venerdì 2 ottobre 2009
"Bach firmato Hadid" di Isella Marzocchi *
"Johann Sebastian Bach e Zaha Hadid, architetto e designer di origine irachena con quartier generale nella City londinese, dove qualche centinaio di coscritti è sempre pronto a sfoderare la daga in nome suo e del design, si sono passati un testimone immaginario attraverso il tempo (lei nasceva duecento anni esatti dalla morte di lui) e dello spazio. Come? Rileggendo - lei - la complessità della musica bachiana per darle corpo in quella che, a Manchester, è diventata una sala da concerto temporanea destinata ad ospitare nient'altro che esecuzioni solistiche firmate Bach, appunto. La risposta visivo-spaziale di Zaha Hadid alle intricate melodie del genio del barocco esprime un dialogo formale dinamico e curioso, accomunato da un'audacia che i due, in mondi lontani e vicinissimi, hanno in comune, condividendo profondità intellettuale, padronanza di mezzi tecnico-espressivi e bellezza artistica. Un nastro - una membrana translucida tesa su un telaio d'acciaio - avvolge lo spazio e chi lo abita delimitando in modo fluido i diversi piani d'utilizzo (palco, platea, spazi di collegamento) e al tempo stesso mantenendo una connessione visiva del movimento dei singoli nello spazio. La concert hall che, ricavata all'interno della Manchester Art Gallery, ha ospitato nel corso dell'estate nove concerti - Piotr Anderszewki, Jean-Guihen Queyras e Alina Ibragimov i protagonisti, ciascuno con tre recital - resta fedele agli standard cameristici rivelando nei suoi poco più di quattrocento metri quadrati un attento studio di proporzioni, struttura e acustica (il nastro stesso nasconde pannelli trasparenti fono-riflettenti) che sarebbero piaciute anche a Bach."
* (articolo di Isella Marzocchi pubblicato dal Giornale della Musica/Ottobre 2009)
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