mercoledì 7 ottobre 2009
Angela Hewitt - naturalmente nel segno di Bach - inaugura la stagione musicale 2009 / 2010 del Comunale di Monfalcone
L’inaugurazione della Stagione di Musica 2009-2010 del Teatro Comunale di Monfalcone, in programma giovedì 15 ottobre alle ore 20.45, è affidata alla straordinaria Angela Hewitt, affezionata amica del Comunale e ancora una volta protagonista di quel “Progetto Bach” che vede il Teatro inserito nel “Bach World Tour” della pianista canadese a fianco delle più importanti sale da concerto del mondo.
Contraddistintasi sulla scena internazionale sia per le interpretazioni dal vivo che per le superbe registrazioni per l’etichetta Hyperion, Angela Hewitt è considerata “la principale interprete di Bach” (The Guardian) e “la pianista che caratterizzerà le esibizioni di Bach negli anni a venire” (Stereophile). Il suo progetto decennale di registrare tutte le opere principali per tastiera di Bach (completato nel 2005) è stato descritto come “una delle glorie discografiche dei nostri tempi” e nominato “Registrazione dell’Anno” dalla rivista Gramophone.
Il tour di 14 mesi che ha occupato l’intera stagione 2007-2008, incentrato sull’esecuzione completa dei due libri del Clavicembalo ben temperato (che ha fatto tappa anche a Monfalcone), si è concluso nell’ottobre 2008 in Cina, confermandosi come una delle esperienze più emozionanti sia per l’artista che per il suo pubblico.
Per l’apertura della nuova stagione Angela Hewitt si presenta nella veste non soltanto di pianista ma anche di direttore del celebre gruppo strumentale della Internationale Bachakademie di Stoccarda. Fondata da Helmuth Rilling nel 1981, la Bachakademie Stuttgart si dedica alla diffusione della musica di J. S. Bach nel mondo attraverso concerti, masterclass per direttori e cantanti, conferenze e progetti speciali quali “Le Settimane Bach di Stoccarda” e il “Festival Europeo della Musica di Stoccarda”.
Il programma della serata prevede cinque Concerti per clavicembalo (in questo caso sostituito dal pianoforte) e gruppo strumentale, fra i quali figura anche il celeberrimo V Brandeburghese.
Il corpus bachiano dei sette Concerti per clavicembalo BWV 1052 – 1058 è interamente raccolto in un manoscritto autografo redatto dopo il 1739, anno in cui Bach rientra alla direzione del Collegium Musicum di Lipsia, cuore culturale degli incontri della borghesia lipsiense, la cui intensa attività concertistica necessita di una grande quantità di musica strumentale d’insieme per i diversi organici orchestrali a disposizione.
La reale composizione dei concerti per strumento a tastiera risale, però, a un periodo antecedente alla scrittura del manoscritto. Pochi anni dopo il suo arrivo a Lipsia, infatti, Bach concentra molte delle attività compositive sulla sua “missione” pedagogica (i suoi figli maggiori e molti dei suoi migliori allievi sono abili clavicembalisti) e contemporaneamente esplora nuovi confini formali e tecnici della musica strumentale.
Da queste urgenze artistiche, unite alla necessità pratica di fornire musiche quanto più varie ed articolate ai suoi allievi e agli ensemble del Collegium, nascono anche le opere concertistiche per clavicembalo, che costituiscono sotto molti punti di vista un’importante rivoluzione tecnico-formale. Bach, infatti, sovverte per la prima volta le dinamiche e i rapporti interni tra gli strumenti del gruppo orchestrale, emancipando le nuove composizioni dalla più classica forma del concerto e del concerto grosso e concedendo un ruolo nuovo, autonomo e centrale, al clavicembalo come strumento solista a tutti gli effetti: la tastiera diventa la voce che conduce il dialogo e si riscatta definitivamente dal ruolo del continuo o di semplice ripieno orchestrale.
I concerti per cembalo hanno inoltre la loro radice originaria in altrettante pagine scritte alla corte di Köthen, alle dipendenze del Principe Leopold, dove Bach è maestro di corte a partire dal 1720 e compone la maggior parte della sua musica cameristica per ogni tipo di organico.
Al centro delle attività compositive di Köthen è anche il ciclo dei Sei Concerti Brandeburghesi, che lo stesso Bach definisce Concerts avec plurieurs instruments, quasi a dichiarare una sorta di “uguaglianza” tra tutte le classi strumentali concertanti.
Ognuno dei sei numeri presenta organici diversi e diverse sono le strutture formali interne, così come le influenze linguistiche; svolgimento omofonico post-seicentesco e polifonia rinascimentale convivono a distanza di poche pagine mentre il concerto grosso si alterna alla sonata a tre, come la musica da camera a quella ecclesiastica.
Si tratta di una ricerca davvero inesauribile, volta a dimostrare quanto aperte possano essere le possibilità della tecnica compositiva del genere del concerto, e di un’opera sistematica e al contempo didattica, che mette costantemente alla prova le abilità degli strumentisti.
Nel programma che Angela Hewitt propone al Comunale spicca l’esecuzione del Concerto Brandeburghese n. 5 in re maggiore BWV 1050, in cui il clavicembalo è protagonista assoluto: da semplice substrato di ripieno diventa infatti prima concertante e poi solista, dando vita ad una delle più belle esibizioni virtuosistiche della storia dello strumento concertante.
La prevendita dei biglietti per il concerto di Angela Hewitt ha inizio giovedì 8 ottobre; il primo giorno di prevendita è riservato ai possessori di CARD il MIO Teatro. I biglietti possono essere acquistati presso: Biglietteria del Teatro (tel. 0481 790 470), Ticketpoint di Trieste, Libreria Antonini di Gorizia, ERT di Udine e on line sul sito www.greenticket.it. Continua, inoltre, la sottoscrizione di nuovi abbonamenti e la vendita di CARD il MIO Teatro.
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Grande interprete Bachiana la Hewitt sappiamo benissimo essere molto affezionata al suo gran coda Fazioli che lo porta in tutto il mondo in turnee insieme a lei.
RispondiEliminaQui però mi chiedo, si stà sfruttando l'immagine del geniale Gould associandola alla pianista canadese un pò troppo.
Il professor Paolo Terni sostiene, ed a ragione secondo me, che comunque sia Bach suonato con il pianoforte non sia Bach ma semplicemente una trascrizione, dato che le opere furono scritte per clavicembalo, del resto il suono del piano risolve troppe cose che nel clavicembalo rimangono volutamente enigmatiche. Pensiamoci bene, Bach avrebbe scritto in questo modo con il piano? Non credo affatto.
Che reazione avremmo se i notturni di Chopin venissero suonati al clavicembalo? Certo rimangono esecuzioni molto affascinanti quelle della Angela Hewitt, ma dobbiamo sempre ricordare che il vero Bach è solamente quello al Clavicembalo.
Che ne pensate?
Denis