Da molti anni (ventidue per l’esattezza) Gianluigi Trevisi si batte come un leone, pur tra mille difficoltà, per imporre e mantenere in vita a Bari un festival di musica contemporanea di eccellente qualità qual è “Time Zones – sulla via delle musiche possibili”. Chi ha qualche capello bianco come chi scrive ricorderà le prime per certi versi provocatorie edizioni di una rassegna che metteva insieme, a metà degli anni Ottanta in un’insalata conditissima e alquanto saporita, nomi altisonanti insieme a nomi emergenti di generi musicali spesso agli antipodi tra loro: dal jazz al rock, dalla new wave al folk, dalla musica elettronica più spinta al pop, dalle colonne sonore da film al minimalismo d’autore (rammento, come fosse ieri, un memorabile concerto di Philip Glass e del suo Ensemble al Teatro Petruzzelli).
Questa mattina nel presentare il Time Zones 2007, Trevisi non era certo raggiante come nei tempi migliori, però in quella che è sembrata più una dura, realistica requisitoria che uno struggente “De Profundis” il nostro ha detto cose sensate, magari amare assai, ma vere, autentiche, condivisibili.
E’ risaputo che questo è un Paese (non solo Bari, ma l’Italia intera) che in definitiva “odia” la musica o fa comunque finta di amarla. “A Bratislava ci sono sei orchestre, sale da concerto, spazi per far musica e…qui da noi? Il nulla o quasi.”.
Non è facile poi puntare il dito contro la Politica, quando hai al fianco un assessore comunale alla Cultura come Nicola Laforgia che in questi ultimi anni è stato pur sempre uno dei pochi a darti una mano concreta a Time Zones.
L’assenza alla conferenza stampa in Comune di rappresentanti della Regione e della Provincia infatti la dice lunga da questo punto di vista. “Siamo stati invitati ad un forum strategico per la cultura e ci siamo resi conto di non avere una classe politica all’altezza dei loro compiti.” A Trevisi non vanno giù le notti bianche di recente organizzate anche qui a Bari e in alcuni centri della Provincia, dove si invita gente famosa che non avrebbe bisogno né di gran cassa, né di una barca di soldi.
Che si riferisca a Renzo Arbore ed alla sua ricercatissima Orchestra Italiana? Probabile. “Altre erano le notti bianche di valore. Mi riferisco a quelle che organizzava Nicolini a Roma, quando proponeva a Roma un film muto come il Napoleone di Abel Gance davanti a 20mila persone. Dopo ventidue anni di lavoro meritiamo più rispetto, anche se i musicisti che vengono alle nostre rassegne non godono del clamore televisivo e pubblicitario degli altri. Ma non dimenticate che qui negli anni scorsi sono venuti artisti, addirittura a spese loro, che oggi sono diventati così celebri da richiedere cachet di 100 mila euro a serata!”
Il programma di Time Zones di quest’anno ha subito dei tagli rispetto al progetto originario e lo stesso Laforgia - lo dice chiaramente – non sa ancora quale sarà la misura reale del sostegno finanziario alla manifestazione barese.
Certo è, caro Trevisi, che in Svizzera un Festival colossale (di un mese abbondante con circa 70-80 concerti di altissimo livello) come quello di Lucerna gode di appena il 3% di sovvenzioni pubbliche, mentre il resto arriva in larga parte da sponsor privati (va detto, stratosferici) e sbigliettamento.
La differenza sostanziale tra Lucerna e Bari, sponsor a parte naturalmente, la fanno soprattutto i prezzi dei biglietti: qui da noi sono bassi (10, 15 euro al massimo), mentre lì si applicano prezzi diversificati e talora stellari (da un minimo di 25 ad un massimo di 250 euro a concerto). E poi ci sono i benedetti spazi per la Musica, i teatri, auditorium straordinari da 3 mila posti…Eccetera, eccetera. Ma come direbbe Moretti “non facciamoci del male” e accontentiamoci di ciò che passa il…Convento.
Gli appuntamenti del Time Zones di quest’anno partiranno il prossimo 9 novembre (alle 21) al Teatro Di Cagno con il chitarrista-tastierista-batterista inglese Robin Guthrie, cofondatore dei Cocteau Twins, a seguire il compositore americano di estrazione classica, William Basinski. Si tratta indubbiamente di due grossi calibri, almeno a giudicare dai loro curricula. Il 15 novembre, sempre al Di Cagno, sarà poi la volta di Jason Molina, Damon & Naomi e l'emergente pianista-compositrice Alessandra Celletti (nella foto). Da segnalare tra le altre sei serate in cartellone : i Tuxedomoon (18 /11 al Palatour di Bitritto) la Pan/Atlantic Band, Bobby Previte e Gianluca Putrella (23/11 al Teatro Palazzo), Jon Hassel and Maarifa Street (24/11 al Teatro Royal), David Krakauer and Klezmer Madness (25/11 al Teatro Royal). “Sulla via delle musiche possibili”, è pur sempre un Time Zones di ottimo livello, ma soprattutto, come ha rimarcato l’assessore Nicola Laforgia “oggi è una bella giornata perché Time Zones si fa davvero!”
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