mercoledì 20 dicembre 2006
Riccardo Muti e i "Cherubiner" riaprono il Verdi di Brindisi
Questa sera Riccardo Muti con i suoi Cherubiner (come affettuosamente, ma non senza una punta di garbata ironia li ha chiamati un noto critico musicale italiano) “riapre” il nuovo teatro Verdi di Brindisi. Dico “riapre” perché in effetti non si tratta di una vera e propria inaugurazione. Quella vera c’era già stata quattro anni fa nel novembre del 2002, quando, per l’occasione, furono invitati per il lieto evento il violinista-direttore Salvatore Accardo e l’Orchestra da Camera Italiana. Poi,una nuova chiusura per provvedere ad altri lavori, mirati tra l’altro al miglioramento dell’acustica, che chi scrive trovò all’epoca assai carente, a causa del rivestimento degli interni pressoché totale in moquette (materiale notoriamente fonoassorbente) e non in legno (ciliegio americano, pero o faggio). Carmelo Grassi presidente del Teatro Pubblico Pugliese fortunatamente rivela sul Corriere del Mezzogiorno che “è stata costruita una camera acustica su misura per il teatro che consente al suono di propagarsi verso gli spettatori.” Il sindaco Domenico Mennitti annuncia che sarà un evento memorabile. Sono stati tra l’altro accreditati novanta giornalisti, "tra cui le maggiori penne delle più importanti testate giornalistiche nazionali e regionali, a portare testimonianza dell’evento oltre i confini delle mura del capoluogo messapico.” Tutto esaurito naturalmente. Tra le “penne” mancherà sicuramente il critico musicale Alessandro Romanelli. Non invitato perché forse non importante, o peggio, non abbastanza vicino agli “amici degli amici”. Poco importa, caro Maestro Muti, i suoi Cherubiner li abbiamo già ascoltati e ammirati a Bari qualche mese fa. Non si preoccupi:la sua (ennesima) lettura della Settima Sinfonia di Beethoven e dell’ “Incompiuta” di Schubert non ci mancherà di certo.
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