Ieri pomeriggio sfogliando il numero di gennaio del mensile Amadeus (in foto la copertina) ho letto con piacevole sorpresa la lettera (riportata all’interno dell’editoriale firmato dal direttore responsabile Gaetano Santangelo) di un illuminato professore di Trinitapoli, Walter Frattarolo. Una lettera così bella che ho deciso di riportarvela (quasi) integralmente nel blog. Naturalmente aspetto nel merito commenti ed eventuali riflessioni. L’orecchio di Dioniso, infatti, come avete forse già notato, da questo nuovo anno darà ampio spazio ad interventi e recensioni esterne. Ecco la lettera:
“Sono un vecchio lettore della rivista da Lei diretta e in questa occasione Le scrivo a nome e per conto della Preside, professoressa Anna Maria Trufini, dirigente scolastico della Scuola Media Statale “Garibaldi” di Trinitapoli (Foggia), ove io presto servizio come docente di matematica. Per dirLe che il collegio dei docenti della nostra scuola, perfettamente in linea con la visione della musica promossa dalla rivista Amadeus, ha deciso a stragrande maggioranza, per il presente anno scolastico 207/208, a titolo sperimentale, di devolvere per ogni classe, un’ora settimanale di lezione dall’insegnamento di matematica e scienze a quello di educazione musicale. Personalmente ho votato a favore, tenendo presente la capacità dello studio della musica di imprimere strutture d’ordine nelle menti dei ragazzi: questo è l’aspetto che privilegio, nella mia qualità di matematico. (…) il linguaggio musicale, con le sue varietà espressive, con la fantasmagoria di motivi che esprime, va letto, fin da giovane età, mediante un’educazione all’ascolto che diventa anche, automaticamente, educazione alla pazienza, alla socializzazione, alla riflessione, all’analisi, alla critica ed all’autocritica. E’ un esperienza educativa e formativa da non tralasciare, ma anzi da perseguire con tenacia e convinzione, allo scopo di forgiare i ragazzi nell’animo e nello spirito, per permettere loro di diventare uomini e donne maturi: gli uomini e le donne del nostro tempo. Dunque, infine, la scuola sia una scuola globale: di nozioni, di pensiero e di equilibrio interiore e sia capace di indurre verso quella dimensione sublime, che è propria dello spirito, e che, sola, può consentire ai ragazzi di comprendere senso e significato di ciò che studiano, approfondendone i contenuti ed estraendone l’essenza vitale. La musica serve mirabilmente a questo scopo, perché penetra le coscienze in modo dirompente e attinge i livelli più interiori, modificandoli qualitativamente e facendoli vibrare nella loro grana intima: è la cultura del mondo moderno che penetra con essa. Conosci te stesso: apprestare i mezzi per incamminarsi lungo questa via: questo il fine ultimo della scuola (…). La preside già lo scorso anno inviò richiesta alle autorità scolastiche della Regione Puglia e della Provincia di Foggia, di istituire, presso la nostra scuola, corsi di strumento musicale per pianoforte, violino, clarinetto e chitarra, tenendo presenti le domande pressanti di 37 famiglie di Trinitapoli(…) la risposta è stata negativa, data la mancanza di docenti di strumento musicale, per esaurimento delle graduatorie. L’esito negativo, tuttavia, non ci ha scoraggiati e abbiamo proceduto ugualmente, come corpo docente, a mettere in atto l’iniziativa di cui in apertura della presente lettera, in completo appoggio alla Preside.” Per quanto mi riguarda, aggiungo solo che mi sembra inverosimile che Regione Puglia e Provincia di Foggia abbiano dato risposta negativa alla sacrosanta richiesta di questa Scuola Media di Trinitapoli adducendo l’esaurimento delle graduatorie. La Puglia è piena di ottimi musicisti e docenti, non ancora di ruolo, che sono costretti a girare i conservatori italiani (da Bolzano a Vibo Valentia) alla ricerca di supplenze annuali; potrebbero essere pertanto utilissimi a molte scuole locali che vogliano aprirsi a laboratori e seminari musicali e di educazione all’ascolto. Diciamo pure, senza nasconderci dietro il classico dito, che sono invece i fondi finanziari a mancare sempre per la Cultura e la Musica, salvo quando è necessario farne utile strumento di propaganda politica, attraverso dispendiose “notti bianche” o becere feste di Capodanno in piazza: esaltazioni dell’effimero che cercano solo il cosiddetto consenso, non avendo pertanto nè finalità educative, nè tanto meno di arricchimento spirituale. Sono lieto che una rivista musicale, per giunta così autorevole, come Amadeus abbia ancora una volta dato la giusta visibilità ad una problematica (sociale e culturale prima che musicale) così sentita nella fattispecie in questa scuola di Trinitapoli, ma che ritengo, a ragione, sia avvertita anche in molte scuole medie e superiori italiane. L'Europa, almeno da questo punto di vista, è ancora lontana.
“Sono un vecchio lettore della rivista da Lei diretta e in questa occasione Le scrivo a nome e per conto della Preside, professoressa Anna Maria Trufini, dirigente scolastico della Scuola Media Statale “Garibaldi” di Trinitapoli (Foggia), ove io presto servizio come docente di matematica. Per dirLe che il collegio dei docenti della nostra scuola, perfettamente in linea con la visione della musica promossa dalla rivista Amadeus, ha deciso a stragrande maggioranza, per il presente anno scolastico 207/208, a titolo sperimentale, di devolvere per ogni classe, un’ora settimanale di lezione dall’insegnamento di matematica e scienze a quello di educazione musicale. Personalmente ho votato a favore, tenendo presente la capacità dello studio della musica di imprimere strutture d’ordine nelle menti dei ragazzi: questo è l’aspetto che privilegio, nella mia qualità di matematico. (…) il linguaggio musicale, con le sue varietà espressive, con la fantasmagoria di motivi che esprime, va letto, fin da giovane età, mediante un’educazione all’ascolto che diventa anche, automaticamente, educazione alla pazienza, alla socializzazione, alla riflessione, all’analisi, alla critica ed all’autocritica. E’ un esperienza educativa e formativa da non tralasciare, ma anzi da perseguire con tenacia e convinzione, allo scopo di forgiare i ragazzi nell’animo e nello spirito, per permettere loro di diventare uomini e donne maturi: gli uomini e le donne del nostro tempo. Dunque, infine, la scuola sia una scuola globale: di nozioni, di pensiero e di equilibrio interiore e sia capace di indurre verso quella dimensione sublime, che è propria dello spirito, e che, sola, può consentire ai ragazzi di comprendere senso e significato di ciò che studiano, approfondendone i contenuti ed estraendone l’essenza vitale. La musica serve mirabilmente a questo scopo, perché penetra le coscienze in modo dirompente e attinge i livelli più interiori, modificandoli qualitativamente e facendoli vibrare nella loro grana intima: è la cultura del mondo moderno che penetra con essa. Conosci te stesso: apprestare i mezzi per incamminarsi lungo questa via: questo il fine ultimo della scuola (…). La preside già lo scorso anno inviò richiesta alle autorità scolastiche della Regione Puglia e della Provincia di Foggia, di istituire, presso la nostra scuola, corsi di strumento musicale per pianoforte, violino, clarinetto e chitarra, tenendo presenti le domande pressanti di 37 famiglie di Trinitapoli(…) la risposta è stata negativa, data la mancanza di docenti di strumento musicale, per esaurimento delle graduatorie. L’esito negativo, tuttavia, non ci ha scoraggiati e abbiamo proceduto ugualmente, come corpo docente, a mettere in atto l’iniziativa di cui in apertura della presente lettera, in completo appoggio alla Preside.” Per quanto mi riguarda, aggiungo solo che mi sembra inverosimile che Regione Puglia e Provincia di Foggia abbiano dato risposta negativa alla sacrosanta richiesta di questa Scuola Media di Trinitapoli adducendo l’esaurimento delle graduatorie. La Puglia è piena di ottimi musicisti e docenti, non ancora di ruolo, che sono costretti a girare i conservatori italiani (da Bolzano a Vibo Valentia) alla ricerca di supplenze annuali; potrebbero essere pertanto utilissimi a molte scuole locali che vogliano aprirsi a laboratori e seminari musicali e di educazione all’ascolto. Diciamo pure, senza nasconderci dietro il classico dito, che sono invece i fondi finanziari a mancare sempre per la Cultura e la Musica, salvo quando è necessario farne utile strumento di propaganda politica, attraverso dispendiose “notti bianche” o becere feste di Capodanno in piazza: esaltazioni dell’effimero che cercano solo il cosiddetto consenso, non avendo pertanto nè finalità educative, nè tanto meno di arricchimento spirituale. Sono lieto che una rivista musicale, per giunta così autorevole, come Amadeus abbia ancora una volta dato la giusta visibilità ad una problematica (sociale e culturale prima che musicale) così sentita nella fattispecie in questa scuola di Trinitapoli, ma che ritengo, a ragione, sia avvertita anche in molte scuole medie e superiori italiane. L'Europa, almeno da questo punto di vista, è ancora lontana.
Nessun commento:
Posta un commento