giovedì 27 giugno 2013
Qui Martina: Vittoria Coppola "racconta" Crispino e La Comare
Parola scritta e parola cantata. L’eterno dualismo che ha alimentato secoli di storia del melodramma, torna anche quest’anno all’interno dell’iniziativa "Mettiamoci all’Opera" che prevede tre appuntamenti durante i quali tre brillanti scrittrici pugliesi, Vittoria Coppola, Maria Pia Romano e Flavia Piccinni, insieme con gli artisti "racconteranno" le opere cercando di ricongiungere due realtà, quelle della letteratura e della musica, attraverso personali chiavi di lettura confrontandosi con gli artisti già al lavoro per le produzioni del 39° Festival della Valle d’Itria.
Prima ospite sarà Vittoria Coppola (nella foto), scrittrice salentina, che ha esordito nel novembre 2011 con il suo primo romanzo dal titolo “Gli occhi di mia figlia”, edito da Lupo Editore che, tra i tanti successi che le ha portato, è stato eletto dalla Redazione del TG1- Focus Billy il vizio di leggere, “Libro sotto l’albero” il 25 dicembre 2011.
A distanza di un anno dal primo successo c’è stata l’uscita ufficiale di “Immagina la gioia”, che le ha già portato la vittoria del Premio Letterario Nazionale Il tombolo-Città di Cantù e continua a a premiarla.
Vittoria Coppola, il 1 luglio 2013, ci presenterà a suo modo "Crispino e La Comare", la prima opera in programma per il Festival della Valle d’Itria di quest’anno, nel quale, per dirla con le sue parole, si delinea “un “classico” che vede scorrere la vita di persone umili, le quali recuperano i rapporti e aprono lo sguardo (seppur dopo tentennamenti) sull’importanza delle persone e del quotidiano”. Temi, questi, che anche alla Coppola stanno a cuore, come si può leggere tra le righe dei suoi romanzi che parlano di storie familiari, di rapporti e di verità che fanno crescere.
Vittoria Coppola ha abbracciato con entusiasmo l’idea di introdurre un’opera quale il Crispino e la Comare e descrive così il suo approccio: “L’avvicinamento del mondo letterario a quello dell’Opera, credo sia reso possibile dalla straordinarietà insita nell’Arte.
Attraverso una rappresentazione - sia essa lirica, teatrale, musicale, letteraria o di altro genere - l’autore parla utilizzando linguaggi che, grazie ai fruitori, oltrepassano i confini.
E i confini a cui mi riferisco, possono essere territoriali ma anche privati e personali.
L’arte aiuta ad aprire la mente e il cuore.
[...] Il recupero del tempo, attraverso l’arte... che non ha tempo.
Questo può essere eternamente raccontato.
Dunque: ben venga un libro, lunga vita all’Opera. Grazie all’Arte.”
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