martedì 11 novembre 2014
Uto Ughi ed i Filarmonici di Roma incantano il Petruzzelli.
Uto Ughi (nella foto) è uno dei violinisti più celebrati in Italia. La Camerata Musicale Barese lo ospita abitualmente ogni anno nella sua stagione. Quest'anno è giunto a Bari con i suoi Filarmonici di Roma, una esperta compagine di una ventina di elementi, tra archi, legni e e fiati,ed ha proposto un programma assai invitante e stimolante per la varietà dei brani eseguiti. Da Christian Bach a Boccherini, da Vitali a Beethoven, da Pugnani/Kreisler a Chausson a Paganini.
Un concerto vibrante e appassionato, date le scelte di Ughi. Con l'orchestra da Camera che si disimpegnava egregiamente sin dall'incipit con la Sinfonia in re maggiore n.1 op. 3 per orchestra di Johann Christian Bach, uno dei 18 figli del sommo Johann Sebastian. A presentare il concerto il musicologo Pierfranco Moliterni, che ha però ceduto la parola poi, allo stesso Ughi, per una più appropriata guida all'ascolto prima di ogni brano.
Dei lavori eseguiti, uno ci ha colpito particolarmente, per la bellezza della cavata e le vibrazioni interiori che si producevano dentro di noi. Un concerto di Pugnani, con la trascrizione del grande, indimenticato violinista Fritz Kreisler, adorato da sempre da Ughi. Seducente il tema di apertura, con temi barocchi trasfigurati nel romanticismo kreisleriano, e che vedevano Ughi letteralmente trasformato, nella sua capacità di legare espressivamente quei temi melodici, in una dimensione magica, quasi astrale, oseremmo dire.
Poi, non poteva mancare la Romanza op. 50, celeberrimo spot di un noto brandy italiano, e conosciutissima da tutti gli appassionati. Elegante e raffinato anche qui Ughi ha risposto da par suo, a tanti che lo davano quasi per finito come violinista. Ed invece, ha dimostrato, ancora una volta, una forma eccellente ed la indefessa capacità di continua ricerca del repertorio, che gli fa indubbiamente onore.
Infine, Paganini. Magari, non saettante ed agile come vent'anni fa, ma pur sempre dignitoso nella sua giusta intonazione e nelle sue rare agilità. La "campanella", del resto, è un classico straordinario delle capacità virtuosistiche di un violinista. Ughi si è messo al servizio della Musica. Ed insieme ai suoi Filarmonici ha confezionato un impeccabile interpretazione paganiniana.
Dopo i rituali applausi e le classiche ovazioni, egli ha preso la parola, ed ha detto che in Italia stiamo vivendo uno dei momenti più bui della nostra storia. "E' un vero peccato, che la musica non si insegni nelle scuole superiori. L'Italia e la Germania hanno regalato grandissimi compositori al mondo. E' davvero vergognoso tutto questo, e mi unisco a Muti ed Abbado, che hanno fatto tantissimo affinchè questo scandalo non venisse ulteriormente perpetrato, per fare l'ennesimo appello, certo inascoltato, ai nostri politici, affinchè la musica possa presto riemergere dopo tanti anni di ingiusto oblio." Finito il "comizio" come lui stesso ha detto, ha eseguito da par suo, come bis, la Ridda dei folletti di Bazzini ed Oblivion di Piazzolla. Grande successo, in un Petruzzelli abbastanza affollato, ma non pienissimo.
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Caro Maestro, è con grande piacere che ho letto il suo articolo riguardo il concerto; l'ho molto apprezzato per la sua ponderata schiettezza, non disgiunta da quel particolare stato di grazia che avvince chi ascolta Ughi nell'interpretazione del concerto di Pugnani/Kreisler . Non vorrei qui parlare della reciproca seduzione Ughi - Musica, ma sono lieta che Lei lo abbia fatto, con ciò rendendo giustizia ad uno tra i più grandi violinisti del nostro tempo
RispondiEliminaGentile Signora, La ringrazio di cuore per le sue belle parole. Segua sempre il mio blog. Le darà, spero, un briciolo di felicità in questo nostro mondo così avaro di emozioni!
RispondiEliminaBuona serata :)
Alessandro