"A chi ci frequenta regolarmente è certo evidente un problema, che per altro non è nostro soltanto né soltanto italiano: il pubblico diminuisce. E non vi è ricambio. Non è questa la sede in cui dibattere la questione, che resta essenziale. Pensiamo piuttosto alla Holde Kunst, la “splendida arte” cantata da Schubert, che ci consola nelle grauen Stunden, le “ore grigie” che non mancano mai e di cui i nostri tempi non sono avari affatto. Pensiamo a Cioran che scrive come della musica non possa fare a meno e che addirittura divide l’umanità in coloro che amano Bach e in coloro cui Bach non dice niente. E cerchiamo intanto di fare del nostro meglio perché ai luoghi della musica si venga e al piacere della musica si partecipi.
Proviamo a ovviare, ad affrontare il problema che ponevamo in apertura proponendo con maggiore frequenza il cosiddetto “grande repertorio” (inauguriamo con Beethoven, chiudiamo con Čajkovskij e Brahms). È cosa che riteniamo utile al fine che ci stiamo proponendo, ma non soltanto. Utile anche per un’orchestra che certo vanta grandissima duttilità nel frequentare brani diversissimi, ma che come tutte le buone orchestre deve essere ancorata a quelle sinfonie e concerti che rappresentano “l’ossatura” di un complesso orchestrale. Non per questo tralasceremo la suddetta elasticità: nei concerti che effet- tueremo per Rai NuovaMusica, per MITO Settembre Musica, per la Biennale di Venezia, per Contemporary si eseguiranno pezzi nuovi e nuovissimi, alcuni dei quali commissionati dalla Rai stessa. Ma torniamo alla stagione (che come di consueto sarà interamente trasmessa da Radio3 e per più di un terzo anche dalla televisione). Con il grande repertorio, con la partecipazione di attori noti: per Egmont di Goethe-Beethoven Klaus Maria Brandauer (ricordate Mephisto e altre interpretazioni cinematografiche straordinarie?) e l’ottantenne-ventenne Paolo Poli che interpreta Pierino e il lupo, speriamo di attrarre e invogliare.
Proviamo a ovviare, ad affrontare il problema che ponevamo in apertura proponendo con maggiore frequenza il cosiddetto “grande repertorio” (inauguriamo con Beethoven, chiudiamo con Čajkovskij e Brahms). È cosa che riteniamo utile al fine che ci stiamo proponendo, ma non soltanto. Utile anche per un’orchestra che certo vanta grandissima duttilità nel frequentare brani diversissimi, ma che come tutte le buone orchestre deve essere ancorata a quelle sinfonie e concerti che rappresentano “l’ossatura” di un complesso orchestrale. Non per questo tralasceremo la suddetta elasticità: nei concerti che effet- tueremo per Rai NuovaMusica, per MITO Settembre Musica, per la Biennale di Venezia, per Contemporary si eseguiranno pezzi nuovi e nuovissimi, alcuni dei quali commissionati dalla Rai stessa. Ma torniamo alla stagione (che come di consueto sarà interamente trasmessa da Radio3 e per più di un terzo anche dalla televisione). Con il grande repertorio, con la partecipazione di attori noti: per Egmont di Goethe-Beethoven Klaus Maria Brandauer (ricordate Mephisto e altre interpretazioni cinematografiche straordinarie?) e l’ottantenne-ventenne Paolo Poli che interpreta Pierino e il lupo, speriamo di attrarre e invogliare.
Con soluzioni semisceniche (L’enfant et les sortilèges di Maurice Ravel, ad esempio, si avvarrà di alcune “trovate” che un auditorio – ovviamente non un teatro – è in grado di consentire) contiamo di divertire.
Ci aiutano gli anniversari: nel 2009 quelli di Haydn e Mendelssohn, nel 2010 quelli di Chopin e Schumann. E dunque legati a questi compositori (ma non solo) presenteremo concerti con solisti che ovviamente rappresentano un richiamo: pianisti come Radu Lupu (per Schumann), Arcadi Volodos (Brahms), Louis Lortie (Chopin), Piotr Anderszewski (Mozart e Schumann), Hüseyn Sermet (Čajkovskij), Angela Hewitt (Bach) e ancora il violoncello di Natalia Gutman per Schumann e quello di Enrico Dindo per Haydn, e poi alcuni fra i più grandi violinisti della scena internazionale: Leonidas Kavakos in Bach e Stravinskij, Nicolaj Znaider per Mendelssohn, la giovanissima Sayaka Shoji per Paganini… Presenti, fra i direttori, passati protagonisti delle nostre stagioni: Frühbeck de Burgos con un programma beethoveniano e Jeffrey Tate con l’Elias di Mendelssohn, L’enfant et les sortilèges di Ravel e un terzo concerto dedicato a Mozart e ai tre celebrati Haydn, Mendelssohn e Schumann.
Ci aiutano gli anniversari: nel 2009 quelli di Haydn e Mendelssohn, nel 2010 quelli di Chopin e Schumann. E dunque legati a questi compositori (ma non solo) presenteremo concerti con solisti che ovviamente rappresentano un richiamo: pianisti come Radu Lupu (per Schumann), Arcadi Volodos (Brahms), Louis Lortie (Chopin), Piotr Anderszewski (Mozart e Schumann), Hüseyn Sermet (Čajkovskij), Angela Hewitt (Bach) e ancora il violoncello di Natalia Gutman per Schumann e quello di Enrico Dindo per Haydn, e poi alcuni fra i più grandi violinisti della scena internazionale: Leonidas Kavakos in Bach e Stravinskij, Nicolaj Znaider per Mendelssohn, la giovanissima Sayaka Shoji per Paganini… Presenti, fra i direttori, passati protagonisti delle nostre stagioni: Frühbeck de Burgos con un programma beethoveniano e Jeffrey Tate con l’Elias di Mendelssohn, L’enfant et les sortilèges di Ravel e un terzo concerto dedicato a Mozart e ai tre celebrati Haydn, Mendelssohn e Schumann.
Presente un affermato direttore come James Conlon (già per molti anni direttore principale all’Opéra di Parigi) oltre a diversi nomi apprezzati nelle scorse stagioni. E qualche giovane talento (ad esempio Diego Matheuz, assistente di Claudio Abbado e proveniente dalla benemerita Orchestra Simón Bolívar, come già Gustavo Dudamel, oggi affermatissimo) che desideriamo presentare. Fra gli italiani Oleg Caetani, Roberto Abbado (già apprezzato ospite) e Nicola Luisotti, che ha debuttato con i Berliner Philharmoniker, è stabile a San Francisco e dirige per la prima volta la nostra orchestra.
Quanto ai programmi si sono già chiarite le intenzioni per il proficuo lavoro dell’orchestra e il coinvolgimento del pubblico. Da segnalare l’esecuzione di tre fra le ultime sinfonie di Šostakovič (e delle notevolissime Rime di Michelangelo, per basso e orchestra), di un programma russo intorno a Pierino e il lupo, ma essenzialmente di un filo rosso che lega tutte le esecuzioni schumanniane dove, nel nome di Mignon (la strana figura che tanti compositori ha ispirato e che per altro rappresenta una sorta di spartiacque nella produzione goethiana) collaboreremo con l’Unione Musicale, il Goethe Institut e l’Università di Torino, augurandoci che questo tipo di impresa comune cittadina possa ampliarsi in futuro.
Quanto ai programmi si sono già chiarite le intenzioni per il proficuo lavoro dell’orchestra e il coinvolgimento del pubblico. Da segnalare l’esecuzione di tre fra le ultime sinfonie di Šostakovič (e delle notevolissime Rime di Michelangelo, per basso e orchestra), di un programma russo intorno a Pierino e il lupo, ma essenzialmente di un filo rosso che lega tutte le esecuzioni schumanniane dove, nel nome di Mignon (la strana figura che tanti compositori ha ispirato e che per altro rappresenta una sorta di spartiacque nella produzione goethiana) collaboreremo con l’Unione Musicale, il Goethe Institut e l’Università di Torino, augurandoci che questo tipo di impresa comune cittadina possa ampliarsi in futuro.
Si tratta semplicemente di un primo passo. Ma è particolarmente in periodi di ristrettezze economiche che “l’unione fa la forza”, e che con la partecipazione di forze diverse si possono proporre programmi ambiziosi. Così, probabilmente, persone che hanno interessi specifici possono venir stimolate su temi in qualche modo affini, che altrimenti non sarebbero portate a frequentare.
È importante sottolineare, infine, che l’attività dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai non si limita alla stagione di concerti a Torino: è invitata in occasioni prestigiose che per il prossimo futuro sono (in controcorrente con la difficoltà dei tempi) decisamente in crescita."
M° Cesare Mazzonis
M° Cesare Mazzonis
(Direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai)
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