lunedì 4 dicembre 2006
L'indigestione mozartiana sta finendo...
“Wolfgang Amadeus Mozart passò su questa terra senza solennità e senza enfasi. Una vita di musicista la sua, con maggiori riconoscimenti per il bimbo prodigio che per l’artista maturo; vita piena di strapazzi, di speranze, di rinunzie ma anche di brevi ma intense parentesi luminose. Un decennio sereno e rassegnato al fianco di una moglie allegra, sensuale attraente, ma nel complesso banale. In un ambiente instabile e poco rassicurante che spesso e volentieri lo sottovalutava. Nulla di tutto ciò potrebbe lasciare intravedere ad un osservatore superficiale la presenza di uno dei più grandi spiriti dell’umanità in un’esistenza così modesta. Tutte le aspirazioni umane inappagate, i nodi mai sciolti nell’anima ardente del Maestro, dovevano trasformarsi in quella vena musicale, che sa porre come poche altre gioia e dolore nello stesso respiro d’inesauribili melodie.” Questo essenziale ma efficace ritratto a tutto tondo appartiene a Bernhard Paumgartner, musicista e musicologo salisburghese (proprio come il divino Amadeus) che spese gran parte della sua vita nell’approfondire lo studio delle fonti biografiche, documentarie ed epistolari, degli spartiti e delle partiture mozartiane. Il suo ponderoso volume biografico sul “divin salisburghese” venne pubblicato in italiano dall’Einaudi solo a metà degli anni Settanta (almeno tre lustri dopo l’edizione originale) e resta, almeno per quanto mi riguarda, una pietra miliare della ricerca musicologica, anche alla luce dei numerosissimi saggi che si sono succeduti da allora sino ad oggi sull’argomento. Ultimo, almeno in ordine di tempo, l’agile libello “La notte delle dissonanze” del bravo musicologo veneziano Sandro Cappelletto (nella foto) appena pubblicato dall’EDT di Torino. Vi parlo di Mozart anche perché la settimana scorsa ho potuto seguire qui a Bari una paio di concerti che avevano in programma alcuni suoi lavori. Il primo, martedì scorso con il Collegium Musicum diretto da Rino Marrone che, nella piacevole serata inaugurale della stagione al Kursaal Santalucia, ha proposto la galante Serenata Notturna in re maggiore K. 239 (1776) di un Amadè ancora ventenne ma già sicuro e raffinato dominatore della materia strumentale affiancata alla Suite op.18a realizzata da Gennadij Rozdestvenskij sulla colonna sonora scritta da Dimitri Shostakovich per il film “La Nuova Babilonia” (1929) di Kozincev e Trauberg. L’altro omaggio mozartiano ce l’hanno regalato gli eccellenti quattro musicisti del Quartetto Meridies (Carmelo Andriani, Gennaro Menichiello, Giuseppe Pascucci e Giovanna D’Amato) reduci da un entusiasmante concerto berlinese che hanno proposto nell’accogliente “salotto” del Caffè d’Arte DolceAmaro di Luigi e Giulia Volpe una lettura di esemplare chiarezza e partecipazione del misterioso, bellissimo Quartetto K. 465 “delle dissonanze”. Non mancheranno certo altre esecuzioni del geniale salisburghese sino alla fine di quest’anno a lui dedicato per il 250° anniversario della nascita, ma poi speriamo (tutti d’accordo su questo?) che passata l’incredibile, inutile indigestione del 2006, il prossimo anno non risuoni (sabbaticamente) la Musica del Nostro. Ultima notizia: in questi giorni la celeberrima yellow label Deutsche Grammophon mi ha inviato un’e-mail in cui raccomanda caldamente di acquistare il cofanetto delle 22 opere di Mozart, registrate in dvd appena l’estate scorsa, con straordinarie riprese digitali al Festival di Salisburgo e che la pay tv satellitare “SKY Classica” sta già (sic) trasmettendo ogni domenica per i suoi abbonati. Beati loro!
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