"A volte le sorprese nella lirica sono piacevoli anche se il palcoscenico non è quello del Metropolitan di New York, per esemplificare. A Sassari pochi giorni fa si è rappresentata una delle opere più conosciute di Giacomo Puccini, una piacevole Madama Butterfly con una protagonista brava, corretta, e preparata che risponde al nome dell'affascinante Cinzia Forte (nella foto).
Io non ero presente quindi non posso scrivere nulla sulla messa in scena, ed ho ascoltato la registrazione che un carissimo amico mi ha inviato e che ha registrato splendidamente anche se ovviamente in teatro avrei potuto formulare un pensiero più completo. Non so neppure a che punto della sala egli sedesse e quindi anche se a volte le voci appaiono coperte dall'impasto orchestrale, la direzione di Matteo Beltrami, mi è piaciuta. Egli ha saputo cogliere aspetti dell'opera che riportano al recente pasato, direi iconografico. Con ciò desidero in tema musicale, affermare che l'operazione sassarese ha ricercato nella storia quelle immagini che possono rappresentare una fonte documentaria, non abusando di uno studio archeologico ma ricostruendo l'evento appoggiandosi sulla tradizione pur non scadendo nel già ascoltato. Molto del merito lo ha avuto l'Orchestra dell'Ente Concerti "Marialisa de Carolis" e la Corale "Luigi Canepa",(splendido il coro a bocca chiusa), oltre che la presenza di voci fresche, relativamente giovani, non giovanissime, quindi già con una buona preparazione professionale alle spalle. Cito Alessandra Palomba, Suzuki; Sara Rossini; Simone Del Savio, Scharpless; Gregory Bonfatti, Goro; ed anche Gianluca Margheri, Carmine Monaco, Manuel Pierattelli e Francesco Solinas. Bruno Ribeiro e Cinzia Forte hanno legato i loro nomi ai principali protagonisti. Pinkerton non ha offerto l'immagine di un uomo crudele, ma pur mancando il personaggio di umanità, ha interpretato con pregi e difetti quei desideri di un uomo potente che desidera soddisfare i propri non nobili desideri, con una fanciulla, sapendo che non l'avrebbe più rivista, senza calcare sul lato della cattiveria e della sfrontatezza, lasciando che le note pucciniane da sole rappresentassero la parte immorale dell'animo umano. La ricerca di colori emotivi è stato il suo punto di forza. Così anche l'attacco di "Addio fiorito asil" ed altri passi sono ben sostenuti. Gli estremi acuti non toccano vertici assoluti ma nel contesto della rappresentazione anche se non mi paiono squillanti, non sono gridati e non sono ingolati e si sposano con l'impostazione generale che mi pare di aver colto dalla sola registrazione. Cinzia Forte fraseggia bene. La sua voce è fresca e la chiarezza delle sue inflessioni, specie nel duetto d'amore, colgono bene l'età di Cio cio san che non dimentichiamo, è pur sempre una ragazzina. Certo la tessitura pone qualche difficoltà, ma quasi nessuna Butterfly è stata così perfetta da non porre qualche problema in sede critica. Alcune possedevano un timbro delicato, ma gli estremi acuti oscillavano paurosamente, altre qua e là non erano intonatissime. Il suo "Un bel dì vedremo" è tenerissimo e il duetto con Suzuki, "Scuoti quella fronda di ciliegio" è a mio parere quasi una fusione tra il presagio della fine e la speranza di una giovane innamorata. Forse Cinzia Forte non è abbastanza tragica nel finale, a livello vocale, ma l'interpretazione per ciò che intuisco deve essere stata di una struggente e dolorosa esposizione da commuovere. Quindi pienamente convincente tanto da suscitare entusiasmo. Merita di sviluppare una carriera importante. La musica di Puccini ha completato quella che a mio avviso è stata una bella serata. Grazie ai professionisti che hanno meritato lunghi e convinti applausi, da parte di un pubblico incantato ed entusiasta."
Maurizio Dania
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