Il Festival URTIcanti
è arrivato alla sua decima edizione. Un traguardo inaspettato per un
festival di Musica Contemporaea, o d'oggi, come si suol dire. Le due
"terribili" giovani donne che lo hanno organizzato una decina d'anni
fa erano senza il becco d'un quattrino, ma con tanto entusiasmo e febbrile passione.
E questo è evidentemente bastato. Raffaella Ronchi e Fiorella Sassanelli hanno realizzato quest'anno un'edizione
davvero bella ed all'altezza della fama, che ha cominciato a crescere pian piano
intorno al festival, soprattutto negli ultimi tempi. Quest'anno, non abbiamo
potuto seguire la rassegna, come di consueto, per vari problemi oggettivi. Non
ultimo il fatto, che chi scrive è impegnato spesso al Conservatorio di Foggia. Il concerto di venerdì sera però, non si
poteva assolutamente perdere, come anche l'introduttiva e preziosa presentazione del libro
del notissimo musicologo torinese, Enzo Restagno, avvenuta nel pomeriggio presso il foyer del
Petruzzelli, grazie ai contributi di Giuseppe Farese e dello stesso Michele dall'Ongaro. Una stupenda doppia biografia su Stravinsky e Schoenberg, i due
straordinari paladini del XX secolo. Due "rivoluzionari" giustapposti
e al contempo paralleli tra loro (e in un certo senso "quasi" complementari) nella
Storia musicale del secolo scorso. In serata, concerto monografico dedicato al
compositore Michele Dall'Ongaro, personaggio popolare da alcuni anni, voce
radiofonica di Radio Tre Suite e da un po' di tempo, anche la sua notorietà
televisiva con "Petruska" e le brillanti esecuzioni dei principali
concerti dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai hanno accresciuto la sua
visibilità. Dall'Ongaro, presente al concerto in Santa Teresa dei Maschi, ha
confidato che non gli è mai troppo piaciuto essere al centro
dell'attenzione, ma che per la sua musica lo fa ben volentieri. I suoi pezzi ("Opus
Felix" e la "Musica di E.Z."), intervallati da alcune esecuzioni stravinsikiane, curate dall'ottimo clarinettista Angelo Giodice, sono stati eseguiti con magistrale compattezza e forte intensità dal violinista
Francesco D'Orazio, Premio Abbiati 2010, e dal violoncellista Nicola Fiorino,
con al pianoforte il bravo e preciso Giampaolo Nuti. La musica di Dall'Ongaro
si fa ascoltare, è molto interessante ed ha un messaggio estroverso di rara comunicazione espressiva e bellezza. Lo si è capito anche nei
brani successivi: "Hic" (2004) per chitarra, ben suonata da Vincenzo
Giura, "Grimoire" (1996) per soprano e violino amplificati, nastro
magnetico e live electronics, con l'eccellente soprano Maria Elena Romanazzi,
specialista da alcuni anni di pezzi di musica d'oggi, con ancora il violinista
Francesco D'Orazio. Una partitura, quest'ultima, dal corposo sapore "Horror",
con effetti sonori rabbrividenti, che facevano molto pensare alle musiche
scritte per un film di Dario Argento. Alla fine, altri due pezzi: "Alter",
per violino elettrico a cinque corde e "Danni collaterali" (2003),
pezzi indubbiamente di difficile esecuzione ed ascolto, che hanno trovato però nei musicisti già citati, ed in
Teresa Dangelico (violino) e Paolo Messa (viola) che si sono aggiunti nel pezzo
finale, un supporto in più per la riuscita della bella serata. Dall'Ongaro
commosso e contento, ha ringraziato tutti per le eccellenti letture dei suoi
brani. Il numeroso pubblico lo ha lungamente applaudito, felice di aver
ascoltato un buon concerto di Musica d'oggi. E non è poco.
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