lunedì 22 dicembre 2014

"Sguardo sul Meridione all'insegna della Cultura. L' intervista a Sergio Rubini" di Alessandra Savino


‘Riscatto’ è il termine a cui il sud appare, oggi, indissolubilmente legato. E la stessa voglia di riscatto ha spinto grandi artisti pugliesi, come Sergio Rubini, ad abbandonare la propria terra pur continuando ad osservarla da lontano, in silenzio, sopraffatti da sentimenti contrastanti. - Il mio sguardo sul sud è uno sguardo filtrato dalla familiarità, da un senso di appartenenza, da una scontentezza rispetto ad aspetti che possono non piacermi, da una voglia di riscatto , appunto. Dunque, anche nelle parole del regista di “Tutto l’amore che c’è”, incontrato a Bari in occasione della manifestazione “Tu non conosci il sud”, riaffiora l’immagine di un Meridione a tratti sconosciuto alla sua stessa gente. Rubini ci racconta il rapporto con il sud dipingendolo come un territorio che può riservare sempre tante sorprese, piacevoli e spiacevoli e che , pertanto, non sarà mai possibile conoscere fino in fondo. Ci svela di essere stato affascinato da quella tendenza manifestata dal Leopardi nel parlare di Recanati proprio quando ne era distante. - Mi sembra di conoscere meglio il sud quando ci sto un po’ lontano, poichè lo sguardo naturalmente diventa più obiettivo con la distanza - dichiara Rubini - io, come tutti, credo che le cose più familiari alla fine rischiano di essere proprio quelle che conosciamo di meno.
Affermazioni che assumono il sapore di ‘paradosso’ ma che ben si addicono ad una conversazione su una terra quanto mai ricca di contraddizioni e ossimoriche realtà. Un Meridione che possiede tutte le carte in regola per potersi riscattare dando vita ad una rinascita culturale, frutto di una mirata valorizzazione del proprio patrimonio artistico. Processi che alcuni comuni pugliesi stanno mettendo in atto raggiungendo straordinari risultati a livello di impatto sociale ed economico sul territorio. A volte basta solo credere di potercela fare. E’ quello che suggerisce Sergio Rubini: - la fiducia in un possibile cambiamento, questo, secondo me, sfugge a noi meridionali. C’è troppa arrendevolezza, rassegnazione. Come non dargli torto se si pensa a tutti quelle cittadine che si rifiutano di investire sulla cultura, sull’arte, materie prime che certamente non mancano ad una regione ricca di storia come la Puglia. Tuttavia, si pensi a paesi come Bitonto, i cui cittadini, oggi, possono vantare con giusto orgoglio la presenza di un teatro, tanto antico nella struttura quanto giovane e dinamico nella programmazione della sua stagione. Raggiungere una propria  indipendenza culturale dalla città, da Bari. Questo sarebbe auspicabile per la provincia, questo alcuni piccoli centri hanno iniziato a fare. D’altra parte lo stesso regista de “L’uomo nero” ci racconta che, ogni volta che torna nella sua amata Puglia ciò che lo attira maggiormente non è la città, bensì la provincia. - E’ la campagna e, quindi, il rapporto con la natura che è ancora vivo attraverso gli odori, la luce,  i colori, che ti segna. Tutto questo in città si perde. Le parole di Rubini sono avvolte da sentimenti di una genuina nostalgia che a tratti assume la forma di un invito rivolto ai meridionali, soprattutto quando afferma che la provincia può essere internazionale, può esserlo proprio quando è provinciale, quando è portatrice di un’identità propria. Ci regala i ricordi più belli che conserva di Bitonto che da ragazzo vedeva come uno di quei grandi centri, alternativi a Bari, in cui si poteva andar a studiare, in cui c’erano tanti negozi. Però non l’ha abbandonato neanche l’immagine dell’altra faccia che Bitonto non può nascondere.  - Ricordo una cittadina al tempo un po’ violenta, con un centro storico un po’ scuro, complicato. Sono queste parole che Rubini pronuncia con un’amarezza scacciata subito, tuttavia, dalle emozioni che Bitonto gli ha regalato in occasione di uno dei suoi più straordinari film. Era per le riprese di “L’amore ritorna” che Sergio Rubini scelse di girare alcune sequenze proprio nel centro storico di Bitonto. Ci aveva visto bene il regista pugliese se pensiamo a quanto in tempi recenti la parte antica di questo paese sia stata rivalutata. Riscatto, quindi, per Bitonto, come per molti altri centri della provincia, ha oggi un significato.
                                                                                                                                                          Alessandra Savino

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