domenica 16 novembre 2014
Il giovane Artù di Scardicchio al Petruzzelli, una bella fiaba a cui manca la musica giusta
Siamo nel IV secolo ed il giovane e vivace Artù gioca insieme alla sorellastra Morgana tra i ruderi di un regno che sta andando lentamente in rovina. Il Petruzzelli è pieno di tanti bambini vocianti e urlanti, chiasso ben oltre la media. Scardicchio sale sul podio, scattano applausi e le urla gioiose al suo indirizzo. Inizia l'operina-musical: la musica fa troppo il verso ad omologhe favole del genere, carica di rassicuranti esposizioni melodiche, con strumenti come la batteria, lo xilofono e una buona fila di fiati ed ottoni. C'è subito il narratore (oltre, che Caius, il bravo Tony Marzolla) che raccoglie le fila di una trama che ora vi andiamo a raccontare.
Artù, figlio del defunto Re Pendragon, viene affidato alle cure del nobile e generoso Sir Ettore (Loris Leoci), che si trova ad affrontare le dure prove e gli insegnamenti del severo quanto bizzarro Merlino, un mago-maestro che non si lascia però intenerire dalla fresca ingenuità del suo allievo. Ogni volta infatti, finito il tempo dei giochi, è costretto a riportarlo alla realtà concreta del suo vivere: per diventare forte ed invincibile deve completare la sua preparazione fisica e mentale. Merlino non esita ad usare i severi metodi delle discipline orientali, spiazzando l'allievo, ma infondendogli nello stesso tempo fiducia in se stesso. Queste prove - che lo porteranno a diventare futuro Re d'Inghilterra non saranno però le sole che Artù dovrà affrontare. La sensuale Morgana non è una compagna di giochi qualunque, ma è una vera maga: conosce il linguaggio degli uccelli, prepara magici elisir ed è così fuori dal comune da preferire ai giochi di bambina, l'isolamento e lo studio della natura.
Sir Ettore ha però un altro figlio, Caius, un giovane che ama la bella vita, le feste e vuol sempre dormire fino a tardi. Entrambi, i fratelli si imbattono in Excalibur, la mitica spada nella roccia. Da un lato Caius, troppo distratto e superficiale, non riuscirà nell'impresa di togliere la spada dalla roccia, mentre suo fratello Artù, grazie alla sua umiltà, determinazione e spirito di adattamento, estrarrà la spada e diventerà Re, aiutando peraltro lo sfaccendato fratello a mantenerlo in servizio.
Una storia affascinante e che attrae tantissimo i bambini, anche per la intelligente mistura di prosa e cantato. Una chiave vincente, che d'altro canto si trova però a poggiare su una musica a volte bella e credibile, a volte, banale e scontata. Ma forse, noi, ragioniamo troppo da adulti, si dirà. Ed in effetti, è vero. Non sappiamo l'esito delle prossime 16 repliche da domani e fino al 27 novembre, di questo nuovo lavoro, ma va innanzitutto detto, che gli attori-cantanti sono tutti di buon livello: BravoTotò Onnis (Merlino ed Arcivescovo di Brice), bravo Carlo Callea (Giovane Artù), brava Antonella Carone (Morgana) e il già citato Tony Marzolla. La regia di Marinella Anaclerio è poi molto valida, mentre le scenografie, variopinte e fantasiose, sono quelle eccellenti di Tommaso Lagattolla, anche fine costumista. Il Coro (ben preparato da Franco Sebastiani) e l'Orchestra del Petruzzelli, trovano nella bacchetta di Nicola Scardicchio una discreta guida. Quello che ci pare manchi è proprio una musica continua, coinvolgente, gradevole, e soprattutto personale. Il punto più audace ed ardito è in ogni caso la scena dell'estrazione della spada ed il coro finale. Ci pare che qui il livello persino "drammaturgico" sia cresciuto, regalando un barlume di emozione allo spettacolo. La strada è quella giusta, si badi bene. Il sovrintendente prosegua nella divulgazione. Il pubblico di domani, si sa, non può attendere...
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Ottimo articolo.
RispondiEliminaCondivido appieno.
Andrebbero però citati tutti gli attori.
un saluto
Alessio Balsamo
Non li ho citati? Mi spiace...
RispondiEliminaGentile Romanelli,
RispondiEliminaio ho visto lo spettacolo ed ho trovato la musica in equilibrio con tutto il resto. Non penso affatto che sia, anche solo a tratti, banale, scontata o priva di personalità. E' una musica che senza rinunciare agli strumenti espressivi tipici dell'opera lirica, utilizza a volte dei canoni estetici più a misura di bambino, che è cosa ben diversa dall'essere banali. Lei inoltre scrive che "la musica fa troppo il verso ad omologhe favole del genere"...mi spiega a cosa si riferisce? Io non ho colto affatto citazioni da altri lavori musicali di altri autori. Grazie.
Basta vedere un po' di fumetti e musical per capire a cosa mi riferisco...cmq non voglio insistere, se a lei è piaciuta sono contento per NICOLA. E' un grande amico per me...E questo le fa capire, quanto sia difficile il mio mestiere ;)
RispondiEliminaI am surprised to find only two comments on this side, ' cos of the fact that so many people saw the show.I watched it two days ago on YouTube. Unfortunately I don't speak Italian. I think the important aspect is that the children enjoyed the play.
RispondiEliminaI'm interested in so many different kind of musicstyles (Opera, Operetta, Musicals, zarzuelas,etc.),that I had no problem to enjoy the music and to testify,that Mr.Scardicchio creates his own personal style. I hopefully wait to listen to his other works (Mose,Platon,Questa Fenice,etc.) in the next future. P