martedì 8 gennaio 2008

"Roma, la Musica d'Arte, Pollini: Prospettive" di Annamaria Bonsante


"Ieri io c'ero. All'inaugurazione di "Pollini Prospettive", nell'Auditorium della capitale, gremito in ogni sala per ben tre eventi offerti quasi simultaneamente ai più dissomiglianti palati, mentre fuori solo la pioggia battente contrastava il libero pattinaggio sulla pista dei mesi freddi nel Parco della Musica, adorata da romani e turisti. Bellezza e civiltà, già entrando, e, dopo il concerto di Maurizio Pollini e dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano, anche vera riconoscenza per tanta cura. Cura dello spirito, del progetto, dell'esecuzione, del messaggio, dell'ascoltatore, dell'eredità, del futuro: le prospettive dell'uomo Pollini sono impegni appassionati, assunti e mantenuti. Il pianista è sfolgorante e infallibile: con il suo Brahms egli si misura, anzi si specchia, per un rigore granitico continuamente redento; per la controllata potenza degli spasimi teneri e dei cedimenti furiosi; per l'eleganza con la quale risolve e porge la dondolante coerenza della giovanile partitura - "sperimentale" nella coesione, come già Clara Schumann aveva notato. E, sopra tutto, in ogni attimo di quella che sembra essere una "sinfonia concertante" per solista e orchestra, si staglia la magnificenza del suono del più grande pianista italiano, una voce nobile e pura, difesa dall'impeccabile Pappano alla testa di una compagine esemplare. Nella prima parte del concerto la scelta di Pollini - le cui visioni (prospettiche, appunto) mirano sempre ad un dialogo tra la tradizione e la modernità, è caduta su musica sinfonica del secondo Novecento e, non a caso, su Bruno Maderna, prima felicissimo trascrittore dell'amato Gabrieli e poi plaudito autore di "Aura". Eccellenti le interpretazioni ascoltate, elargite al pubblico previa rapida guida all'ascolto dello stesso Pappano, e, forse anche per questo, compiutamente fruite ed apprezzate. Non c'è un posto vuoto per l'inaugurazione di queste "Prospettive", siamo dei privilegiati. Il protagonista è raggiante a fine serata, ringrazia commosso i suoi collaboratori e tutti i presenti. Implorato il bis, dopo cinque uscite, la sala intera è ai suoi piedi per un indimenticabile bis chopiniano, dal sospiro urgente e raccolto, emozionante, in perfetto stile Pollini.Con lui altri programmi concertistici, altri testamenti dello spirito per tutto gennaio a Santa Cecilia. Da non perdere." Annamaria Bonsante

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