martedì 12 aprile 2011
Qui Roma: l'Ottetto d'archi dei mitici Berliner Philarmoniker è di scena sabato prossimo alla IUC
Per la stagione della "IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti" sabato 16 aprile, alle 17.30, nell'Aula Magna della Sapienza Università di Roma si esibirà l'Ottetto d'Archi dei Filarmonici di Berlino. Fondato nel 1994 da otto strumentisti (quattro violini, due viole e due violoncelli) della mitica orchestra berlinese, questo gruppo ha immediatamente conquistato la stima e l'ammirazione del pubblico e della critica internazionali, compiendo numerose tournée in Europa, America e Asia. Nell'ottetto - una formazione che sta a metà tra il gruppo da camera e la piccola orchestra - questi straordinari musicisti realizzano una perfetta unione dell'intimismo cameristico della grande cultura musicale tedesca e del suono generosamente sinfonico dei gloriosi Berliner Philharmoniker, di cui fanno parte.
Aprono il concerto in formazione ridotta, per presentare una delle più affascinanti pagine cameristiche dell'epoca romantica, il Sestetto n. 1 in si bemolle maggiore op. 18 di Johannes Brahms. Composto nel 1860, a ventisette anni, è un'opera giovanile e ha tutta la spontaneità e la tenera poesia della giovinezza (in Germania è noto come "Sestetto della primavera") ma allo stesso tempo è una partitura scritta con la padronanza tecnica e la maestria proprie di questo autore. Brahms ne fece anche una riduzione per pianoforte a quattro mani, che eseguiva privatamente con l'amata Clara Schumann.
Segue il Sestetto tratto da Capriccio, l'ultima opera di Richard Strauss, rappresentata per la prima volta nel 1942 nel teatro di Monaco di Baviera, poco prima che venisse distrutto dalle bombe. Come per distogliere lo sguardo dagli orrori della guerra, quest'opera è volutamente anacronistica, con la sua galante ambientazione settecentesca e con le sue sottili disquisizioni sull'arte. Nella finzione il Sestetto è una musica scritta da uno dei protagonisti, il compositore Flamand, che nell'opera ha il compito di difendere la supremazia della musica sulla poesia: è una musica che nella trasparenza e nell'eleganza e nella sinuosità capricciosa delle linee si finge settecentesca ma ha tutto l'afflato tardoromantico che Strauss, nato nel 1864, mantenne anche nei suoi ultimi anni.
In conclusione l'Ottetto in mi bemolle maggiore op. 20 di Felix Mendelssohn, stupefacente testimonianza del genio d'un ragazzo di sedici anni. È una musica piena di slancio, di foga e di passione: particolarmente affascinante è lo "Scherzo", che ha le stesse atmosfere magiche e fatate delle musiche scritte da Mendelssohn per il "Sogno d'una notti di mezza estate" di Shakespeare. Infotel.06 3610051/2
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