La notizia è di ieri e l’ho ricavata dalle pagine locali del quotidiano la Repubblica: “Il conservatorio contesta Mussi: non vogliamo quel direttore” (pag.V – 30/11/2007). Leggendo le due colonne riservate all’argomento si apprende che il ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica Fabio Mussi (nella foto) “bypassando il risultato elettorale – o meglio, si legge, “non intendendo dargli ulteriore corso” intende consegnare il Tito Schipa a persona che “per opere compiute o per insegnamenti dati sia venuta in meritata fama di singolare perizia nella sua arte”. La scelta del ministro è caduta sul maestro Pierluigi Camicia, che a quanto mi consta non insegnerebbe nemmeno a Lecce, ma a Bari. Questa persona – scrive la giornalista di Repubblica, Laura Amorosi – non può essere la stessa scelta dai docenti-elettori (per inciso, si tratta del musicologo e critico musicale Antonio Farì).
La motivazione? La necessità di dotare il conservatorio salentino di un direttore che sappia affrontarne la fase di evoluzione e transizione e il notevole impegno gestionale che comporta, anche in seguito all’accorpamento dell’istituto musicale di Ceglie Messapica.
In poche parole, ci vuole una guida che sia in sintonia con “il profondo rinnovamento in atto del sistema dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica”, spiega ancora Mussi.
A Lecce pare siano davvero inviperiti per questa intromissione del ministro nell’autonomia stessa del conservatorio e gli hanno praticamente “dichiarato guerra”.
“Nulla quaestio”, s’intende, sulle riconosciute qualità e competenze del maestro Camicia, già vicedirettore del Conservatorio Piccinni di Bari, oltre che docente e pianista di valore indiscusso, ma sulla procedura adottata e le argomentazioni avallate a sostegno di essa.
La riflessione che viene spontanea è la seguente: la discrezionalità di un ministro è tale da poter ignorare la legittima scelta di un intero conservatorio e imporne al contrario una propria? Parrebbe proprio di sì.
A questo punto - verrebbe da pensare – chi può essere più così sicuro, una volta eletto legittimamente direttore di un conservatorio, di non trovarsi un domani di fronte ad un diktat ministeriale perché non risponderebbe ai requisiti necessari. E ancora: perché lo stesso ministro non ha avanzato ben prima delle elezioni del direttore del conservatorio leccese le sue perplessità – visto che ne aveva senz’altro già prima dell'elezione - sulla candidatura del maestro Farì?
La gravità di quanto accaduto a Lecce sta anche nel fatto che la stessa “imbarazzante” situazione potrebbe ripetersi - oggi, domani e dopodomani - anche in altri conservatorî (Bari, Foggia, Napoli, Roma, Milano, Torino, Parma eccetera, eccetera) capovolgendo i verdetti dei docenti-elettori con motivazioni discrezionali del ministro Mussi o di chi per lui.
Dov’è finita allora la cosiddetta (a questo punto, solo presunta) autonomia dei conservatorî di musica? Aspetto naturalmente i vostri commenti.
mercoledì 31 ottobre 2007
martedì 30 ottobre 2007
Il Lucerne Festival am Piano (19 - 25 novembre 2008) compie dieci anni
Il “Lucerne Festival am Piano” compie appena dieci anni (ma non è certo il “fratello minore” di quello estivo) e riunisce dal 19 al 25 novembre 2008 pianisti di prima grandezza attraverso un percorso assai intrigante e variegato di recital per solisti e concerti con orchestra. Si parte il 19 novembre con le carismatiche sorelle Katia e Marielle Labèque (nella foto) che suoneranno opere di Claude Debussy, Maurice Ravel ed Igor Stravinskij. Per la prima volta in questo festival pianistico ci sarà anche il celebre pianista milanese Maurizio Pollini con due composizioni di Robert Schumann ed una scelta di opere per pianoforte solo di Fryderyk Chopin. Da sempre le preferenze di Alfred Brendel sono rivolte ai geni del Classicismo viennese: Haydn, Mozart e Beethoven e Schubert. Il 24 novembre proprio a questi grandi della musica egli dedicherà il suo recital. Da sottolineare il 22 novembre la presenza prestigiosa di András Schiff (bisserà con un'altra serata da non perdere il 25.11) e il giorno dopo quella di un altro astro del firmamento pianistico internazionale: il pianista norvegese Leiv Ove Andsnes che si esibirà insieme alla splendida Chamber Orchestra of Europe. “Kurtag’s Ghosts” si chiama il programma presentato a Lucerna da Mario Formenti (24 novembre), dove si ascolteranno opere di varie epoche musicali. Questi gli appuntamenti principali ai quali se ne accosteranno naturalmente altri di un certo interesse. Per ulteriori informazioni, prenotazioni e acquisti dei biglietti rivolgersi direttamente al sito del Festival: http://www.lucernefestival.ch/
La nuova stagione dell'associazione barese Castalia partirà nel segno di Nino Rota
L'associazione Castalia di Bari è giunta al secondo anno di attività ed apre la campagna abbonamenti per la stagione 2007/2008. Il primo appuntamento è il 7 novembre al Teatro Abeliano alle 20.30 con "Sinfonia da Oscar"- le musiche di Nino Rota (nella foto) per i film più belli della Storia del cinema. Protagonista il Rota Ensemble diretto da Nicola Scardicchio, con la partecipazione dell'attrice Maria Giaquinto e dei ballerini dell'associazione Palcoscenico, mentre le proiezioni cinematografiche saranno curate dal regista e sceneggiatore barese Leonardo Rizzi. La stagione prosegue il 26 gennaio alla Vallisa con il monologo comico "Madro"-Quattro madri tragicomiche per un attore Solo di e con Michele Napolitano.Il 22 febbraio alla Vallisa protagonista il jazz con il violinista e pianista Luca Ciarla impegnato nel concerto "Jazzgate: Musica senza confini". Alla musica di Astor Piazzolla è dedicata "Not(t)e di tango "il 9 marzo alla Vallisa con il Quartetto Latino e ballerini tangheiri;il 30 aprile al Teatro Abeliano sarà allestita la fiaba musicale "I fiori della piccola Ida"dall'ominoma opera di Andersen con musica della compositrice pugliese Elisabetta Tritto. Concluderà la stagione il 23 maggio alla Vallisa lo spettacolo "Storia mia non è più" - suggestioni dai Sud del mondo , musica e teatro popolare con l'attrice Maria Giaquinto e il chitarrista Giuseppe De Trizio.
Informazioni e prevendite presso il teatro Abeliano.
Infotel: 080.5425924 /328.2694282
lunedì 29 ottobre 2007
Ottimo avvio con un concerto lirico per Musica a Palazzo de Luca di Molfetta
Ieri sera sono stato a Molfetta, bella cittadina della terra di Bari a godermi un concerto di notevole interesse. Si trattava dell’inaugurazione nel superbo Palazzo de Luca della stagione concertistica promossa dal Liceo Musicale “Richard Wagner”. Una rassegna che come ha ricordato Elisabetta Pani nella sua introduzione al concerto è già giunta al suo terzo anno di vita. Il concerto di ieri sera vedeva protagonisti due eccellenti cantanti lirici come il soprano Maria Pia Piscitelli (nella foto) e il baritono Giuseppe Altomare, accompagnati dall’ Ensemble cameristico “Richard Wagner” diretto da Gianluca Altomare. In programma celebri arie e duetti d’opera di Bellini (“Casta diva” dalla Norma), Giuseppe Verdi (Traviata, Macbeth e Trovatore) Umberto Giordano (Andrea Chénier) e Puccini (Tosca). Un concerto "da salotto" di rara bellezza, grazie soprattutto alle splendide voci di Altomare e Piscitelli. Cantanti, entrambi pugliesi che hanno conosciuto i loro meritatissimi successi soprattutto altrove. Basterebbe sfogliare già solo i loro curricula per apprezzarne l’indiscutibile livello.
La Piscitelli, che avevo ascoltato alcuni anni or sono in Trovatore al Piccinni di Bari, ha rivelato nelle diverse arie e nei duetti in cui è stata impegnata una vocalità turgida, suadente, densa di accenti e mezze voci sublimi (esemplare la sua “mamma morta” dallo Chénier). Timbro ricco di armonici, legati e fraseggi resi sempre con matura eleganza sono solo alcune delle peculiarità di “Pippo” Altomare, che ha di recente inaugurato con successo la stagione estiva dello Sferisterio di Macerata quale protagonista del Macbeth verdiano diretto da Daniele Callegari, per la regia di Pierluigi Pizzi.
La Piscitelli, reduce da ventennali successi in italia e all’estero, è invece attesa prossimamente alla Scala di Milano per la Maria Stuarda di Donizetti. Gianluca Altomare, fratello di Pippo e che attualmente studia direzione d’orchestra con Francesco Vizioli a Napoli, ha egregiamente curato le trascrizioni per sette strumenti (due violini primi, due violini secondi, viola, violoncello e pianoforte) dei lavori proposti. Ascoltare Bellini, Verdi, Puccini, Giordano e infine Mozart (con il bellissimo duettino “La ci darem la mano” tra Don Giovanni e Zerlina) in veste così lieve e raffinata fa indubbiamente un certo effetto. Visto l’entusiasmo (quasi) incontenibile del numeroso pubblico presente, i protagonisti della serata hanno regalato altre prelibate chicche, accompagnati dal musicalissimo apporto di Barbara Rinero al pianoforte. C’è un proverbio che recita: “Nemo propheta in Patria”. Altomare e Piscitelli, direi che lo incarnano alla perfezione. Nel prossimo appuntamento della stagione - il 2 dicembre sempre a Palazzo de Luca di Molfetta - ci sarà un intrigante Duo composto dal violoncellista Nicola Fiorino e dalla pianista Antonia Valente.
Infotel: 320.3180793 / 329.9645405.
La Piscitelli, che avevo ascoltato alcuni anni or sono in Trovatore al Piccinni di Bari, ha rivelato nelle diverse arie e nei duetti in cui è stata impegnata una vocalità turgida, suadente, densa di accenti e mezze voci sublimi (esemplare la sua “mamma morta” dallo Chénier). Timbro ricco di armonici, legati e fraseggi resi sempre con matura eleganza sono solo alcune delle peculiarità di “Pippo” Altomare, che ha di recente inaugurato con successo la stagione estiva dello Sferisterio di Macerata quale protagonista del Macbeth verdiano diretto da Daniele Callegari, per la regia di Pierluigi Pizzi.
La Piscitelli, reduce da ventennali successi in italia e all’estero, è invece attesa prossimamente alla Scala di Milano per la Maria Stuarda di Donizetti. Gianluca Altomare, fratello di Pippo e che attualmente studia direzione d’orchestra con Francesco Vizioli a Napoli, ha egregiamente curato le trascrizioni per sette strumenti (due violini primi, due violini secondi, viola, violoncello e pianoforte) dei lavori proposti. Ascoltare Bellini, Verdi, Puccini, Giordano e infine Mozart (con il bellissimo duettino “La ci darem la mano” tra Don Giovanni e Zerlina) in veste così lieve e raffinata fa indubbiamente un certo effetto. Visto l’entusiasmo (quasi) incontenibile del numeroso pubblico presente, i protagonisti della serata hanno regalato altre prelibate chicche, accompagnati dal musicalissimo apporto di Barbara Rinero al pianoforte. C’è un proverbio che recita: “Nemo propheta in Patria”. Altomare e Piscitelli, direi che lo incarnano alla perfezione. Nel prossimo appuntamento della stagione - il 2 dicembre sempre a Palazzo de Luca di Molfetta - ci sarà un intrigante Duo composto dal violoncellista Nicola Fiorino e dalla pianista Antonia Valente.
Infotel: 320.3180793 / 329.9645405.
venerdì 26 ottobre 2007
Groovinators di Gègè Telesforo
Ricordate il trascinante GeGè Telesforo di “Quelli della notte” con Renzo Arbore? Certo, era ancora un musicista sconosciuto ai più, ma già d’inconfondibile talento e contagiosa simpatia. Il suo nuovo album “Groovinators – love and other contradictions” per Groove Master Edition e distribuito dall’Egea, è uscito per la verità già lo scorso aprile, ma sono finalmente riuscito ad ascoltarlo solo in questi giorni, percorrendo felicemente in automobile la Statale 16 bis in direzione di Foggia. Un lavoro coinvolgente dove l’ormai notissimo vocalist ci regala ancora una volta intriganti e fascinose contaminazioni tra il Jazz e il Blues. Da segnalare all’interno del supporto tre nuovi arrangiamenti di “Rule of Thumb” di J. Scofield in versione jazz-bossa e una godibile versione di Air Mail Special, celebre classico di Benny Goodman tratto dal repertorio della mitica Ella Fitgerald. Contribuiscono all’ottima riuscita del cd le collaborazioni con i DJ’s Alex Paletta e Miki Salvaneschi del collettivo “la situazione” e un remix di Air Mail Special firmato da Max Bottini (Gabin).
A tutto Gershwin con Gregorio Goffredo, l'ICO di Bari, Pasquale Iannone e Paola Bruni
Una serata tutta dedicata all’indimenticabile sublime jazz di George Gershwin nel prossimo concerto dell’Orchesta Sinfonica della Provincia di Bari in programma martedì 30 ottobre alle ore 21.00 presso l’Auditorium della Guardia di Finanza, viale Europa a Bari e poi replicato, sempre alla stessa ora, il 31 ottobre a Foggia presso il Teatro del Fuoco (biglietti sono solo in prevendita al box office della Feltrinelli Libri e Musica di Bari. Info: 080.5240464). Il concerto sarà diretto dal maestro Gregorio Goffredo (nella foto) e con solisti al pianoforte Paola Bruni e Pasquale Iannone.
La serata si apre con l’esecuzione di “Rapsodia in Blue”, il più noto lavoro per pianoforte e orchestra scritto da un compositore americano che, si può quasi dire, che sia stata composta per caso.
Verso il 1923, il direttore Paul Witheman – noto anche come il “Re del jazz” e convinto sostenitore della creazione di un “jazz sinfonico” – chiese a Gershwin di comporre un concerto jazz per la sua orchestra. Gershwin si dichiarò disponibile, ma subito dopo mise da parte il progetto per tornare a dedicarsi alle commedie musicali. Si può quindi ben immaginare la sua sorpresa quando, il 4 gennaio del 1924, suo fratello Ira gli portò una copia del “New York Evening Herald” sulla quale Witheman annunciava che, il 12 febbraio di quell’anno avrebbe presentato in concerto alla Aeolian Hall un programma intitolato “Un esperimento di musica moderna”, il cui momento clou sarebbe stato costituito da una novità assoluta di George Gershwin.
Il manoscritto tutt’oggi conservato nella Biblioteca del Congresso, dimostra che Gershwin si accostò alla composizione della Rapsodia il 7 di gennaio, mentre le sue prime prove si tennero il 4 febbraio, quando il compositore Ferdinand Grofè ne curò l’arrangiamento orchestrale. A quell’epoca, era prassi abbastanza comune a Broadway che gli arrangiamenti non fossero curati dagli stessi compositori, ma affidati ad altri e Grofè era uno degli arrangiatori abituali dell’orchestra di Witheman. La prima della Rapsodia fu un grande successo e dimostrò subito quale fosse la potenzialità della composizione. Grofè ne realizzò in seguito altri tre arrangiamenti, il primo dei quali, quello “ufficiale” per oltre una ventina d’anni, fu pensato per un ensemble di 21 elementi. Fu solo nel 1942 che, sempre Grofè, decise di realizzarne anche una versione per orchestra sinfonica, tutt’oggi la più eseguita, ma non manca anche un altro arrangiamento, sempre a sua firma, che invece impiega un ensemble ristretto e non prevede obbligatoriamente la presenza del pianoforte.
Sarà, poi, la volta del “Concerto in Fa per pianoforte e orchestra”. Sulla scorta del grande successo riscosso l’anno precedente dalla Rapsodia in Blue, nel 1925 Gershwin ricevette da Walter Damrosch la commissione per comporre in nuovo concerto per la New York Symphony Society. Stavolta però, anziché rivolgersi a Grofè per l’orchestrazione, Gershwin preferì vedersela da solo, attingendo nozioni tecniche generali e particolari sulla forma del Concerto da alcuni testi didattici. E il risultato fu senza dubbio un’opera immediatamente baciata dal successo, malgrado lo scetticismo della critica accademica. Basti pensare che, pochi anni più tardi, lo stesso Ravel ne fu tra i più appassionati sostenitori.
Il Concerto in Fa ebbe il suo debutto alla Carnegie Hall di New York il 3 dicembre del 1925 e venne eseguito nella stessa serata insieme con una Sinfonia di Glazunov e le “Suites inglesi” di Henri Rabaud.
Terzo brano in programma “Un americano a Parigi”. “La mia intenzione – diceva Gershwin - è quella di descrivere le sensazioni provate da un americano alla sua prima visita a Parigi, passeggiando per le vie della città. In questo senso, devo anche aggiungere che in nessun modo ho cercato di descrivere delle scene precise. Ogni ascoltatore potrà invece trovarvi le scene e le immagini più adeguate”. Sono le parole dello stesso Gershwin a spiegare il senso di quello che non sarebbe definito definire una sorta di poema sinfonico. Questa composizione venne eseguita per la prima volta a New York il 13 dicembre del 1928 sotto la direzione di Walter Damrosch ed è il frutto del viaggio in Europa che Gershwin compì, preceduto dalla fama della sua “Rhapsody in Blue”. Come già per quella composizione, è lecito pensare che anche l’orchestrazione defintiva dell’Americano a Parigi non sia da attribuire tutta al compositore, che in più occasioni si rivolse ai consigli di Bill Daly.
In conclusione l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari eseguirà Variazioni su “I Got Rhythm”, uno tra i temi di Gershwin più noti. Tratto dalla commedia musicale “Girl Crazy” del 1930, è divenuto ben presto uno degli standard più praticati dai jazzisti per la sua forma di “anatole”, ovvero di composizione la cui melodia è costruita su una frase che viene letta in entrambi i versi (dall’inizio alla fine e dalla fine all’inizio). Era abitudine di Gershwin, quando veniva invitato a feste e ricevimenti dove vi fosse un pianoforte, intrattenere gli ospiti improvvisando fantasie sui propri brani o comunque su temi noti e sembra proprio che “I Got Rhythm” fosse uno dei suoi cavalli di battaglia prediletti.
La serata si apre con l’esecuzione di “Rapsodia in Blue”, il più noto lavoro per pianoforte e orchestra scritto da un compositore americano che, si può quasi dire, che sia stata composta per caso.
Verso il 1923, il direttore Paul Witheman – noto anche come il “Re del jazz” e convinto sostenitore della creazione di un “jazz sinfonico” – chiese a Gershwin di comporre un concerto jazz per la sua orchestra. Gershwin si dichiarò disponibile, ma subito dopo mise da parte il progetto per tornare a dedicarsi alle commedie musicali. Si può quindi ben immaginare la sua sorpresa quando, il 4 gennaio del 1924, suo fratello Ira gli portò una copia del “New York Evening Herald” sulla quale Witheman annunciava che, il 12 febbraio di quell’anno avrebbe presentato in concerto alla Aeolian Hall un programma intitolato “Un esperimento di musica moderna”, il cui momento clou sarebbe stato costituito da una novità assoluta di George Gershwin.
Il manoscritto tutt’oggi conservato nella Biblioteca del Congresso, dimostra che Gershwin si accostò alla composizione della Rapsodia il 7 di gennaio, mentre le sue prime prove si tennero il 4 febbraio, quando il compositore Ferdinand Grofè ne curò l’arrangiamento orchestrale. A quell’epoca, era prassi abbastanza comune a Broadway che gli arrangiamenti non fossero curati dagli stessi compositori, ma affidati ad altri e Grofè era uno degli arrangiatori abituali dell’orchestra di Witheman. La prima della Rapsodia fu un grande successo e dimostrò subito quale fosse la potenzialità della composizione. Grofè ne realizzò in seguito altri tre arrangiamenti, il primo dei quali, quello “ufficiale” per oltre una ventina d’anni, fu pensato per un ensemble di 21 elementi. Fu solo nel 1942 che, sempre Grofè, decise di realizzarne anche una versione per orchestra sinfonica, tutt’oggi la più eseguita, ma non manca anche un altro arrangiamento, sempre a sua firma, che invece impiega un ensemble ristretto e non prevede obbligatoriamente la presenza del pianoforte.
Sarà, poi, la volta del “Concerto in Fa per pianoforte e orchestra”. Sulla scorta del grande successo riscosso l’anno precedente dalla Rapsodia in Blue, nel 1925 Gershwin ricevette da Walter Damrosch la commissione per comporre in nuovo concerto per la New York Symphony Society. Stavolta però, anziché rivolgersi a Grofè per l’orchestrazione, Gershwin preferì vedersela da solo, attingendo nozioni tecniche generali e particolari sulla forma del Concerto da alcuni testi didattici. E il risultato fu senza dubbio un’opera immediatamente baciata dal successo, malgrado lo scetticismo della critica accademica. Basti pensare che, pochi anni più tardi, lo stesso Ravel ne fu tra i più appassionati sostenitori.
Il Concerto in Fa ebbe il suo debutto alla Carnegie Hall di New York il 3 dicembre del 1925 e venne eseguito nella stessa serata insieme con una Sinfonia di Glazunov e le “Suites inglesi” di Henri Rabaud.
Terzo brano in programma “Un americano a Parigi”. “La mia intenzione – diceva Gershwin - è quella di descrivere le sensazioni provate da un americano alla sua prima visita a Parigi, passeggiando per le vie della città. In questo senso, devo anche aggiungere che in nessun modo ho cercato di descrivere delle scene precise. Ogni ascoltatore potrà invece trovarvi le scene e le immagini più adeguate”. Sono le parole dello stesso Gershwin a spiegare il senso di quello che non sarebbe definito definire una sorta di poema sinfonico. Questa composizione venne eseguita per la prima volta a New York il 13 dicembre del 1928 sotto la direzione di Walter Damrosch ed è il frutto del viaggio in Europa che Gershwin compì, preceduto dalla fama della sua “Rhapsody in Blue”. Come già per quella composizione, è lecito pensare che anche l’orchestrazione defintiva dell’Americano a Parigi non sia da attribuire tutta al compositore, che in più occasioni si rivolse ai consigli di Bill Daly.
In conclusione l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari eseguirà Variazioni su “I Got Rhythm”, uno tra i temi di Gershwin più noti. Tratto dalla commedia musicale “Girl Crazy” del 1930, è divenuto ben presto uno degli standard più praticati dai jazzisti per la sua forma di “anatole”, ovvero di composizione la cui melodia è costruita su una frase che viene letta in entrambi i versi (dall’inizio alla fine e dalla fine all’inizio). Era abitudine di Gershwin, quando veniva invitato a feste e ricevimenti dove vi fosse un pianoforte, intrattenere gli ospiti improvvisando fantasie sui propri brani o comunque su temi noti e sembra proprio che “I Got Rhythm” fosse uno dei suoi cavalli di battaglia prediletti.
giovedì 25 ottobre 2007
Il chitarrista Marcos Vinicius suona per l'associazione De Falla
L'associazione culturale e musicale De Falla inaugura la sua seconda rassegna chitarristica internazionale della Puglia con un appuntamento di rilievo.
Infatti, domani al Teatro Di Cagno (alle 20.45) di Bari si esibirà il celebre chitarrista brasiliano Marcos Vinicius (nella foto) in un programma dedicato ai compositori della sua terra. (Ingresso: 10 euro).
Per conoscere nel dettaglio gli altri interessanti concerti della stagione, potete collegarvi direttamente al sito dell'associazione De Falla.
Infatti, domani al Teatro Di Cagno (alle 20.45) di Bari si esibirà il celebre chitarrista brasiliano Marcos Vinicius (nella foto) in un programma dedicato ai compositori della sua terra. (Ingresso: 10 euro).
Per conoscere nel dettaglio gli altri interessanti concerti della stagione, potete collegarvi direttamente al sito dell'associazione De Falla.
Importanti notizie da VIVO DI SPETTACOLO
"Devi affrontare un colloquio di selezione e non sai da dove iniziare un curriculum?Vuoi fare della tua realtà un’impresa?Vorresti lanciarti nella tua passione ma non sai se hai abbastanza competenze?In tuo aiuto, da oggi fino a dicembre, ci sono i servizi dello SPORTELLO DI ORIENTAMENTO AL LAVORO E ALLA FORMAZIONE NEL MONDO DELLO SPETTACOLO.
Questi i servizi offerti: • informazione ed accoglienza – un primo colloquio per le informazioni di base e di primo orientamento sull’offerta (appuntamenti individuali);• accompagnamento e supporto alla ricerca attiva del lavoro – in un seminario intensivo studierai come elaborare un curriculum vitae, come affrontare un colloquio di selezione e come trovare i maggiori portali web di incrocio domanda/offerta di lavoro (prossimo appuntamento 29 e 30 ottobre presso il Teatro Pubblico Pugliese; altro appuntamento fine novembre e inizio dicembre);• consulenza orientativa – con un percorso individuale, la psicologa orientatrice ti aiuterà a fare un bilancio delle competenze, valutando motivazione e bisogni, fino ad iniziare a redigere un progetto personale (appuntamenti individuali);• tutoraggio alla creazione d’impresa – il tutor/consulente, specializzato nelle imprese dello spettacolo, ti aiuterà a sviluppare le tue capacità imprenditoriali, dando consigli su opportunità del mercato, costi di avviamento, forme giuridiche e contrattuali, servizi di supporto alla creazione d’impresa, autopromozione della propria attività(prossimi appuntamenti 12 e 13 novembre a Lecce - Altre date a novembre e dicembre presso il TPP).
LA PARTECIPAZIONE E’ COMPLETAMENTE GRATUITA, MA E' INDISPENSABILE L’ISCRIZIONE.
Lo Sportello riceve solo per appuntamento.Telefona allo 080.558.58.18 o manda un’e-mail a sportello@vivodispettacolo.it per fissare un primo colloquio con la nostra Operatrice dello Sportello, Roberta La Guardia, e così prenotare i servizi che più ti interessano."
Bruno Aprea dirige musiche di Beethoven, Schubert e Richard Strauss allo Sheraton
Questa sera presso l’Hotel Sheraton si esibirà l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari diretta ancora una volta (come la scorsa settimana al Teatro Piccinni) dal maestro Bruno Aprea.
La serata si apre con l’esecuzione di “Coriolano”, ouverture op. 62 di Ludwig Van Beethoven (1770 - 1827). Contrariamente a ciò che si sarebbe indotti a credere, questa ouverture, composta nel 1807, non fu ispirata dall’omonima tragedia di Shakespeare, bensì da un lavoro del tedesco Heinrich Joseph von Collin. La sua prima esecuzione si tenne con ogni probabilità a Vienna, insieme con altre due novità dell’autore: la Quarta sinfonia e il quarto Concerto per pianoforte e orchestra.
Il concerto prosegue con la Sinfonia n. 8 in si minore D. 759 “Incompiuta” di Franz Schubert (1797 - 1828).
Con l’Ottava sinfonia, ci troviamo di fronte alla più celebre composizione di Schubert. L’opera reca il nome di “Incompiuta”, poiché consta di due soli movimenti anziché dei tradizionali quattro e sul perché di questa scelta dell’autore si è discusso a lungo.
Schubert infatti iniziò a comporla il 30 ottobre del 1822, così come testimonia la copia manoscritta della partitura e ne consegnò i due movimenti a Joseph Huttenbrenner, fratello del suo amico Anselm, affinché costui li portasse alla Società Musicale Stiria di Graz, cui il compositore aveva promesso l’opera dopo esserne divenuto socio onorario. Sta di fatto che non solo la Sinfonia non venne mai ultimata da Schubert, ma la partitura rimase a lungo nelle mani dei fratelli Huttenbrenner, sebbene risulta che Anselm ne mostrò una riduzione per pianoforte a quattro mani al direttore d’orchestra Johann Herbeck, cui toccò il compito di eseguirla per la prima volta a Vienna il 17 dicembre del 1865.
La serata si conclude con l’esecuzione del “Don Giovanni”, poema sinfonico op. 20 di Richard Strauss (1864 – 1949). Strauss compose il “Don Giovanni” all’età di 24 anni e, sin dal suo debutto, quest’opera divenne un caposaldo del repertorio sinfonico. Strauss trasse l’ispirazione dalla lettura del poeta romantico Nikolaus Lenau mentre si trovava a Padova, nel 1888 e si mise rapidamente al lavoro: la partitura fu infatti ultimata il 30 settembre dello stesso anno, mentre la prima esecuzione si tenne l’11 novembre del 1889 a Weimar, sotto la direzione dello stesso autore. Tre frammenti del testo drammatico di Lenau, all’incirca una trentina di versi, introducono la composizione nella quale Strauss, con l’intento di rievocare la vita di tumulti e passioni del celebre seduttore, coglie mirabilmente lo spirito del personaggio sin dall’esposizione del primo tema.
La serata si apre con l’esecuzione di “Coriolano”, ouverture op. 62 di Ludwig Van Beethoven (1770 - 1827). Contrariamente a ciò che si sarebbe indotti a credere, questa ouverture, composta nel 1807, non fu ispirata dall’omonima tragedia di Shakespeare, bensì da un lavoro del tedesco Heinrich Joseph von Collin. La sua prima esecuzione si tenne con ogni probabilità a Vienna, insieme con altre due novità dell’autore: la Quarta sinfonia e il quarto Concerto per pianoforte e orchestra.
Il concerto prosegue con la Sinfonia n. 8 in si minore D. 759 “Incompiuta” di Franz Schubert (1797 - 1828).
Con l’Ottava sinfonia, ci troviamo di fronte alla più celebre composizione di Schubert. L’opera reca il nome di “Incompiuta”, poiché consta di due soli movimenti anziché dei tradizionali quattro e sul perché di questa scelta dell’autore si è discusso a lungo.
Schubert infatti iniziò a comporla il 30 ottobre del 1822, così come testimonia la copia manoscritta della partitura e ne consegnò i due movimenti a Joseph Huttenbrenner, fratello del suo amico Anselm, affinché costui li portasse alla Società Musicale Stiria di Graz, cui il compositore aveva promesso l’opera dopo esserne divenuto socio onorario. Sta di fatto che non solo la Sinfonia non venne mai ultimata da Schubert, ma la partitura rimase a lungo nelle mani dei fratelli Huttenbrenner, sebbene risulta che Anselm ne mostrò una riduzione per pianoforte a quattro mani al direttore d’orchestra Johann Herbeck, cui toccò il compito di eseguirla per la prima volta a Vienna il 17 dicembre del 1865.
La serata si conclude con l’esecuzione del “Don Giovanni”, poema sinfonico op. 20 di Richard Strauss (1864 – 1949). Strauss compose il “Don Giovanni” all’età di 24 anni e, sin dal suo debutto, quest’opera divenne un caposaldo del repertorio sinfonico. Strauss trasse l’ispirazione dalla lettura del poeta romantico Nikolaus Lenau mentre si trovava a Padova, nel 1888 e si mise rapidamente al lavoro: la partitura fu infatti ultimata il 30 settembre dello stesso anno, mentre la prima esecuzione si tenne l’11 novembre del 1889 a Weimar, sotto la direzione dello stesso autore. Tre frammenti del testo drammatico di Lenau, all’incirca una trentina di versi, introducono la composizione nella quale Strauss, con l’intento di rievocare la vita di tumulti e passioni del celebre seduttore, coglie mirabilmente lo spirito del personaggio sin dall’esposizione del primo tema.
mercoledì 24 ottobre 2007
Parte in grande stile la stagione concertistica del Liceo Musicale "Richard Wagner" di Molfetta
Domenica 28 ottobre, alle ore 20.00, presso lo splendido Palazzo de Luca (in Corso Dante, 66 a Molfetta), il Liceo Musicale "R. Wagner" presenta il concerto inaugurale della sua nuova stagione concertistica 2007/2008. L’evento vedrà protagonisti due artisti di riconosciuto calibro internazionale come il baritono Giuseppe Altomare (nella foto) e il soprano Maria Pia Piscitelli, accompagnati per l'occasione dall’Ensemble Wagner diretto da Gianluca Altomare, con la collaborazione al pianoforte di Barbara Rinero. Il programma della serata prevede l’esecuzione di celebri arie d’opera. Il concerto inaugura una Stagione concertistica di pregevole livello, che gode peraltro del patrocinio dalla Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari e si concluderà nel mese di giugno.
Infotel: 320/3180793 – 329/9645405.
Infotel: 320/3180793 – 329/9645405.
I vincitori del 2° Concorso Internazionale di Canto Lirico "Tommaso Traetta" a Bitonto
Primo premio dell'ammontare di 4 mila euro diviso a metà per la seconda edizione del Concorso internazionale di canto lirico "Tommaso Traetta", che ha vissuto la serata finale sabato sera nella suggestiva cornice dell'omonimo teatro a Bitonto. Alla giapponese Yasuko Sato, vincitrice della prima edizione, nell'albo d'oro della manifestazione si affiancano la mezzosoprano Concetta D'Alessandro (nella foto) e il baritono Francesco Landolfi. La cantante foggiana, per la finale presentata da Michele Mirabella, ha proposto l'aria "Nacqui all'affanno" da “La Cenerentola” di Rossini, mentre il baritono casertano si è esibito in "Eri tu che macchiavi" dal verdiano “Un ballo in maschera”.
La giuria tecnica composta da Luis Carlos Badia, direttore dell'Orchestra di Nimes, Simone Brunetti, direttore musicale del Teatro della Fortuna di Fano, Vito Clemente, direttore dell'orchestra da camera "Traetta", Michele Mirabella, direttore artistico del Teatro Traetta, e Alberto Triola, direttore artistico del Teatro Ponchielli e del Festival Monteverdi di Cremona, ha assegnato il secondo premio alla ternana Federica Giansanti ed il terzo premio alla romana Veronica Simeoni.
Il premio della giuria dei giornalisti musicali (composta da Nicola Sbisà, Mariapina Mascolo e Enrica D'Acciò) è andato sempre a Concetta D'Alessandro, che si è anche aggiudicata i 500 euro in palio per il premio del pubblico, dopo un appassionante testa a testa con la coreana Hyesun Ma, a lungo in testa nello spoglio delle schede. Non assegnato infine il premio speciale riservato agli interpreti (erano in tre) di un brano di Traetta.
Il Concorso internazionale di canto lirico "Tommaso Traetta" è promosso dal Comune di Bitonto nell'ambito del Traetta Opera Festival, con l'obiettivo di valorizzare giovani talenti nel panorama lirico internazionale e promuovere le opere del genio musicale bitontino. In questa direzione s'inquadra il progetto della produzione di "Pagine da Antigone", curata dal meaestro Vito Clemente, che porterà in scena il prossimo 22 dicembre a Bitonto alcuni pezzi dell'opera traettiana con le voci delle prime due classificate della prima edizione del Concorso (Yasuko Sato e Maria Agresta).
La giuria tecnica composta da Luis Carlos Badia, direttore dell'Orchestra di Nimes, Simone Brunetti, direttore musicale del Teatro della Fortuna di Fano, Vito Clemente, direttore dell'orchestra da camera "Traetta", Michele Mirabella, direttore artistico del Teatro Traetta, e Alberto Triola, direttore artistico del Teatro Ponchielli e del Festival Monteverdi di Cremona, ha assegnato il secondo premio alla ternana Federica Giansanti ed il terzo premio alla romana Veronica Simeoni.
Il premio della giuria dei giornalisti musicali (composta da Nicola Sbisà, Mariapina Mascolo e Enrica D'Acciò) è andato sempre a Concetta D'Alessandro, che si è anche aggiudicata i 500 euro in palio per il premio del pubblico, dopo un appassionante testa a testa con la coreana Hyesun Ma, a lungo in testa nello spoglio delle schede. Non assegnato infine il premio speciale riservato agli interpreti (erano in tre) di un brano di Traetta.
Il Concorso internazionale di canto lirico "Tommaso Traetta" è promosso dal Comune di Bitonto nell'ambito del Traetta Opera Festival, con l'obiettivo di valorizzare giovani talenti nel panorama lirico internazionale e promuovere le opere del genio musicale bitontino. In questa direzione s'inquadra il progetto della produzione di "Pagine da Antigone", curata dal meaestro Vito Clemente, che porterà in scena il prossimo 22 dicembre a Bitonto alcuni pezzi dell'opera traettiana con le voci delle prime due classificate della prima edizione del Concorso (Yasuko Sato e Maria Agresta).
Milena Vukotic e Angela Annese insieme a Casa Giannini
Oggi pomeriggio a Bari, alle 18.30, è previsto il secondo appuntamento degli "Incontri con la musica" a Casa Giannini con un'ospite d'eccezione, l'attrice Milena Vukotic. "Il brutto anatroccolo", fiaba tra le più celebri di Hans Christian Andersen, che è ora diventata anche una "favola in musica", narrata dalla voce di Milena Vukotic e dalla musica composta da Gian-Luca Baldi eseguita al pianoforte da Angela Annese, in un compact disc che è parte integrante di un albo illustrato pubblicato da Anicia Editore. Autore ed interpreti presenteranno il lavoro a grandi e piccini insieme con Anna Cantatore, Dirigente Scolastica del Circolo Didattico "G. Modugno" di Bitritto, ed Enzo Quarto, giornalista del TG3 Puglia. Ingresso libero. Infotel. 080.524.68.64.
Riapertura del Teatro Petruzzelli: un sogno che il 6 dicembre 2008 diventerà realtà
Fino a qualche anno fa sembrava un sogno ormai impossibile da realizzare. Tra veleni, polemiche, infinite beghe giudiziarie e quant’altro, la ricostruzione del Teatro Petruzzelli sembrava davvero una chimera. Alle 10.30 di ieri c’è stato un primo importante sopralluogo all’interno del cantiere allestito nel maggio scorso per verificare lo stato di avanzamento dei lavori. Una delegazione guidata dal direttore generale dei Beni Culturali nonché sub commissario per la ricostruzione del teatro, Salvo Nastasi, insieme al sovrintendente Ruggero Martines, al sindaco di Bari e presidente della Fondazione Petruzzelli, Michele Emilano, a Onofrio Sisto, vicepresidente della Provincia di Bari e al sovrintendente Giandomenico Vaccari ha potuto verificare di persona il pieno rispetto del prefissato crono-programma.
Da alcune settimane, va detto, è stato installato in Piazza del Ferrarese, un cronometro digitale che scandisce inesorabilmente uno scaramantico conto alla rovescia sino alla data prevista per l’agognata apertura del Teatro: il 6 dicembre 2008 (giorno di San Nicola, Patrono della città).
Ancora quattordici mesi di attesa dunque, che non mettono però in ansia il primo cittadino: “La mia preoccupazione principale – ha detto Emiliano, incontrando i giornalisti prima e dopo il sopralluogo – non sono solo i tempi, ma la preventiva sicurezza dei lavori e dei cento operai che sono attualmente in azione nel cantiere.” Al sopralluogo era naturalmente presente anche il giovane direttore dei lavori, Enrico Bentivoglio, che vigila sul cantiere montato nella scorsa primavera dall’associazione di imprese Conscoop di Forlì-Sac di Roma: “ Stiamo rispettando la tabella di marcia. – sostiene Bentivoglio – Anzi, voglio essere ottimista: riusciremo a consegnare il teatro in anticipo rispetto alla data prevista. Abbiamo già completato il palcoscenico e le scale laterali. Fra una decina di giorni metteremo mano alla controcupola in legno lamellare antisismico, così come previsto nel progetto.” Lo stesso direttore ha assicurato che la presenza della sottostante falda acquifera non ha creato problemi di sorta alle operazioni di ricostruzione. “Tutto nella norma” – ha detto.
Parole che hanno fatto senz’altro tirare un sospiro di sollievo al sindaco, che sa bene come nel frattempo la Procura della Repubblica abbia nel merito avviato un’inchiesta. Alla fine del sopralluogo, durato all’incirca tre quarti d’ora, Emiliano è tornato all’uscita del cantiere dagli infreddoliti cronisti, fotografi e cameramen in attesa: “Qui si sta realizzando qualcosa di eccezionale, grazie soprattutto alla bravura di operai e tecnici; per la qualità delle soluzioni tecnologiche adottate, il nuovo Petruzzelli sarà un teatro all’avanguardia e soprattutto al passo con i più celebrati teatri europei. Ho appena chiesto telefonicamente al ministro Francesco Rutelli che si trova in questo momento a Napoli con il presidente della Repubblica di invitarlo all’inaugurazione. Spero proprio che Giorgio Napolitano, da sempre vicino alla città di Bari, sarà con noi in quella memorabile serata.”
Ma come sarà nel dettaglio questo nuovo Petruzzelli? Il colore del prospetto esterno sarà bianco: esattamente com’era nelle splendide foto d’epoca di Alinari. Ci sarà una nuova torre scenica, un golfo mistico con pedana mobile e rialzabile e un palcoscenico che passerà dai circa 80 metri quadrati previsti, a poco più di 105 metri. L’intero sistema scenico sarà completamente meccanizzato e permetterà di montare in rapida alternanza le scenografie di diverse produzioni. La capienza totale del teatro raggiungerà al massimo i 1600 posti, di cui 400 in platea e gli altri 1200 suddivisi in tre ordini di palco e un’ampia gradinata, dotata di comode poltroncine, che sostituirà dunque il vecchio quint’ordine e il loggione. Probabile l’utilizzo, ad esito di alcune prove acustiche, di pannelli all’altezza della cupola, che possano eventualmente migliorare la qualità del suono. Le modifiche del progetto originario pretese dal consiglio di amministrazione della Fondazione, se da un lato ridurranno sensibilmente la capienza del “vecchio” Politeama progettato dall’ingegnere Messeni Nemagna, dall’altro favoriranno una maggiore sicurezza e comodità per gli spettatori.
Insomma, alla fine del sopralluogo tutti soddisfatti e contenti. Peccato che il progetto di avere Riccardo Muti e i Wiener Philarmoniker per l’inaugurazione sia fallito per un precedente impegno assunto dal Maestro all’Opera di Roma, ma il sovrintendente Vaccari rassicura tutti, pur non volendo (e fa benissimo) scaramanticamente svelare nulla: “Riaprire dopo 17 anni il Petruzzelli sarà davvero una grande festa per l'intera città di Bari e la Puglia. E’ giusto dunque dare a tutti la possibilità di parteciparvi, programmando non uno, ma diversi eventi importanti e significativi.”
Un’ultima cosa: c’era chi aveva maliziosamente diffuso voci tendenziose sul fatto che dopo una smagliante inaugurazione il teatro sarebbe stato immediatamente richiuso per ulteriori, definitivi ritocchi. “Questo – ha detto Nastasi – non accadrà. Una volta riconsegnato, il teatro non chiuderà più. Ne siamo certi.” In ogni caso pare che per l’allestimento della prima opera lirica bisognerà attendere almeno la primavera del 2009.
Da alcune settimane, va detto, è stato installato in Piazza del Ferrarese, un cronometro digitale che scandisce inesorabilmente uno scaramantico conto alla rovescia sino alla data prevista per l’agognata apertura del Teatro: il 6 dicembre 2008 (giorno di San Nicola, Patrono della città).
Ancora quattordici mesi di attesa dunque, che non mettono però in ansia il primo cittadino: “La mia preoccupazione principale – ha detto Emiliano, incontrando i giornalisti prima e dopo il sopralluogo – non sono solo i tempi, ma la preventiva sicurezza dei lavori e dei cento operai che sono attualmente in azione nel cantiere.” Al sopralluogo era naturalmente presente anche il giovane direttore dei lavori, Enrico Bentivoglio, che vigila sul cantiere montato nella scorsa primavera dall’associazione di imprese Conscoop di Forlì-Sac di Roma: “ Stiamo rispettando la tabella di marcia. – sostiene Bentivoglio – Anzi, voglio essere ottimista: riusciremo a consegnare il teatro in anticipo rispetto alla data prevista. Abbiamo già completato il palcoscenico e le scale laterali. Fra una decina di giorni metteremo mano alla controcupola in legno lamellare antisismico, così come previsto nel progetto.” Lo stesso direttore ha assicurato che la presenza della sottostante falda acquifera non ha creato problemi di sorta alle operazioni di ricostruzione. “Tutto nella norma” – ha detto.
Parole che hanno fatto senz’altro tirare un sospiro di sollievo al sindaco, che sa bene come nel frattempo la Procura della Repubblica abbia nel merito avviato un’inchiesta. Alla fine del sopralluogo, durato all’incirca tre quarti d’ora, Emiliano è tornato all’uscita del cantiere dagli infreddoliti cronisti, fotografi e cameramen in attesa: “Qui si sta realizzando qualcosa di eccezionale, grazie soprattutto alla bravura di operai e tecnici; per la qualità delle soluzioni tecnologiche adottate, il nuovo Petruzzelli sarà un teatro all’avanguardia e soprattutto al passo con i più celebrati teatri europei. Ho appena chiesto telefonicamente al ministro Francesco Rutelli che si trova in questo momento a Napoli con il presidente della Repubblica di invitarlo all’inaugurazione. Spero proprio che Giorgio Napolitano, da sempre vicino alla città di Bari, sarà con noi in quella memorabile serata.”
Ma come sarà nel dettaglio questo nuovo Petruzzelli? Il colore del prospetto esterno sarà bianco: esattamente com’era nelle splendide foto d’epoca di Alinari. Ci sarà una nuova torre scenica, un golfo mistico con pedana mobile e rialzabile e un palcoscenico che passerà dai circa 80 metri quadrati previsti, a poco più di 105 metri. L’intero sistema scenico sarà completamente meccanizzato e permetterà di montare in rapida alternanza le scenografie di diverse produzioni. La capienza totale del teatro raggiungerà al massimo i 1600 posti, di cui 400 in platea e gli altri 1200 suddivisi in tre ordini di palco e un’ampia gradinata, dotata di comode poltroncine, che sostituirà dunque il vecchio quint’ordine e il loggione. Probabile l’utilizzo, ad esito di alcune prove acustiche, di pannelli all’altezza della cupola, che possano eventualmente migliorare la qualità del suono. Le modifiche del progetto originario pretese dal consiglio di amministrazione della Fondazione, se da un lato ridurranno sensibilmente la capienza del “vecchio” Politeama progettato dall’ingegnere Messeni Nemagna, dall’altro favoriranno una maggiore sicurezza e comodità per gli spettatori.
Insomma, alla fine del sopralluogo tutti soddisfatti e contenti. Peccato che il progetto di avere Riccardo Muti e i Wiener Philarmoniker per l’inaugurazione sia fallito per un precedente impegno assunto dal Maestro all’Opera di Roma, ma il sovrintendente Vaccari rassicura tutti, pur non volendo (e fa benissimo) scaramanticamente svelare nulla: “Riaprire dopo 17 anni il Petruzzelli sarà davvero una grande festa per l'intera città di Bari e la Puglia. E’ giusto dunque dare a tutti la possibilità di parteciparvi, programmando non uno, ma diversi eventi importanti e significativi.”
Un’ultima cosa: c’era chi aveva maliziosamente diffuso voci tendenziose sul fatto che dopo una smagliante inaugurazione il teatro sarebbe stato immediatamente richiuso per ulteriori, definitivi ritocchi. “Questo – ha detto Nastasi – non accadrà. Una volta riconsegnato, il teatro non chiuderà più. Ne siamo certi.” In ogni caso pare che per l’allestimento della prima opera lirica bisognerà attendere almeno la primavera del 2009.
martedì 23 ottobre 2007
Trionfo alla Scala di Milano per l'Orchestra Giovanile Italiana diretta da Gabriele Ferro
Domenica 21 ottobre l’Orchestra Giovanile Italiana è tornata dopo 20 anni nel più illustre teatro italiano: la Scala.
Sotto la direzione di un grande musicista come Gabriele Ferro ha presentato un programma di raro impegno; una vera scommessa sia per le difficoltà tecniche che per la complessità delle opere proposte: il lacerante frammento della Decima sinfonia di Gustav Mahler e la Nona Sinfonia di Anton Bruckner.
Un programma estremamente raffinato, voluto da Gabriele Ferro proprio per dimostrare che giovani non è sinonimo di facili emozioni o programmi nazional popolari.
Una autentica "standing ovation" ha decretato il trionfo di questa straordinaria scommessa musicale. L’orchestra reduce da una lunga tournée -che l’aveva portata fra l’altro al Festival Sinopoli di Taormina e all’Auditorium di Via della Conciliazione per l’Accademia Filarmonica Romana- ha dimostrato di avere una eccezionale tenuta d’insieme, una capacità inconsueta di duttilità timbrica seguendo con non comune partecipazione l’affascinante interpretazione di queste due sinfonie data da Gabriele Ferro.
La tournée si concluderà domani a Palermo per gli Amici della Musica dopo -oltre le date ricordate - aver toccato domenica 14 ottobre il Teatro Valli di Reggio Emilia, il giorno successivo il Teatro Manzoni di Bologna per la Fondazione Musica Insieme e martedì il Teatro Nuovo Giovanni Da Udine.
Per informazioni: 055/597851 oppure http://www.scuolamusica.fiesole.fi.it/
Sotto la direzione di un grande musicista come Gabriele Ferro ha presentato un programma di raro impegno; una vera scommessa sia per le difficoltà tecniche che per la complessità delle opere proposte: il lacerante frammento della Decima sinfonia di Gustav Mahler e la Nona Sinfonia di Anton Bruckner.
Un programma estremamente raffinato, voluto da Gabriele Ferro proprio per dimostrare che giovani non è sinonimo di facili emozioni o programmi nazional popolari.
Una autentica "standing ovation" ha decretato il trionfo di questa straordinaria scommessa musicale. L’orchestra reduce da una lunga tournée -che l’aveva portata fra l’altro al Festival Sinopoli di Taormina e all’Auditorium di Via della Conciliazione per l’Accademia Filarmonica Romana- ha dimostrato di avere una eccezionale tenuta d’insieme, una capacità inconsueta di duttilità timbrica seguendo con non comune partecipazione l’affascinante interpretazione di queste due sinfonie data da Gabriele Ferro.
La tournée si concluderà domani a Palermo per gli Amici della Musica dopo -oltre le date ricordate - aver toccato domenica 14 ottobre il Teatro Valli di Reggio Emilia, il giorno successivo il Teatro Manzoni di Bologna per la Fondazione Musica Insieme e martedì il Teatro Nuovo Giovanni Da Udine.
Per informazioni: 055/597851 oppure http://www.scuolamusica.fiesole.fi.it/
Partita la campagna abbonamenti per la XIII stagione concertistica del Collegium Musicum di Bari
E' già in corso la campagna abbonamenti della XIII stagione concertistica 2007/2008 del Collegium Musicum. Dodici gli appuntamenti previsti che si terranno a partire da martedì 13 novembre presso il Teatro Kursaal Santalucia di Bari. L'inaugurazione prevede, tra l'altro, una rara esecuzione del melologo "Werther" di Gaetano Pugnani, Fausto Russo Alesi (Premio Gassman 2005), voce recitante, dirigerà Rino Marrone (nella foto).
Gli abbonamenti possono essere sottoscritti direttamente al Teatro Kursaal Santalucia (tel. 080.5246070) e/o nella sede operativa del Collegium Musicum, in via Dante 237 (tel. 080.5227986).
Gli abbonamenti possono essere sottoscritti direttamente al Teatro Kursaal Santalucia (tel. 080.5246070) e/o nella sede operativa del Collegium Musicum, in via Dante 237 (tel. 080.5227986).
lunedì 22 ottobre 2007
Presentata la stagione 2007-2008 della Camerata Musicale Barese
In attesa di ritrovare la stagione della Camerata Musicale Barese in un Teatro Petruzzelli finalmente restaurato e funzionante, la storica associazione musicale pugliese (fondata nel lontano 1941) ha presentato questa mattina all’Hotel Sheraton il suo cartellone 2007-2008. Appuntamento di solito sempre molto atteso da giornalisti e soci, ma che quest’anno è stato, a dire il vero, un po’ disertato. Vuoi per la giornata di freddo intenso (più invernale che…autunnale), vuoi per l’ostinazione da parte della Camerata di far svolgere da alcuni anni questo significativo momento d’incontro e di riflessione in un albergo periferico della città di Bari.
Dopo la consueta introduzione del presidente Giovanni Girone, hanno preso la parola, tra gli altri, il vicepresidente Rosario Polizzi, il direttore generale Rocco De Venuto, il direttore artistico Giovanni Antonioni e Marcello Calbiani, vice presidente vicario della Banca CARIME, istituto che da alcuni anni accompagna come preziosa partnership le attività della Camerata, soprattutto a sostegno dell’ingresso alle sue serate di spettacolo di anziani e diversamente abili, e l’assessore alla Solidarietà del Comune di Bari, Susi Mazzei. Al telefono è poi stato raggiunto l’assessore alla Cultura Nicola Laforgia, impossibilitato per altri impegni a raggiungere lo Sheraton.
La 66ª stagione della Camerata Musicale Barese si caratterizza, rispetto alle precedenti, per una ancor più marcata diversificazione delle proposte musicali. Si spazia dalla Concertistica alla Danza, dal Teatro Musicale al Jazz (anche con l’appendice in luglio del Festival “Notti di stelle”) e all’Operetta. C’è poi da quest’anno una meritoria sezione dedicata alle scuole con lezioni-concerto da portare direttamente nelle classi. Infine non mancherà la consueta serie estiva “Dedicato a…” con una rassegna di cinque concerti incentrati sulla chitarra. “Una scelta polemica e un po’ provocatoria – ha ricordato Antonioni - nei confronti del Ministero delle Attività e dei Beni Culturali che quest’anno ha deciso dopo ben 26 anni di costante attività, di far mancare il suo essenziale contributo al Concorso internazionale di Chitarra Mauro Giuliani, che pertanto non ci sarà.” Quella che è francamente ridicola è però la motivazione, dopo ben ventisei anni di storia del “Giuliani”: “gli elementi costitutivi e, prioritariamente, la validità artistica del progetto nel suo insieme non sono rispondenti ai criteri di cui all’art. 6 del D.M. (…)”: assurdo!
Nel dettaglio la concertistica di quest’anno avrà tra le serate di rilievo oltre alla già annunciata presenza inaugurale del violinista Uto Ughi accompagnato al pianoforte da Alessandro Specchi (26 ottobre 2007, Auditorium della Guardia di Finanza), quelle - per la prima volta a Bari - di Lilya Zilberstein, una pianista russa di straordinario spessore tecnico ed interpretativo (20 febbraio 2008, Nuovo Palazzo), il ritorno dopo alcuni anni di un altro eccellente maestro degli 88 tasti come Dmitri Alexeev (4 marzo 2008, Teatro Piccinni); gli altri pianisti in stagione saranno la talentuosa quindicenne Leonora Armellini (12 novembre 2007, Teatro Piccinni), Natalia Morozova (7 aprile 2008, Teatro Piccinni) e il nostro Francesco Libetta (5 febbraio 2008, Nuovo Palazzo).
Non mancherà poi il ritorno di un violinista del calibro di Sergey Krilov in un concerto da solo che comprenderà anche la celebre “Sequenza” di Luciano Berio (12 febbraio 2008, Nuovo Palazzo) un Quartetto per Archi di livello internazionale, come quello norvegese tutto al femminile il Vertavo (18 marzo 2008, Nuovo Palazzo) e un Trio di talenti italiani composto dal violista Giuseppe Russo Rossi, dal clarinettista Angelo Montanaro e dalla pianista Viviana Velardi (22 aprile 2008, Nuovo Palazzo). Se la concertistica si dovrà però purtroppo “accontentare” nella maggior parte dei casi dell’acustica non proprio ideale di un cinema come il Nuovo Palazzo (quanto sarebbe stato utile l’Auditorium “Nino Rota”…?!), almeno per quanto riguarda la Danza, su cui ci pare che abbia con forza puntato negli ultimi anni la Camerata, il Piccinni ospiterà gli eventi di Teatrodanza (ndr: già riportati in un precedente post di ottobre, già dedicato alla Camerata), mentre il jazz avrà due significative serate all’Auditorium della Guardia di Finanza: Stefano Bollani ed Enrico Rava (23 novembre 2007) e l’incontro musicale in una sera di cinque mostri sacri come Gino Paoli, lo stesso Rava, Danilo Rea, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto (25 gennaio 2008). Insomma, a prima vista pare una buona stagione, costruita su cardini da tempo collaudati. Peccato che manchi un concerto sinfonico o almeno un nutrito ensemble di archi e fiati, come accaduto in anni recenti (eppure ci sarebbe da scegliere anche solo in Italia, guardando un po’ ai c.d. "barocchisti": Europa Galante, Giardino Armonico, Modo Antiquo, Concerto Italiano, Solisti Veneti...eccetera).
Con l’agognato ritorno al Teatro Petruzzelli, se tutto va bene nel 2009, la Camerata potrà tornare, si spera, a stagioni concertistiche di altissimo profilo come giustamente merita la sua lunga e gloriosa storia.
Dopo la consueta introduzione del presidente Giovanni Girone, hanno preso la parola, tra gli altri, il vicepresidente Rosario Polizzi, il direttore generale Rocco De Venuto, il direttore artistico Giovanni Antonioni e Marcello Calbiani, vice presidente vicario della Banca CARIME, istituto che da alcuni anni accompagna come preziosa partnership le attività della Camerata, soprattutto a sostegno dell’ingresso alle sue serate di spettacolo di anziani e diversamente abili, e l’assessore alla Solidarietà del Comune di Bari, Susi Mazzei. Al telefono è poi stato raggiunto l’assessore alla Cultura Nicola Laforgia, impossibilitato per altri impegni a raggiungere lo Sheraton.
La 66ª stagione della Camerata Musicale Barese si caratterizza, rispetto alle precedenti, per una ancor più marcata diversificazione delle proposte musicali. Si spazia dalla Concertistica alla Danza, dal Teatro Musicale al Jazz (anche con l’appendice in luglio del Festival “Notti di stelle”) e all’Operetta. C’è poi da quest’anno una meritoria sezione dedicata alle scuole con lezioni-concerto da portare direttamente nelle classi. Infine non mancherà la consueta serie estiva “Dedicato a…” con una rassegna di cinque concerti incentrati sulla chitarra. “Una scelta polemica e un po’ provocatoria – ha ricordato Antonioni - nei confronti del Ministero delle Attività e dei Beni Culturali che quest’anno ha deciso dopo ben 26 anni di costante attività, di far mancare il suo essenziale contributo al Concorso internazionale di Chitarra Mauro Giuliani, che pertanto non ci sarà.” Quella che è francamente ridicola è però la motivazione, dopo ben ventisei anni di storia del “Giuliani”: “gli elementi costitutivi e, prioritariamente, la validità artistica del progetto nel suo insieme non sono rispondenti ai criteri di cui all’art. 6 del D.M. (…)”: assurdo!
Nel dettaglio la concertistica di quest’anno avrà tra le serate di rilievo oltre alla già annunciata presenza inaugurale del violinista Uto Ughi accompagnato al pianoforte da Alessandro Specchi (26 ottobre 2007, Auditorium della Guardia di Finanza), quelle - per la prima volta a Bari - di Lilya Zilberstein, una pianista russa di straordinario spessore tecnico ed interpretativo (20 febbraio 2008, Nuovo Palazzo), il ritorno dopo alcuni anni di un altro eccellente maestro degli 88 tasti come Dmitri Alexeev (4 marzo 2008, Teatro Piccinni); gli altri pianisti in stagione saranno la talentuosa quindicenne Leonora Armellini (12 novembre 2007, Teatro Piccinni), Natalia Morozova (7 aprile 2008, Teatro Piccinni) e il nostro Francesco Libetta (5 febbraio 2008, Nuovo Palazzo).
Non mancherà poi il ritorno di un violinista del calibro di Sergey Krilov in un concerto da solo che comprenderà anche la celebre “Sequenza” di Luciano Berio (12 febbraio 2008, Nuovo Palazzo) un Quartetto per Archi di livello internazionale, come quello norvegese tutto al femminile il Vertavo (18 marzo 2008, Nuovo Palazzo) e un Trio di talenti italiani composto dal violista Giuseppe Russo Rossi, dal clarinettista Angelo Montanaro e dalla pianista Viviana Velardi (22 aprile 2008, Nuovo Palazzo). Se la concertistica si dovrà però purtroppo “accontentare” nella maggior parte dei casi dell’acustica non proprio ideale di un cinema come il Nuovo Palazzo (quanto sarebbe stato utile l’Auditorium “Nino Rota”…?!), almeno per quanto riguarda la Danza, su cui ci pare che abbia con forza puntato negli ultimi anni la Camerata, il Piccinni ospiterà gli eventi di Teatrodanza (ndr: già riportati in un precedente post di ottobre, già dedicato alla Camerata), mentre il jazz avrà due significative serate all’Auditorium della Guardia di Finanza: Stefano Bollani ed Enrico Rava (23 novembre 2007) e l’incontro musicale in una sera di cinque mostri sacri come Gino Paoli, lo stesso Rava, Danilo Rea, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto (25 gennaio 2008). Insomma, a prima vista pare una buona stagione, costruita su cardini da tempo collaudati. Peccato che manchi un concerto sinfonico o almeno un nutrito ensemble di archi e fiati, come accaduto in anni recenti (eppure ci sarebbe da scegliere anche solo in Italia, guardando un po’ ai c.d. "barocchisti": Europa Galante, Giardino Armonico, Modo Antiquo, Concerto Italiano, Solisti Veneti...eccetera).
Con l’agognato ritorno al Teatro Petruzzelli, se tutto va bene nel 2009, la Camerata potrà tornare, si spera, a stagioni concertistiche di altissimo profilo come giustamente merita la sua lunga e gloriosa storia.
venerdì 19 ottobre 2007
"Time Zones" 2007 riparte dal Di Cagno Abbrescia
Da molti anni (ventidue per l’esattezza) Gianluigi Trevisi si batte come un leone, pur tra mille difficoltà, per imporre e mantenere in vita a Bari un festival di musica contemporanea di eccellente qualità qual è “Time Zones – sulla via delle musiche possibili”. Chi ha qualche capello bianco come chi scrive ricorderà le prime per certi versi provocatorie edizioni di una rassegna che metteva insieme, a metà degli anni Ottanta in un’insalata conditissima e alquanto saporita, nomi altisonanti insieme a nomi emergenti di generi musicali spesso agli antipodi tra loro: dal jazz al rock, dalla new wave al folk, dalla musica elettronica più spinta al pop, dalle colonne sonore da film al minimalismo d’autore (rammento, come fosse ieri, un memorabile concerto di Philip Glass e del suo Ensemble al Teatro Petruzzelli).
Questa mattina nel presentare il Time Zones 2007, Trevisi non era certo raggiante come nei tempi migliori, però in quella che è sembrata più una dura, realistica requisitoria che uno struggente “De Profundis” il nostro ha detto cose sensate, magari amare assai, ma vere, autentiche, condivisibili.
E’ risaputo che questo è un Paese (non solo Bari, ma l’Italia intera) che in definitiva “odia” la musica o fa comunque finta di amarla. “A Bratislava ci sono sei orchestre, sale da concerto, spazi per far musica e…qui da noi? Il nulla o quasi.”.
Non è facile poi puntare il dito contro la Politica, quando hai al fianco un assessore comunale alla Cultura come Nicola Laforgia che in questi ultimi anni è stato pur sempre uno dei pochi a darti una mano concreta a Time Zones.
L’assenza alla conferenza stampa in Comune di rappresentanti della Regione e della Provincia infatti la dice lunga da questo punto di vista. “Siamo stati invitati ad un forum strategico per la cultura e ci siamo resi conto di non avere una classe politica all’altezza dei loro compiti.” A Trevisi non vanno giù le notti bianche di recente organizzate anche qui a Bari e in alcuni centri della Provincia, dove si invita gente famosa che non avrebbe bisogno né di gran cassa, né di una barca di soldi.
Che si riferisca a Renzo Arbore ed alla sua ricercatissima Orchestra Italiana? Probabile. “Altre erano le notti bianche di valore. Mi riferisco a quelle che organizzava Nicolini a Roma, quando proponeva a Roma un film muto come il Napoleone di Abel Gance davanti a 20mila persone. Dopo ventidue anni di lavoro meritiamo più rispetto, anche se i musicisti che vengono alle nostre rassegne non godono del clamore televisivo e pubblicitario degli altri. Ma non dimenticate che qui negli anni scorsi sono venuti artisti, addirittura a spese loro, che oggi sono diventati così celebri da richiedere cachet di 100 mila euro a serata!”
Il programma di Time Zones di quest’anno ha subito dei tagli rispetto al progetto originario e lo stesso Laforgia - lo dice chiaramente – non sa ancora quale sarà la misura reale del sostegno finanziario alla manifestazione barese.
Certo è, caro Trevisi, che in Svizzera un Festival colossale (di un mese abbondante con circa 70-80 concerti di altissimo livello) come quello di Lucerna gode di appena il 3% di sovvenzioni pubbliche, mentre il resto arriva in larga parte da sponsor privati (va detto, stratosferici) e sbigliettamento.
La differenza sostanziale tra Lucerna e Bari, sponsor a parte naturalmente, la fanno soprattutto i prezzi dei biglietti: qui da noi sono bassi (10, 15 euro al massimo), mentre lì si applicano prezzi diversificati e talora stellari (da un minimo di 25 ad un massimo di 250 euro a concerto). E poi ci sono i benedetti spazi per la Musica, i teatri, auditorium straordinari da 3 mila posti…Eccetera, eccetera. Ma come direbbe Moretti “non facciamoci del male” e accontentiamoci di ciò che passa il…Convento.
Gli appuntamenti del Time Zones di quest’anno partiranno il prossimo 9 novembre (alle 21) al Teatro Di Cagno con il chitarrista-tastierista-batterista inglese Robin Guthrie, cofondatore dei Cocteau Twins, a seguire il compositore americano di estrazione classica, William Basinski. Si tratta indubbiamente di due grossi calibri, almeno a giudicare dai loro curricula. Il 15 novembre, sempre al Di Cagno, sarà poi la volta di Jason Molina, Damon & Naomi e l'emergente pianista-compositrice Alessandra Celletti (nella foto). Da segnalare tra le altre sei serate in cartellone : i Tuxedomoon (18 /11 al Palatour di Bitritto) la Pan/Atlantic Band, Bobby Previte e Gianluca Putrella (23/11 al Teatro Palazzo), Jon Hassel and Maarifa Street (24/11 al Teatro Royal), David Krakauer and Klezmer Madness (25/11 al Teatro Royal). “Sulla via delle musiche possibili”, è pur sempre un Time Zones di ottimo livello, ma soprattutto, come ha rimarcato l’assessore Nicola Laforgia “oggi è una bella giornata perché Time Zones si fa davvero!”
Questa mattina nel presentare il Time Zones 2007, Trevisi non era certo raggiante come nei tempi migliori, però in quella che è sembrata più una dura, realistica requisitoria che uno struggente “De Profundis” il nostro ha detto cose sensate, magari amare assai, ma vere, autentiche, condivisibili.
E’ risaputo che questo è un Paese (non solo Bari, ma l’Italia intera) che in definitiva “odia” la musica o fa comunque finta di amarla. “A Bratislava ci sono sei orchestre, sale da concerto, spazi per far musica e…qui da noi? Il nulla o quasi.”.
Non è facile poi puntare il dito contro la Politica, quando hai al fianco un assessore comunale alla Cultura come Nicola Laforgia che in questi ultimi anni è stato pur sempre uno dei pochi a darti una mano concreta a Time Zones.
L’assenza alla conferenza stampa in Comune di rappresentanti della Regione e della Provincia infatti la dice lunga da questo punto di vista. “Siamo stati invitati ad un forum strategico per la cultura e ci siamo resi conto di non avere una classe politica all’altezza dei loro compiti.” A Trevisi non vanno giù le notti bianche di recente organizzate anche qui a Bari e in alcuni centri della Provincia, dove si invita gente famosa che non avrebbe bisogno né di gran cassa, né di una barca di soldi.
Che si riferisca a Renzo Arbore ed alla sua ricercatissima Orchestra Italiana? Probabile. “Altre erano le notti bianche di valore. Mi riferisco a quelle che organizzava Nicolini a Roma, quando proponeva a Roma un film muto come il Napoleone di Abel Gance davanti a 20mila persone. Dopo ventidue anni di lavoro meritiamo più rispetto, anche se i musicisti che vengono alle nostre rassegne non godono del clamore televisivo e pubblicitario degli altri. Ma non dimenticate che qui negli anni scorsi sono venuti artisti, addirittura a spese loro, che oggi sono diventati così celebri da richiedere cachet di 100 mila euro a serata!”
Il programma di Time Zones di quest’anno ha subito dei tagli rispetto al progetto originario e lo stesso Laforgia - lo dice chiaramente – non sa ancora quale sarà la misura reale del sostegno finanziario alla manifestazione barese.
Certo è, caro Trevisi, che in Svizzera un Festival colossale (di un mese abbondante con circa 70-80 concerti di altissimo livello) come quello di Lucerna gode di appena il 3% di sovvenzioni pubbliche, mentre il resto arriva in larga parte da sponsor privati (va detto, stratosferici) e sbigliettamento.
La differenza sostanziale tra Lucerna e Bari, sponsor a parte naturalmente, la fanno soprattutto i prezzi dei biglietti: qui da noi sono bassi (10, 15 euro al massimo), mentre lì si applicano prezzi diversificati e talora stellari (da un minimo di 25 ad un massimo di 250 euro a concerto). E poi ci sono i benedetti spazi per la Musica, i teatri, auditorium straordinari da 3 mila posti…Eccetera, eccetera. Ma come direbbe Moretti “non facciamoci del male” e accontentiamoci di ciò che passa il…Convento.
Gli appuntamenti del Time Zones di quest’anno partiranno il prossimo 9 novembre (alle 21) al Teatro Di Cagno con il chitarrista-tastierista-batterista inglese Robin Guthrie, cofondatore dei Cocteau Twins, a seguire il compositore americano di estrazione classica, William Basinski. Si tratta indubbiamente di due grossi calibri, almeno a giudicare dai loro curricula. Il 15 novembre, sempre al Di Cagno, sarà poi la volta di Jason Molina, Damon & Naomi e l'emergente pianista-compositrice Alessandra Celletti (nella foto). Da segnalare tra le altre sei serate in cartellone : i Tuxedomoon (18 /11 al Palatour di Bitritto) la Pan/Atlantic Band, Bobby Previte e Gianluca Putrella (23/11 al Teatro Palazzo), Jon Hassel and Maarifa Street (24/11 al Teatro Royal), David Krakauer and Klezmer Madness (25/11 al Teatro Royal). “Sulla via delle musiche possibili”, è pur sempre un Time Zones di ottimo livello, ma soprattutto, come ha rimarcato l’assessore Nicola Laforgia “oggi è una bella giornata perché Time Zones si fa davvero!”
Bruno Aprea e la Sinfonica di Bari protagonisti di una vibrante lettura della "Renana" di Robert Schumann
Ieri sera ero al Teatro Piccinni ad ascoltare l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari diretta dal maestro Bruno Aprea. Due le cose che principalmente m’intrigavano: riascoltare la Sinfonica barese in un programma concertistico, dopo diversi mesi dall’ultima volta, e soprattutto riascoltarla in teatro (cosa purtroppo sempre più rara). Il programma della serata comprendeva, oltre all’ouverture piacevolissima del “Ratto dal serraglio”, altre godibili sebbene desuete pagine mozartiane (tre arie da concerto: il recitativo e aria “Bella mia fiamma / Resta oh cara” K. 528, “Alma grande e nobil core” K. 578 e “Nehmt meinen Dank” K. 383) e infine la stupenda Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 97 “Renana” di Robert Schumann.
La curiosità non è andata delusa. Dopo il raffinato Mozart della suddetta ouverture e delle tre arie da concerto (dove si è egregiamente disimpegnata il soprano danese Susanna Bungaard), l’orchestra pur con un organico non sufficientemente corposo per eseguire al meglio una sinfonia di così monumentale bellezza come la “Renana”, è parsa disciplinata e concentrata al punto giusto.
Buona la direzione di Bruno Aprea che ha regalato della sinfonia più trascinante del compositore tedesco una lettura vibrante e appassionata. Apprezzabile sotto la sua guida la resa della compagine barese (sugli scudi gli ottoni), in particolare nei primi due complessi e articolati movimenti. Un maggior numero di archi avrebbe probabilmente garantito un risultato migliore soprattutto per spessore e densità sonora. Pubblico assai numeroso, che ha applaudito con crescente calore Aprea e l’orchestra. Certo non manca mai uno sparuto gruppetto di indefinibili soggetti che dimentica (o fa finta di dimenticarlo) come le sinfonie siano solitamente composte da almeno quattro movimenti (nel caso della Renana sono tra l’altro ben cinque) e applaude però già alla fine del primo…Pazzesco!
In paziente attesa dell’agognato ritorno dell’orchestra al Teatro Petruzzelli o all’Auditorium Nino Rota, sarebbe bello se il prosieguo della stagione concertistica della Sinfonica barese si continuasse a svolgere, com’è giusto che sia, al Piccinni e non in qualche famigerata e acusticamente inadeguata sala d’albergo. Un’orchestra così, del resto, se lo merita.
La curiosità non è andata delusa. Dopo il raffinato Mozart della suddetta ouverture e delle tre arie da concerto (dove si è egregiamente disimpegnata il soprano danese Susanna Bungaard), l’orchestra pur con un organico non sufficientemente corposo per eseguire al meglio una sinfonia di così monumentale bellezza come la “Renana”, è parsa disciplinata e concentrata al punto giusto.
Buona la direzione di Bruno Aprea che ha regalato della sinfonia più trascinante del compositore tedesco una lettura vibrante e appassionata. Apprezzabile sotto la sua guida la resa della compagine barese (sugli scudi gli ottoni), in particolare nei primi due complessi e articolati movimenti. Un maggior numero di archi avrebbe probabilmente garantito un risultato migliore soprattutto per spessore e densità sonora. Pubblico assai numeroso, che ha applaudito con crescente calore Aprea e l’orchestra. Certo non manca mai uno sparuto gruppetto di indefinibili soggetti che dimentica (o fa finta di dimenticarlo) come le sinfonie siano solitamente composte da almeno quattro movimenti (nel caso della Renana sono tra l’altro ben cinque) e applaude però già alla fine del primo…Pazzesco!
In paziente attesa dell’agognato ritorno dell’orchestra al Teatro Petruzzelli o all’Auditorium Nino Rota, sarebbe bello se il prosieguo della stagione concertistica della Sinfonica barese si continuasse a svolgere, com’è giusto che sia, al Piccinni e non in qualche famigerata e acusticamente inadeguata sala d’albergo. Un’orchestra così, del resto, se lo merita.
giovedì 18 ottobre 2007
Gerd Albrecht dirige l'OSN della Rai con Rudolf Buchbinder al pianoforte
Torna questa sera (alle 20.30, con diretta su radiotre e domani alle 21.00, presso l’Auditorium Toscanini di Piazza Rossaro a Torino) sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Gerd Albrecht, che il 26 agosto del 2006 la diresse nella storica prima esecuzione assoluta, al Festival di Salisburgo, dell’opera di Hans Werner Henze "Gogo no eiko". Con lui uno dei più grandi pianisti viventi: Rudolf Buchbinder. In programma uno dei quattro poemi sinfonici di Dvořák (La colomba del bosco op.111) ispirati alle ballate dello scrittore ceco Karel Jaromìr Erben, di cui è prevista l’esecuzione integrale nella stagione in corso dell’OSN Rai, il Konzertstück op. 79 di Weber e la Sinfonia Grande di Schubert.
Itinerari d'Autore per la Puglia
Il progetto “Itinerari d’Autore in Puglia – percorsi tra cultura, arte, artigianato ed enogastronomia” firmato da Doriana Cisonno e Nanjiskia Carrieri per la “Eventi d’Autore” possiede l’ambizioso obiettivo di sviluppare il movimento turistico nel territorio pugliese, favorendo la conoscenza di nuovi itinerari da percorrere. Si tratta di percorsi indubbiamente suggestivi suggeriti da otto testimonial d’eccezione (il regista Alessandro Piva, il magistrato-scrittore Gianrico Carofiglio, la gallerista Marilena Bonomo, la giornalista Anna Dello Russo, il musicista Nicola Conte, la designer di gioielli Regina Gambatesa, la ballerina e coreografa Elisa Barucchieri, nella foto, e l’architetto e scultore Peppino Campanella). Otto talenti artistici pugliesi – protagonisti in tempi recenti di un autentico risveglio culturale nella nostra regione - per otto differenti e intriganti percorsi.
La pubblicazione degli “Itinerari”, fresca di stampa, è stata brevemente presentata ieri alla Regione Puglia dall’assessore al Turismo e all’Industria alberghiera Massimo Ostillio insieme alle due affascinanti curatrici Doriana Cisonno e Nanjiskia Carrieri di “Eventi d’Autore”. L’opera è tradotta in inglese per consentire ai sempre più numerosi turisti stranieri interessati agli itinerari “fuori stagione” di avere a disposizione un ventaglio di preziosi suggerimenti tesi a scoprire un’inedita, ma non per questo meno attraente visione della Puglia. Le emozioni narranti, gli appunti di viaggio, tutti corredati da scatti fotografici delle bellezze paesaggistiche da parte di apprezzati professionisti del calibro di Luciana Galli, Nicola Vigilanti e del team di Fotogramma, accendono e (si spera) accenderanno ancor di più la curiosità del viaggiatore, lasciandogli pian piano assaporare i prelibati profumi e gli smaglianti colori della Puglia.
Con questo virtuoso modello la Cultura nel suo complesso - in sinergia con le istituzioni politiche e amministrative locali - diventa finalmente promotrice e protagonista di un’azione di co-marketing tesa a valorizzare le bellezze dei diversificati territori pugliesi. Un’occasione dunque che andrebbe colta al volo per mettere “in Rete”, come ha già cominciato a fare da alcuni mesi la Regione Puglia, il patrimonio non solo paesaggistico e turistico-balneare, ma anche evidenziando tutto l’indotto di manifestazioni culturali, artistiche e musicali di spessore che lo caratterizzano e implementano d’interesse durante l’anno. Paesi come Austria, Spagna e Svizzera da questo punto di vista, sono già più avanti di noi. Insomma, siamo ai primi timidi e incerti passi, ma nonostante ciò la Puglia come ha assicurato l’assessore regionale Ostillio “è sulla buona strada, perché non solo non soffre il decremento turistico nazionale degli ultimi anni, ma anzi si è decisamente aperta ai maggiori flussi turistici” che prima, ammettiamolo, ci sfioravano soltanto. Merito anche forse del turismo “mordi e fuggi” o “short break” che pare funzionare soprattutto nelle località più accorsate del Salento e del Gargano.
Le pubblicazioni presentate ieri mattina in Regione saranno distribuite presso alberghi e masserie pugliesi a quattro e cinque stelle, in gallerie d’arte e musei, tour operator, agenzie di viaggio e in occasione delle fiere di settore. Infine gli itinerari saranno anche pubblicati sul portale dell’assessorato al Turismo della Regione Puglia : http://www.viaggiareinpuglia.it/.
La pubblicazione degli “Itinerari”, fresca di stampa, è stata brevemente presentata ieri alla Regione Puglia dall’assessore al Turismo e all’Industria alberghiera Massimo Ostillio insieme alle due affascinanti curatrici Doriana Cisonno e Nanjiskia Carrieri di “Eventi d’Autore”. L’opera è tradotta in inglese per consentire ai sempre più numerosi turisti stranieri interessati agli itinerari “fuori stagione” di avere a disposizione un ventaglio di preziosi suggerimenti tesi a scoprire un’inedita, ma non per questo meno attraente visione della Puglia. Le emozioni narranti, gli appunti di viaggio, tutti corredati da scatti fotografici delle bellezze paesaggistiche da parte di apprezzati professionisti del calibro di Luciana Galli, Nicola Vigilanti e del team di Fotogramma, accendono e (si spera) accenderanno ancor di più la curiosità del viaggiatore, lasciandogli pian piano assaporare i prelibati profumi e gli smaglianti colori della Puglia.
Con questo virtuoso modello la Cultura nel suo complesso - in sinergia con le istituzioni politiche e amministrative locali - diventa finalmente promotrice e protagonista di un’azione di co-marketing tesa a valorizzare le bellezze dei diversificati territori pugliesi. Un’occasione dunque che andrebbe colta al volo per mettere “in Rete”, come ha già cominciato a fare da alcuni mesi la Regione Puglia, il patrimonio non solo paesaggistico e turistico-balneare, ma anche evidenziando tutto l’indotto di manifestazioni culturali, artistiche e musicali di spessore che lo caratterizzano e implementano d’interesse durante l’anno. Paesi come Austria, Spagna e Svizzera da questo punto di vista, sono già più avanti di noi. Insomma, siamo ai primi timidi e incerti passi, ma nonostante ciò la Puglia come ha assicurato l’assessore regionale Ostillio “è sulla buona strada, perché non solo non soffre il decremento turistico nazionale degli ultimi anni, ma anzi si è decisamente aperta ai maggiori flussi turistici” che prima, ammettiamolo, ci sfioravano soltanto. Merito anche forse del turismo “mordi e fuggi” o “short break” che pare funzionare soprattutto nelle località più accorsate del Salento e del Gargano.
Le pubblicazioni presentate ieri mattina in Regione saranno distribuite presso alberghi e masserie pugliesi a quattro e cinque stelle, in gallerie d’arte e musei, tour operator, agenzie di viaggio e in occasione delle fiere di settore. Infine gli itinerari saranno anche pubblicati sul portale dell’assessorato al Turismo della Regione Puglia : http://www.viaggiareinpuglia.it/.
mercoledì 17 ottobre 2007
Serata omaggio per lo scrittore-giornalista-drammaturgo Vito Maurogiovanni
Sabato 20 ottobre, alle 20,30, al Teatro Comunale Piccinni avrà luogo una serata dedicata allo scrittore e giornalista Vito Maurogiovanni (nella foto).
Illustre scrittore, Vito Maurogiovanni da sessant’anni collabora con numerosi giornali italiani, è autore di una quarantina di libri, ed altrettante sono le sue commedie rappresentate, i radiodrammi e gli sceneggiati messi in onda dalla Rai.
Nella sua vasta produzione sono sempre presenti l’ispirazione barese, il dialetto del capoluogo, gli eventi, i personaggi, i paesaggi della Puglia.
Per queste ragioni il Sindaco di Bari, Michele Emiliano, in accordo con la “Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari” ha voluto dedicare un’intera serata a colui che, in tanti lustri, è stato cantore nel bene e nel male della sua città.
Nel corso dell’evento sarà presentato il libro-antologia “Le opere e i giorni” nel quale sono raccolti racconti, poesie, pezzi radiofonici e teatrali corredati da una ricca documentazione fotografica .
Alla serata parteciperanno numerosi attori che hanno interpretato negli anni i lavori del nostro autore. Saranno così presenti sulla scena il prete-attore don Antonio Eboli, Vito Signorile, Cristoforo Chiapperini, Cristina Angiuli, Monica Contini, Rino Bizzarro, Nietta Tempesta, Anna Losacco, mentre siederà al pianoforte Mimì Uva che canterà e ed eseguirà i pezzi musicali inseriti nelle opere dell’autore. Della sua scrittura, e dei contenuti della sua opera, parleranno -introdotti da Antonio Stornaiolo- il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari Corrado Petrocelli, il Direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” Lino Patruno, il professor Ettore Catalano autore della prefazione dell’opera antologica, il professor Michele Mirabella ed il Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli, Giandomenico Vaccari, che furono registi di opere teatrali e radiofoniche del nostro autore. Interverranno anche Nicola Laforgia, assessore alle Culture del Comune di Bari, la preside Rosina Lobello Basso, l’editore Gino Dato, la direttrice della Biblioteca Provinciale di Santa Teresa dei Maschi, Emanuela Angiuli ed il critico teatrale Egidio Pani.
Nel corso della serata sarà proiettata una selezione di filmati ed immagini a cura del fotoreporter Vito Signorile dedicata alle opere di Vito Maurogiovanni.
Illustre scrittore, Vito Maurogiovanni da sessant’anni collabora con numerosi giornali italiani, è autore di una quarantina di libri, ed altrettante sono le sue commedie rappresentate, i radiodrammi e gli sceneggiati messi in onda dalla Rai.
Nella sua vasta produzione sono sempre presenti l’ispirazione barese, il dialetto del capoluogo, gli eventi, i personaggi, i paesaggi della Puglia.
Per queste ragioni il Sindaco di Bari, Michele Emiliano, in accordo con la “Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari” ha voluto dedicare un’intera serata a colui che, in tanti lustri, è stato cantore nel bene e nel male della sua città.
Nel corso dell’evento sarà presentato il libro-antologia “Le opere e i giorni” nel quale sono raccolti racconti, poesie, pezzi radiofonici e teatrali corredati da una ricca documentazione fotografica .
Alla serata parteciperanno numerosi attori che hanno interpretato negli anni i lavori del nostro autore. Saranno così presenti sulla scena il prete-attore don Antonio Eboli, Vito Signorile, Cristoforo Chiapperini, Cristina Angiuli, Monica Contini, Rino Bizzarro, Nietta Tempesta, Anna Losacco, mentre siederà al pianoforte Mimì Uva che canterà e ed eseguirà i pezzi musicali inseriti nelle opere dell’autore. Della sua scrittura, e dei contenuti della sua opera, parleranno -introdotti da Antonio Stornaiolo- il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari Corrado Petrocelli, il Direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” Lino Patruno, il professor Ettore Catalano autore della prefazione dell’opera antologica, il professor Michele Mirabella ed il Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli, Giandomenico Vaccari, che furono registi di opere teatrali e radiofoniche del nostro autore. Interverranno anche Nicola Laforgia, assessore alle Culture del Comune di Bari, la preside Rosina Lobello Basso, l’editore Gino Dato, la direttrice della Biblioteca Provinciale di Santa Teresa dei Maschi, Emanuela Angiuli ed il critico teatrale Egidio Pani.
Nel corso della serata sarà proiettata una selezione di filmati ed immagini a cura del fotoreporter Vito Signorile dedicata alle opere di Vito Maurogiovanni.
Gli Intrusi "raccontano" a fumetti Bari e la sua Provincia
Alla Provincia di Bari non si occupano soltanto di scuole e strade, ma anche di…fumetti. Scherzi a parte: “gli intrusi – appunti da una terra vicina” (Coconino Press, 15 euro) il libro antologico a fumetti presentato ieri mattina nella sala giunta del suddetto ente locale è il frutto di un’operazione intelligente, sensata e che ne siamo sicuri avrà anche il giusto ritorno in termini di visibilità turistico-culturale del nostro territorio. A testimoniarlo in conferenza stampa ieri c’erano l’Assessore alla Cultura Vittorino Curci, la direttrice della Biblioteca Provinciale Santa Teresa dei Maschi -De Gemmis, Emanuela Angiuli e due dei tre curatori del volume Michele Casella e Pasquale La Forgia (l’altro è il fratello Roberto). Ma chi sono, in questo caso, gli intrusi? Gli intrusi non sono altro che un gruppo di giovani autori selezionati tra i talenti italiani emergenti o già affermati nel settore dei fumetti, che hanno vissuto per alcuni giorni, ospitati dalla Provincia di Bari unitamente alla Biblioteca di Santa Teresa dei Maschi, un rapporto diretto, talora anche un po' traumatico (a giudicare da un paio di storie), con uno specifico luogo della Terra di Bari. Il libro, che si avvale della preziosa quanto autorevole prefazione di un personaggio come Goffredo Fofi, risulta anche da un punto di vista grafico decisamente elegante e ben curato. In linea con l’eccellente livello della casa editrice bolognese. All’orecchio di Dioniso, si sa, ci occupiamo solitamente di musica (soprattutto di quella di qualità) e di cd, dvd e libri che ad essa principalmente si riferiscono.
Abbiamo voluto eccezionalmente parlare di fumetti, peraltro d’autore, perché negli ultimi tempi in campo letterario si vanno affermando nuovi clichet comunicativi (pensiamo a siti e blog on line spesso trasformati in vere e proprie riviste) e se ne rinnovano di antichi. I giovani autori in questione, alcuni come detto già noti, regalano in poco più di 200 pagine (da “divorare” tutte d’un fiato, anche se non siete proprio appassionati del genere) un amaro e divertente spaccato di Bari e dei baresi, compresi quelli di alcune ridenti, significative località della Provincia (Altamura, Polignano a Mare, Conversano e Noci). Sullo sfondo di una realtà complessa e articolata come questa, Alessandro Tota, i due La Forgia, Francesco Chiacchio, Amanda Vähämäki, Giacomo Nanni, Francesco Cattani e altri costruiscono storie di comune quotidianità e lacerante modernità (esemplare, da questo punto di vista, il più lungo dei fumetti presenti nel libro: “fratelli” realizzato da Tota). Per chi scrive, vecchio appassionato di fumetti classici come Tex, Zagor, Diabolik e Corto Maltese, rituffarsi dopo diversi anni (non dico quanti però :-) nell’affascinante mondo dei segni e delle nuvolette, tra l'altro così profondamente mutato nel tempo, è stata una piacevole sorpresa. La suddetta antologia non ha, in effetti, un target preciso, come ha ricordato La Forgia, ma è rivolta, a mio sommesso parere, principalmente ad un pubblico di ragazzi (dai 13-14 anni in su) non di bambini (lo “slang” utilizzato è infatti troppo realistico e certe situazioni non sarebbero forse comprese con il necessario distacco dai più piccoli). A chi piacerà di più? Secondo me a noi "adulti" (che brutta parola!). Le storie, talora provocatoriamente "urlate", talora delicatamente poetiche, sono anche intervallate da tavole di popolari "Ex Voto" pugliesi (con trasfigurazioni gothic horror come quella di Marco Corona, che vi propongo nella foto). Di ciò è stata decisamente fiera e contenta Emanuela Angiuli, apprezzata studiosa di questi impagabili tesori della nostra terra e a suo tempo organizzatrice di una mostra che come lei stessa ha ricordato “fece scandalo”. Il libro sarà ufficialmente presentato nel pomeriggio di oggi (alle 18.00) al pubblico presso la Libreria Laterza in via Sparano a Bari, per poi essere capillarmente distribuito in biblioteche e librerie italiane e cercare meritata visibilità anche in Festival notissimi come quello di Angouleme in Francia. Si tratta insomma di autentici “Fumetti d’Autore” e come tali potranno certamente incontrare il meritato successo dei tanti, tantissimi appassionati del genere.
Abbiamo voluto eccezionalmente parlare di fumetti, peraltro d’autore, perché negli ultimi tempi in campo letterario si vanno affermando nuovi clichet comunicativi (pensiamo a siti e blog on line spesso trasformati in vere e proprie riviste) e se ne rinnovano di antichi. I giovani autori in questione, alcuni come detto già noti, regalano in poco più di 200 pagine (da “divorare” tutte d’un fiato, anche se non siete proprio appassionati del genere) un amaro e divertente spaccato di Bari e dei baresi, compresi quelli di alcune ridenti, significative località della Provincia (Altamura, Polignano a Mare, Conversano e Noci). Sullo sfondo di una realtà complessa e articolata come questa, Alessandro Tota, i due La Forgia, Francesco Chiacchio, Amanda Vähämäki, Giacomo Nanni, Francesco Cattani e altri costruiscono storie di comune quotidianità e lacerante modernità (esemplare, da questo punto di vista, il più lungo dei fumetti presenti nel libro: “fratelli” realizzato da Tota). Per chi scrive, vecchio appassionato di fumetti classici come Tex, Zagor, Diabolik e Corto Maltese, rituffarsi dopo diversi anni (non dico quanti però :-) nell’affascinante mondo dei segni e delle nuvolette, tra l'altro così profondamente mutato nel tempo, è stata una piacevole sorpresa. La suddetta antologia non ha, in effetti, un target preciso, come ha ricordato La Forgia, ma è rivolta, a mio sommesso parere, principalmente ad un pubblico di ragazzi (dai 13-14 anni in su) non di bambini (lo “slang” utilizzato è infatti troppo realistico e certe situazioni non sarebbero forse comprese con il necessario distacco dai più piccoli). A chi piacerà di più? Secondo me a noi "adulti" (che brutta parola!). Le storie, talora provocatoriamente "urlate", talora delicatamente poetiche, sono anche intervallate da tavole di popolari "Ex Voto" pugliesi (con trasfigurazioni gothic horror come quella di Marco Corona, che vi propongo nella foto). Di ciò è stata decisamente fiera e contenta Emanuela Angiuli, apprezzata studiosa di questi impagabili tesori della nostra terra e a suo tempo organizzatrice di una mostra che come lei stessa ha ricordato “fece scandalo”. Il libro sarà ufficialmente presentato nel pomeriggio di oggi (alle 18.00) al pubblico presso la Libreria Laterza in via Sparano a Bari, per poi essere capillarmente distribuito in biblioteche e librerie italiane e cercare meritata visibilità anche in Festival notissimi come quello di Angouleme in Francia. Si tratta insomma di autentici “Fumetti d’Autore” e come tali potranno certamente incontrare il meritato successo dei tanti, tantissimi appassionati del genere.
martedì 16 ottobre 2007
La Sinfonica di Bari diretta da Bruno Aprea torna a suonare al Piccinni
Con un programma dedicato a Mozart e a Schumann l’ Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, dopo il solito (quanto amaro!) "girovagare" per alberghi, torna ufficialmente in un interessante concerto giovedì 18 ottobre alle ore 21.00 nel Teatro Piccinni di Bari sotto la guida autorevole del maestro Bruno Aprea (nella foto) e con solista il soprano Susanna Bungaard (i biglietti saranno in vendita la sera del concerto presso il botteghino del Teatro Piccinni. Info: 080.5412302 – 291. Lun. – Ven.: ore 8.30 – 14. Mar.: ore 15 – 18).
La serata si apre con l’esecuzione dell’ Ouverture K 384 dal “Ratto dal serraglio” di Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791). Opera comica su libretto di Gottlieb Stephanie, adattato da un testo di Christoph Bretzner, “Il ratto dal serraglio” viene indicata come la prima opera significativa scritta in tedesco e debuttò con grande successo a Vienna il 16 luglio del 1782. L’ouverture si apre con un Presto vivo e ritmicamente energico nella tonalità di do. Per rievocare le atmosfere orientali che tipicizzano la trama dell’opera, Mozart pose molta attenzione agli strumenti a fiato e non esitò ad arricchire l’orchestra di tutti quegli strumenti che, all’epoca, venivano considerati tipici delle “turcherie”: ottavino, triangolo, cimbali e grancasse. A questa introduzione vivace segue un Andante in minore che utilizza il tema dell’aria poi affidata al personaggio di Belmonte. Si tratta di un tema che è destinato via via ad acquistare sempre maggiore gaiezza, sino ad acquisire una propulsione ritmica dai tratti quasi comici. Ancora Mozart con le note arie da concerto “Bella mia fiamma addio… Resta oh cara”, “Alma grande e nobil core” e “Accettate il mim ringraziamento”. La prima fu scritta a Praga il 3 novembre 1787 (Mozart aveva 31 anni) su testo di M. Sarcine, ricavato dal libretto dell’opera “Cerere placata” di Jommelli. Mozart si trovava a Praga per la “prima” del “Don Giovanni”, nel quale cantava il soprano Josepha Duschek. Si narra che la Duschek, non contenta dell’impegno conferitole nell’opera, avesse rinchiuso il musicista nel padiglione del giardino della sua casa, rifiutandosi di liberarlo fino a che non avesse scritto per lei un’aria tale da far emergere le sue qualità. Mozart accettò, ma pretese che la cantante la eseguisse a prima vista.
Il brano è considerato tra i più riusciti delle arie da concerto del Salisburghese; non è un brano di bravura (mancano quasi del tutto i vocalizzi) ma richiede una voce ampia e generosa e una interpretazione libera ed espressiva di alto livello. Seguirà, poi, l’ aria “Alma grande e nobil core” K578, scritta a Vienna nel 1789 su testo di A. Palomba. Era destinata ad essere inserita – come si usava all’epoca – nell’opera “I due baroni di Roccazzurra” di Cimarosa ed affidata al soprano Louise Villeneuve, che aveva cantato nel “Così fan tutte”. Senza particolari difficoltà di esecuzione, è un brano di forte espressione, che di primo acchito assume colori tragici (il personaggio dell’opera, Laura, è indignato col barone Totaro per i suoi misfatti), ma non è difficile cogliervi anche lievi sfumature ironiche.
Sarà , poi, la volta di “Nehmt meinen Dank” (“Accettate il mio ringraziamento”) K383. Scritta a Vienna nell’aprile del 1782 su testo di autore ignoto. È il saluto di congedo dal pubblico di una cantante obbligata al “continuo girovagare” proprio degli artisti. Mozart era impegnato nella composizione del “Ratto dal serraglio” e l’aria è dedicata alla cantante Aloysia Weber – sua futura cognata – e per la quale nutriva un profondo sentimento.
La seconda parte del concerto è dedicata all’esecuzione della Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 97, “Renana” di Robert Schumann (1810 - 1856).
Composta a Dusseldorf nel dicembre del 1850, questa sinfonia fu eseguita per la prima volta in quella stessa città il 6 febbraio dell’anno successivo sotto la direzione dell’autore. A dispetto della sua numerazione, è in realtà la seconda delle sinfonie di Schumann e deriva il suo appellativo di “Renana” dall’originario sottotitolo “Quadri di vita sulle rive del Reno”. Schumann cercò infatti di esprimere in quest’opera tutte le sensazioni evocate dal fiume, dai suoi paesaggi e dalle leggende alimentate dal Romanticismo, in un grandioso omaggio alla vecchia Germania.
La serata si apre con l’esecuzione dell’ Ouverture K 384 dal “Ratto dal serraglio” di Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791). Opera comica su libretto di Gottlieb Stephanie, adattato da un testo di Christoph Bretzner, “Il ratto dal serraglio” viene indicata come la prima opera significativa scritta in tedesco e debuttò con grande successo a Vienna il 16 luglio del 1782. L’ouverture si apre con un Presto vivo e ritmicamente energico nella tonalità di do. Per rievocare le atmosfere orientali che tipicizzano la trama dell’opera, Mozart pose molta attenzione agli strumenti a fiato e non esitò ad arricchire l’orchestra di tutti quegli strumenti che, all’epoca, venivano considerati tipici delle “turcherie”: ottavino, triangolo, cimbali e grancasse. A questa introduzione vivace segue un Andante in minore che utilizza il tema dell’aria poi affidata al personaggio di Belmonte. Si tratta di un tema che è destinato via via ad acquistare sempre maggiore gaiezza, sino ad acquisire una propulsione ritmica dai tratti quasi comici. Ancora Mozart con le note arie da concerto “Bella mia fiamma addio… Resta oh cara”, “Alma grande e nobil core” e “Accettate il mim ringraziamento”. La prima fu scritta a Praga il 3 novembre 1787 (Mozart aveva 31 anni) su testo di M. Sarcine, ricavato dal libretto dell’opera “Cerere placata” di Jommelli. Mozart si trovava a Praga per la “prima” del “Don Giovanni”, nel quale cantava il soprano Josepha Duschek. Si narra che la Duschek, non contenta dell’impegno conferitole nell’opera, avesse rinchiuso il musicista nel padiglione del giardino della sua casa, rifiutandosi di liberarlo fino a che non avesse scritto per lei un’aria tale da far emergere le sue qualità. Mozart accettò, ma pretese che la cantante la eseguisse a prima vista.
Il brano è considerato tra i più riusciti delle arie da concerto del Salisburghese; non è un brano di bravura (mancano quasi del tutto i vocalizzi) ma richiede una voce ampia e generosa e una interpretazione libera ed espressiva di alto livello. Seguirà, poi, l’ aria “Alma grande e nobil core” K578, scritta a Vienna nel 1789 su testo di A. Palomba. Era destinata ad essere inserita – come si usava all’epoca – nell’opera “I due baroni di Roccazzurra” di Cimarosa ed affidata al soprano Louise Villeneuve, che aveva cantato nel “Così fan tutte”. Senza particolari difficoltà di esecuzione, è un brano di forte espressione, che di primo acchito assume colori tragici (il personaggio dell’opera, Laura, è indignato col barone Totaro per i suoi misfatti), ma non è difficile cogliervi anche lievi sfumature ironiche.
Sarà , poi, la volta di “Nehmt meinen Dank” (“Accettate il mio ringraziamento”) K383. Scritta a Vienna nell’aprile del 1782 su testo di autore ignoto. È il saluto di congedo dal pubblico di una cantante obbligata al “continuo girovagare” proprio degli artisti. Mozart era impegnato nella composizione del “Ratto dal serraglio” e l’aria è dedicata alla cantante Aloysia Weber – sua futura cognata – e per la quale nutriva un profondo sentimento.
La seconda parte del concerto è dedicata all’esecuzione della Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 97, “Renana” di Robert Schumann (1810 - 1856).
Composta a Dusseldorf nel dicembre del 1850, questa sinfonia fu eseguita per la prima volta in quella stessa città il 6 febbraio dell’anno successivo sotto la direzione dell’autore. A dispetto della sua numerazione, è in realtà la seconda delle sinfonie di Schumann e deriva il suo appellativo di “Renana” dall’originario sottotitolo “Quadri di vita sulle rive del Reno”. Schumann cercò infatti di esprimere in quest’opera tutte le sensazioni evocate dal fiume, dai suoi paesaggi e dalle leggende alimentate dal Romanticismo, in un grandioso omaggio alla vecchia Germania.
HARMONIA APRE LE PORTE: COME VUOI FAR MUSICA?
coro e orchestra dell'Ateneo barese
Harmonietta
Il Coro di voci bianche, viene attivato ogni anno, per una pratica musicale che cominci dall’infanzia! Una lezione settimanale, per bambini da 5 a 12/13 anni.
Per informazioni e iscrizioni: Anna Lacassia 3391175513.
Coro Propedeutico
di Harmonia, aperto a tutti i principianti, con la durata di un anno (un incontro settimanale). Propedeutico all'ingresso nel CORO.
Il programma prevede: teoria musicale, lettura musicale cantata, principi di vocalità, momenti di ascolto guidato, facile repertorio corale a più voci, vita di gruppo e nell’Associazione.
Il Direttore del Coro Propedeutico è Francesco Abbrescia (cell. 3393810251).
Scuola popolare di Masica
corsi di:
clarinetto, flauto, tromba, trombone sassofono, corno, batteria, canto, chitarra, basso elettrico, musica d’insieme e improvvisazione, solfeggio e lettura della musica. (gli allievi confluiscono poi nell'Improbabilband)
Per informazioni sulla Scuola rivolgersi al numero 3387021703 (Nunzio)
coro e orchestra dell'Ateneo barese
Harmonietta
Il Coro di voci bianche, viene attivato ogni anno, per una pratica musicale che cominci dall’infanzia! Una lezione settimanale, per bambini da 5 a 12/13 anni.
Per informazioni e iscrizioni: Anna Lacassia 3391175513.
Coro Propedeutico
di Harmonia, aperto a tutti i principianti, con la durata di un anno (un incontro settimanale). Propedeutico all'ingresso nel CORO.
Il programma prevede: teoria musicale, lettura musicale cantata, principi di vocalità, momenti di ascolto guidato, facile repertorio corale a più voci, vita di gruppo e nell’Associazione.
Il Direttore del Coro Propedeutico è Francesco Abbrescia (cell. 3393810251).
Scuola popolare di Masica
corsi di:
clarinetto, flauto, tromba, trombone sassofono, corno, batteria, canto, chitarra, basso elettrico, musica d’insieme e improvvisazione, solfeggio e lettura della musica. (gli allievi confluiscono poi nell'Improbabilband)
Per informazioni sulla Scuola rivolgersi al numero 3387021703 (Nunzio)
Parte oggi la seconda edizione del concorso internazionale di canto lirico "Tommaso Traetta" di Bitonto
Parte questo pomeriggio (alle 16), con le prime audizioni, la seconda edizione del Concorso internazionale di canto lirico "Tommaso Traetta", promosso dal Comune di Bitonto nell'ambito del Traetta Opera Festival.
Dopo il successo della prima edizione, che ha registrato a maggio scorso l'affermazione del soprano giapponese Yasuko Sato, ai nastri di partenza del concorso si presenteranno 31 giovani cantanti lirici, che si contenderanno il cospicuo montepremi messo in palio dagli organizzatori.
In giuria Michele Mirabella, Direttore artistico del Teatro Comunale Tommaso Traetta di Bitonto, Vito Clemente (nella foto), Direttore d’orchestra, Simone Brunetti, Sovrintendente del Teatro della Fortuna di Fano, Alberto Triola, Direttore Artistico del Teatro Ponchielli e del Festival Monteverdi di Cremona, Assistente del Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, Luis Carlos Badia, Direttore d'Orchestra.
La serata finale del Concorso è in programma sabato 20 ottobre alle ore 20.30 presso il Teatro Comunale "Traetta".
L'accesso sarà libero, ma con presentazione di invito da richiedere alla segreteria organizzativa (cell. 333.6215758).
Dopo il successo della prima edizione, che ha registrato a maggio scorso l'affermazione del soprano giapponese Yasuko Sato, ai nastri di partenza del concorso si presenteranno 31 giovani cantanti lirici, che si contenderanno il cospicuo montepremi messo in palio dagli organizzatori.
In giuria Michele Mirabella, Direttore artistico del Teatro Comunale Tommaso Traetta di Bitonto, Vito Clemente (nella foto), Direttore d’orchestra, Simone Brunetti, Sovrintendente del Teatro della Fortuna di Fano, Alberto Triola, Direttore Artistico del Teatro Ponchielli e del Festival Monteverdi di Cremona, Assistente del Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, Luis Carlos Badia, Direttore d'Orchestra.
La serata finale del Concorso è in programma sabato 20 ottobre alle ore 20.30 presso il Teatro Comunale "Traetta".
L'accesso sarà libero, ma con presentazione di invito da richiedere alla segreteria organizzativa (cell. 333.6215758).
lunedì 15 ottobre 2007
Il felice ritorno di Uto Ughi nella nuova stagione della Camerata Musicale Barese
Sarà il celebre violinista Uto Ughi (nella foto) ad inaugurare il 26 ottobre, con il pianista Alessandro Specchi, la 66ª Stagione della Camerata Musicale Barese, nell’Auditorium della Legione Allievi della Guardia di Finanza.
E’ il felice ritorno di un artista che ha sempre manifestato una sincera stima e simpatia per Bari, per la Camerata e per il suo pubblico: ne sono testimonianza la ventina di concerti, che Ughi ha tenuto a Bari, fin dai tempi del “Petruzzelli”. Memorabile quello eseguito venti anni fa con Martha Argerich.
Il programma della serata prevede brani di Pugnani Kreisler, Beethoven, Wieniawski e Ravel.
Di Wieniawski sarà eseguita la “Légende” op. 17 per violino e pianoforte, che fu suonata l’ultima volta per la Camerata nel 1977.
Sempre in ottobre sarà inaugurata la Rassegna “Teatro Danza Mediterraneo” che ha come primario obiettivo quello di offrire quanto di meglio emerge nel panorama internazionale della Danza, del Teatro Musicale nelle sue molteplici proiezioni mediterranee.
Il 30 e 31 sarà di scena, al “Piccinni”, il Balletto di Roma che vedrà in “Giulietta e Romeo” di S. Prokof'ev, la partecipazione di Kledi Kadiu, realtà brillante del mondo della danza ed idolo – soprattutto – del pubblico giovanile.
Seguirà già in novembre, sempre al “Piccinni”, il Balletto Classico di Mosca che presenterà il 17 e 18 l’intramontabile “Giselle” di Adolphe Adam.
Il Balletto di Mosca è una delle più giovani Compagnie russe legata alla grande tradizione classica.
Per il concerto di Uto Ughi ed entrambi i balletti è già possibile prenotare i biglietti (per le sole repliche), oltre che gli abbonamenti per “Eventi Due”, essendo i primi due turni praticamente esauriti. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi presso gli uffici della Camerata, Via Sparano 141, infotel 080/5211908 dalle 9 alle 13 e e dalle 16.30 alle 20.
E’ il felice ritorno di un artista che ha sempre manifestato una sincera stima e simpatia per Bari, per la Camerata e per il suo pubblico: ne sono testimonianza la ventina di concerti, che Ughi ha tenuto a Bari, fin dai tempi del “Petruzzelli”. Memorabile quello eseguito venti anni fa con Martha Argerich.
Il programma della serata prevede brani di Pugnani Kreisler, Beethoven, Wieniawski e Ravel.
Di Wieniawski sarà eseguita la “Légende” op. 17 per violino e pianoforte, che fu suonata l’ultima volta per la Camerata nel 1977.
Sempre in ottobre sarà inaugurata la Rassegna “Teatro Danza Mediterraneo” che ha come primario obiettivo quello di offrire quanto di meglio emerge nel panorama internazionale della Danza, del Teatro Musicale nelle sue molteplici proiezioni mediterranee.
Il 30 e 31 sarà di scena, al “Piccinni”, il Balletto di Roma che vedrà in “Giulietta e Romeo” di S. Prokof'ev, la partecipazione di Kledi Kadiu, realtà brillante del mondo della danza ed idolo – soprattutto – del pubblico giovanile.
Seguirà già in novembre, sempre al “Piccinni”, il Balletto Classico di Mosca che presenterà il 17 e 18 l’intramontabile “Giselle” di Adolphe Adam.
Il Balletto di Mosca è una delle più giovani Compagnie russe legata alla grande tradizione classica.
Per il concerto di Uto Ughi ed entrambi i balletti è già possibile prenotare i biglietti (per le sole repliche), oltre che gli abbonamenti per “Eventi Due”, essendo i primi due turni praticamente esauriti. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi presso gli uffici della Camerata, Via Sparano 141, infotel 080/5211908 dalle 9 alle 13 e e dalle 16.30 alle 20.
Il Leone d'oro della Biennale Musica di Venezia ai pugliesi Arciuli e Libetta
I nostri più valenti artisti continuano a mietere successi in Italia e all’estero. Un dato di fatto che fa molto piacere ed invita alla riflessione. L’ultima notizia in ordine di tempo è quella riferita proprio ieri nella prima pagina del Corriere del Mezzogiorno: “Il Leone d’oro della Biennale ad Arciuli e Libetta (in foto). I pianisti pugliesi Emanuele Arciuli e Francesco Libetta hanno vinto ieri a Venezia il Leone d’oro della Biennale Musica come esecutori di Plurimo, un lavoro per due pianoforti ed orchestra scritto dal compositore Claudio Ambrosini. Un trionfo per la Puglia della musica: in apertura della Biennale c’erano stati applausi anche per il violinista Francesco D’Orazio.” Complimenti a tutti e tre! A notizie così belle non ci si abitua mai. Un dato così confortante dovrebbe infatti spingere coloro che hanno in mano il telecomando della nostra regione a investire di più, molto di più di quanto già si faccia per diffondere l’amore per la Musica tra le giovani generazioni. Auguri di buon lavoro intanto al maestro Marco Renzi che è stato riconfermato alla guida del Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari per il triennio 2007-2010 con ben 132 voti a favore su 190. Un vero e proprio plebiscito per il musicista abruzzese (già da ben 18 anni direttore del Conservatorio barese) che è da qualche anno anche direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari.
venerdì 12 ottobre 2007
"Variazioni sui colori del cielo" di Putignano e Sbisà in scena al Piccinni di Bari
Rivivere attraverso nuove opere d’arte l’immane tragedia della Shoah per mantenerne intatta la Memoria e soprattutto trasmetterne il senso alle giovani generazioni in modo che essa mai e poi mai possa ripetersi, è compito fondamentale, direi necessario, per una società che voglia seriamente considerarsi civile e democratica.
In occasione della ricorrenza dei sessant’anni della liberazione di Mathausen dai campi di concentramento e dagli orrori nazisti, l’Ensemble «Project3» di Salisburgo, diretto da Albert Prommegger, ha commissionato un lavoro al compositore leccese Biagio Putignano, che si è avvalso della collaborazione del giornalista e critico musicale Ugo Sbisà, autore dei testi. La prima esecuzione mondiale di "Variazioni sui colori del cielo" si è tenuta a Salisburgo nel maggio del 2006, con la regia dello stesso Prommegger.
Costruita su vari interventi musicali, alcuni dei quali precedentemente composti, che si intersecano in differenti possibili combinazioni, l’azione musicale viene alternata da brevi testi recitati. Il concetto di variazione segue il cambiamento del colore del cielo nell’arco di una giornata e il percorso musicale attraverso tale variazione cromatica descrive gli stati d’animo di chi ha vissuto la tragedia dei campi di sterminio di Mathausen. Il colore, quindi, come scorrere del tempo, con la metafora che la luce è il simbolo della liberazione.
Il testo, realizzato in blocchi in ognuno dei quali, in prima persona, vengono raccontate emozioni e speranze, è inteso come una preghiera intrisa di profonda spiritualità, e porta lo spettatore verso una costante immedesimazione con le emozioni, le immagini, gli stati d’animo di chi ha vissuto quella tragedia.
Parole e musica cercano così di tracciare, come in una metafora, i colori del giorno associati a quei tragici eventi, passando dalla luce del giorno al buio della notte, che rappresenta anche il buio della ragione, per poi tornare alla speranza espressa dalle prime luci dell’alba.
Lo spettacolo della durata di un’ora e venti (senza intervallo), è stato prodotto dal Tetro Astragali di Lecce e allestito ieri sera al teatro Piccinni dalla Fondazione Petruzzelli. A prescindere dalla lodevolissima finalità dell’operazione, l’impressione è che i laceranti, spettrali lacerti e frammenti “musicali” di Biagio Putignano, che qui sceglie quale archetipo ispiratore niente meno che il celebre “Quatour pour la fin du temps” di Messiaen, non sempre sappiano adeguatamente relazionarsi con gli eccellenti testi di Ugo Sbisà (splendidamente riletti per l’occasione da un ispirato attore di riconosciuta e toccante "vocalità" qual è Alessandro Haber). Avrebbe giovato, secondo me, che i due lavorassero più a stretto contatto nell’elaborazione del lavoro. Cosa che, almeno per quanto gli stessi autori hanno riferito nell’incontro di mercoledì sera a Casa Giannini, non è praticamente mai accaduta. Considerando che si tratta di un “work in progress” - a Bari c’erano infatti delle novità rispetto alla premiere salisburghese e a quella data successivamente Lecce – mi permetto di suggerire in una delle prossime esecuzioni, di far interagire direttamente testi e musica.
Il tutto potrebbe così davvero trasformarsi in una sorta di melologo, che a dispetto della statica espressività descrittiva di una scena spoglia e desolante animata (si fa per dire) da attori-zombi e da luci apprezzabili, potrebbe offrire esiti drammaturgici ancor più sorprendenti e coinvolgenti.
Manca cioè alle “Variazioni sui colori del cielo” la complice sinergia di testi e musica. E questo procedere su percorsi paralleli, a mio sommesso parere, limita e a tratti appesantisce non poco un lavoro che potrebbe altrimenti risultare assai più interessante.
Una parola d’elogio incondizionato la meritano di sicuro i bravi esecutori delle musiche di Putignano: il Quatuor Abîme, composto dal clarinettista Mauro Altamura, dal violinista Marco Misciagna, dal violoncellista Nicola Fiorino e dal pianista Giuseppe Bini. Alla fine pubblico troppo tiepidino con autori e protagonisti in scena. Meritavano senz'altro di più.
In occasione della ricorrenza dei sessant’anni della liberazione di Mathausen dai campi di concentramento e dagli orrori nazisti, l’Ensemble «Project3» di Salisburgo, diretto da Albert Prommegger, ha commissionato un lavoro al compositore leccese Biagio Putignano, che si è avvalso della collaborazione del giornalista e critico musicale Ugo Sbisà, autore dei testi. La prima esecuzione mondiale di "Variazioni sui colori del cielo" si è tenuta a Salisburgo nel maggio del 2006, con la regia dello stesso Prommegger.
Costruita su vari interventi musicali, alcuni dei quali precedentemente composti, che si intersecano in differenti possibili combinazioni, l’azione musicale viene alternata da brevi testi recitati. Il concetto di variazione segue il cambiamento del colore del cielo nell’arco di una giornata e il percorso musicale attraverso tale variazione cromatica descrive gli stati d’animo di chi ha vissuto la tragedia dei campi di sterminio di Mathausen. Il colore, quindi, come scorrere del tempo, con la metafora che la luce è il simbolo della liberazione.
Il testo, realizzato in blocchi in ognuno dei quali, in prima persona, vengono raccontate emozioni e speranze, è inteso come una preghiera intrisa di profonda spiritualità, e porta lo spettatore verso una costante immedesimazione con le emozioni, le immagini, gli stati d’animo di chi ha vissuto quella tragedia.
Parole e musica cercano così di tracciare, come in una metafora, i colori del giorno associati a quei tragici eventi, passando dalla luce del giorno al buio della notte, che rappresenta anche il buio della ragione, per poi tornare alla speranza espressa dalle prime luci dell’alba.
Lo spettacolo della durata di un’ora e venti (senza intervallo), è stato prodotto dal Tetro Astragali di Lecce e allestito ieri sera al teatro Piccinni dalla Fondazione Petruzzelli. A prescindere dalla lodevolissima finalità dell’operazione, l’impressione è che i laceranti, spettrali lacerti e frammenti “musicali” di Biagio Putignano, che qui sceglie quale archetipo ispiratore niente meno che il celebre “Quatour pour la fin du temps” di Messiaen, non sempre sappiano adeguatamente relazionarsi con gli eccellenti testi di Ugo Sbisà (splendidamente riletti per l’occasione da un ispirato attore di riconosciuta e toccante "vocalità" qual è Alessandro Haber). Avrebbe giovato, secondo me, che i due lavorassero più a stretto contatto nell’elaborazione del lavoro. Cosa che, almeno per quanto gli stessi autori hanno riferito nell’incontro di mercoledì sera a Casa Giannini, non è praticamente mai accaduta. Considerando che si tratta di un “work in progress” - a Bari c’erano infatti delle novità rispetto alla premiere salisburghese e a quella data successivamente Lecce – mi permetto di suggerire in una delle prossime esecuzioni, di far interagire direttamente testi e musica.
Il tutto potrebbe così davvero trasformarsi in una sorta di melologo, che a dispetto della statica espressività descrittiva di una scena spoglia e desolante animata (si fa per dire) da attori-zombi e da luci apprezzabili, potrebbe offrire esiti drammaturgici ancor più sorprendenti e coinvolgenti.
Manca cioè alle “Variazioni sui colori del cielo” la complice sinergia di testi e musica. E questo procedere su percorsi paralleli, a mio sommesso parere, limita e a tratti appesantisce non poco un lavoro che potrebbe altrimenti risultare assai più interessante.
Una parola d’elogio incondizionato la meritano di sicuro i bravi esecutori delle musiche di Putignano: il Quatuor Abîme, composto dal clarinettista Mauro Altamura, dal violinista Marco Misciagna, dal violoncellista Nicola Fiorino e dal pianista Giuseppe Bini. Alla fine pubblico troppo tiepidino con autori e protagonisti in scena. Meritavano senz'altro di più.
giovedì 11 ottobre 2007
Antonio Pappano inaugura la bella stagione dell'Accademia di Santa Cecilia nel segno di Berio e Rossini
S'inaugura sabato 13 ottobre alle 18.00 presso l’Auditorium Parco della Musica a Roma (con repliche il 14 alla stessa ora e il 15 alle 21.00) la stagione sinfonica dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia di Santa Cecilia. Come di consueto il concerto d’apertura è riservato al direttore musicale della storica compagine capitolina, il maestro italo-inglese Antonio Pappano (nella foto).
Nello stimolante programma ci sono la “Sinfonia per otto voci e orchestra” di Luciano Berio e lo “Stabat Mater” di Gioacchino Rossini (solisti vocali: Emma Bell, Sonia Ganassi, Dario Schmunck e Ildebrando D’Arcangelo, oltre ai Swingle Singers). Tutto il prelibato cartellone della stagione è disponibile sul sito dell’Accademia con relativi prezzi dei biglietti e degli abbonamenti.
Nello stimolante programma ci sono la “Sinfonia per otto voci e orchestra” di Luciano Berio e lo “Stabat Mater” di Gioacchino Rossini (solisti vocali: Emma Bell, Sonia Ganassi, Dario Schmunck e Ildebrando D’Arcangelo, oltre ai Swingle Singers). Tutto il prelibato cartellone della stagione è disponibile sul sito dell’Accademia con relativi prezzi dei biglietti e degli abbonamenti.
Un omaggio alla toccante liederistica brahmsiana dall'associazione Musica Rara di Milano
Domenica 14 ottobre (alle 16.00), presso la Sagrestia del Bramante in via Caradosso, 1 a Milano, si terrà per la stagione dell'Associazione Musica Rara un concerto per canto e pianoforte. In programma il ciclo "Die schöne Magelone" op. 33 di Brahms eseguito da Stefania Donzelli (soprano) - Giacomo Rocchetti (pianoforte) e Claudio Raimondo (voce recitante).
Le “romanze” da “La bella Magelone” di Tieck che formano l’op. 33 di Johannes Brahms sono una singolare composizione che spicca non solo nell’insieme della produzione dell’ autore ma anche nel panorama del Lied romantico. Si tratta di l5 canti, o “romanze”, che musicano altrettante poesie inserite nella narrazione in prosa de “La meravigliosa storia d’amore della bella Magelone e del conte Pietro di Provenza” di Ludwig Tieck (1773-1853), poeta, scrittore e drammaturgo tedesco, uno dei fondatori del Romanticismo. La fonte letteraria della fiaba, o leggenda, ripresa da Tieck, risale ad un poema francese del XII secolo che narra l’amore di Pietro di Provenza e della bella Magelone figlia del re di Napoli, la loro fuga nei boschi e le successive drammatiche vicissitudini (tempeste di mare, prigionia fra gli infedeli su nave saracena, rifugi in capanne solitarie) fino al gioioso “happy end” che li vede sposi felici.
Brahms conosceva e prediligeva la leggenda fin dall’infanzia e quando ne lesse la versione di Tieck, rimase colpito dall’ incantevole clima della narrazione che esaltava sentimenti puri e primitivi nella cornice squisitamente romantica di una natura fiabesca e sognante, che già suggeriva accenni musicali. Decise quindi di musicare 15 delle 18 poesie con le quali Tieck aveva marcato i punti salienti della vicenda e iniziò la composizione durante un soggiorno in casa di Robert e Clara Schumann a Münster am Stein, portandola a termine dopo la morte di Schumann, fra il 1861 e il 1869. Dedicò il ciclo al baritono Julius Stockhausen, suo grande interprete ed amico, e con lui ne eseguì in pubblico la prima serie ad Amburgo il 4 aprile 1862.
Pietro di Provenza spicca quale protagonista assoluto del racconto e i suoi canti sono l’espressione di stati d’animo e reazioni alle drammatiche vicende via via affrontate. La serie delle romanze ha senso solo se inquadrate nel corso della narrazione, perché ognuna di esse esprime e rappresenta musicalmente una scena o un momento psicologico del personaggio. Brahms, che non scrisse mai per il teatro, crea tuttavia qui scene lirico-drammatiche per un teatro virtuale per la cui piena comprensione è essenziale il collegamento con la recitazione di un testo narrativo di sintesi. Le caratteristiche singolari di questa composizione musicale hanno forse contribuito alla sua finora rarissima esecuzione nelle sale da concerto italiane e siamo quindi particolarmente lieti ed orgogliosi di presentare al pubblico milanese un capolavoro maturo e originalissimo del grande Brahms. Infotel: 02.4232784 / e-mail: mrara@tin.it
Le “romanze” da “La bella Magelone” di Tieck che formano l’op. 33 di Johannes Brahms sono una singolare composizione che spicca non solo nell’insieme della produzione dell’ autore ma anche nel panorama del Lied romantico. Si tratta di l5 canti, o “romanze”, che musicano altrettante poesie inserite nella narrazione in prosa de “La meravigliosa storia d’amore della bella Magelone e del conte Pietro di Provenza” di Ludwig Tieck (1773-1853), poeta, scrittore e drammaturgo tedesco, uno dei fondatori del Romanticismo. La fonte letteraria della fiaba, o leggenda, ripresa da Tieck, risale ad un poema francese del XII secolo che narra l’amore di Pietro di Provenza e della bella Magelone figlia del re di Napoli, la loro fuga nei boschi e le successive drammatiche vicissitudini (tempeste di mare, prigionia fra gli infedeli su nave saracena, rifugi in capanne solitarie) fino al gioioso “happy end” che li vede sposi felici.
Brahms conosceva e prediligeva la leggenda fin dall’infanzia e quando ne lesse la versione di Tieck, rimase colpito dall’ incantevole clima della narrazione che esaltava sentimenti puri e primitivi nella cornice squisitamente romantica di una natura fiabesca e sognante, che già suggeriva accenni musicali. Decise quindi di musicare 15 delle 18 poesie con le quali Tieck aveva marcato i punti salienti della vicenda e iniziò la composizione durante un soggiorno in casa di Robert e Clara Schumann a Münster am Stein, portandola a termine dopo la morte di Schumann, fra il 1861 e il 1869. Dedicò il ciclo al baritono Julius Stockhausen, suo grande interprete ed amico, e con lui ne eseguì in pubblico la prima serie ad Amburgo il 4 aprile 1862.
Pietro di Provenza spicca quale protagonista assoluto del racconto e i suoi canti sono l’espressione di stati d’animo e reazioni alle drammatiche vicende via via affrontate. La serie delle romanze ha senso solo se inquadrate nel corso della narrazione, perché ognuna di esse esprime e rappresenta musicalmente una scena o un momento psicologico del personaggio. Brahms, che non scrisse mai per il teatro, crea tuttavia qui scene lirico-drammatiche per un teatro virtuale per la cui piena comprensione è essenziale il collegamento con la recitazione di un testo narrativo di sintesi. Le caratteristiche singolari di questa composizione musicale hanno forse contribuito alla sua finora rarissima esecuzione nelle sale da concerto italiane e siamo quindi particolarmente lieti ed orgogliosi di presentare al pubblico milanese un capolavoro maturo e originalissimo del grande Brahms. Infotel: 02.4232784 / e-mail: mrara@tin.it
La ricca stagione dell'Associazione Siciliana degli Amici della Musica
"Nel primo semestre del 2007, l'Associazione Siciliana Amici della Musica ha già superato le 30.500 presenze, realizzando un incremento pari al 17% rispetto allo stesso periodo del 2006 e del 145% rispetto al 1998: gli Amici della Musica si confermano così come la prima istituzione siciliana perpresenze di pubblico e tra le primissime in ambito nazionale". Con queste parole Francesco Agnello, presidente dell'Associazione, ha introdotto lanuova Stagione concertistica 2007/2008 che si svolgerà al Politeama Garibaldi, grazie alla convenzione siglata con il Comune di Palermo escaturita dal preciso impegno del Sindaco in favore dell'Associazione. Il calendario dei concerti è stato predisposto dal direttore artistico Dario Oliveri, la cui attività in seno all'Associazione si avvale, a partire da quest'anno, del prezioso supporto del nuovo segretario generale, Cosimo Aiello.«Gli Amici della Musica», afferma il direttore artistico Dario Oliveri,«hanno ormai rinunciato all'idea che la "qualità" sia rinchiusa nelle torri d'avorio, tentano costantemente di sfuggire all'idea di una cultura per "addetti ai lavori" e si prefiggono al contrario di dialogare, attraverso linguaggi diversi, con un pubblico sempre più vasto: dagli appassionati del grande repertorio classico e romantico (ai quali è idealmente dedicato il Turno pomeridiano) sino a qual vasto segmento di spettatori certamente attratti dalla musica da camera o dalle grandi orchestre, ma al tempo stesso anche curioso di esplorare gli altri scenari o "mondi paralleli" dellamusica nel nostro tempo. A questo genere di spettatori - e sono ovviamente moltissimi - è destinato soprattutto il Turno serale, in cui prevale un gran desiderio di ascoltare e scoprire le ultime novità del momento».L'inaugurazione, rispetto alle Stagioni degli ultimi anni, è anticipata aottobre (Turno Serale, martedì 23 ottobre - Turno Pomeridiano, mercoledì 24ottobre) per consentire al pubblico degli Amici della Musica di assistere alconcerto conclusivo della tournèe dell'Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole diretta da Gabriele Ferro (nella foto), che giunge a Palermo dopo essersi esibita all'Auditorium del Parco della Musica di Roma e alTeatro alla Scala di Milano. La prestigiosa compagine, che ha recentemente ricevuto elogi lusinghieri dalla critica internazionale, partecipando al Ravenna Festival di Riccardo Muti, interpreta tre capolavori della letteratura sinfonica tedesca come la Sinfonia n. 8 in si minore Dv. 759"Incompiuta" di Franz Schubert (Turno pomeridiano) e l'Adagio dalla Sinfonian. 10 di Gustav Mahler (Turno Serale) insieme con l'imponente Sinfonia n. 9 in re minore di Anton Bruckner, accomunate dal loro essere tutte opere"incompiute".Un importante apporto alla programmazione proviene da una serie diappuntamenti realizzati in collaborazione con il CIDIM (Comitato Nazionale Italiano Musica) è il caso del concerto del Quintetto Bibiena con il percussionista indiano B.C. Manjunath (martedì 27 novembre), dei due concerti dell'Orchestra da Camera di Mantova con la partecipazione del pianista Gabriele Carcano (14 e 15 gennaio) nei quali si susseguiranno pagine di Haydn e Mozart, nonché brani di Part e Barber; sono due anche gli appuntamenti con la celebre Cappella della Pietà de' Turchini diretta da Tony Florio che presenterà un programma di pagine dal Settecentonapoletano (2 e 4 marzo); infine dei due appuntamenti con il Divertimento Ensemble che chiuderà la stagione con il celebre "Retablo de maese Pedro" di Manuel de Falla (21 e 22 aprile). Come accade da molti anni, l'Associazione dedica una particolare attenzione al Giorno della Memoria (27 gennaio) istituito dal Parlamento della Repubblica Italiana nel 2001 in ricordo dello sterminio e delle persecuzionidel popolo ebraico e di tutti i deportati militari e politici: due gliappuntamenti nel 2007, il recital del pianista Alexander Lonquich (21gennaio), che affiancherà a pagine Chopin e Schumann, opere realizzatedurante la prigionia da due compositori ebrei, Gideon Klein e Viktor Ullmann. Nel Turno serale invece (martedì 22 gennaio) lo scrittore e critico musicale Sandro Cappelletto, affiancato dal'Ensemble Ex Novo racconterà e spiegherà il "Quartetto per la fine dei tempi", scritto da Olivier Messiaen durante la prigionia in un campo di concentramento.Non c'è dubbio che il pianoforte richiami su di sé gran parte dell'interessedel pubblico ed ecco che durante la Stagione si susseguono, fra gli altri, alcuni dei più amati e apprezzati solisti di oggi: il raffinato pianista canadese LouisLortie (lunedì 29 ottobre) con in programma celebri pagine di Schumann, Grieg e Chopin, Alexander Kobrin con due concerti dedicati al più notorepertorio di Beethoven e Chopin (lunedì 3 e martedì 4 dicembre); la grande tradizione russa con Lilya Zilbertstein (martedì 18 febbraio); il virtuosismo di Marc-André Hamelin (martedì serale 11 marzo). Pietro De Maria, legato alla prestigiosa etichetta discografica Decca, prosegue in entrambi i turni il suo progetto dedicato all'integrale del repertorio pianistico di Chopin (lunedì 19 e martedì 20 marzo). Ramin Bahrami, giovane pianista sul quale ha scommesso un'etichetta storica come la Decca, debutterà a Palermo con "L'Arte della fuga" di Johann Sebastian Bach(martedì 12 febbraio), opera simbolo che ha inciso e con la quale ha scalatole classifiche mondiali della vendita di cd.Il pianoforte avrà un aspetto "diverso" nel Turno Serale: torna infatti attesissimo il pianista-compositore italiano Stefano Bollani, personaggio molto noto e amato dal pubblico, che "a grande richiesta" dopo il successo dello scorso anno si ripresenta in Trio con Jesper Bodilsen (contrabbasso) e Morten Lud (batteria).
Fra gli altri artisti "di frontiera" ospiti del Turno serale, i Swingle Singers con i loro cavalli di battaglia da Bach ai Beatles (martedì 13 novembre).Hector Zazou, invece, presenterà le sue musiche elettroniche sulle immagini del film La passione di Giovanna d'Arco di Theodor Dreyer del 1928 (martedì 26 febbraio). Quest'ultimo e tutti gli altri concerti con artisti francesisono realizzati in sinergia con il Centre Culturel Français de Palerme et Sicile. Debutterà a Palermo, nel Turno pomeridiano (lunedì 26 novembre), il nuovo divo internazionale dell'archetto, il giovane Nikolaj Znaider a proposito del quale il "Chicago Tribune" ha scritto: "è probabilmente dai tempi del debutto del giovane Gidon Kremer, nel 1970, che non si vedeva un turbamento come quello generato dal giovane Nikolaj Znaider". E inoltre due giovani ma già celebri violiniste di livello internazionale come Isabelle Faust (in coppia con lo straordinario Andreas Staier, lunedì 4 febbraio) e Jennifer Frautschi (con il pianista Derek Han, martedì 19 febbraio).
A "onorare" il logo degli Amici della Musica, costituito da un quartetto d'archi, si susseguiranno nel turno pomeridiano il Quatour Modigliani (5novembre), il Minetti Quartet (11 febbraio), Quatuout Ysaye con il pianista Andrea Bacchetti (14 aprile); in serale il celebre Brodsky Quartet (29gennaio), il Quartetto d'Archi di Cremona con il pianista Marco Sollini (18marzo). Negli ultimi anni gli Amici della Musica hanno dedicato particolare attenzione alla chitarra: dopo la rassegna autunnale "Le Sei Corde", il 7aprile sarà ospite del turno pomeridiano l'Amadeus Guitar Duo. Sono previsti quindi 3 appuntamenti fuori abbonamento: il concerto di Paolo Fresu con The Lost Chords di Carla Bley (Politeama Garibaldi, 22 ottobre ore21), lo spettacolo "Sbek Thom" del Teatro delle Ombre Khmer realizzato incollaborazione con il Museo Internazionale delle Marionette (PoliteamaGaribaldi, 19 novembre ore 21) e infine il recital del celebre pianistapolacco Krystian Zimerman (lunedì 31 marzo).
La 76a Stagione dell'Associazione Siciliana Amici della Musica si realizza grazie al fondamentale contributo del Ministero per i Beni e le attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo, della Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione della Città di Palermo. Significativo è inoltre l'apporto di Mazda e la collaborazione con IdeaNet. Anche quest'anno si sta organizzando un servizio di bus navetta, espressamente dedicato agli abbonati del Turno Pomeridiano, che cosìpotranno raggiungere più comodamente il Teatro. Gli abbonamenti (Euro 170,00 balconata e palchi I ordine numerati; Euro140,00 platea o palchi II ordine - numerati solo per il turno pomeridiano;Euro 60,00 anfiteatro), prevedono particolari riduzioni per i giovani sottoi 30 anni (abb. Giovani: Euro 25.00), per gli studenti delle Scuole, del Conservatorio e del Corso di Laurea in Discipline della Musica (abb.Studenti: Euro 20.00), e una riduzione senior per gli over 65 (Euro 145,00balconata e palchi I ordine; Euro 116,00 platea o palchi II ordine nonnumerati).Sono previste inoltre particolari condizioni per i docenti dell'Universitàdi Palermo, delle Scuole che aderiscono al Progetto Scuola, delConservatorio di Musica "Vincenzo Bellini" e dell'Istituto dei Ciechi"Florio e Salamone" (Euro 90,00 platea o palchi II ordine), nonché per ititolari Ideanet (Euro 145,00 balconata e palchi I ordine; Euro 115,00platea o palchi II ordine).
Doppio abbonamento: Euro 220,00 (platea o palchi II ordine) - Euro 180,00(platea o palchi II ordine senior/ideanet) - Euro 40,00 (giovani sotto i 30anni).Gli studenti dell'Università degli Studi di Palermo, dell'Accademia di Belle Arti di Palermo, Accademia di Belle Arti "Kandinskij" di Trapani, della LUMSA di Palermo, dell'Accademia di Belle Arti "Abadir" di San Martino delleScale e del Conservatorio di Musica "Vincenzo Bellini" di Palermo possono usufruire inoltre della Convenzione con l'ERSU (costo abbonamento: Euro 7.50per gli assistiti; Euro 17.50 per i non assistiti). Info tel. 0916547022.
Doppio abbonamento: Euro 220,00 (platea o palchi II ordine) - Euro 180,00(platea o palchi II ordine senior/ideanet) - Euro 40,00 (giovani sotto i 30anni).Gli studenti dell'Università degli Studi di Palermo, dell'Accademia di Belle Arti di Palermo, Accademia di Belle Arti "Kandinskij" di Trapani, della LUMSA di Palermo, dell'Accademia di Belle Arti "Abadir" di San Martino delleScale e del Conservatorio di Musica "Vincenzo Bellini" di Palermo possono usufruire inoltre della Convenzione con l'ERSU (costo abbonamento: Euro 7.50per gli assistiti; Euro 17.50 per i non assistiti). Info tel. 0916547022.
Gli abbonamenti si possono acquistare esclusivamente da Ellepì (viale della Libertà, 29 c/d - tel. 091323084), Master Dischi (via XX Settembre, 38 - tel.091323151), Modus Vivendi (via Quintino Sella, 79 - tel 091323493).Informazioni: Associazione Siciliana Amici della MusicaVilla del Pigno - via Angiò, 27 - 90142 Palermo - Infotel. 0916373743.
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