mercoledì 13 aprile 2011
"A Torino un Rigoletto tra luci ed ombre" di Maurizio Dania
"Resta uno dei migliori teatri lirici d'Italia, in questo momento il migliore, nonostante il Rigoletto di questa sera. Inutile è raccontarne la storia, la genesi e riprendere i mille temi che ispira il capolavoro verdiano. Mi attengo a ciò che ho visto ed ascoltato. Premetto che il pubblico ha applaudito: alcuni amici del tenore presenti in sala hanno contribuito a rendere meno "normale" una serata che ha avuto tre punti di eccellenza. Quattro se si considera la parte musicale. Verdi ha composto un'operta straordinaria. La figura del padre ha un potere ed una forza di attrazione e di coinvolgimento notevolissime. L'orchestrazione è un modello per tutti i compositori futuri. Verdi, questo Verdi è sublime.
Al Regio di Torino ha dato un'ottima prova della sua forza espressiva il coro e abilissima è stata l'orchestra. Il migliore della serata è stato Franco Vassallo. Per molti sarà una sorpresa: il baritono ha voce, possiede ottimi acuti, purtroppo non sa cantare piano, non riesce ad ammorbidire la voce ed il timbro non è baciato dal dio della vocalità. E' un interprete che ha dato tutto quanto poteva, generosamente ed anche se non aiutato dal ritmo forsennato che ha impresso, soprattutto nel I atto, il direttore Patrick Fournillier, ha mantenuto la linea del canto con qualche suono non perfetto, ma mai dando l'impressione di essere in difficoltà, nè fuori dal personaggio. Certo è che "Cortigiani vil razza dannata" è stato lungamente premiato dalla sala; finalmente, dopo qualche patimento che ha procurato il resto della compagnia, si è assistito ad un' aria cantata con veemenza, con partecipazione, senza sforzo, con buone intenzioni.
Vassallo non è stato perfetto, non avrà il colore verdiano(qualcuno un giorno mi svelerà quale sia), ma ha veramento dato una buona prova d'artista. La sua estensione non è particolarmente ampia, ma gli acuti ci sono, l'interpretazione anche, con tutte le difficoltà che ha evidenziato nell'essere addolorato, dolente, accalorato, in un crescendo e poi nel diminuendo dell'invocazione a Marullo che non appartengono alle sue doti migliori. Ma è stato un Rigoletto credibile e mi sento di tributare un giusto riconoscimento all'uomo, al cantante impegnato e generoso, all'artista.
Irina Lungu, giovane interprete di Gilda mi è apparsa una brava cantante che si fosse presentata all'esame finale, o meglio al saggio che si offre al termine degli studi al Conservatorio. Molta strada deve percorrere, molto studio deve ancora occupare gran parte del suo tempo. Ha alcune incertezze e purtroppo l'intonazione è sovente a rischio. L'aria "Gualtiero Maldè" è scivolata via, spianando tutte le difficoltà della zona centrale e salendo con relativa facilità agli acuti. Merita altre prove. Crescerà se saprà studiare, applicarsi e correggere alcuni problemi, osando anche le mezze voci, utilizzando i piani ed i pianissimi.
Gianluca Terranova purtroppo non ha offerto il meglio di quanto ci si può attendere da un professionista al Regio. Spero non si offenda, ma è stato sovente sul punto di rompersi; è uscito d'intonazione parecchie volte, anche lui non ha saputo interpretare, sfumando là dove occorre e donando un'impressione negativa: non basta cantare forte (anche se non in tono), per essere un Duca credibile. Piani e pianissimi sono completamente omessi, come alcuni passaggi che Verdi ha scritto e sono stati dimenticati. Parlo di corone, terzine, ribattute. Francamente mi dispiace. "Bella figlia dell'amore" era cantato meglio nel film "Amici miei". Ad esempio. L'aria più famosa :"La donna è mobile" è stata davvero difficile nonostante lo sforzo. Altri cantanti non verdiani, sanno offrire saggi di bravura inavvicinabili per il cantante ascoltato questa sera. In difficoltà nei duetti con Gilda, ad un certo punto ci si è domandati se era lui a portare fuori lei o viceversa. Nella seconda parte del terzo atto, per usare un'espressione non ortodossa, "ce lo siamo perso".
Laura Brioli in Maddalena è stata all'altezza degli altri: mi chiedo francamente se non si poteva scegliere un'interprete più accurata nella dizione, anche se è stata penalizzata da una regia e scenografia finale, del tutto anonima. E stranamente complicata. Molto legno, tanti armadi: nessun sacco. Sviluppo del temporale e scena successiva priva di suggestione. Se non ci fosse stata la musica di Verdi.
Andrea Papi, Sparafucile, ha superato la prova senza nulla aggiungere o togliere al risultato complessivamente mediocre, con attenuannti, dell'intera serata.
Era un Rigoletto di giovani: così è stato presentato; ne prendo atto ed a parte il Coro, l'Orchesta e Vassallo, pur con i distinguo seganalati, do' fiducia a chi ha scelto questa strada per proporre comunque un'opera che se sembrerebbe correre da sola, ha comq necessità di cantanti più bravi.
In ogni caso il titolo è di richiamo, il pubblico applaude, a volte poco convinto, in altre circostanze, con il Coro e Vassallo, avendo ragione. Io sarei indulgente." MAURIZIO DANIA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
The Rigoletto performance in Teatro Regio Torino was one of the greatest, the most fantastic experience of my life. Such a magic tenor voice as Gianluca Terranova has, one can not hear twice, such a squillo, such a shining velvet in the voice, there are no words to be able to express the beauty of this voice! The love duett with Irina Lunga was like a dream! The expression of real love in the voice! The Parmi veder le lagrima, La Donna e Mobile, just magic! Also Franco Vassallo as Rigoletto and Irina Lungu as Gilda and the whole cast, Maestro Patrick Fournillier, Director of the orchestra, the chor and everything was just great! You must be very bitter, writing such a critic about a performance, which was a real treasure!
RispondiElimina