mercoledì 6 aprile 2011

"L'Anna Bolena alla Staatsoper di Vienna: una gara tra stelle del belcanto" di Maurizio Dania


"Grande spettacolo a Vienna con la splendida opera di Donizetti. Anna Bolena era Anna Netrebko. Ottima prestazione anche se qualche problemino si è ascoltato; ad esempio pare sia cambiata la tecnica di respirazione della signora che ha messo su qualche chiletto di troppo, dopo aver dato alla luce un figlio. Può essere anche che la muscolatura debba riacquistare elasticità e tonicità. Però canta molto meglio di quanto al suo apparire molti pensavano e ne preconizzavano una breve carriera. Scrissi allora che era più brava della Kathleen Battle: non molti furono d'accordo. L'ho sentita cantare a New York: in teatro come si sa, ed è sempre banale, ma utile ricordarlo, l'effetto è diverso.
Non sono d'accordo sulle critiche apparse qua e là, nei confronti di Elina Garanca. Non sono solo ammaliato dalla bellezza della figura, ma anche dal suo modo di porgere il suono. Forse ha lavorato troppo sul versante della ricerca di una perfezione che in certi passaggi, l'ha messa in difficoltà. A volte sporcare una nota può essere dal punto di vista drammatico e teatrale, meglio che non emetterla perfettamente. Può anche essere stata indugiante nell'affrontare alcune note, (soprano in nuce o mezzosoprano alto?), però il duetto « Sul suo capo aggravi un Dio » è stato a mio avviso un momento di grande teatro vocale e musicale. Tenore: vero è che Meli allarga troppo i centri, con conseguenze sugli acuti: dovrebbe limitare lo sforzo ed apprendere da Kunde quanto i suoi esordi rossiniani possano essergli utili, per una più accorta gestione dell'emissione. E' anche una questione di appoggio. Però la voce è bella, anzi molto bella: anche lui ha cambiato il modo di cantare; è giovane, e finalmente può esprimere ciò che probabilmente ha sempre sentito di voler e poter esprimere sul versante del colore, utilizzando un timbro naturale che è, a mio parere, di livello. Non è banale, è intelligente. Migliorerà ancora. D'Arcangelo ha ottenuto un meritato successo personale. Si vuole poi dimenticare Elisabeth Kulman? Una parte quella di Smeton che a volte viene trascurata. Il mezzosoprano austriaco ha portato luce sul palcoscenico dove già brillavano le stelle, dimostrando che il successo riportato a Salisburgo nel 2010, dove cantò Orfeo nell'opera di Gluck, non era affatto casuale. Per cui concludendo, a me l'opera è piaciuta: il successo è stato quasi più estetico che vocale; a partire dalla regia, elegante. Grande effetto quindi anche mediatico. La Bolena si conferma un'opera difficile da cantare e lo fu anche quella mitica con la Callas. Grande interprete fu la Simionato e forse con le debite distinzioni, fu già allora più la "sua" Bolena.
Tagli: si è sempre tagliata molto la Bolena; si è sempre tagliato molto ovunque. E' importante? Se si, lo è anche il cantare nella giusta tonalità.
E alla Scala, negli ultimi trent'anni, in tono la parte della Netrebko, l'ha cantata solo un soprano. Altre interpreti di riferimento furono Beverly Sills, Joan Sutherland (a carriera avanzata), Leyla Gencer e, ovviamente, Montserrat Caballé.
In ogni caso per chi c'era, il 2 aprile, valgono le parole scritte e riassunte dall'Ansa:" Trionfo alla prima alla Staatsoper ieri sera a Vienna di Anna Bolena, quintessenza del Belcanto ".
Splendida l'orchestra, Pidò superati i problemi che aveva a Dresda, ha diretto e concertato con sapienza, entusiasmo e gioia." MAURIZIO DANIA

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