E’ passato purtroppo (quasi) inosservato, sabato scorso a Bari, il concerto del violinista francese Pierre Hommage (nella foto), qui in duo con la pianista lucana Mariagrazia Lioy. Nella stessa serata, come ormai capita sempre più spesso dalle nostre parti, c’erano infatti in contemporanea altre tre analoghe manifestazioni concertistiche (tra l’altro, un concerto in beneficienza del pianista Emanuele Arciuli e la finale del concorso europeo di esecuzione pianistica “San Nicola”). Certo è che quando sono arrivato alla Vallisa, mi aspettavo (almeno) di trovare qualche docente-violinista del conservatorio barese o almeno un folto gruppo di studenti dello strumento. Niente di tutto questo. Il perchè è e resta un mistero.
Riempivano invece l’incantevole auditorium romanico solo una ventina di semplici appassionati. Un vero peccato, anche perché il programma della serata comprendeva due autentiche chicche (di rado eseguite in Italia) del repertorio francese tardoromantico: la Sonata in Sol maggiore per violino e pianoforte di Guillaume Lekeu e quella n.1 in re minore di Guy Ropartz. Due allievi della “Scuola” parigina di quel grande organista e compositore che fu César-Auguste Franck; entrambe le predette composizioni si sono rivelate decisamente interessanti, permeate come sono dallo stile (inconfondibile) del comune maestro di Ropartz e Lekeu. Ed è stato poi proprio nel segno di Franck che Hommage e la Lioy hanno suggellato il loro stupendo concerto offrendo un’esemplare, appassionata interpretazione della famosa Sonata in La minore. La serata, tra l’altro ad ingresso gratuito (un ulteriore aggravante per gli assenti), era meritoriamente inserita nell’ambito delle manifestazioni del Dicembre Universitario Musicale (direzione artistica: Antonella Arnese e Pierluigi Camicia) organizzato dall’associazione Harmonia. Hommage, avignonese di nascita, ha studiato con grandi virtuosi dell’archetto come Christian Ferras, Henryk Szering e Franco Gulli ed è certamente uno dei violinisti più richiesti dell'attuale panorama concertistico internazionale. Il suono del suo prezioso Stradivari possiede, va detto, una delicata, tenera grana timbrica che Hommage domina da par suo, infondendo nella cavata sempre generosa e appassionata una compatta, travolgente espressività. Alla fine molti (e meritati) applausi anche per l’ottima prova di Mariagrazia Lioy che ha accompagnato il virtuoso francese in modo davvero impeccabile soprattutto nei passaggi tecnicamente più complessi delle tre sonate eseguite. Bis di rito con la celebre Meditazione dalla Thais di Jules Massenet.
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