L’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari compie 40 anni. Un'occasione importante, che sarebbe stato sicuramente bello festeggiare all'interno dell'Auditorium "Nino Rota" (nella foto), magari ristrutturato e riaperto dopo ben 16 anni di chiusura. Ma questi sono solo...sogni. Giovedì 24 gennaio, infatti, alle ore 21.00 sarà invece l’Auditorium della Guardia di Finanza di Bari ad ospitare il concerto del quarantennale diretto per l’occasione dal Maestro Gabriele Ferro, primo direttore dell’Ico (i biglietti sono solo in prevendita al Box office della Feltrinelli Libri e Musica in via Melo, 119 a Bari. Info: 080.5240464).
Sorta nel 1968, grazie alla sensibilità con cui l'Amministrazione Provinciale di Bari accolse le appassionate sollecitazioni del prof. Vitantonio Barbanente, Presidente del Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, l'Orchestra di Bari, appena nata, fu, infatti, affidata alla direzione artistica del M° Gabriele Ferro, allora giovane docente di direzione orchestrale del Conservatorio barese diretto da Nino Rota. Solo tre anni dopo l’orchestra venne riconosciuta, dal Ministero dello Spettacolo, “formazione d’interesse nazionale” come Istituzione Concertistica Orchestrale (ICO). Il concerto per il quarantennale sarà interamente dedicato a due famose composizioni di Igor Stravinsky (1882 - 1971), “Pulcinella” e “L'Uccello di fuoco” e vedrà la partecipazione dei solisti Alexander Kravetz (basso), Valeria Tornatore (soprano) e Andrea Martin (baritono). Il concerto si apre con l’esecuzione de “L’Uccello di fuoco” suite dal balletto Op. 20: Introduzione; Preludio e danza dell’Uccello di fuoco; Variazioni - Pantomima I – l’Uccello di fuoco e il principe Ivan - Pantomima II - Scherzo: danza delle principesse - Pantomima III - Rondò – Danza infernale - Berceuse - Inno finale. Stravinsky ricavò ben tre suite dalle musiche scritte per la compagnia dei Balletti Russi di Parigi sulla leggenda dell’Uccello di Fuoco e le realizzò rispettivamente nel 1911, nel 1919 e nel 1945. Il tema del balletto gli fu ispirato dalle antiche leggende russe sulle avventure del principe Ivan Chzarevitch, ma, a ben vedere, anche dal “Gallo d'oro” di Rimsky Korsakov.
La storia parte dalla cattura dell’uccello di fuoco, che però il principe libera immediatamente, ricevendone, in segno di gratitudine, la magica protezione. Con l’aiuto del volatile, il principe riesce persino a sconfiggere il gigante Katschei che, fra l’altro, teneva prigioniere ben tredici principesse. E sarà proprio una di loro a diventare la moglie del principe Ivan.
Delle tre versioni realizzate dall’autore, l’ultima è anche la più ampia. Egli la realizzò sul canovaccio di quella del ‘19, a tutt’oggi la più popolare, ritoccandone però la strumentazione ed aggiungendovi anche due movimenti tratti dalla versione dell’11. Questa suite viene comunemente definita anche come “Ballett Suite”, poiché può essere impiegata anche per la messa in scena di una versione ridotta del balletto. Sarà, poi, la volta di “Pulcinella”, suite per piccola orchestra: Sinfonia / Serenata / Scherzino, Allegro, Andantino / Tarantella / Toccata / Gavotta con due variazioni / Duetto / Minuetto, Finale.
Stravinsky compose “Pulcinella” fra il 1919 e il 1920 - e lo sottopose a una revisione trent'anni più tardi - dietro impulso del celebre impresario russo Diaghilev.
Si trattava, infatti, di musica per un balletto che venne prodotto per la compagnia dei balletti russi di Parigi e venne rappresentato con le scene e i costumi di Pablo Picasso e le coreografie di Massine. In realtà, però, non si trattò di un vero e proprio lavoro di composizione, dal momento che Stravinsky utilizzò come canovaccio un manoscritto di Giovanni Battista Pergolesi rinvenuto a Napoli.
La trama del balletto narra della popolare maschera napoletana e del suo successo con tutte le ragazze del quartiere. L'invidia degli altri giovani è tale da indurli a decidere di uccidere Pulcinella; questi finge di morire, mentre gli altri giovani indossano costumi simili al suo per sedurre le ragazze di Napoli. Benché scampato alla morte anche grazie a un sortilegio, Pulcinella è però incapace di nutrire un sentimento di vendetta nei confronti dei propri concittadini e finisce anzi per aiutarli a conquistare le rispettive fidanzate, finendo per sposarsi anch'egli con la bella Pimpenella.
Sorta nel 1968, grazie alla sensibilità con cui l'Amministrazione Provinciale di Bari accolse le appassionate sollecitazioni del prof. Vitantonio Barbanente, Presidente del Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, l'Orchestra di Bari, appena nata, fu, infatti, affidata alla direzione artistica del M° Gabriele Ferro, allora giovane docente di direzione orchestrale del Conservatorio barese diretto da Nino Rota. Solo tre anni dopo l’orchestra venne riconosciuta, dal Ministero dello Spettacolo, “formazione d’interesse nazionale” come Istituzione Concertistica Orchestrale (ICO). Il concerto per il quarantennale sarà interamente dedicato a due famose composizioni di Igor Stravinsky (1882 - 1971), “Pulcinella” e “L'Uccello di fuoco” e vedrà la partecipazione dei solisti Alexander Kravetz (basso), Valeria Tornatore (soprano) e Andrea Martin (baritono). Il concerto si apre con l’esecuzione de “L’Uccello di fuoco” suite dal balletto Op. 20: Introduzione; Preludio e danza dell’Uccello di fuoco; Variazioni - Pantomima I – l’Uccello di fuoco e il principe Ivan - Pantomima II - Scherzo: danza delle principesse - Pantomima III - Rondò – Danza infernale - Berceuse - Inno finale. Stravinsky ricavò ben tre suite dalle musiche scritte per la compagnia dei Balletti Russi di Parigi sulla leggenda dell’Uccello di Fuoco e le realizzò rispettivamente nel 1911, nel 1919 e nel 1945. Il tema del balletto gli fu ispirato dalle antiche leggende russe sulle avventure del principe Ivan Chzarevitch, ma, a ben vedere, anche dal “Gallo d'oro” di Rimsky Korsakov.
La storia parte dalla cattura dell’uccello di fuoco, che però il principe libera immediatamente, ricevendone, in segno di gratitudine, la magica protezione. Con l’aiuto del volatile, il principe riesce persino a sconfiggere il gigante Katschei che, fra l’altro, teneva prigioniere ben tredici principesse. E sarà proprio una di loro a diventare la moglie del principe Ivan.
Delle tre versioni realizzate dall’autore, l’ultima è anche la più ampia. Egli la realizzò sul canovaccio di quella del ‘19, a tutt’oggi la più popolare, ritoccandone però la strumentazione ed aggiungendovi anche due movimenti tratti dalla versione dell’11. Questa suite viene comunemente definita anche come “Ballett Suite”, poiché può essere impiegata anche per la messa in scena di una versione ridotta del balletto. Sarà, poi, la volta di “Pulcinella”, suite per piccola orchestra: Sinfonia / Serenata / Scherzino, Allegro, Andantino / Tarantella / Toccata / Gavotta con due variazioni / Duetto / Minuetto, Finale.
Stravinsky compose “Pulcinella” fra il 1919 e il 1920 - e lo sottopose a una revisione trent'anni più tardi - dietro impulso del celebre impresario russo Diaghilev.
Si trattava, infatti, di musica per un balletto che venne prodotto per la compagnia dei balletti russi di Parigi e venne rappresentato con le scene e i costumi di Pablo Picasso e le coreografie di Massine. In realtà, però, non si trattò di un vero e proprio lavoro di composizione, dal momento che Stravinsky utilizzò come canovaccio un manoscritto di Giovanni Battista Pergolesi rinvenuto a Napoli.
La trama del balletto narra della popolare maschera napoletana e del suo successo con tutte le ragazze del quartiere. L'invidia degli altri giovani è tale da indurli a decidere di uccidere Pulcinella; questi finge di morire, mentre gli altri giovani indossano costumi simili al suo per sedurre le ragazze di Napoli. Benché scampato alla morte anche grazie a un sortilegio, Pulcinella è però incapace di nutrire un sentimento di vendetta nei confronti dei propri concittadini e finisce anzi per aiutarli a conquistare le rispettive fidanzate, finendo per sposarsi anch'egli con la bella Pimpenella.
Nessun commento:
Posta un commento