giovedì 7 dicembre 2006
Aida alla Scala: ennesima inaugurazione senza tv
Ogni inaugurazione della stagione scaligera è solitamente un Evento ( con la “e” maiuscola, per l’appunto). Quest’anno il sipario del Piermarini si aprirà nell’odierno pomeriggio alle 18 (diretta solo, ahimè, su Radiotre) con l’Aida di Giuseppe Verdi, l’opera della piena e consapevole maturità del Genio di Busseto. Direttore degli splendidi coro e orchestra scaligeri sarà il milanesissimo Riccardo Chailly (nella foto), attuale guida della gloriosa Gewandhaus di Lipsia dopo i significativi anni trascorsi al Concertgebouw di Amsterdam. Terminata l'importante “Era Muti” alla Scala lo scorso anno il nuovo Sovrintendente e Direttore Artistico Stéphane Lissner regalava un’insperata inaugurazione al trentenne maestro inglese Daniel Harding con l’Idomeneo mozartiano (e lui se la cavò, va detto, benissimo), quest’anno è finalmente la volta di Riccardo Chailly (già da tempo meritevole di salire sul podio scaligero per la sua prima inaugurazione). Il cast di cui potrà disporre il kapellmeister di Lipsia è decisamente promettente: Roberto Alagna (Radames), Violeta Urmana (Aida), Ildiko Komlosi (Amneris), Carlo Guelfi (Amonasro) sono cantanti di riconosciuto valore. Ancora una volta in cabina di regia torna il grande Franco Zeffirelli. Un nuovo (l’ennesimo) allestimento dell’opera verdiana che forse più di ogni altra egli ha scavato, approfondito, amato. Che dirvi ancora? Dispiace, come penso dispiaccia a tutti gli appassionati, che la Rai si ostini a non mandare in diretta tv una Prima dalla Scala. In Germania, in Austria, in Inghilterra questo non accadrebbe. Altre culture, altre civiltà. Forse. Eppure l’Opera, signori miei, è nata in Italia. Ma noi ce ne freghiamo. Sono finiti i tempi in cui Paolo Grassi, amatissimo Sovrintendente della Scala, uomo di somma cultura teatrale e musicale e poi (anche) Presidente della Rai, ci regalava (era il 1976, se non sbaglio) l’Otello diretto da Carlos Kleiber con uno stratosferico Placido Domingo. Trent’anni fa Mamma Rai era vero, autentico servizio pubblico. Oggi, nell’era in cui domina il computer, Internet è entrato in molte case (ma non in tutte) dobbiamo invece sorbirci partite di calcio (campionato, coppe e coppette) a tutte le sacrosante ore del giorno e della notte, reality disgustosi, montagne di stupidaggini, chiacchiere interminabili sulla decadente e gerontofila politica italiana, ma la Musica o la Lirica no, quella no, non fa ascolto, non raccoglie pubblicità. Accontentiamoci (si fa per dire) della radio, in attesa che venga fuori una Pay Tv satellitare che si dedichi a trasmettere in diretta concerti e opere liriche da tutto il mondo (Scala compresa). Possibile che non sia ancora nato un fantomatico “Rupert Murdoch 2” sfegatato, viscerale, innamorato di musica classica e lirica che possa regalarci questo incredibile sogno?
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