giovedì 28 gennaio 2016

Le Nozze al Petruzzelli di Bari, secondo Chiara Muti e Matthew Aucoin, un successo convincente.


E' tornata in scena con successo l'opera di Mozart, Le nozze di Figaro o la folle giornata, un attesissima première al Petruzzelli, per l'inaugurazione della stagione lirica 2016, con la regia di Chiara Muti che ha reso al meglio il testo di Beaumarchais, tradotto poeticamente dal librettista Lorenzo Da Ponte, autore della c.d. trilogia, che con Don Giovanni e Così fan tutte, diede oltremodo lustro al Salisburghese. quest'opera, andata in scena diversi anni fa al Piccinni, diretta dal compianto Arnold Bosman, negli ultimi mesi prima di lasciarci, non era stata un autentico successo.
In verità, qui al Petruzzelli di Bari, ieri abbiamo potuto assistere ad uno spettacolo coinvolgente e ricco di colpi di scena, grazie al felice movimento di canta-attori di prim'ordine, coordinati armoniosamente da Chiara Muti, la giovane regista, figlia dell'illustre Riccardo, che ha voluto proprio come quinta sua opera da dirigere, le Nozze.
 Un 'opera buffa, che lei conosce come le sue tasche. a dirigerla invece musicalmente, è stato chiamato un giovane maestro americano, di raro talento, Matthew Aucoin. Esibitosi alla direzione ed anche al fortepiano, ha guidato l'orchestra con appassionato fervore e spiccata, serrata velocità, sin dall'inizio.
L'Orchestra del Petruzzelli si è applicata alla perfezione, in questa memorabile perfomance, ed ha accompagnato da par suo, l'altrettanto giovane (ma di mirabile qualità) cast vocale. Nelle parti principali spiccavano, infatti, Alessandro Luongo (Figaro), Edwin Crossley-Mercer (il Conte d'Almaviva) Eleonora Buratto (Contessa d'Almaviva), Maria Mudryak (Susanna) e Paola Gardina (Cherubino). Nella fase scenica,invece, c'erano le eleganti scene di Ezio Antonelli, i costumi appropriati di Alessandro Lai ed il perfetto quanto suggestivo disegno luci di Vincent Longuemare. Oltre alla bontà di cantanti e orchestra, una parola va spesa per menzionare il Coro del Petruzzelli, diretto da Franco Sebastiani con oggettiva esperienza e risultati eccellenti.
Quello che poi ha impressionato, è la pazienza e la concentrazione di un pubblico finalmente numeroso e appassionato. L'opera durava circa quattro ore (intervalli compresi) ed era in versione integrale. Quest'anno, va detto, anche il sensibile abbassamento dei prezzi ha determinato un (quasi) sold out ed una comunicazione sicuramente più efficace. l'opera andrà in scena ancora il 29 gennaio, il 31 ed il 2 febbraio. Lo spetacolo è stato realizzato in coproduzione con il San Carlo di Napoli e il Massimo di Palermo, i tre teatri più importanti del meridione, insieme per produrre uno spettacolo di rara qualità. E' la prima volta che questo accade, e speriamo davvero che non sia l'ultima.

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