Cosa c'è di meglio che leggere un buon libro ascoltando al contempo dell'ottima musica in riva al mare? Se siete d'accordo, vi suggerisco con piacere l'ultimo intrigante titolo dell'affascinante (almeno a giudicare da questa sua splendida foto) scrittrice-giallista Elisabetta Bucciarelli. "Tra vernissage e sadomaso, un romanzo nelle pieghe della Milano Bene che vive “Dalla parte del torto”. Il bello non sempre è sinonimo di buono, e anche le vittime – come l’assassino – possono essere dalla parte del torto. E “Dalla parte del torto” è appunto il titolo del nuovo romanzo di Elisabetta, edito da Mursia, in libreria dal 16 Maggio. La giovane scrittrice milanese, al suo secondo romanzo dopo l’esordio con Happy Hour (Mursia, 2005), ha costruito un giallo dove le categorie di bene e male vengono ribaltate e la complicità morbosa tra vittime e assassini è il filo conduttore di una storia che si dipana nei salotti della "Milano Bene", quella che fa tendenza nell’arte, nella cultura, nella musica, che vive nel culto del bello e che nasconde sotto una patina lucente segreti indicibili. La trama. L’ispettore Maria Dolores Vergani e la sua bizzarra squadra di consulenti - una copy writer, un musicista, un pittore e un fotografo - si ritrovano fra le mani il cadavere di un’elegante, bella e giovane donna uccisa al parco Forlanini. È l’inizio di una catena di delitti che portano la stessa firma ma che coinvolgono vittime che sembrano non aver niente in comune, se non l’essersi fatte ammazzare in primavera nei parchi della città. Seguendo gli indizi estetici ed emozionali della scena del delitto, decifrati dalla sua squadra di investigatori/artisti, Maria Dolores Vergani riuscirà a venire a capo di un’indagine che la porterà nel mondo oscuro delle pratiche sessuali estreme, sadismo, masochismo, feticismo dove, si scoprirà, si aggirano persone insospettabili. In questo romanzo tutti sembrano aver perduto la loro innocenza, i buoni e i cattivi sono così vicini che a volte è difficile distinguerli.
La Bucciarelli riesce a raccontare le perversioni di una classe sociale ossessionata dalle griffe, dalle tendenze e allo stesso tempo spaventosamente superficiale e violenta usando lo schema del giallo ma rivisitandolo con un linguaggio originale che attinge a piene mani ai modi di dire e di essere dell’intellighentia di una metropoli che qui viene rappresentata con i suoi vacui tic mondani. Tutti i personaggi e le vicende di questa storia sono portati all’estremo (a cominciare dalla squadra di investigatori una delle più originali del giallo italiano), la realtà viene deformata fino ai limiti dell’inverosimile, eppure proprio per questo riesce a essere lo specchio fedele di quello che ci circonda. Se non fosse un giallo, avvincente e inquietante dalla prima all’ultima pagina, questo romanzo sarebbe uno straordinario romanzo sociologico. Elisabetta Bucciarelli vive e lavora a Milano. È autrice di cinema, teatro e televisione. Ha pubblicato i saggi: Strategie di comunicazione, Io sono quello che scrivo e Le professioni della scrittura. Ha scritto racconti e sceneggiature tra cui Amati Matti, menzione speciale della giuria alla 53a Mostra del Cinema di Venezia. Con Mursia ha pubblicato il romanzo Happy Hour."
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