatto ha
spinto grandi artisti pugliesi, come Sergio Rubini, ad abbandonare la propria
terra pur continuando ad osservarla da lontano, in silenzio, sopraffatti da
sentimenti contrastanti. - Il mio sguardo sul sud è uno sguardo
filtrato dalla familiarità, da un senso di appartenenza, da una scontentezza
rispetto ad aspetti che possono non piacermi, da una voglia di riscatto
, appunto. Dunque, anche nelle parole del regista di “Tutto l’amore che c’è”,
incontrato a Bari in occasione della manifestazione “Tu non conosci il sud”, riaffiora
l’immagine di un Meridione a tratti sconosciuto alla sua stessa gente. Rubini
ci racconta il rapporto con il sud dipingendolo come un territorio che può riservare
sempre tante sorprese, piacevoli e spiacevoli e che , pertanto, non sarà
mai possibile conoscere fino in fondo. Ci svela di essere stato affascinato da
quella tendenza manifestata dal Leopardi nel parlare di Recanati proprio quando
ne era distante. - Mi sembra di conoscere meglio il sud quando ci sto un po’ lontano, poichè
lo sguardo naturalmente diventa più obiettivo con la distanza -
dichiara Rubini - io, come tutti, credo che le cose più familiari alla fine rischiano di
essere proprio quelle che conosciamo di meno.
Affermazioni che assumono
il sapore di ‘paradosso’ ma che ben si addicono ad una conversazione su una
terra quanto mai ricca di contraddizioni e ossimoriche realtà. Un Meridione che
possiede tutte le carte in regola per potersi riscattare dando vita ad una rinascita
culturale, frutto di una mirata valorizzazione del proprio patrimonio
artistico. Processi che alcuni comuni pugliesi stanno mettendo in atto
raggiungendo straordinari risultati a livello di impatto sociale ed economico
sul territorio. A volte basta solo credere di potercela fare. E’ quello che
suggerisce Sergio Rubini: - la fiducia in un possibile cambiamento,
questo, secondo me, sfugge a noi meridionali. C’è troppa arrendevolezza,
rassegnazione. Come non dargli torto se si pensa a tutti quelle
cittadine che si rifiutano di investire sulla cultura, sull’arte, materie prime
che certamente non mancano ad una regione ricca di storia come la Puglia.
Tuttavia, si pensi a paesi come Bitonto, i cui cittadini, oggi, possono vantare
con giusto orgoglio la presenza di un teatro, tanto antico nella struttura
quanto giovane e dinamico nella programmazione della sua stagione. Raggiungere
una propria indipendenza culturale dalla
città, da Bari. Questo sarebbe auspicabile per la provincia, questo alcuni
piccoli centri hanno iniziato a fare. D’altra parte lo stesso regista de
“L’uomo nero” ci racconta che, ogni volta che torna nella sua amata Puglia ciò
che lo attira maggiormente non è la città, bensì la provincia. - E’
la campagna e, quindi, il rapporto con la natura che è ancora vivo attraverso
gli odori, la luce, i colori, che ti
segna. Tutto questo in città si perde. Le parole di Rubini sono avvolte
da sentimenti di una genuina nostalgia che a tratti assume la forma di un
invito rivolto ai meridionali, soprattutto quando afferma che la
provincia può essere internazionale, può esserlo proprio quando è provinciale,
quando è portatrice di un’identità propria. Ci regala i ricordi più
belli che conserva di Bitonto che da ragazzo vedeva come uno di quei grandi centri,
alternativi a Bari, in cui si poteva andar a studiare, in cui c’erano tanti
negozi. Però non l’ha abbandonato neanche l’immagine dell’altra faccia che
Bitonto non può nascondere. - Ricordo
una cittadina al tempo un po’ violenta, con un centro storico un po’ scuro,
complicato. Sono queste parole che Rubini pronuncia con un’amarezza
scacciata subito, tuttavia, dalle emozioni che Bitonto gli ha regalato in
occasione di uno dei suoi più straordinari film. Era per le riprese di “L’amore
ritorna” che Sergio Rubini scelse di girare alcune sequenze proprio nel centro storico
di Bitonto. Ci aveva visto bene il regista pugliese se pensiamo a quanto in
tempi recenti la parte antica di questo paese sia stata rivalutata. Riscatto,
quindi, per Bitonto, come per molti altri centri della provincia, ha oggi un
significato.Alessandra Savino
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