Una serata tutta dedicata all’indimenticabile sublime jazz di George Gershwin nel prossimo concerto dell’Orchesta Sinfonica della Provincia di Bari in programma martedì 30 ottobre alle ore 21.00 presso l’Auditorium della Guardia di Finanza, viale Europa a Bari e poi replicato, sempre alla stessa ora, il 31 ottobre a Foggia presso il Teatro del Fuoco (biglietti sono solo in prevendita al box office della Feltrinelli Libri e Musica di Bari. Info: 080.5240464). Il concerto sarà diretto dal maestro Gregorio Goffredo (nella foto) e con solisti al pianoforte Paola Bruni e Pasquale Iannone.
La serata si apre con l’esecuzione di “Rapsodia in Blue”, il più noto lavoro per pianoforte e orchestra scritto da un compositore americano che, si può quasi dire, che sia stata composta per caso.
Verso il 1923, il direttore Paul Witheman – noto anche come il “Re del jazz” e convinto sostenitore della creazione di un “jazz sinfonico” – chiese a Gershwin di comporre un concerto jazz per la sua orchestra. Gershwin si dichiarò disponibile, ma subito dopo mise da parte il progetto per tornare a dedicarsi alle commedie musicali. Si può quindi ben immaginare la sua sorpresa quando, il 4 gennaio del 1924, suo fratello Ira gli portò una copia del “New York Evening Herald” sulla quale Witheman annunciava che, il 12 febbraio di quell’anno avrebbe presentato in concerto alla Aeolian Hall un programma intitolato “Un esperimento di musica moderna”, il cui momento clou sarebbe stato costituito da una novità assoluta di George Gershwin.
Il manoscritto tutt’oggi conservato nella Biblioteca del Congresso, dimostra che Gershwin si accostò alla composizione della Rapsodia il 7 di gennaio, mentre le sue prime prove si tennero il 4 febbraio, quando il compositore Ferdinand Grofè ne curò l’arrangiamento orchestrale. A quell’epoca, era prassi abbastanza comune a Broadway che gli arrangiamenti non fossero curati dagli stessi compositori, ma affidati ad altri e Grofè era uno degli arrangiatori abituali dell’orchestra di Witheman. La prima della Rapsodia fu un grande successo e dimostrò subito quale fosse la potenzialità della composizione. Grofè ne realizzò in seguito altri tre arrangiamenti, il primo dei quali, quello “ufficiale” per oltre una ventina d’anni, fu pensato per un ensemble di 21 elementi. Fu solo nel 1942 che, sempre Grofè, decise di realizzarne anche una versione per orchestra sinfonica, tutt’oggi la più eseguita, ma non manca anche un altro arrangiamento, sempre a sua firma, che invece impiega un ensemble ristretto e non prevede obbligatoriamente la presenza del pianoforte.
Sarà, poi, la volta del “Concerto in Fa per pianoforte e orchestra”. Sulla scorta del grande successo riscosso l’anno precedente dalla Rapsodia in Blue, nel 1925 Gershwin ricevette da Walter Damrosch la commissione per comporre in nuovo concerto per la New York Symphony Society. Stavolta però, anziché rivolgersi a Grofè per l’orchestrazione, Gershwin preferì vedersela da solo, attingendo nozioni tecniche generali e particolari sulla forma del Concerto da alcuni testi didattici. E il risultato fu senza dubbio un’opera immediatamente baciata dal successo, malgrado lo scetticismo della critica accademica. Basti pensare che, pochi anni più tardi, lo stesso Ravel ne fu tra i più appassionati sostenitori.
Il Concerto in Fa ebbe il suo debutto alla Carnegie Hall di New York il 3 dicembre del 1925 e venne eseguito nella stessa serata insieme con una Sinfonia di Glazunov e le “Suites inglesi” di Henri Rabaud.
Terzo brano in programma “Un americano a Parigi”. “La mia intenzione – diceva Gershwin - è quella di descrivere le sensazioni provate da un americano alla sua prima visita a Parigi, passeggiando per le vie della città. In questo senso, devo anche aggiungere che in nessun modo ho cercato di descrivere delle scene precise. Ogni ascoltatore potrà invece trovarvi le scene e le immagini più adeguate”. Sono le parole dello stesso Gershwin a spiegare il senso di quello che non sarebbe definito definire una sorta di poema sinfonico. Questa composizione venne eseguita per la prima volta a New York il 13 dicembre del 1928 sotto la direzione di Walter Damrosch ed è il frutto del viaggio in Europa che Gershwin compì, preceduto dalla fama della sua “Rhapsody in Blue”. Come già per quella composizione, è lecito pensare che anche l’orchestrazione defintiva dell’Americano a Parigi non sia da attribuire tutta al compositore, che in più occasioni si rivolse ai consigli di Bill Daly.
In conclusione l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari eseguirà Variazioni su “I Got Rhythm”, uno tra i temi di Gershwin più noti. Tratto dalla commedia musicale “Girl Crazy” del 1930, è divenuto ben presto uno degli standard più praticati dai jazzisti per la sua forma di “anatole”, ovvero di composizione la cui melodia è costruita su una frase che viene letta in entrambi i versi (dall’inizio alla fine e dalla fine all’inizio). Era abitudine di Gershwin, quando veniva invitato a feste e ricevimenti dove vi fosse un pianoforte, intrattenere gli ospiti improvvisando fantasie sui propri brani o comunque su temi noti e sembra proprio che “I Got Rhythm” fosse uno dei suoi cavalli di battaglia prediletti.
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