Nella giornata di ieri è stato impegnato in due differenti, intensi concerti dedicati ad Astor Piazzola (Mar del Plata, 1921 – Buenos Aires, 1992) che tra l’altro racchiudevano il loro più recente prodotto discografico realizzato. Ricordo con piacere di aver presentato io stesso il precedente cd sempre in Vallisa a Bari (proprio come ieri) alla presenza significativa della vedova del grande musicista argentino, Laura Escalada e insieme ad alcuni autorevoli critici musicali come Ugo Sbisà (Gazzetta del Mezzogiorno) e Fiorella Sassanelli (la Repubblica). Fu una serata davvero bella ed indimenticabile. Come è noto - almeno ai tanti appassionati del grande bandoneonista argentino - i nonni di Piazzolla provenivano dalla Puglia ed esattamente da Trani. Anche ieri il Quartetto “Four For Tango” (Massimiliano Pitocco, bandoneón - Alessandro Valvassori, violino - Rosario Mastroserio, pianoforte – Giovanni Rinaldi, contrabbasso) ha dato prova di essere un ensemble che sa coinvolgere ed emozionare al massimo grado platee piccole e grandi. L’obiettivo del quartetto è da sempre l’approfondimento del repertorio dell’ormai mitico Astor, eseguito nel totale rispetto dello spirito viscerale racchiuso nel Tango e nella malinconica, talora struggente, verve dei temi. Si pensi, a tal proposito, a pagine ormai notissime come “Oblivion”, “Libertango”, “Adiós Noniño” entrate di prepotenza anche nei concerti della cosiddetta musica colta.
Rispetto alla formazione precedente c’era ieri la novità dello strepitoso violinista Alessandro Valvassori, subentrato a Conti, e che si è perfettamente integrato nel già peraltro ben affiatato complesso. Nella serata di ieri sono stati proposti i lavori contenuti nel nuovo cd; pezzi di forte impatto timbrico ed espressivo, come ha rivelato nella sua lucida introduzione l’ottimo pianista dell'ensemble Rosario Mastroserio. Davvero esaltante mi è parsa soprattutto la parte centrale del concerto, una sorta di tetralogia dell’Angelo (Introduccion al àngel /Milonga del àngel /Muerte del àngel/ Resurrecciòn del àngel), dove la personalissima scrittura del Maestro argentino sa attingere - realizzandone geniale sintesi - ora agli slanci poetici di un Ravel, ora all’ aurea dimensione neoclassica di uno Stravinski, ora alla barbarica violenza percussiva di un Bartók. Nella seconda parte del concerto ancora brani celebri e meno celebri del compositore argentino, come “Revirado”, “Decarissimo”, “Contrabajissimo” e “Camorra I” a completare un vivido, seducente, accecante quadro stilistico di un microcosmo musicale che sa affascinare e trascinare l’ascoltatore in un ubriacante vortice di emozioni. Successo meritato.
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