giovedì 28 gennaio 2016

Damiano Michieletto vince lo "Schikaneder d'Oro" per la sua terza regia a Vienna e propone il suo Otello rossiniano.



Dopo il Trittico di Puccini nel 2012 Idomeneo di Mozart nel 2013 – che gli è valso il prestigioso "Schikaneder d'Oro" come miglior regista - Damiano Michieletto (nella foto) firma la sua terza regia a Vienna per il Theater an der Wien: Otello di Gioachino Rossini, in cartellone dal 19 febbraio 2016. Si arricchisce così il catalogo delle opere rossiniane messe in scena dal regista veneto, fra le quali si ricordano La gazza ladra (ROF 2007), La scala di seta (ROF 2009),Sigismondo (ROF 2010), Il barbiere di Siviglia (Grand Théâtre de Genève 2010; Opéra de Paris 2014), La Cenerentola (Festival di Salisburgo 2014), Il viaggio a Reims (De Nationale Opera, Amsterdam 2015) e Guillaume Tell (Royal Opera House, Londra 2015).
Ho impostato le relazioni tra i personaggi come se questi fossero membri di una ricca famiglia aristocratico/borghese – dice Michieletto - Jago è il cugino di Desdemona, Emilia la sorella. Il Doge ed Elmiro rappresentano la generazione anziana: uno rappresenta il potere politico, l'altro quello industriale. Nella famiglia niente è come sembra: le parole sono menzognere e i volti si atteggiano con maschere e finzioni, trappole tese per ottenere l'agognata eredità.
La famiglia – prosegue il regista – è costretta a legarsi finanziariamente a un ricco straniero, visto con diffidenza perché diversa è la sua religione e diverse sono le sue abitudini. Su di lui domina un sospetto e il senso di paura. Jago sarà disposto a tutto pur di non permettere che 'quell'indegno dell'Africa rifiuto' possa arrivare a comandare e a distruggere le tradizioni della famiglia, arrivando addirittura a sposare Desdemona, la primogenita”.
Michieletto affronta per la prima volta Otello ossia Il moro di Venezia, capolavoro serio in cui la limpidezza neoclassica di Rossini si fonde con le prime inquietudini del Romanticismo. Nonostante lo sdegno degli intellettuali stranieri dell’epoca, che ne criticarono il pesante allontanamento da Shakespeare – ancora poco noto in Italia a quel tempo - Otello fu molto amato nell’Ottocento, soprattutto per il suo terzo atto che divenne celeberrimo. Il duettino con Emilia, a cui Desdemona confida i propri tormenti, l’eco lontana di un gondoliere che canta la vicenda dantesca di Paolo e Francesca - già di per sé gravida di sventura – e la mesta canzone del Salice: il terzo atto è un’arcata unica, fortemente intimistica, tutta sospesa tra le inquietudini della protagonista che attende l’amato e un clima trasognato e preconizzatore di sorte funesta.
Ancora una volta, al fianco di Michieletto, sono impegnati lo scenografo Paolo Fantin, la costumista Carla Teti e il Light designer Alessandro Carletti. Antonello Manacorda dirige i Wiener Symphoniker e l’Arnold Schoenberg Chor. Protagonisti dello spettacolo sono John Osborn (Otello), Nino Machaidze (Desdemona), Vladimir Dmitruk (Iago), Maxim Mironov (Rodrigo), Fulvio Bettini (Elmiro Barberigo), Gaia Petrone (Emilia) e Nicola Pamio (Doge). Repliche il 21, il 23, il 26, il 28 febbraio e il  marzo 2016.
Dopo Otello, Damiano Michieletto si dedicherà a tre attese nuove produzioni: L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht con musiche di Kurt Weill al Piccolo Teatro Strehler di Milano dal 19 aprile (spettacolo che celebra i sessanta anni dalla morte del celebre drammaturgo tedesco); Cendrillon di Jules Massenet, in scena alla Komische Oper di Berlino dal 12 giugno; sempre nel segno di Rossini, La donna del lago al Rossini Opera Festival di Pesaro dall’8 al 20 agosto. Nel 2016 sono anche previste le riprese de Il barbiere di Siviglia all’Opéra national de Paris a gennaio, de La bohème a Budapest a febbraio, della Madama Butterfly a Trondheim e Bergen a febbraio e a marzo, de La scala di seta a Liegi a marzo, del Trittico all’Opera di Roma ad aprile e della Lucia di Lammermoor al Teatro Regio di Torino a maggio.

Nessun commento:

Posta un commento