lunedì 25 maggio 2009

Con Alessio Bax, Benedetto Lupo e Pasquale Iannone piccole e grandi emozioni al Kursaal Santalucia di Bari


Si è conclusa ieri sera l'intensa tre giorni pianistica del Festival del Maggio Barese che ha visto salire sul palco del Kursaal Santalucia tre dei migliori e più rappresentativi talenti della nostra terra.
Benedetto Lupo, Pasquale Iannone e Alessio Bax (nella foto di Vito Mastrolonardo) hanno confermato il loro indubbio valore, accendendo l'entusiasmo degli appassionati presenti in sala, quasi più del caldo asfissiante di queste giornate.
Avendo ascoltato e recensito più spesso negli ultimi anni sia Lupo che Iannone, non vorrei soffermarmi più di tanto nel decantare giustamente l'esito dei loro concerti. Qualcuno infatti negli ultimi giorni mi ha accusato di entusiasmarmi troppo facilmente con alcuni pianisti-amici e di "infangare", al contrario, i veri "grandi" del pianoforte di oggi, come per intenderci l'universalmente noto pianista-compositore di Ascoli Piceno, Giovanni Allevi; sì, proprio colui che incarnerebbe, a detta di qualcuno, una sorta di Mozart della nostra epoca.
Poveri noi!

Per questi motivi in questi giorni ho riflettuto e parecchio sul ruolo più autentico della critica musicale giungendo alla conclusione che probabilmente dovrei scrivere recensioni più telegrafiche e senza troppi fronzoli. Un po' come ci hanno abituato a fare i critici musicali che vanno oggi per la maggiore sulle principali testate. Dieci, venti righe e non di più.


Eppure...eppure, sul pianista prodigioso che ho ascoltato ieri avrei da spendere pagine e pagine. Si chiama Alessio Bax, nato a Bari e vive negli Stati Uniti da diversi anni. Vorrei qui raccomandarlo ai tanti, tantissimi estimatori e fans di Giovanni Allevi: pensate che solo su un singolo profilo di Facebook il "novello Mozart" ne raccoglie più di 100 mila!


Bax è senz'altro uno dei più straordinari pianisti viventi. Ha poco meno di trent'anni, una tecnica di mostruosa naturalezza che sa mettere al servizio di un'espressività e una creatività eccezionali per la sua ancor giovane età.


Ieri ha proposto pagine importanti, che nella testolina di ogni appassionato che si rispetti offrono modelli di riferimento discografici mitici (da Julius Katchen ad Arturo Benedetti Michelangeli). Penso innanzitutto alle Quattro Ballate op. 10 di Brahms e alla cosiddetta "Dante Sonata" di Liszt.


Ecco, direi che Alessio ha regalato ai fortunati presenti al concerto di ieri un saggio sublime delle sue capacità e della sua intelligenza interpretativa, calibrando per ogni autore affrontato l'approccio ideale, sempre supportato da mani - oserei dire - fantastiche e da una pulizia di suono incredibile, anche nei momenti più critici e tecnicamente rischiosi.


Non mi pare che questo giovane pianista che ha studiato nell'ordine con Angela Montemurro e due Maestri come Achucarro e Thiollier sia sufficientemente conosciuto e apprezzato in Italia.


A giudicare dalle sue non frequentissime presenze nelle sale da concerto più importanti, direi proprio di no. Negli Usa ha appena vinto l'Avery Fisher Career Grant e ieri a Bari, città dove è nato, è stato giustamente subissato di ovazioni e richieste di bis al termine di un concerto davvero memorabile.


In cuor mio, smettendo i panni "severi" del critico, sarei lieto che Bax tornasse più spesso a Bari, magari insieme ad una grande orchestra, appena sarà riaperto e dunque disponibile il Teatro Petruzzelli.

1 commento:

  1. Ben detto Alex!!!

    Giovanni Allevi, sarà pure 'bravino' come pianista, ma come direttore è inguardabile e come compositore...stendiamo un velo! La sua pochezza è condita da uno strato stomachevole di intellettualismo e la cosa più grave è che importanti istituzioni concertistiche lo chiamano pagandolo fior di migliaia di euro.

    Il segreto del suo successo? LA PUBBLICITA'!
    Quello stesso segreto di Pulcinella che ha 'spinto' gente come Dan Brown per i libri o, per la musica negli anni '80, gente come Stephen Slaks (pianista stucchevole) o l'ensemble Rondò Veneziano, 'campioni' di pseudo-musica classicheggiante.

    E' lo specchio dei tempi, caro Romanelli: tempi di decadenza, di mediocrità, di raccomandati, di ignoranza, di insipienza, di....(a buon intenditor...)!

    Saluti, un amico

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