Dici Martina Franca e pensi al suo prestigioso Festival della Valle d’Itria, nato nel 1975 e giunto alla trentatreesima edizione. Si tratta certamente della manifestazione musicale pugliese più originale ed importante. Quest’anno il festival partirà il 19 luglio con l’ “Achille in Sciro” di Domenico Sarro (diretta a partire dalle 21 su Rai Radio Tre), opera in prima rappresentazione in tempi moderni, che inaugurò nel lontano 4 novembre del 1737 niente di meno che il Teatro San Carlo di Napoli.
Questa mattina alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dell’Assessore al Mediterraneo Silvia Godelli, del Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, del presidente del festival Franco Punzi e del suo direttore artistico Sergio Segalini (nella foto), si è tenuta presso la Regione Puglia la consueta conferenza stampa di presentazione.
Ha subito preso la parola Punzi, atteso di lì a poche ore a Roma dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la consegna di una meritatissima medaglia d’oro, quale benemerito della cultura e dell’arte. “Il festival si svolgerà regolarmente – ha esordito Punzi – e gode di ottima salute, anche se come sempre le incertezze, soprattutto nel mondo teatrale e musicale, non mancano mai.” Il Presidente del Festival ha inoltre sottolineato la crescita internazionale della manifestazione martinese, che si colloca ormai come uno dei maggiori poli di attrazione culturale e artistica. Preannunciate, inoltre, da Punzi future prossime collaborazioni con la Fondazione Petruzzelli di Bari (ndr: era presente all’incontro con la stampa il Sovrintendente Giandomenico Vaccari) e con teatri di tradizione come il Giordano di Foggia. Silvia Godelli, dal canto suo, ha messo in luce la valenza fondamentale nel contesto pugliese del Festival martinese, capace di mettere in rete un territorio anche più vasto grazie ad una politica mirata nel decentramento territoriale dell’offerta di spettacoli, sempre di altissimo livello. Florido ha invece auspicato una maggiore attenzione del Festival di Martina Franca per le giovani generazioni. Il Presidente-Poeta della Regione Puglia Nichi Vendola ha forgiato una bella metafora di forte sapore contadino per il festival della Valle d’Itria: “Il Valle d’Itria – ha detto – riesce ogni anno a togliere alle nostre radici il fango dalle sue perle, con un’idea che è diventata autenticamente paradigmatica per il nostro territorio. Va espressa dunque gratitudine a Franco Punzi e Sergio Segalini non solo per la straordinaria capacità organizzativa, ma soprattutto per saperci regalare un crescente entusiasmo per le loro proposte.” Il maestro Sergio Segalini ha poi illustrato con la sua innata leggerezza e simpatica ironia il programma del Festival di quest’anno. Oltre all’atteso “Achille in Sciro” di Domenico Sarro, compositore tranese di nascita e napoletano di adozione e formazione (come, del resto, tanti altri nostri straordinari musicisti emigrati nella capitale musicale dell’epoca: basti pensare, per citarne appena tre, al barese Niccolò Piccinni, al tarantino Giovanni Paisiello e al brindisino Leonardo Leo), ci saranno altre tre opere, tutte ripescate dal baule, o meglio ancora, dal cappello a cilindro del “prestigiatore” Segalini, come si è lui stesso autodefinito. Spicca una “Salomé” di Richard Strauss (22 e 24 luglio) nell’edizione originale francese data per la prima volta al Petite Théatre di Parigi nel 1907 – ricordiamo che la lingua originale del meraviglioso testo di Oscar Wilde è il francese e non l’inglese - che non è mai praticamente andata più in scena, perché, come ha ricordato lo stesso direttore artistico del festival, si è sempre preferito, anche in Francia, allestire una Salomé sì in lingua francese, ma con la partitura e il testo pedissequamente tradotto dalla versione tedesca. Niente quindi di più falso. Nel ricco programma che vi invito caldamente a consultare sull’eccellente sito del festival c’è poi spazio per un intrigante dittico verista con due ennesime chicche, come la “Marcella” di Umberto Giordano (centenario della prima rappresentazione) in coproduzione con il Teatro Giordano di Foggia e il Teatro di San Severo e l’ “Amica” di Pietro Mascagni (4 e 6 agosto), un Oratorio per il Santo Natale di Leonardo Leo in accoppiata con la Cantata “Il Disinganno” di Giacomo Tritto (3, 5, 7 e 8 agosto). Non mancherà a Martina, città natale della grande violinista, un concerto in omaggio a Gioconda De Vito nel centenario della nascita (29 luglio). Insomma, un festival che come le ultime edizioni hanno confermato, “parla” sempre di più…pugliese. Un festival al quale per diventare ancor più prestigioso di quello che è già, manca ancora un contenitore tecnologicamente avanzato. L’Atrio del Palazzo Ducale è luogo suggestivo e possiede inoltre una buona acustica (nonostante sia all'aperto), ma è talora vulnerabile ai capricci del clima e di qualche stravagante banda musicale, che ogni tanto passa nelle vicinanze a "disturbarne" le esecuzioni…
Non vi ho detto nulla ancora degli artisti e degli interpreti che animeranno le splendide serate martinesi. Ne riparliamo dopo l’Achille in Sciro di giovedì, che vedrà l’attesa direzione musicale, alla testa dell’Orchestra Internazionale d’Italia di un giovane maestro che personalmente stimo tantissimo, come Federico Maria Sardelli e la regia di un autentico personaggio, talora (e a torto) un po’ troppo discusso, dell’attuale teatro musicale italiano: Davide Livermore. Con tanti registi ignoranti di musica che girano i palcoscenici teatrali di mezzo mondo, il cantante-regista Livermore, almeno da questo punto di vista, direi che è molto più di una semplice e rassicurante garanzia di qualità.
Questa mattina alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dell’Assessore al Mediterraneo Silvia Godelli, del Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, del presidente del festival Franco Punzi e del suo direttore artistico Sergio Segalini (nella foto), si è tenuta presso la Regione Puglia la consueta conferenza stampa di presentazione.
Ha subito preso la parola Punzi, atteso di lì a poche ore a Roma dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la consegna di una meritatissima medaglia d’oro, quale benemerito della cultura e dell’arte. “Il festival si svolgerà regolarmente – ha esordito Punzi – e gode di ottima salute, anche se come sempre le incertezze, soprattutto nel mondo teatrale e musicale, non mancano mai.” Il Presidente del Festival ha inoltre sottolineato la crescita internazionale della manifestazione martinese, che si colloca ormai come uno dei maggiori poli di attrazione culturale e artistica. Preannunciate, inoltre, da Punzi future prossime collaborazioni con la Fondazione Petruzzelli di Bari (ndr: era presente all’incontro con la stampa il Sovrintendente Giandomenico Vaccari) e con teatri di tradizione come il Giordano di Foggia. Silvia Godelli, dal canto suo, ha messo in luce la valenza fondamentale nel contesto pugliese del Festival martinese, capace di mettere in rete un territorio anche più vasto grazie ad una politica mirata nel decentramento territoriale dell’offerta di spettacoli, sempre di altissimo livello. Florido ha invece auspicato una maggiore attenzione del Festival di Martina Franca per le giovani generazioni. Il Presidente-Poeta della Regione Puglia Nichi Vendola ha forgiato una bella metafora di forte sapore contadino per il festival della Valle d’Itria: “Il Valle d’Itria – ha detto – riesce ogni anno a togliere alle nostre radici il fango dalle sue perle, con un’idea che è diventata autenticamente paradigmatica per il nostro territorio. Va espressa dunque gratitudine a Franco Punzi e Sergio Segalini non solo per la straordinaria capacità organizzativa, ma soprattutto per saperci regalare un crescente entusiasmo per le loro proposte.” Il maestro Sergio Segalini ha poi illustrato con la sua innata leggerezza e simpatica ironia il programma del Festival di quest’anno. Oltre all’atteso “Achille in Sciro” di Domenico Sarro, compositore tranese di nascita e napoletano di adozione e formazione (come, del resto, tanti altri nostri straordinari musicisti emigrati nella capitale musicale dell’epoca: basti pensare, per citarne appena tre, al barese Niccolò Piccinni, al tarantino Giovanni Paisiello e al brindisino Leonardo Leo), ci saranno altre tre opere, tutte ripescate dal baule, o meglio ancora, dal cappello a cilindro del “prestigiatore” Segalini, come si è lui stesso autodefinito. Spicca una “Salomé” di Richard Strauss (22 e 24 luglio) nell’edizione originale francese data per la prima volta al Petite Théatre di Parigi nel 1907 – ricordiamo che la lingua originale del meraviglioso testo di Oscar Wilde è il francese e non l’inglese - che non è mai praticamente andata più in scena, perché, come ha ricordato lo stesso direttore artistico del festival, si è sempre preferito, anche in Francia, allestire una Salomé sì in lingua francese, ma con la partitura e il testo pedissequamente tradotto dalla versione tedesca. Niente quindi di più falso. Nel ricco programma che vi invito caldamente a consultare sull’eccellente sito del festival c’è poi spazio per un intrigante dittico verista con due ennesime chicche, come la “Marcella” di Umberto Giordano (centenario della prima rappresentazione) in coproduzione con il Teatro Giordano di Foggia e il Teatro di San Severo e l’ “Amica” di Pietro Mascagni (4 e 6 agosto), un Oratorio per il Santo Natale di Leonardo Leo in accoppiata con la Cantata “Il Disinganno” di Giacomo Tritto (3, 5, 7 e 8 agosto). Non mancherà a Martina, città natale della grande violinista, un concerto in omaggio a Gioconda De Vito nel centenario della nascita (29 luglio). Insomma, un festival che come le ultime edizioni hanno confermato, “parla” sempre di più…pugliese. Un festival al quale per diventare ancor più prestigioso di quello che è già, manca ancora un contenitore tecnologicamente avanzato. L’Atrio del Palazzo Ducale è luogo suggestivo e possiede inoltre una buona acustica (nonostante sia all'aperto), ma è talora vulnerabile ai capricci del clima e di qualche stravagante banda musicale, che ogni tanto passa nelle vicinanze a "disturbarne" le esecuzioni…
Non vi ho detto nulla ancora degli artisti e degli interpreti che animeranno le splendide serate martinesi. Ne riparliamo dopo l’Achille in Sciro di giovedì, che vedrà l’attesa direzione musicale, alla testa dell’Orchestra Internazionale d’Italia di un giovane maestro che personalmente stimo tantissimo, come Federico Maria Sardelli e la regia di un autentico personaggio, talora (e a torto) un po’ troppo discusso, dell’attuale teatro musicale italiano: Davide Livermore. Con tanti registi ignoranti di musica che girano i palcoscenici teatrali di mezzo mondo, il cantante-regista Livermore, almeno da questo punto di vista, direi che è molto più di una semplice e rassicurante garanzia di qualità.
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